Io mia cugina e una bottiglia di vino
di
Ninfodora
genere
incesti
In quel periodo faceva particolarmente freddo. L'aria era secca e il venticello tagliente penetrava fin sotto i vestiti nelle ossa. Io lo sapevo bene perché quella sera, dopo una birra con gli amici, stavo camminando verso la metro per dirigermi a casa di mia cugina. Io ed Eleonora eravamo cugini di secondo grado, ma eravamo praticamente cresciuti insieme per via della stretta amicizia dei nostri genitori. Fin da piccoli abbiamo esplorato e conosciuto il mondo insieme, ci vedevamo quasi tutti i giorni ed eravamo molto intimi, tanto che dormivamo nello stesso letto. Da un po di tempo era andata a vivere da sola in un piccolo appartamento e tra una cosa e l'altra non ero ancora andato a vedere la sua nuova dimora, quindi per l'occasione mi aveva invitato ad andare a bere un bicchiere di vino da lei così da visitare casa sua. Come ho già detto il nostro rapporto è sempre stato simile a quello tra fratelli, mai mi sarei sognato di allungare le mani e farci qualcosa che andasse oltre, anche se devo ammettere che durante la prima adolescenza allo spuntare delle prime forme e dei primi istinti, mi ero fatto diverse fantasie su ipotetiche scene di sesso tra me e lei. Fatto sta che, essendo passati alcuni anni, quella sera ero sicuro di come sarebbe andata: una breve visita guidata, un bicchiere di vino e tante risate in compagnia del suo nuovo inquilino, un micio di 6 mesi.
Camminai per circa 15 minuti e giunsi finalmente alla posizione da lei indicata, quindi suonai e mi feci aprite la porta. Eleonora era, come al solito, bellissima. Una ragazza solare, dai lineamenti esotici e con una pelle olivastra, frutto di un'estate di sole. Portava da qualche anno una frangia fin sotto le sopracciglia, che inquadrava due occhi scuri leggermente a mandorla, un naso minuto e due labbra delicate e non troppo carnose. La cosa che preferivo del suo aspetto era il sorriso bianchissimo e regolare, che sfoggiava spesso in mia presenza dato che ho sempre avuto la smania di fare battutine stupide che lei ha sempre apprezzato.
Mi accolse con un abbraccio intenso. Indossava una felpa bianca larga con cappuccio e degli shorts molto corti che lasciavano spazio a delle gambe magre ma toniche, che sorreggevano due chiappe atletiche da sogno.
"Ciao Samu! Come stai accomodati entra, oh ti porto subito delle ciabatte aspetta" disse subito mentre mi toglievo le scarpe.
"Dobbiamo raccontarci un sacco di cose, ne abbiamo di tempo perso da recuperare, ma prima il tour della casa!" Il salotto era piccolo, un open-space con cucina e un tavolo addossato al muro, le due camere da letto, un bagno e un ripostiglio. Una casa contenuta ma abbastanza confortevole per una o massimo due persone. Tornammo in salotto ed Eleonora, che come sempre era energica e allegra, non perse tempo e aprì la bottiglia di vino che avevo portato. Così passamo un'oretta buona, in cui ci raccontammo le rispettive vite, mentre sorseggiavamo un buon bicchiere di vino, che diventarono due e poi tre. Notai che Eleonora era particolarmente fisica, eravamo seduti su un piccolo ma comodo divano e lei non faceva che gesticolare appoggiando la mano sulla mia gamba, poi sulla spalla, poi sulla mia mano, quindi sui miei capelli. Io ero abituato al suo contatto, ma presto mi resi conto che c'era qualcosa di diverso. Non capii subito cosa fosse ma lentamente iniziai a comprendere che erano le tempistiche e le modalità ad essere mutate: la sua mano scorreva lungo il mio corpo, lentamente come a volerlo sondare, si fermava in punti particolarmente erogeni come l'interno della mia coscia o mi solletivava la mano nella sua dolcemente. Queste attenzioni non mi dispiacevano quanto avrei pensato, anzi erano stranamente coinvolgenti. Forse a causa del vino eravamo entrambi disinibiti e iniziammo ad aumentare il contatto visivo oltre che quello fisico. I suoi occhi, infuocati di un colore che non avevo mai visto, erano penetranti e maliziosamente arricciati. Anche i discorsi assunsero sempre più un'accezione sessuale fino a diventare espliciti.
