Le voglie di Luca : capitolo 1

di
genere
gay

Avevo già scritto dei racconti erotici . Ma poi rileggendoli sentivo che mancavano di qualcosa , forse di emozioni . Allora mi dissi perché non raccontare le mie esperienze vissute realmente . L'adrenalina che sale prima di un incontro ,l'attesa che ti fa battere il cuore quando vedi la porta di una casa sconosciuta aprirsi, la meraviglia di vedere un bel maturo settantenne con due bypass al cuore avere un erezione fantastica.

Ed è proprio con uno di questi uomini maturi che ho fatto la mia prima esperienza. Premetto che all’epoca della mia prima volta con un uomo avevo circa trentacinque anni e lui una sessantina anche se la voglia di avere una relazione con una persona del mio stesso sesso l’avevo fin da da ragazzo .
Queste fantasie iniziarono a farsi strada nella tarda adolescenza . Ci però fu un episodio scatenante che fece si che queste voglie si accesero dentro di me come un fuoco difficile da domare . All'epoca ero poco più che un ragazzino che si ritrovava spesso con gli amichetti a masturbarsi in compagnia a casa di qualcuno guardando qualche giornaletto porno.
Ma andiamo per ordine :ero ancora uno scolaro e ogni mattina prendevo un bus dalla mia casa di estrema periferia verso la scuola e viceversa . L’autobus era di tipo extraurbano e aveva due posti per fila . Io lo prendevo quasi al capolinea , quando l’autobus era semivuoto e dopo qualche fermata iniziava a riempirsi . Dopo qualche fermata saliva spesso un amico dei miei nonni, con i quali io vivevo, un certo Giovanni , impiegato presso qualche ministero al centro della città . Lui abitava una borgata dopo la mia , era alto , barba curata. Si sedeva sempre vicino a me quando il posto era libero e iniziava di parlare del più e del meno , mi chiedeva della scuola che frequentavo , che conosceva questo o quell'altro e io lo ascoltavo con piacere . Ero abituato a conversare con persone più grandi di me , visto che vivevo con i miei nonni , e poi Giovanni in fondo era una persona interessante ,avevo grande stima di lui , ben curata e sempre profumata non dimostrava affatto i suoi sessantanni. Mentre parlava aveva sempre dei manierismi . Ogni volta che nominava il mio nome mi toccava la coscia oppure mi sistemava la camicetta quando pensava che non fosse apposto. Una volta , per aggiustarmi la maglietta , a suo dire portata in modo troppo casual, mi infilo la mano nelle mutande per mettere la maglietta nel pantalone . Scese cosi tanto che infilo le mani nelle mie mutandine arrivando a toccare il mio pisello . Mi fece poi girare abbassando il pantalone scoprendo le mie natiche sode e bianche che sporgevano dal mio corpo magro per sistemare a suo dire anche la maglietta dietro , si portò poi le dita al naso quasi a volesse sentire il mio odore . Ovviamente si prendeva queste libertà quando il bus era vuoto e i sedili ci nascondevano dalla vista del guidatore . Io non diedi peso a quei comportamenti perché gli scambiavo per gesti paternalistici , vuoi poi un po per gentilezza , vuoi perché in fondo le sue premure non dispiacevano io ero felice di lasciarlo fare. Un giorno però eravamo sul bus completamente vuoto quasi vicino casa , Giovanni mentre parlava mi fissava con uno sguardo strano. Sembrava fremesse nel dirmi qualcosa .Io ero lato corridoio lui lato finestrino nella fila di destra del bus . Mi accorsi che nel frattempo si era sbottonato i pantaloni . Prese la mia mano dalle dita con la sua mano sinistra e nel frattempo con la mano destra si era abbassato anche le mutande e si intravedeva la punta del suo pene . Rimasi incredulo , impassibile ingoiando la mia saliva per la sorpresa . Porto la mia mano sul suo pisello scuro e rugoso . Passo le mie dite sulla cappella umida . Mi strinse sul sedile e mentre il suo pisello era diventato un asta dura sotto le mia dita che Giovanni faceva roteare sulla sua cappella mi disse con voce resa rauca da un misto di eccitazione e vergogna testuali parole : “ ti piace Lu ? Dai vieni a casa mia , gli altri ragazzi non mi piacciono come mi piaci tu ” . Rimasi scioccato da quelle parole e l'unica cosa che riuscì a dire fu :” Giovanni io scendo alla prossima devo andare” . Mi alzai indietreggiando per uscire dal bus.


I giorni seguenti da quell'evento i mi tornava in mente sempre quella scena . Ero incredulo, confuso , arrabbiato per aver subito quella molestia ma nello stesso momento anche lusingato , il fatto di piacergli e che fossi io l'oggetto del suo desiderio e che mi preferiva ad altri ragazzi mi intrigava . Un giorno pensando all’odore che il suo cazzo aveva lasciato sulle mie dita appiccicose mi eccitai e mi masturbai , immaginando di infilarmele l in bocca per leccare il suo seme.
Nel frattempo però cercavo di evitare a tutti i costi il signor Giovanni. Cercavo di non incrociare nemmeno il suo sguardo , se si avvicinava troppo scendevo dal bus. Era il capro espiatorio dei miei desideri che consideravo sbagliati , davo a lui la colpa se ormai mentre mi masturbavo non pensavo a scene con donne ma immaginavo di toccare e succhiare cazzi . Fantasticavo su storie torbide dove ero lo schiavo sessuale di uomini maturi , dove uomini mi facevano succhiare i loro cazzi con forza e mi sborravano in bocca. Fantasticai anche sul signor Giovanni ; mi immaginavo come sarebbe andata se avessi accettato la sua proposta , mi immaginavo che furtivamente andavamo a casa sua e ci denudavamo nel suo box , nascosti da occhi indiscreti ,di come avrebbe ammirato il mio corpo esile , di come si sarebbe eccitato alla vista del mio culetto sodo , che sapore e che odore avrebbe avuto il suo cazzo umido mentre lo facevo passare sui miei capezzoli . Me lo immaginavo sborrare e su tutte le parti del mio corpo …
Nonostante tutto però repressi quegli istinti . Rimasero confinati solo nella mia fantasia , crebbi e mi feci una famiglia , mentre quelle voglie rimasero sotto la cenere per riaccendersi vent’anni dopo con il fuoco della libidine , e questo è ciò che vi racconterò nel prossimo capitolo : la mia prima volta .
scritto il
2023-04-14
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