Quegli shorts attillati

di
genere
trio

Questa storia, come tutte le storie erotiche adolescenziali che si rispettino, inizia appena fuori dallo spogliatoio delle ragazze. Un luogo tanto ambito quanto invalicabile per qualsiasi studente eterosessuale; solo la prossimità all'ingresso era adornato da un'aura irresistibilmente magnetica. Forse era il suono delle voci di diverse ragazze, il profumo di ormoni femminili o la fantasia che quella porta chiusa apriva nelle menti degli studenti, che come di consueto finivano tutti di cambiarsi prima delle loro coetanee dell'ultimo anno per poter andare in palestra a giocare prima della lezione.
Tra i pochi studenti che ci mettevano quanto le ragazze a cambiarsi c'ero io. Sono sempre stato un ragazzo lento, alcuni direbbero svogliato, privo di vitalità. Parallelamente alcune vociferavano che fossi particolarmente attraente nel mio fare svogliato, anche se non capisco da dove avessero tirato fuori certe storie sul mio presunto pene enorme, che di certo non lo era.
Uscendo dallo spogliatoio in ritardo come di consueto, incrociai l'ultimo gruppo di ragazze in corridoio, che mi precedeva di qualche passo verso la palestra. Non potei fare a meno di notare quel paio di chiappe che ondeggiava con un movimento così naturalmente perfetto all'interno dei pantaloncini corti e aderenti da ginnastica. Fu come un richiamo irrefrenabile per i miei occhi, quindi feci tutta la strada fissandole maniacalmente. Eravamo praticamente arrivati in palestra quando mi resi conto che l'amica della ragazza in questione mi guardava, quindi distolsi lo sguardo e mi concentrai sul pavimento per qualche secondo. La ragazza continuava a fissarmi, non la vedevo ma sapevo che i suoi occhi erano puntati su di me quindi alzai lo sguardo e con mia sorpresa notai un sorrivo malizioso stampato sul suo viso, subito dopo si girò verso l'altra ragazza per bisbigliarle qualcosa all'orecchio. Quest'ultima si girò e mi squadrò dalla testa ai piedi, anch'ella vagamente interessata, anche se decisamente meno spudorata dell'amica.
La lezione di ginnastica proseguì indisturbata, facemmo i nostri esercizi e di tanto in tanto gettavo l'occhio verso quella strana coppia, notando a tratti un ricambio di sguardi.
Al termine dell'ora di ginnastica tornammo a cambiarci, sicuramente con più calma dell'andata e con più sudore addosso. Quando uscii dallo spogliatoio, logicamente sempre rigorosamente ultimo, notai con sorpresa che le due ragazze erano in piedi fuori dalla porta ad aspettarmi, con due sorrisi complici stampati in faccia.
"Tu devi essere Samuele, giusto?" Disse la ragazza più bassa, che prima della lezione mi sorrideva. Era mora di capelli, un paio di labbra carnose e un sorriso candido come la sua pelle. Nonostante la statura era abbondante di seni, in effetti aveva due tette enormi e mi ci sarei volentieri affogato. La guardai per un attimo contemplandone la bellezza sessuale sentendo un impeto erotico che mi attraversava il corpo e si concentrava sul mio cazzo mentre dirigevo il mio sguardo sulla sua amica: più alta, capelli castani e due occhi nordici, verdi con sfumature di azzurro. Il suo seno era più contenuto, era più slanciata e più magra ma disponeva di un culo atletico. Un paio di chiappe perfette, alimentavano i sogni erotici tutti gli studenti della scuola.
"Esatto, sono io." Risposi dopo qualche secondo di contemplazione.
"Io sono Giulia e lei Eleonora, quest'anno frequenteremo la stessa classe di ginnastica a quanto pare"
"Eh si" dissi, senza espormi troppo. Ero curioso di vedere dove volessero andare a parare.
"Io ed Eleonora concordiamo sul fatto che sarebbe bello poter passare un bell'anno scolastico all'insegna delle nuove conoscenze, quindi siamo venute a presentarci. Dimmi, ti piacerebbe conoscerci meglio?"
"Perché no, sembrate due ragazze interessanti." Dissi con un tono indifferente, incrinato da un mezzo sorriso di intesa. Sentii che le mutande si stavano già gonfiando e distrattamente guardai in basso ricordandomi di avere un pene, gesto che le due inquadrarono all'istante, invitandomi ad andare nello spogliatoio dei maschi.
"Sembra che tu abbia un problema, vieni ti daremo una mano a risolverlo. Ce ne occupiamo noi tu rilassati per ora, pensa solo a rilassarti." Giulia, la mora alfa che conduceva il gioco mi condusse nello spogliatoio con Eleonora chiudendosi la porta alle spalle ed entrambe iniziarono a tastarmi il cazzo sotto i pantaloni mentre ero in piedi a godermi la scena.