"Sai, ti devo confessare che ultimamente mi sento sola. Mi sono trasferita solo da qualche mese ma sento la mancanza del contatto fisico, dei corpi che si scaldano a vicenda. Ho bisogno di affetto, mi fa davvero piacere che tu sia qui con me questa sera." Disse poco prima di lanciarsi in un abbraccio sfrenato. Quel gesto mi diede molte certezze riguardo le sue intenzioni, dato che le sue mani si muovevano lungo tutta la mia schiena e sembravano volerla graffiare; arrivò fino ad appoggiarne una al margine della mia chiappa sinistra, non osando andare oltre. Potevo sentire che non indossava il reggiseno, le sue tette erano morbide e i capezzoli turgidi. Poi continuò a sfogarsi, lasciandosi andare tra le mie braccia.
"E poi mi sono resa conto che sono sempre arrapata... non so come mai ma ho sempre voglia di toccarmi, non so se ti è mai capitato..."
"Si certo, ti confesso che io sono arrapato sempre, anche quando dormo."
"Hahaha dai scemo non mi prendere in giro!" Disse dandomi una spintarella affettuosa.
"Non ti credo e lo sai, quindi ti invito a dormire da me, voglio vedere se menti."
"Dopo tutto il vino che abbiamo bevuto, forse potrebbe essere una buona idea sai..." dissi facendo il finto tonto, mentre la guardavo con il sorriso da ebete in faccia. Lei non attese oltre e allungò una mano sui miei jeans, dopo che aveva sostato a lungo sul mio interno coscia. Trovò il mio cazzo già duro e potrei giurare di averla sentita sussultare leggermente per la gioia, mentre ci congiungevamo per un bacio tanto appassionato quanto disordinato, dettato dall'anarchia erotica del momento. Limonammo per qualche minuto mentre esploravamo con le mani i reciproci corpi. Allungai subito le mani sotto la sua felpa, stringendo delicatamente le sue tette, non troppo grandi ma belle, come tutte le tette di questo mondo. Le strinsi i capezzoli e mentre mi massaggiava il cazzo, con l'altra mano ad accarezzarmi il petto, mi sbilanciai verso le sue mutandine. La situazione era già fradicia, potevo sentire il calore e gli umori salire e inondare la stanza di un profumo irresistibile. Iniziai lentamente massaggiandola da fuori, clitoride e grandi labbra, che non erano poi così grandi, diventavano sempre più umide, quindi decisi di allungare un dito. Iniziai a sditalinarla, era calda e delicata, e già non ci stavo più con la testa. Sapevo che quello che stavamo facendo era sbagliato, ma in quel momento nulla al mondo avrebbe potuto fermarci, nessuna regola, nessuna legge etica o morale, solo il sesso più passionale della nostra vita. Lei finalmente, mentre godeva si decise a tirare fuori il mio cazzo, che stava maneggiando scomodamente da un po sotto i miei pantaloni. Si chinò e lo prese in bocca per inumidirlo, quindi iniziò a succhiare voracemente. Io iniziai a contorcermi per il piacere con una mano appoggiata sulla sua nuca in movimento. Vedevo il soffitto ma non lo guardavo affatto. Il mio sugardo era vacuo mentre mi concentravo sulla sua lingua bucata da un percing che scorreva bagnata lungo l'asta, per poi soffermarsi sulla cappella, massaggiandola in alternanza anchs con le labbra. La situazione si fece sempre più bagnata dato che i ripetuti soffoconi che mi fece riempirono il mio pene di saliva, finchè lei si alzò di scatto e si scagliò contro la mia bocca, facendo vorticare la sua lingua fin quasi ad arrivarmi in gola. Mi sono sempre piaciute le ragazze intraprendenti, ma lei le batteva tutte. Senza esitare si mise cavalcioni sopra di me e prese a masturbarsi sul mio cazzo. Scorreva avanti e indietro sull'abbondante saliva e i suoi gemiti iniziarono a crescere, fin quando iniziò a tremare. Subito si fermò e in un attimo ero dentro di lei. Calda, delicata ed accogliente, si muoveva sul mio cazzo godendo come una porca. Io le leccavo i capezzoli duri e lei con le mani tra i miei capelli aumentava il ritmo. Capii che era veramente bagnata perché la sensibilità del cazzo diminuiva e il movimento si faceva sempre più fluido.
