La Dama del mistero
di
Carlos Ward
genere
dominazione
Prologo
Mi chiamo Charles Dexter Ward e questa è una storia che solo con la consapevolezza che si tratta di un racconto di fantasia voi lettori riuscirete a mantenere il vostro sano stato mentale, altrimenti verrete trascinati in un abisso senza fondo...
Día 1: Primo appuntamento
Fu quando scesi dal traghetto che iniziai a mollare la tensione che mi ero portato addosso per tutti questi giorni, è stato in quel momento che sentíi la consapevolezza che l'avrei vista e tutto mi sembró diverso, più serenità e appagamento perché mi aveva assicurato che tutta la notte sarebbe stata con me, qualunque cosa fosse successa mi sentivo felice di passarla con lei, sia che fosse stato solo cenare insieme e guardare un film pieno di suspense o passare la notte accoccolato con lei o chissá magari facendo qualcosa di più piccante;
Percepivo una vibrazione molto positiva emanata da questa bellissima donna, qualcosa tra la saggezza della vita vissuta e la voglia di riviverla, di rinascere cavalcando l'arcobaleno, come una fenice;
d’altro canto non potevo nascondere che stavo alimentando molti sogni erotici che sviluppavano percorsi imprevedibili e, per lo stesso motivo,il pensiero mi eccitava;
La verità era che il thriller lo stavo vivendo nella mia testa, ero stato sveglio notti e prime ore del mattino per questa donna, per il suo modo di mostrarmi la sua apertura mentale e il desiderio sessuale, aveva anche una forza magnetica che potevo percepire attraverso la "pozzanghera" che mi separava da lei per tutto questo tempo (la pozzanghera è un buffo modo di dire usato dagli isolani qui per definire lo specchio d'acqua, 16 km, che ci separa dalla terraferma).
Mi comunico con lei e mi accorgo che era già in un angolo ad aspettare il mio arrivo, il che mi face dedurre che anche lei fosse ansiosa di vedermi, e questo non poteva rendermi più che felice;
salgo sulla sua macchina per una destinazione sconosciuta e di poco valore, l'importante è che io stessi con lei;
abbiamo trascorso un po' di tempo tra alcune questioni in sospeso e appuntamenti di lavoro che non poteva disdire, questa donna era coinvolta in diversi lavori che combinava di giorno e anche di notte, ma come ho detto prima non aveva importanza;
finalmente siamo arrivati a casa sua con qualcosa nello stomaco e con un classico dell'horror che ha fatto la storia del cinema nella mia memoria digitale, The Evil Dead, un film di 40 anni fa che anche i nonni mondani avrebbero un attacco cardiaco se osassero vederla, dunque era proprio quello che volevo mostrarle, qualcosa di spettrale ed eccitante per aumentare l'adrenalina.
Il vino argentino ci aiutó molto a evitare possibili infarti e ci permise anche di avere una certa intimità mai acquisita fino ad ora: eravamo appiccicati spalla a spalla nel salotto, entrambi con un braccio attorno all'altro, è stato a questo punto che presi coraggio e cominciai a baciarle il braccio, e poi la spalla, poi faci scivolare la mia guancia verso il suo collo e lì la baciai di nuovo, alzai il mio prominente naso italiano verso il suo orecchio e sfiori dolcemente tutto il bordo del suo padiglione auricolare;
in questo momento la sentíi sospirare profondamente, continuai con il mio preludio di riscaldamento e poi sprofondai nell'abisso della perdizione, il tuffo più lungo che avessi mai sperimentato partendo dalla punta di un piede;
lunghissimo era il percorso della sua lunga gamba per raggiungere il crepaccio più profondo della Fossa delle Marianne, mi sentivo uno dei pochi grandi esploratori che non era mai arrivato così in profondità, piú in lá del universo conosciuto...
Quella notte fu senza dubbio lunga, senza freni e, senza esagere, raggiungemmo entrambi l'apice del piacere, poi fui letteralmente sepolto tra le sue tenere e spettacolari tette finché non mi addormentai immaginando che nello stesso modo e posizione mi sarei svegliato la mattina seguente, cosa che non accadde, per mia grande sorpresa quella che inizió come una meravigliosa e intensa esplorazione dell'abisso si trasformò nell'incubo più inaspettato della mia vita.
