Mia sorella insoddisfatta.
di
rinaldo
genere
incesti
La domenica mattina fui svegliato da voci e risa femminili, D’accordo erano circa le 11, ma io dormivo. Uscii in giardino, un caldo della malora, trovai mamma, Nikla mia sorella, Argia nostra vicina dal passato ”troico” che si divertivano ai racconti illuminati di quest’ultima. Si, si parlava proprio di cazzo e di figa facendo vergognare Nikla. La cosa mi meravigliò abbastanza perché Nikla, sposata da tre anni con Fulgenzio, avrebbe dovuto essere preparata a certi argomenti non vergognarsi. Il mio proposito primario divenne quello di ascoltarla e sentire come funzionava la sua vita col marito. La invitai ad accompagnarmi in un ufficio, scusa puerile e non creduta, infatti “Cosa vuoi”? “Cosa voglio? Sei sposata con Fulgenzio e ti vergogni ad un linguaggio scurrile”.
Un pianto dirotto la sconvolse ed appoggiando la testa sul mio petto, dopo essersi ripresa sbottò “Ti credi sia facile? Io non ho mai fatto l’amore” “Coooosa”? “Hai capito bene” “Vuoi dire che non hai mai provato il cazzo” “Volgare come al solito, non ho mai provato il cazzo, come lo chiami tu” “E stai ancora con quell’imbecille”? “Quell’imbecille mi fa star bene, mi manca solo il cazzo” “Te la sentiresti di scopare con me” “Tu sei mio fratello come faccio” “Semplice ti spogli allarghi le gambe ed io ti trafiggo” “Sei incorreggibile, hai un preservativo” “No, non ci vuole molto a procurarlo”. Il distributore automatico di una farmacia, mal funzionante, con
dieci euro mi diede dieci scatole di profilattici. Quando mi vide “Che intenzioni hai? Che ci fai con tutta quella roba”? “Voglio farti recuperare tutte la scopate” e giù risate. Fece il primo passo baciandomi sulle labbra “Sei il solito stronzo” “Avvisalo digli che stai con me e che rientriamo un po' più tardi” Cercava di scoprire le gambe per liberarsi dalle oppressioni.
“Cosa mi doveva capitare, una figa come te senza cazzo. Questo è un reato. Quindi non avete consumato” “No, non abbiamo consumato” “Ora te la consumo io la figa”.
Ci recammo in campagna, al riparo di una casupola abbandonata, ci spogliammo nudi, scendemmo dalla macchina, guardava il mio cazzo in modo famelico. In meno di un minuto stavamo scopando, la sua figa emetteva tanti di quegli umori. Urlava di piacere, mi incitava a fare sempre più forte, poi l’orgasmo che la trasformò, non riusciva a coordinare il respiro, infine si rilassò. Rientrammo in macchina “E’ stato bellissimo” “Non credere sia finito qui”. Succede quello che non ti aspetti.
Nonostante la casupola fosse fuori mano vedemmo arrivare due ciclisti. Ci spiegarono che dietro la casupola c’era una fontana e che loro si fermavano per bere. Eravamo nudi dentro la macchina, scendemmo e “Ragazzi vogliamo far divertire questa troia? E’ mia moglie il cazzo non le basta mai” Non ci credevano “Dai cosa aspettate”? Nikla non ci capì più nulla, tre cazzi a disposizione la trasformarono immediatamente nella più abile delle troie. Uno la scopava e l’altro le mise il cazzo in bocca, a me segava delicatamente. Non si fermava più, sborra in bocca, nel culo, nella figa. Una situazione, imbarazzante? Macché un delizioso pomeriggio. Diventai la sua nave appoggio, scopava con tutti, era beata fra i cazzi. Fulgenzio tranquillo perché Nikla stava con me. Recuperò abbondantemente tutte le scopate. Si divertiva al ricordo dei due ciclisti.
Un pianto dirotto la sconvolse ed appoggiando la testa sul mio petto, dopo essersi ripresa sbottò “Ti credi sia facile? Io non ho mai fatto l’amore” “Coooosa”? “Hai capito bene” “Vuoi dire che non hai mai provato il cazzo” “Volgare come al solito, non ho mai provato il cazzo, come lo chiami tu” “E stai ancora con quell’imbecille”? “Quell’imbecille mi fa star bene, mi manca solo il cazzo” “Te la sentiresti di scopare con me” “Tu sei mio fratello come faccio” “Semplice ti spogli allarghi le gambe ed io ti trafiggo” “Sei incorreggibile, hai un preservativo” “No, non ci vuole molto a procurarlo”. Il distributore automatico di una farmacia, mal funzionante, con
dieci euro mi diede dieci scatole di profilattici. Quando mi vide “Che intenzioni hai? Che ci fai con tutta quella roba”? “Voglio farti recuperare tutte la scopate” e giù risate. Fece il primo passo baciandomi sulle labbra “Sei il solito stronzo” “Avvisalo digli che stai con me e che rientriamo un po' più tardi” Cercava di scoprire le gambe per liberarsi dalle oppressioni.
“Cosa mi doveva capitare, una figa come te senza cazzo. Questo è un reato. Quindi non avete consumato” “No, non abbiamo consumato” “Ora te la consumo io la figa”.
Ci recammo in campagna, al riparo di una casupola abbandonata, ci spogliammo nudi, scendemmo dalla macchina, guardava il mio cazzo in modo famelico. In meno di un minuto stavamo scopando, la sua figa emetteva tanti di quegli umori. Urlava di piacere, mi incitava a fare sempre più forte, poi l’orgasmo che la trasformò, non riusciva a coordinare il respiro, infine si rilassò. Rientrammo in macchina “E’ stato bellissimo” “Non credere sia finito qui”. Succede quello che non ti aspetti.
Nonostante la casupola fosse fuori mano vedemmo arrivare due ciclisti. Ci spiegarono che dietro la casupola c’era una fontana e che loro si fermavano per bere. Eravamo nudi dentro la macchina, scendemmo e “Ragazzi vogliamo far divertire questa troia? E’ mia moglie il cazzo non le basta mai” Non ci credevano “Dai cosa aspettate”? Nikla non ci capì più nulla, tre cazzi a disposizione la trasformarono immediatamente nella più abile delle troie. Uno la scopava e l’altro le mise il cazzo in bocca, a me segava delicatamente. Non si fermava più, sborra in bocca, nel culo, nella figa. Una situazione, imbarazzante? Macché un delizioso pomeriggio. Diventai la sua nave appoggio, scopava con tutti, era beata fra i cazzi. Fulgenzio tranquillo perché Nikla stava con me. Recuperò abbondantemente tutte le scopate. Si divertiva al ricordo dei due ciclisti.
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Commenti dei lettori al racconto erotico