Luisella
di
manninger
genere
etero
Prima di me in palestra c’era Luisella.
Andavo in palestra da una personale trainer che allenava uno per volta, al massimo due e per quell’anno il mio turno era alle 17 di giovedì. L’ora prima era occupata da Luisella, pasticcera di un’altra parte della città, molto sorridente e simpatica quando ci incrociavamo, lei finiva e io mi andavo a cambiare.
Non che non la notassi. Aveva dei top colorati che le strizzavano le tette morbidi e soprattutto delle ciglia con molto mascara.
Simpatica, solare, un bel sorriso, al di là delle battute e delle poche chiacchiere scambiate non c’era di più.
Io ero vittima, in quel periodo, di astinenza sessuale in casa. Non si trovava mai il tempo, c’era nervosismo e poca vicinanza con la mia compagna. Andare in palestra era uno sfogo fisico e anche un rifarmi gli occhi con la personal trainer - i cui capezzoli bucavano tutti gli stati di vestito che aveva addosso - e verso la fine anche sbirciando la Luisella.
Un giorno la PT mi lasciò da solo con Luisella in palestra per un impegno imprevisto. Luisella si cambiava per uscire, io per iniziare l’allenamento. Una volta finito sarei dovuto andare a fare i 10 minuti di tapis di riscaldamento, sapevo come azionarlo.
Mentre mi cambiavo Luisella entra in spogliatoio. Sento bussare alla porta e credo sia la PT tornata, dico “Arrivo”, mi vesto in fretta e apro. C’è Luisella, mi mette una mano sul metto e mi risospinge dentro lo spogliatoio delicatamente.
Sono in piedi e sono appoggiato alla parete dello spogliatoio e Luisella inizia a baciarmi il collo. Passa alla bocca e me la apre a colpi di lingua. Mi piace, la lascio fare ma poi la stacco per chiudere la porta. Quando mi giro ce l’ho di nuovo addosso, mi stropiccia la maglia sul petto e si attacca a me. Finisco seduto sulla panca, la prendo per i fianchi e la tiro a me. Inizio a baciarle il pube anche se ha pantaloni e mutande addosso. Lei mugola di piacere e mi accarezza la testa. Mi alzo e la accarezzo sul seno, attraverso il top, mentre la guardo negli occhi.
Lei mi accarezza il pene, già duro dal primo bacio.
Dopo pochi minuti di carezze lei si siede sulla panchina e mi tira giù pantaloni e mutande con un gesto solo e me lo prende in bocca. Se lo infila tutto dentro e ciuccia, succhia forte e quando inizio a pensare che potrei venirle in bocca lei si stacca, si alza e inizia tirarsi giù pantaloni e mutande.
Le accarezzo le labbra della vagina mentre lei fa lo stesso con il mio pene, ma è un’operazione di pochi secondi perché poi si gira e si aggrappa allo scaffale, mettendosi a pecorina a gambe un po’ larghe. Vuole che la prendo così.
Non ha un bel culo, è una quarantenne un po’ morbida, e avevo già notato che a parte tette e occhi non aveva molto altro di attraente.
Non riesco a penetrarla, la posizione è difficile, siamo scomodi in due e a sfregare soltanto rischio di finire prima del dovuto. Glielo dico “non ci riesco”.
Lei si gira e io mi siedo sulla panchina, la scosto un po’ dal muro per essere più comodo. Lei mi cavalca da seduto e mi stringe tra e braccia. Ho il naso tra le tette, sento il sapore del suo sudore mescolato al tessuto tecnico del top da ginnastica. Mentre si muove avanti e indietro con il bacino io strizzo con le mani il seno morbido e non piccolo. Ogni tanto le metto una mano in mezzo alla schiena, altezza bacino e accompagno il suo movimento avanti e indietro.