Mi svegliai nudo e legato con gli arti a quattro catene che pendevano dal soffitto, sdraiato su una tela, una specie di altalena, le gambe erano sollevate e le caviglie penzolavano più in alto con una benda sulla bocca che non mi permetteva di urlare, guardandomi intorno mi ritrovai in una stanza sconosciuta che non corrispondeva a quella in cui mi trovavo la sera prima, mi resi conto che questa stanza era un dungeon pieno di strumenti curiosi e sorprendenti, per lo più realizzati di metallo di cui non riuscivo a capire lo scopo.
quale sarà il mio destino?
Sarà un gioco sessuale di una donna divertente e stravagante?
O la mia vita potrebbe essere in serio pericolo?
Giorno 2: Tensione
Con questa tensione nelle vene riuscivo a sentire chiaramente il battito del mio cuore e questo mi causava ancora più angoscia, finché non sentii i passi di una donna con i tacchi, passi lenti e definiti di una donna sicura di sé, la porta si aprì, era Savannah, una donna già alta ma ora aveva stivali di pelle nera con tacco altissimo che le permettevano di arrivare fino al bordo della porta, le gambe avevano calze a rete a maglia ampia, un perizoma di pelle nero con un anello di metallo davanti e un particolare reggiseno che sosteneva il suo enorme seno senza coprire le grandi e bellissime areole rosa, insomma i suoi grossi capezzoli sporgenti si mostravano come fossero missili in posizione di lancio, la donna più bella e imponente che avessi mai incontrato era dinnanzi a me e, oltre ai suoi capezzoli anche i suoi occhi erano puntati verso di me.
La situazione mi eccitò a tal punto che dimenticai che ero in cattività e che potevo essere in pericolo;
Cominciò ad avvicinarsi ad una parete piena di attrezzi appesi, guardandoli e passandoci sopra con la mano come per scegliere quello che le piaceva di più in quel momento, c'erano grosse catene, fruste di pelle di varie dimensioni e altri oggetti che non so l'utilità, ma lei non afferró nulla di ció e si avvicinó ad un banco sulla seconda parete dove potevo chiaramente vedere una serie di falli in gomma o silicone di tutte le misure, alcuni erano enormi, sul tavolo c'erano 2 candele accese, Savannah ne afferra una e me la sostiene sul corpo, inclina il polso e lascia cadere parte della cera sciolta sul mio petto, il dolore fu intenso e duró pochissimo, rimasi con la sicurezza che mi convinceva che tutto questo fosse un gioco sessuale di una bella donna dominante a cui piace sentirsi padrona, quale migliore coincidenza?
Ero cosí felice di accontentare una donna così bella e intrigante: "prendimi e fammi tua" avrei voluto dirle, ma ehm, mi sono accontentato con solo annuire con la testa visto che avevo una benda sulla bocca e non potevo parlare;
trascurando il mio segnale cominció a scivolare con le sue lunghe unghie feline sulle mie braccia, sui miei fianchi fino all'addome dove premette un po' di più e mi resi conto che erano molto taglienti perché sentivo un vero dolore, la cosa mi dava ancora piacere perché vidi i suoi occhi ardenti che mostravano piacere ma allo stesso tempo insoddisfazione, voleva di più, molto di più.
Aprí un cassetto del banco e ne tiró fuori l’ago di una siringa, ne tolse il cappuccio e me lo passó sul viso, a quel punto cominciai a considerare che il gioco era più serio di quanto pensassi, speriamo che voglia solo spaventarmi, lei non farà niente con questo ago ...
Ebbene, mi afferró il capezzolo con l'altra mano guardandomi dritto negli occhi e mi foró il capezzolo mostrando anche i denti in un'espressione di gioia e voglia di farlo come se fosse qualcosa di cui lei aveva bisogno;
In questi 3 secondi che l’ago passó attraverso il mio capezzolo sentíi uno dei dolori più forti che mai;
quando raggiunse la base dell’ago il dolore si allevió molto,
lei mi bacia sulla guancia come se fosse grata e subito dopo vedo che la sua mano tiene già un altro ago, di nuovo!
Aghi incrociati nello stesso capezzolo, tanto dolore, tanta gioia negli occhi della padrona, e continua con altri 2 nell'altro capezzolo, i miei occhi mostrano sofferenza e paura mentre lei sembra molto felice e soddisfatta, lei rimosse la benda sulla mia bocca e per la paura non osai parlare, inaspettatamente lei mi posa sul viso la sua enorme e bellissima tetta con il capezzolo puntato verso la mia bocca, il premio per aver sopportato la tortura...