"Fammi venire come una troia Samu... voglio godere sul tuo cazzo per l'eternità, voglio mangiarlo e infilarmelo in qualsiasi buco."
"Qualsiasi buco?" Chiesi mentre mi scopava senza tregua.
"Esatto, voglio che me lo metti nel culo ora" la sollevai di peso e la misi a pecorina sul divano, quindi iniziai a leccarle la zona intima partendo dal culo. Le infilai la lingua in un rimming profondo per poi passare alla fica. La leccai per diversi minuti e lei godeva ad ogni passata, era sempre più euforica ed alla fine decisi che era il momento. Era lì, mia cugina era pronta a farsi fare qualsiasi cosa e io le avrei fatto qualsiasi cosa. Puntai la cappella sul buco del suo culetto scolpito e iniziai ad entrare. In breve tempo la cappella fu dentro, quindi iniziai a scoparla nel culo sempre più forte, sputando di tanto in tanto.
"Schiaffeggiami forte, voglio che mi fai male, scopami fino in fondo e sborrami nel culo, la voglio tutta dentro" al che iniziai ad arrossarle le chiappe, che si contraevano ritmicamente mentre potevo sentire l'anello esterno del suo ano dilatarsi mentre entravo ed uscivo da quel buco umido. Sentii che era giunto il momento, quindi la presi per i capelli e tirai mentre la cavalcavo sempre più forte. Alla fine venimmo entrambi tra le grida generali, noncuranti dell'orario tardo. Le sborrai dentro e fu un'esperienza sensazionale. Lei concluse, esausta ma col sorriso, con una finale succhiata del mio cazzo per assicurarsi di pulire bene tutto. Poi disse: "ho sempre sognato di farmi sborrare nel culo da te Samu. È stato bellissimo"
"Anche io ho sognato diverse volte di scoparti, ma sai in che mondo viviamo, quindi non te l'ho mai detto"
"Ora che ci siamo rivelati possiamo scopare fino alla vecchiaia, potremo godere dei reciproci corpi finchè vogliamo, e questo mi eccita da morire. Sento la tua sborra nel mio culo che vuole uscire, ma io voglio che resti dentro di me, mi piace da morire la sensazione."
Questa è stata la prima esperienza sessuale con mia cugina Eleonora, che ho scoperto essere, con mio sommo piacere, una vera cagna da combattimento.
Camminai per circa 15 minuti e giunsi finalmente alla posizione da lei indicata, quindi suonai e mi feci aprite la porta. Eleonora era, come al solito, bellissima. Una ragazza solare, dai lineamenti esotici e con una pelle olivastra, frutto di un'estate di sole. Portava da qualche anno una frangia fin sotto le sopracciglia, che inquadrava due occhi scuri leggermente a mandorla, un naso minuto e due labbra delicate e non troppo carnose. La cosa che preferivo del suo aspetto era il sorriso bianchissimo e regolare, che sfoggiava spesso in mia presenza dato che ho sempre avuto la smania di fare battutine stupide che lei ha sempre apprezzato.
Mi accolse con un abbraccio intenso. Indossava una felpa bianca larga con cappuccio e degli shorts molto corti che lasciavano spazio a delle gambe magre ma toniche, che sorreggevano due chiappe atletiche da sogno.
"Ciao Samu! Come stai accomodati entra, oh ti porto subito delle ciabatte aspetta" disse subito mentre mi toglievo le scarpe.
