Un addio al Natale

di
genere
saffico

La neve scende candida, dolce, silenziosa, il cielo si sta scurendo piano piano e l’unica fonte di luce nella sala è la fiamma della legna che brucia nel camino. Distesa sul divano, sotto una soffice coperta, con una tazza calda in mano, senza neppure dover girare lo sguardo riesco a godere della vista sia del camino che della neve: mi sento coccolata dall’atmosfera di un Natale passato. Ormai le vacanze sono finite da un pezzo, la routine lavorativa è ricominciata, e in questo sabato pomeriggio penso solo a godermi questi strascichi di calore prima di dover togliere definitivamente tutte le decorazioni. Che bello sarebbe se fosse Natale tutto l’anno!

Presa da tutti questi pensieri, dal momento rilassante, decido di mettere un po’ di musica, sapete, quella che dà un tono all’ambiente. Una musica tranquilla, senza parole, giusto per rendere meno surreale l’atmosfera. Così prendo il telefono, lo collego con il bluetooth all’impianto stereo della casa e chiedo a Siri di riprodurre una playlist di musica ambient. Ora sì che è tutto perfetto!

Sento che l’acqua nelle tubature smette di scorrere, penso che finalmente Sofia ha finito di lavarsi. Quella ragazza è tremenda: ci mette sempre due ore per farsi una doccia! Mi domando sempre cosa faccia sotto l’acqua per tutto quel tempo, ma non voglio chiedere: mi piace che abbia il suo spazio privato e mi piace poter fare supposizioni senza scoprire mai la verità. Mi piace pensare che stia ragionando sui massimi sistemi dell’universo, quando invece magari si sta solo facendo uno scrub. Sapete, quando Sofia si fa la doccia, ha una sua piccola routine: per far uscire tutto il vapore dal bagno, apre la finestra e mentre aspetta di poter vedere qualcosa nello specchio, gira per tutta la casa in accappatoio, con un turbante in testa e con un’espressione profondamente rilassata che mi fa sempre venire voglia di accarezzarle il viso. Aspetto quindi che arrivi da me perché, francamente, in questo clima, l’unica cosa che mi manca davvero adesso è lei.

Ci mette un po’ ad arrivare e, quando apre la porta della stanza, è proprio come me l’aspettavo, come ve l’ho descritta. Non mi saluta, non mi dice niente. Dall’espressione che fa, capisco che si sta chiedendo come mai ascolti quella musica così “strana” rispetto a quella che metto di solito, poi vedo il suo sguardo andare verso il camino, poi verso la finestra e infine verso di me. Mi sorride e io le sorrido di rimando. Ha ancora quell’espressione di pace interiore che mi fa impazzire. Senza aprir bocca viene verso di me, alza la coperta e ci si mette sotto anche lei. Le offro un po’ del mio tè, lei beve un sorso, si tiene la tazza e appoggia la sua testa alla mia spalla. La avvolgo con un braccio, le do un bacino sulla testa, o meglio sull’asciugamano, lei ride ed io torno a contemplare il camino. Ormai fuori è davvero buio, ma il fuoco è ancora vivo e scoppiettante.