Tutto sommato sopportare il dolore per soddisfare una padrona così bella e attraente e poi ricevere tanta tenerezza non è affatto male, pensai.
Continuò il suo lavoro appassionato graffiandomi di nuovo dolcemente l'addome fino a raggiungere i miei genitali;
Inserì le sue dita nel mio scroto, toccando delicatamente i miei testicoli. In pochi secondi, la sensazione gelida delle sue unghie mi eccitò rapidamente e il mio membro iniziò a gonfiarsi come se stessero gonfiando un palloncino. Quanto segue fu inaspettato e tremendamente doloroso perché Savannah mi schiacció lo scroto e poi mi piantó letteralmente le unghie nelle palle; urlai tanto come non mai e alla fine lei si lasció andare, riuscii a riprendere fiato e iniziai a mostrare la mia espressione di disperazione e pietà, ma non era ancora tutto finito!
Mi accarezza la fronte e inizia a toccarmi il pene, masturbandolo molto lentamente e con un tocco cosí delicato, sapeva perfettamente come provocarmi la più bella sensazione di piacere, presto inizió a mettersi il mio glande in bocca succhiandolo e ancora e ancora, il mio membro era già ritto e molto grosso come sempre e con mia grande sorpresa lo vidi scomparire nella sua bocca come se si fosse sgonfiato e fino a sfiorare i miei testicoli con le labbra, non potevo credere ai miei occhi, il mio grosso cazzo era infilato nella gola di Savannah... Completamente!
La cosa mi fece eccitare ancora di più iniettando più sangue nel mio membro e anche se divenne più grosso lei si spinse ancora di più verso di me schiacciando il naso sul mio pube, woooww.
Questa donna incredibile aveva mille abilità, iniziò a infilarmi prima un dito e poi due nel mio ano, nonostante le sue unghie riuscivo a provare puro piacere, sapeva come stimolare la mia prostata e le mie parti sensibili del retto mentre con l'altra mano e la bocca mi ingoiava totalmente il pene, ero ancora lontano dall'orgasmo e già godevo come un matto; improvvisamente smette di compiacermi e afferra un grosso dildo nero più grande di un pene comune!
Lo mette in un'arnese "strap on" che aveva già indosso, ci mette sopra una crema e inizia a infilarmelo nel sedere, il dolore arriva presto dato che era un giocattolo lungo e grosso e continua a metterlo più a fondo, la sensazione di dolore cominciò ad essere accompagnata da una sensazione di possessione tremendamente intensa e necessaria, la verità è che io ero fatto per essere il suo schiavo sessuale e lei non lo sapeva ancora;
adesso potevo parlare e quello che lei non si aspettava è che invece di chiedere pietà e implorare che si fermasse le dissi:
"più profondo, fammi tuo per favore",
così si motivó come se fosse un toro e mi diede sempre più profondo e sempre più forte, fottendomi come se fossi la sua sporca cagna da dover rompere il culo, e così è stato a lungo finché lei non si stancó e si riempí di goduria ed io potei riposare un momento.
Giorno 3: La Rivelazione
Senza rendermi conto che questo momento fu molto più lungo di quello che pensassi, perché mi addormentai e mi svegliai in un'altra stanza rannicchiato sul pavimento, i miei polsi non erano più legati e mi alzai di colpo, quindi capii che ero ancora legato ma questa volta ad una caviglia con una catena lunga poco più di 1 metro come una scimmia imprigionata, c'era della paglia per terra e la finestra era così piccola che non poteva passare attraverso nemmeno un cucciolo di cane, la porta era di ferro con serratura, la mia mente si ricompose e capíi che ero un ostaggio e la sessione di sottomissione con la padrona era autentica e non un gioco, pensai che il mio destino poteva essere la morte o peggio, la tortura perpetua per il divertimento di una sadica deviata, ora che ci penso non credo che mi lascerà uscire vivo da questa prigione, la mia vita aveva già un macabro destino scritto e dovevo svegliarmi e trovare un modo per scappare.
Durante questa fase di riflessione sento il rumore di una porta di metallo arrugginito che si apre con forza e le urla di un uomo nella stanza accanto, erano urla di disperazione senza sosta, mentre potevo capire che veniva trascinato attraverso un corridoio lungo probabilmente circa 10 metri e dopo aver aumentato le urla, senza dubbio di dolore lancinante, finalmente giunse il silenzio, l'ostaggio che avevano preso da quella stanza non poteva più urlare!