"Dobbiamo raccontarci un sacco di cose, ne abbiamo di tempo perso da recuperare, ma prima il tour della casa!" Il salotto era piccolo, un open-space con cucina e un tavolo addossato al muro, le due camere da letto, un bagno e un ripostiglio. Una casa contenuta ma abbastanza confortevole per una o massimo due persone. Tornammo in salotto ed Eleonora, che come sempre era energica e allegra, non perse tempo e aprì la bottiglia di vino che avevo portato. Così passamo un'oretta buona, in cui ci raccontammo le rispettive vite, mentre sorseggiavamo un buon bicchiere di vino, che diventarono due e poi tre. Notai che Eleonora era particolarmente fisica, eravamo seduti su un piccolo ma comodo divano e lei non faceva che gesticolare appoggiando la mano sulla mia gamba, poi sulla spalla, poi sulla mia mano, quindi sui miei capelli. Io ero abituato al suo contatto, ma presto mi resi conto che c'era qualcosa di diverso. Non capii subito cosa fosse ma lentamente iniziai a comprendere che erano le tempistiche e le modalità ad essere mutate: la sua mano scorreva lungo il mio corpo, lentamente come a volerlo sondare, si fermava in punti particolarmente erogeni come l'interno della mia coscia o mi solletivava la mano nella sua dolcemente. Queste attenzioni non mi dispiacevano quanto avrei pensato, anzi erano stranamente coinvolgenti. Forse a causa del vino eravamo entrambi disinibiti e iniziammo ad aumentare il contatto visivo oltre che quello fisico. I suoi occhi, infuocati di un colore che non avevo mai visto, erano penetranti e maliziosamente arricciati. Anche i discorsi assunsero sempre più un'accezione sessuale fino a diventare espliciti.
"Sai, ti devo confessare che ultimamente mi sento sola. Mi sono trasferita solo da qualche mese ma sento la mancanza del contatto fisico, dei corpi che si scaldano a vicenda. Ho bisogno di affetto, mi fa davvero piacere che tu sia qui con me questa sera." Disse poco prima di lanciarsi in un abbraccio sfrenato. Quel gesto mi diede molte certezze riguardo le sue intenzioni, dato che le sue mani si muovevano lungo tutta la mia schiena e sembravano volerla graffiare; arrivò fino ad appoggiarne una al margine della mia chiappa sinistra, non osando andare oltre. Potevo sentire che non indossava il reggiseno, le sue tette erano morbide e i capezzoli turgidi. Poi continuò a sfogarsi, lasciandosi andare tra le mie braccia.
"E poi mi sono resa conto che sono sempre arrapata... non so come mai ma ho sempre voglia di toccarmi, non so se ti è mai capitato..."
"Si certo, ti confesso che io sono arrapato sempre, anche quando dormo."
"Hahaha dai scemo non mi prendere in giro!" Disse dandomi una spintarella affettuosa.
"Non ti credo e lo sai, quindi ti invito a dormire da me, voglio vedere se menti."
"Dopo tutto il vino che abbiamo bevuto, forse potrebbe essere una buona idea sai..." dissi facendo il finto tonto, mentre la guardavo con il sorriso da ebete in faccia. Lei non attese oltre e allungò una mano sui miei jeans, dopo che aveva sostato a lungo sul mio interno coscia. Trovò il mio cazzo già duro e potrei giurare di averla sentita sussultare leggermente per la gioia, mentre ci congiungevamo per un bacio tanto appassionato quanto disordinato, dettato dall'anarchia erotica del momento. Limonammo per qualche minuto mentre esploravamo con le mani i reciproci corpi. Allungai subito le mani sotto la sua felpa, stringendo delicatamente le sue tette, non troppo grandi ma belle, come tutte le tette di questo mondo. Le strinsi i capezzoli e mentre mi massaggiava il cazzo, con l'altra mano ad accarezzarmi il petto, mi sbilanciai verso le sue mutandine. La situazione era già fradicia, potevo sentire il calore e gli umori salire e inondare la stanza di un profumo irresistibile. Iniziai lentamente massaggiandola da fuori, clitoride e grandi labbra, che non erano poi così grandi, diventavano sempre più umide, quindi