Adoro accarezzarla: ha la pelle morbidissima, liscia, pura. Magari sotto la doccia fa davvero solo lo scrub, altro che discorsi filosofici! Questo pensiero mi fa ridere, Sofia se ne accorge e si gira verso di me, mi guarda con gli occhi chiusi a fessura, con fare indagatorio, io rido ancora di più per il suo essere impicciona e le mollo un bacio sulle labbra. Fa la finta imbronciata, ma io so che con un altro bacio riesco a distrarla dal voler sapere a tutti i costi quello che mi passa per la testa, quindi le tolgo l’asciugamano dalla testa, le arruffo i capelli, le metto una mano sul collo, dietro all’orecchio e la avvicino a me. La bacio di nuovo. Lei si gira completamente verso di me, mi guarda negli occhi e questa volta è lei a baciarmi. Un bacio lungo, intenso e sempre più focoso. Sento le sue mani che mi accarezzano, le prendo la vita con le mie e la sposto: adesso è sdraiata di fianco a me, abbiamo entrambe la testa sul bracciolo del divano. Ci baciamo ancora, ma ora posso accarezzarla meglio: dalla testa, percorro tutta la sua spina dorsale fino ad arrivare al suo sedere. È così bello, così sodo e al contempo soffice. Adoro toccarlo, adoro sentirlo tra le mie dita e stringerlo. Lo adoro così tanto che quando comincio a giocarci, lei ride. Faccio finta di essermi offesa, mi sollevo, Sofia mi afferra per un braccio e mi tira giù. Sono quasi sopra di lei. Le bacio il collo, spostandomi verso il suo orecchio. Prendo il lobo con i denti e dolcemente lo tiro. Sento il suo sospiro affannarsi. La guardo e la bacio ancora mentre mi metto completamente su di lei. Dalle labbra torno sul collo, scendo verso il petto e le bacio il seno, fino ad arrivare ai capezzoli. Mi piace giocare con i suoi capezzoli: li bacio dolcemente, con i denti li afferro e li tiro con delicatezza per poi succhiarli. Con la lingua comincio a girarci intorno. La sento ansimare. Mi tiene la testa con una mano e capisco che non vuole che smetta. Mi tengo solo con un braccio perché, mentre continuo a leccare un capezzolo, prendo l’altro con due dita e lo pizzico gentilmente. Una volta diventato turgido, lo tocco solo con l’indice e comincio a disegnare dei cerchi, come fosse la levetta di un joystick, so che lo adora. Sento il suo corpo cominciare a muoversi, quindi decido di fermarmi.
Mi lancia un’occhiataccia e io sorrido, soddisfatta di sapere che stava gradendo. Mi tira verso di lei e ci baciamo ancora. Decido di ricominciare la mia discesa: riparto dal lobo dell’orecchio, le mordicchio il collo, torno sul seno e do un bacio al capezzolo sinistro. Accenno di nuovo il movimento circolare di prima, ma lo interrompo subito per continuare la mia discesa. Le bacio la pancia, scendo verso l’ombelico, vado ancora più giù e arrivo all’elastico delle mutande. Non mi aspettavo che avesse le mutande: da quando una gira per casa in accappatoio, ma con le mutande? La guardo rimproverandola e lei ride. Le do un bacio sul monte di venere, sopra le mutande, poi ne afferro l’elastico con i denti e gliele sfilo. Ogni volta che le tolgo le mutande, Sofia chiude le gambe come se si vergognasse di farsi vedere. Così le do un bacio sul ginocchio e con la testa le sposto la gamba. La riempio di baci fino a che non arrivo all’interno coscia: lì tiro fuori la lingua e con una striscia continua arrivo fino alle grandi labbra, ma mi fermo. Le mordo l’interno coscia e torno a leccarle l’esterno delle grandi labbra. La sento respirare sempre più profondamente. Lo so che non vuole altro. So benissimo che aspetta solo che io vada lì, ma mi piace torturarla un pochino, mi piace farla aspettare. Con la lingua percorro tutto il contorno esterno delle grandi labbra e solo quando mi prendere la testa capisco che è arrivato il momento. La lecco tutta dal basso verso l’alto. Sento tutti i suoi umori sulla lingua. La guardo negli occhi, sorrido in modo malizioso e ingoio. La lecco tutta di nuovo, ma questa volta mi fermo sul clitoride. Con movimenti circolari, faccio girare la lingua sul suo clitoride in modo lentissimo. Sospira. Pian piano aumento il ritmo. Ansima. Accelero sempre di più. Emette un mugolio sonoro. Mi fermo. Tocco il clitoride con un dito, ricomincio a girare lentissimamente, ma faccio solo un paio di giri per poi spostarmi verso il basso. Entro dentro solo con mezzo dito e riprendo a leccarle il clitoride, per poi entrare del tutto. Riprendo ad aumentare il ritmo e, quando la sento pronta, infilo un secondo dito. Ormai la conosco bene e so perfettamente dove si trova il suo punto G. Mentre la lingua continua a fare il suo lavoro, giro la mano verso l’alto, piego le dita ad uncino e anche da dentro comincio a disegnare dei cerchi, mentre faccio su e giù. I suoi gemiti si fanno sempre più profondi, il suo corpo comincia a tremare, le sue gambe si chiudono, ma io continuo il mio lavoro. Sento la sua vagina pulsare da dentro, la schiena le si inarca e la vedo afferrare il divano: l’orgasmo sta esplodendo.

Mi prende la testa con le mani e me la solleva. Capisco di dovermi fermare. Tolgo le dita da dentro di lei. Inspira profondamente. Io sorrido, lei ride. Mi tira su, io seguo il suo gesto e mi sdraio sopra di lei. Mi stringe forte, mi dà un bacio sulle labbra e sorride: “sai di figa!”
scritto il
2023-01-14
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