È una bella scopata soddisfacente e mi preoccupo quando sto per venire. A quel punto, come se avessi lanciato un segnale, si toglie, si inginocchia e inizia a leccare la cappella, tutto intorno. Mi perdo come faccia ma riesce a sfilarsi il top dalle spalline, lo arrotola sotto il seno e mi prende il cazzo in mezzo alle tette. Sono tonde e grosse, non enormi. Iniziano a cadere ma sono ancora sode. Mi fa una spagnola lenta all’inizio e che poi accelera. Il cazzo è bagnato dopo essere stato dentro di lei e non fa attrito.
Quando vengo vedo lo sperma colpirla sul mento e poi colare sul collo.
Si rialza si risistema gli abiti, mentre io sono ancora nella stanchezza del dopo-orgasmo. Mi dice che l’impegno della PT non esiste, che ha organizzato tutto lei e mi chiede se mi farebbe piacere una doccia assieme.
Io accetto, la facciamo lì e intanto mi riprendo dalla scopata. Siamo nudi assieme ma non riesco ancora ad eccitarmi.
Quando più o meno la doccia è finita mi dà un altro bacio con la lingua. L’acqua è spenta e siamo abbracciati stretti, le sue tette sul mio corpo nudo iniziano a fare effetto e mi torna l’erezione.
Inizia a masturbarmi con le mani mentre io riprendo a premere e strizzarle il seno.
C’è voglia di bis ma decidiamo di metterci in palestra se è vero che la trainer ci ha lasciato lo spazio.
Ci sdraiamo sui tappetini dello yoga e la penetro subito, stando sopra. Avanti e indietro delicatamente, accarezzandole il seno. Poi accelero e vedo le sue tette sballonzolare, lei capisce che apprezzo e se tiene con i capezzoli tra le dita.
Mi fa capire che vuole passare sopra lei, cambiamo posizione e anche lei mi prende senza troppi preliminari. Godo moltissimo a vedere quel seno su e giù, a strizzarlo e a vedere la sua espressione del viso. Forse veniamo anche insieme, decisamente più bello sdraiati sui materassini.
Nelle settimane successive non è più successo e siamo tornati alle nostre routine coniugali di sempre.
Andavo in palestra da una personale trainer che allenava uno per volta, al massimo due e per quell’anno il mio turno era alle 17 di giovedì. L’ora prima era occupata da Luisella, pasticcera di un’altra parte della città, molto sorridente e simpatica quando ci incrociavamo, lei finiva e io mi andavo a cambiare.
Non che non la notassi. Aveva dei top colorati che le strizzavano le tette morbidi e soprattutto delle ciglia con molto mascara.
Simpatica, solare, un bel sorriso, al di là delle battute e delle poche chiacchiere scambiate non c’era di più.
Io ero vittima, in quel periodo, di astinenza sessuale in casa. Non si trovava mai il tempo, c’era nervosismo e poca vicinanza con la mia compagna. Andare in palestra era uno sfogo fisico e anche un rifarmi gli occhi con la personal trainer - i cui capezzoli bucavano tutti gli stati di vestito che aveva addosso - e verso la fine anche sbirciando la Luisella.
Un giorno la PT mi lasciò da solo con Luisella in palestra per un impegno imprevisto. Luisella si cambiava per uscire, io per iniziare l’allenamento. Una volta finito sarei dovuto andare a fare i 10 minuti di tapis di riscaldamento, sapevo come azionarlo.
Mentre mi cambiavo Luisella entra in spogliatoio. Sento bussare alla porta e credo sia la PT tornata, dico “Arrivo”, mi vesto in fretta e apro. C’è Luisella, mi mette una mano sul metto e mi risospinge dentro lo spogliatoio delicatamente.
Sono in piedi e sono appoggiato alla parete dello spogliatoio e Luisella inizia a baciarmi il collo. Passa alla bocca e me la apre a colpi di lingua. Mi piace, la lascio fare ma poi la stacco per chiudere la porta. Quando mi giro ce l’ho di nuovo addosso, mi stropiccia la maglia sul petto e si attacca a me. Finisco seduto sulla panca, la prendo per i fianchi e la tiro a me. Inizio a baciarle il pube anche se ha pantaloni e mutande addosso. Lei mugola di piacere e mi accarezza la testa. Mi alzo e la accarezzo sul seno, attraverso il top, mentre la guardo negli occhi.