"Ti abbasso i pantaloni così controlliamo dove sta il problema e lo risolviamo, vedrai non farà male stai tranquillo." Io in silenzio pregustavo quello che stava per accadere eccitato dalle parole crocerossine della sporca Giulia, che nel mentre slacciava la cintura e mi abbassava i pantaloni con una certa maestria, aiutata da Eleonora che terminò l'opera abbassandomi le mutande. Senza farsi attendere, Eleonora me lo prese tra le dita e iniziò a leccarlo dalla base lentamente, per poi accelerare; Giulia intanto mi massaggiava le palle e passava la lingua sulla cappella disegnando cerchietti. Infine giulia prese in bocca il mio uccello già lubrificato dalla salova tutto d'un colpo, arrivando fino alle palle. Totalmente inaspettato, un brivido di piacere lungo la schiena, potevo sentire il mio cazzo nella sua gola e mentre lo stantuffava mantenendolo in profondità. Inutile dire che venni subito, la soffocai senza preavviso con un mare di sperma che la fece tossire, glie ne rimase un po' in bocca e lo sputò in bocca ad Eleonora, con sorriso divertito e soddisfatto.
"Sei già venuto? Non vorrai fermarti proprio ora, la mia amica qui non ha avuto modo di fare conoscenza come si deve, non essere maleducato." Cosi dicendo giulia passò la mano sul mio pene ancora duro anche se provato e leggermente arrossato, per farlo rinvigorire ulteriormente. Ma non fu la mano di Giulia a sortire l'effetto desiderato, bensì l'unica parola che pronunciò Eleonora: "scopami." Totalmente inaspettata, la bocca di quell'angelo aveva pronunciato le parole giuste e la voglia di sesso era tornata alle stelle. Senza pensarci due volte presi Eleonora e la girai piegandola a 90 gradi, le abbassai gli shorts che lasciarono spazio a delle mutandine sottili. Solo una sottile striscia di tessuto copriva l'ultimo antro di quel culo da ritratto. Era eccitantissima lì, piegata a mostrarmi le sue forme perfette. Le chiappe più belle della scuola meritavano uno schiaffo, quindi presi l'iniziativa, e la cosa piacque ad entrambe.
"Bravo Samuele vedo che ti stai scaldando, ci piacciono i ragazzi intraprendenti. Ora scopala forte, prima che finisca la ricreazione voglio sentirla urlare e piangere di gioia." Le scostai la mutandina e diedi una leccata poderosa a quella fica bagnata, quindi, con ancora la faccia piena di umori, posizionai la mia cappella e lentamente le entrai dentro. Era calda, confortevole e tremendamente umida e scivolosa, forse più di quanto mi aspettassi. Iniziai a scoparla a pecorina reggendomi sui suoi fianchi, ad ogni colpo entravo in profondità fino a toccarle il collo dell'utero con il glande, sentivo i suoi umori farsi sempre più abbondanti. Nel mentre Giulia si era calata a sua volta i pantaloncini e si era seduta su una panca. Eleonora le stava leccando la fichetta con una leggera peluria ben curata. Le grandi labbra di Giulia erano più accentuate di quelle di Eleonora e quest'ultima le succhiava con veemenza, passando la lingua sulla clitoride, fino a dentro la vagina, quanto più in fondo potesse.
Quando Eleonora era troppo presa dal mio cazzo dentro di lei per concentrarsi sulla leccata, federo scambio e mi occupai di Giulia, che mi aspettava sulla panca con le gambe da ginnasta aperte a 180 gradi. La presi e la scopai senza pietà, continuai a scoparla con il vigore con cui avevo finito con Eleonora, ormai esausta e in breve tempo venne anche Giulia, stringendosi forte attorno alle mie spalle presa da lievi scatti convulsi di piacere, mentre dalla sua fica olava un mare di squirt, che faticava ad uscire a causa del mio pene ancora dentro di lei.
"Che scopata da urlo, adoro farlo nei posti pubblici" disse Giulia che mentre ci rivestivamo in fretta si era ripresa.
"Sei un vero porco Samuele, ci è piaciuto fare la tua conoscenza, aspettati altri incontri in futuro, ci conosceremo anche meglio, se capisci cosa intendo." Disse mentre girava il busto a mostrarmi il suo culo. Quella sera mi faceva male il cazzo, l'avevo usato per circa 20 minuti ma a ritmi elevatissimi ed ero venuto 3 volte. Dormii come un bambino dopo il mio primo threesome, sapendo che altre avventure erotiche mi aspettavano a breve.
scritto il
2023-01-24
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