Sento di nuovo dei passi, si fermano davanti alla mia porta, in un momento di silenzio sentíi come se una bestia mi afferrasse per le costole e non mi lasciasse respirare, sentíi il battito del mio cuore che mi pompava nel collo molto forte e molto velocemente, la porta si aprì e apparve un uomo alto e grasso;
non aveva capelli e indossava un grembiule di pelle stile macellaio pieno di sangue, senza dubbio era il sangue dell'ostaggio che aveva preso dalla stanza accanto, mi sembrava che il mio cuore smettesse di battere o era questo momento che durò un'eternità per me, poi ritorno alla realtà grazie al rumore di un pezzo di carne cruda che il delinquente gettó a terra vicino a me chiudendosi la porta alle spalle, mi lascia la carne da mangiare, perché non uccidermi adesso?
Perché uccidono le persone?
Cosa c'entra questo macellaio con la dama del mistero?
Iniziai a farmi questa ed altre domande che non mi lasciavano in pace, non osavo mangiare la carne cruda sul pavimento, non sapevo nemmeno da quale animale provenisse.
La finestra era una via di uscita impossibile perché era così piccola e con le sbarre di ferro, dovevo studiare come liberarmi dalla catena e trovare un modo per scappare dalla porta e sicuramente altre ancora che portavano ad un'uscita a me ancora sconosciuta e la parte più spaventosa era l’idea di dover affrontare il mortale macellaio, stavo perdendo la speranza e iniziai a pregare che la mia morte potesse essere rapida e indolore;
subito dopo sentíi risuonare i tacchi della domina e poi la sua voce, il delinquente tornó nella mia stanza , mi mise un cappuccio per non vedere, aprí il lucchetto sulla cavigliera e mi afferró il polso spingendomi verso il corridoio e poi un altro ancora fino ad un'altra stanza;
era questa dunque la fine?
Mi spinse a terra e mi resi conto che c'era un'altra persona che mi afferró di fronte, mi sollevó e mi legó i polsi a due catene che pendevano dal soffitto, mi tolse il cappuccio e mi guardó dritto negli occhi, la sua fronte era spaziata e il suo viso era pallido, aveva gli occhi vitrei e una cicatrice che le correva lungo tutta la guancia, mi puntò un coltello sotto il mento e avvicinò il suo viso al mio, poi mi disse: "sei il suo preferito, ma non farti illusioni, non ci vorrà molto che poi si stancherá di te ed il mio coltello sarà quí ad aspettarti per strapparti le viscere e darle in pasto ai miei cani. Aj ha uhuh ajha",
"Rufo," esclamò il macellaio dietro di me, "dai figliuolo andiamo, dobbiamo finire il lavoro nella stanza di sopra."
Mi guardo intorno, ero in una stanza lunghissima, dopo un minuto di silenzio sento dei tacchi, la porta si apre ed eccola di nuovo, alta longilinea e con intorno un alone di luce viola, era la mia padrona con dei bellissimi capelli rossi molto lunghi, stivali fino al ginocchio e tacchi alti a spillo, con un perizoma e un reggiseno viola, questa volta senza mostrare le sue tette spettacolari, con una collana di metallo stile mosaico, forse di fattura greca o egizia, 2 braccialetti metallici viola e in mano una frusta di pelle che mi sembrava di aver già visto, era una frusta lunghissima, probabilmente più di due metri, era una frusta per tori, mi ricordai che una volta in televisione parlavano di fruste usate secoli addietro e la forza che possono sviluppare con il movimento ondoso, una forza capace di rompere un mattone da costruzione!
Mi ricordai ancora che sono un ostaggio e che questa donna non è il sogno della mia vita come pensavo, è una spietata criminale che mi farà a pezzi prima di consegnarmi ai micidiali macellai o, peggio, ai cani di Rufo.
L'angoscia e la paura tornarono a farsi sentire.
Cominciai a pregare, lei si avvicinò e mi baciò sul collo, camminò dietro di me lentamente e si allontanò, poi fece schioccare il pavimento con la sua frusta, il battito risuonó così forte che mi fece male come se avessi ricevuto un colpo su di me, ma era solo il suono che faceva male;
quanto potrá farmi male quando mi colpirá alla schiena per davvero?
