Sull'autobus

di
genere
poesie

Ciao, sono Effe, ho 16 anni ed è la prima volta che scrivo un racconto di questo tipo. Nella fretta non l'ho ricontrollato, ma spero sia comunque di vostro gradimento. Realtà? Fantasia? Sta a voi decidere, ma non credo sia importante.

Da casa di mia nonna alla mia ci sono circa venti minuti a piedi, e di solito me li faccio tutti. Oggi però sono stanca, non ce la faccio a camminare, quindi decido di prendere l'autobus. Fa un giro lunghissimo e ci mette il doppio del tempo, ma almeno starò seduta.
Come non detto, sull'autobus c'è una bolgia infernale, non ci si muove, siamo tutti spiaccicati come in una scatola di sardine. Ecco, mi sono pure scordata di comprare qualcosa da mangiare per stasera. Complimenti, davvero, e ora cosa mangio?
Sto ancora pensando alla mia cena quando, all'improvviso, sento qualcosa di duro strusciarsi contro la mia schiena.
Mi volto e incrocio lo sguardo dell'uomo dietro di me. Alto, distinto, probabilmente sulla trentina, con due occhi azzurri e penetranti. Mi sorride, io sposto lo sguardo, imbarazzata.
Ha smesso. Non so cosa mi prende, ma faccio un mezzo passo indietro e comincio io a strusciarmi su di lui. Ora gli sono completamente appiccicata. Continuo a trofinarmi, in un lento movimento, su e giù, su e giù.
'Ma cosa fai,' mi dico 'Sedici anni, vergine, e ti stai strusciando addosso ad uno sconosciuto con il doppio dei tuoi anni.'
Faccio per staccarmi da lui, ma l'autobus fa una brusca frenata e io mi ritrovo di nuovo tra le sue braccia, ancora più vicina. La sua mano è sul mio fianco, e la sento salire, infilarsi sotto la mia maglietta e sotto il reggiseno e accarezzare il mio seno in un movimento lento e circolare. Il suo tocco è così lieve, così dolce, così maledettamente eccitante.
La sua mano scende e questa volta si infila sotto la gonna.
Con un dito accarezza il punto più sensibile della mia femminilità, sopra le mutandine già bagnate, poi sposta la stoffa e infila un dito. Inizia a muoverlo piano e io devo soffocare un gemito.
Sento il suo respiro nel mio orecchio. Mi eccita da morire. Vorrei urlargli che lo desidero come mai mi era capitato nella vita, ma non posso.
Mi da un bacio furtivo sul collo, poi mi sussurra "Devo scendere adesso."
No, non può scendere, non ora.
Sfila la sua mano da sotto la gonna e scende seguito da un orda di persone.
Scendo al volo anche io e lo afferro per un braccio, poi lo stringo a me, davanti a tutti. Ma c'è troppa gente, e nessuno fa caso a noi.
"Ti prego" gli dico "Finisci quello che hai cominciato"
Mi sorride e mi invita a seguirlo.
Dieci minuti dopo siamo a casa sua, io contro il muro e lui con il viso tra le mie cosce. La sua lingua si infila rapida tra le grandi labbra e va a sfiorare il clitoride, lo succhia, gira intorno, gioca. Poi si infila più in profondità, ed è come se mi succhiasse tutta. Raggiungo l'orgasmo migliore della mia vita.
La sua testa riemerge e torna a baciarmi il collo, come sull'autobus. Poi mi sfila la maglietta e bacia anche il mio seno.
Questa volta sono le mie mani a slacciare i bottoni della sua camicia ed esplorare la sua schiena. 'Questa si che è una schiena', penso. Muscolosa si, ma al punto giusto. Senza staccare le mani dal suo corpo raggiungo la sua cintura, la slaccio, mi infilo sotto i pantaloni e le sue mutande e afferro il suo membro duro.
Lo accarezzo con un movimento lento, muovo la mano su e giù e sento il respiro del mio uomo accelerare.
Non l'ho mai fatto prima, ma a quanto pare me la cavo bene.
Aumento il ritmo, ma lui mi afferra il polso e mi trascina sul divano.
Mi fa stendere e si mette sopra di me. Poi si sfila i pantaloni e guida il suo membro verso la mia entrata.
Sento la sua punta gonfia premere contro di me.
"Sei pronta?" mi chiede. Annuisco. Cazzo si che sono pronta.
Lo sento scivolare dentro di me completamente. Una fitta di dolore mi pervade. E' atroce, mi vengono le lacrime agli occhi, ma lo lascio continuare.
Un'ondata di calore mi pervade, un piacere mai provato in tutta la mia vita. I miei gemiti si fanno più forti e si uniscono ai suoi. Sento il suo pene gonfiarsi dentro di me, il movimento si fa sempre più forte e potente.
Avvicino le mie labbra alle sue e ci ficco dentro la lingua soffocando i nostri gemiti.
Poi sento come un esplosione di calore, mi sento riempire tutta e quando lui sfila via il suo pene un misto di liquido biancastro e sangue comincia a colare dalla mia apertura. Rimaniamo così per qualche istante, avvinghiati l'una all'altro, sudati, eccitati, finchè i nostri respiri si fanno più lievi e il mio cuore torna alla sua solita velocità.
Lui mi guarda negli occhi, leggermente contrariato e mi accarezza i lunghi capelli "Perché non mi hai detto di essere vergine?" mi chiede "Avrei potuto fare più piano."
"E' stato perfetto" rispondo sorridente, e lo bacio sulla punta del naso.

Dopo quel giorno, in cui ho rimediato oltre ad un'ottima scopata (la mia PRIMA scopata, e anche il mio primo bacio, ad essere sincera) anche una cena, io e il mio nuovo 'amico' ci siamo visti praticamente tutti i giorni, e tutt'ora ci frequentiamo. I mie non lo sanno, ovviamente, non ancora. Parliamo, facciamo lunghe passeggiate insieme e restiamo ore a coccolarci davanti alla TV o al cinema.
E scopiamo, scopiamo un casino.
di
scritto il
2012-11-12
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