decisi di allungare un dito. Iniziai a sditalinarla, era calda e delicata, e già non ci stavo più con la testa. Sapevo che quello che stavamo facendo era sbagliato, ma in quel momento nulla al mondo avrebbe potuto fermarci, nessuna regola, nessuna legge etica o morale, solo il sesso più passionale della nostra vita. Lei finalmente, mentre godeva si decise a tirare fuori il mio cazzo, che stava maneggiando scomodamente da un po sotto i miei pantaloni. Si chinò e lo prese in bocca per inumidirlo, quindi iniziò a succhiare voracemente. Io iniziai a contorcermi per il piacere con una mano appoggiata sulla sua nuca in movimento. Vedevo il soffitto ma non lo guardavo affatto. Il mio sugardo era vacuo mentre mi concentravo sulla sua lingua bucata da un percing che scorreva bagnata lungo l'asta, per poi soffermarsi sulla cappella, massaggiandola in alternanza anchs con le labbra. La situazione si fece sempre più bagnata dato che i ripetuti soffoconi che mi fece riempirono il mio pene di saliva, finchè lei si alzò di scatto e si scagliò contro la mia bocca, facendo vorticare la sua lingua fin quasi ad arrivarmi in gola. Mi sono sempre piaciute le ragazze intraprendenti, ma lei le batteva tutte. Senza esitare si mise cavalcioni sopra di me e prese a masturbarsi sul mio cazzo. Scorreva avanti e indietro sull'abbondante saliva e i suoi gemiti iniziarono a crescere, fin quando iniziò a tremare. Subito si fermò e in un attimo ero dentro di lei. Calda, delicata ed accogliente, si muoveva sul mio cazzo godendo come una porca. Io le leccavo i capezzoli duri e lei con le mani tra i miei capelli aumentava il ritmo. Capii che era veramente bagnata perché la sensibilità del cazzo diminuiva e il movimento si faceva sempre più fluido.
"Fammi venire come una troia Samu... voglio godere sul tuo cazzo per l'eternità, voglio mangiarlo e infilarmelo in qualsiasi buco."
"Qualsiasi buco?" Chiesi mentre mi scopava senza tregua.
"Esatto, voglio che me lo metti nel culo ora" la sollevai di peso e la misi a pecorina sul divano, quindi iniziai a leccarle la zona intima partendo dal culo. Le infilai la lingua in un rimming profondo per poi passare alla fica. La leccai per diversi minuti e lei godeva ad ogni passata, era sempre più euforica ed alla fine decisi che era il momento. Era lì, mia cugina era pronta a farsi fare qualsiasi cosa e io le avrei fatto qualsiasi cosa. Puntai la cappella sul buco del suo culetto scolpito e iniziai ad entrare. In breve tempo la cappella fu dentro, quindi iniziai a scoparla nel culo sempre più forte, sputando di tanto in tanto.
"Schiaffeggiami forte, voglio che mi fai male, scopami fino in fondo e sborrami nel culo, la voglio tutta dentro" al che iniziai ad arrossarle le chiappe, che si contraevano ritmicamente mentre potevo sentire l'anello esterno del suo ano dilatarsi mentre entravo ed uscivo da quel buco umido. Sentii che era giunto il momento, quindi la presi per i capelli e tirai mentre la cavalcavo sempre più forte. Alla fine venimmo entrambi tra le grida generali, noncuranti dell'orario tardo. Le sborrai dentro e fu un'esperienza sensazionale. Lei concluse, esausta ma col sorriso, con una finale succhiata del mio cazzo per assicurarsi di pulire bene tutto. Poi disse: "ho sempre sognato di farmi sborrare nel culo da te Samu. È stato bellissimo"
"Anche io ho sognato diverse volte di scoparti, ma sai in che mondo viviamo, quindi non te l'ho mai detto"
"Ora che ci siamo rivelati possiamo scopare fino alla vecchiaia, potremo godere dei reciproci corpi finchè vogliamo, e questo mi eccita da morire. Sento la tua sborra nel mio culo che vuole uscire, ma io voglio che resti dentro di me, mi piace da morire la sensazione."
Questa è stata la prima esperienza sessuale con mia cugina Eleonora, che ho scoperto essere, con mio sommo piacere, una vera cagna da combattimento.
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