Aspetta, un momento, posso resistere più di questo, insomma è per lei, si diverte a farmi del male, è per lei, per la mia padrona, anche se è un modo deviato di godere.
Riuscirò ad accontentarla, mi ha scelto perché le piaccio, vero? O sono l'ultima di una serie di vittime e a lei non le importa niente di me?
Devo saperlo, devo sapere se gli piaccio o se sono solo un oggetto sessuale per soddisfare i suoi capricci sadici, perché se gli piaccio allora non mi interessa quanto mi tortura, per questa bella donna resisteró a qualsiasi cosa...
A questo punto arrivó la prima frustata, il suono nella mia schiena tuonò come un fulmine e il dolore raggiunse il midollo.
Emanai un grido che se fossi stato in cima a una montagna mi avrebbero sentito per molti chilometri;
arriva un'altra frustata, dopo il colpo sento un gemito, è la mia padrona, le piace, sento ancora il dolore aumentare nella mia schiena ma il suo gemito mi alimenta un fuoco interiore più ardente del dolore della frustata, " continua padrona mia" esclamai "dai, colpiscimi ancora" gli dico, ne ricevo un altro, un altro, e un altro, sono stati solo 5 colpi e non sopporto più il dolore, il colpo di frusta su una schiena giá ferita dal colpo precedente, e un altro prima ancora era veramente insopportabile, no voglio disobbedire ma non posso più prendere colpi, voglio pregarle di smettere ma mentre cerco di prendere fiato per parlare sento i suoi passi, si avvicina e mi libera la mano, la sostiene, se la porta sulla sua vagina e da mia enorme sorpresa posso sentire tutto il nettare del suo orgasmo scorrere verso il suo inguine, ha avuto un orgasmo dandomi 5 frustate,è finita e non è stato così orribile, la mia padrona ha avuto un orgasmo, sìii!
A questo punto alza la sua mano che passa anche sulla sua deliziosa vagina e me la strofina sulle labbra, finalmente dopo più di un giorno mi parla di nuovo: "leccami" mi dice, vuole che beva il suo nettare d'amore, e mentre le lecco la mano e ricevo in bocca una delle sue lunghe dita succose lei si avvicina e mi dà un bacio carnoso e appassionato, un bacio di cui avevo tanto bisogno e che cancelló dalla mia mente tutta la situazione terrificante e criminosa in cui ero intrappolato,
"mi piaci " mi dice, si mette in ginocchio e inizia a succhiare la mia anaconda con tanto entusiasmo mentre con le mani mi accarezza lo scroto sfiorandolo dolcemente con le sue affilatissime unghie e la mia eccitazione raggiunge subito il massimo, presto le vengo in bocca e lei non lo tira fuori finché non mi spreme fino all'ultima goccia di sperma direttamente in gola, un piacere cosí intenso che nessuna donna mi aveva mai dato fino ad ora, si alza e mi bacia di nuovo con le sue calde labbra, infilando la sua lingua fino alla mia gola e rilasciando sperma molto caldo in bocca, come se fosse la mamma uccello che alimenta il suo piccolo uccellino, erano i baci più appassionati e caldi che avessi ricevuto in tutta la mia vita, ora ero sicuro che le piacevo molto e che anche lei a me!
Giorno 4: Delirium
Mi svegliai di nuovo nell'orribile stanza legato alla mia caviglia e iniziai a pensare come diavolo fosse potuto accadere, non sono mai andato in fondo al corridoio e non sono stato legato alle mani da nessuno, l'ultima cosa che ricordo è stato questo meraviglioso bacio cremoso della mia padrona assoluta, non può essere, devo ragionare e unire tutto ciò che mi sta accadendo in ordine cronologico.
Come sono finito in questo posto se ho dormito con Savannah nella camera da letto di casa sua?
Come mai non ricordo ogni volta che mi ritrovo in questa stanza inquietante?
Come mai non ho fame e sono passati giorni?
Non riesco nemmeno a stimare quanto tempo ho dormito...
Penso che mi stiano drogando, forse nutrendomi in qualche modo, di fatto controllando le mie braccia vedo delle punture nelle vene, iniezioni, dannazione, mi stanno usando come un burattino, devo raccogliere tutte le conoscenze che ho acquisito e lavorare sulla logica: il bullo mi nutre con carne e si veste come un macellaio, forse è un macellaio e ora mi trovo nel seminterrato della sua bottega;
forse non sono lontano dal centro urbano, l'altro delinquente è più giovane, è suo figlio... Rufo lo chiama, ma lei, che ruolo ha in tutta questa macchina di sangue e macabro terrore?