Lei mi accarezza il pene, già duro dal primo bacio.
Dopo pochi minuti di carezze lei si siede sulla panchina e mi tira giù pantaloni e mutande con un gesto solo e me lo prende in bocca. Se lo infila tutto dentro e ciuccia, succhia forte e quando inizio a pensare che potrei venirle in bocca lei si stacca, si alza e inizia tirarsi giù pantaloni e mutande.
Le accarezzo le labbra della vagina mentre lei fa lo stesso con il mio pene, ma è un’operazione di pochi secondi perché poi si gira e si aggrappa allo scaffale, mettendosi a pecorina a gambe un po’ larghe. Vuole che la prendo così.
Non ha un bel culo, è una quarantenne un po’ morbida, e avevo già notato che a parte tette e occhi non aveva molto altro di attraente.
Non riesco a penetrarla, la posizione è difficile, siamo scomodi in due e a sfregare soltanto rischio di finire prima del dovuto. Glielo dico “non ci riesco”.
Lei si gira e io mi siedo sulla panchina, la scosto un po’ dal muro per essere più comodo. Lei mi cavalca da seduto e mi stringe tra e braccia. Ho il naso tra le tette, sento il sapore del suo sudore mescolato al tessuto tecnico del top da ginnastica. Mentre si muove avanti e indietro con il bacino io strizzo con le mani il seno morbido e non piccolo. Ogni tanto le metto una mano in mezzo alla schiena, altezza bacino e accompagno il suo movimento avanti e indietro.
È una bella scopata soddisfacente e mi preoccupo quando sto per venire. A quel punto, come se avessi lanciato un segnale, si toglie, si inginocchia e inizia a leccare la cappella, tutto intorno. Mi perdo come faccia ma riesce a sfilarsi il top dalle spalline, lo arrotola sotto il seno e mi prende il cazzo in mezzo alle tette. Sono tonde e grosse, non enormi. Iniziano a cadere ma sono ancora sode. Mi fa una spagnola lenta all’inizio e che poi accelera. Il cazzo è bagnato dopo essere stato dentro di lei e non fa attrito.
Quando vengo vedo lo sperma colpirla sul mento e poi colare sul collo.
Si rialza si risistema gli abiti, mentre io sono ancora nella stanchezza del dopo-orgasmo. Mi dice che l’impegno della PT non esiste, che ha organizzato tutto lei e mi chiede se mi farebbe piacere una doccia assieme.
Io accetto, la facciamo lì e intanto mi riprendo dalla scopata. Siamo nudi assieme ma non riesco ancora ad eccitarmi.
Quando più o meno la doccia è finita mi dà un altro bacio con la lingua. L’acqua è spenta e siamo abbracciati stretti, le sue tette sul mio corpo nudo iniziano a fare effetto e mi torna l’erezione.
Inizia a masturbarmi con le mani mentre io riprendo a premere e strizzarle il seno.
C’è voglia di bis ma decidiamo di metterci in palestra se è vero che la trainer ci ha lasciato lo spazio.
Ci sdraiamo sui tappetini dello yoga e la penetro subito, stando sopra. Avanti e indietro delicatamente, accarezzandole il seno. Poi accelero e vedo le sue tette sballonzolare, lei capisce che apprezzo e se tiene con i capezzoli tra le dita.
Mi fa capire che vuole passare sopra lei, cambiamo posizione e anche lei mi prende senza troppi preliminari. Godo moltissimo a vedere quel seno su e giù, a strizzarlo e a vedere la sua espressione del viso. Forse veniamo anche insieme, decisamente più bello sdraiati sui materassini.
Nelle settimane successive non è più successo e siamo tornati alle nostre routine coniugali di sempre.
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