Rimango pensieroso per un po' finché una sola risposta mi suona logica: lei è parte della famiglia dei criminali, non si stupisce di trovarsi in un posto così macabro perché è la figlia del macellaio, è cresciuta camminando e giocando nelle pozzanghere di sangue e non le fa schifo vedere suo padre e suo fratello sgozzare animali... ed esseri umani, a quanto pare, come la vedete voi?
Se espando ulteriormente la mia immaginazione posso vedere quando suo padre le ha dato per la prima volta il coltello guidandola ad aprire l'addome di un ragazzo ancora vivo e insegnandole come rimuovere i suoi organi freschi imbevuti di sangue caldo, estrarre un cuore sano ancora battendo, come la vedete voi?
Com'è possibile che io sia innamorato di lei?
In base a quali criteri posso trovare un legame tra lei e me?
Quale futuro felice posso proiettare tra di noi?
Vedo giá la mia testa mozzata e imbalsamata a mó di cervo sul muro della sua camera da letto;
Sarebbe questo... amore eterno? santo dio, sará che le droghe che mi stanno dando mi causano questi pensieri folli?
Ho bisogno dell'aiuto di qualcuno che mi faccia uscire di qui. Per pietà aiutatemi... aiutatemi.
Le droghe probabilmente mi aiutarono a dormire per un po' e quando mi svegliai mi sentíi più lucido, probabilmente l’effetto del narcotico era finito e potevo pensare più chiaramente, iniziai a ricordare i passi a destra nel primo corridoio, i passi a sinistra nel secondo corridoio, i passi da dove venne Savannah quando arrivó nella stanza dove mi picchió.
Ecco dove é l'uscita, devo trovare i loro punti deboli, in una famiglia cosí unita il loro punto debole sono sicuramenti i propri familiari, devo liberarmi, minacciare i più deboli affinché gli altri non mi facciano del male per poi scappare usando le chiavi che aprono le porte, ho bisogno del portachiavi, e ho bisogno di forza, di mangiare, di bere molta acqua per disintossicarmi dalla droga...
Lei, non posso minacciarla, non potrei mai torcerle un capello, non voglio accettarlo, ma lei è la donna della mia vita, la donna che ho sempre sognato, no, no, devo trovare un'altra soluzione,
potrei imprecarle di lasciarmi vivo,
se la mia padrona mi ama, mi lascerà andare, o è il contrario?
Se la mia padrona mi ama al letto mi lega!
CAZZO!!!, sono fottuto.
Il macellaio schifoso arriva e mi porta fuori dalla stanza, questa volta dimentica il cappuccio e io a testa bassa sporgo gli occhi dappertutto, riesco a vedere una scala prima di svoltare nel secondo corridoio e una piccola scatola in fondo accanto alla porta, sará dove sono custodite le chiavi? Tombola!
"ahhhh" ricevo un colpo ai reni come se fossi stato colpito con un martello, "continua a camminare bastardo" mi dice il macellaio, finisco in un'altra stanza dove ci sono luci soffuse, vedo una gabbia con un uomo dentro e un altra con una donna dentro, lontano davanti a me in fondo alla stanza un negro altissimo e nudo che sembra avere tre gambe, no, non sono tre gambe, quello in mezzo è un membro grande quanto la proboscide di un elefante, dietro di me arriva il sogno della mia vita, quello che nonostante le torture che mi provoca mi porta nell’alto dei cieli,
"Savannah"... "Savannah" ripeto, lei dunque mostra un sorriso dolcissimo e bellissimo, era vestita con un baby doll nero e rosso stavolta senza stivali, scarpe col tacco alto e calze a rete nere, perizoma rosso e nero e 4 bretelle che andavano dalla vita alle spalle passando accanto ai capezzoli che erano in bella vista;
uhhhh,"amore mio, dimmi cosa faccio per te oggi? Dimmelo e lo farò",le dico perdutamente innamorato, mi mette un collare di pelle con guinzaglio e mi spinge un ginocchio da dietro costringendomi a mettermi a carponi sul pavimento, tira fuori una specie di ghigliottina di legno ricurva che mi mette sotto le natiche e mi afferra i testicoli, li mette tra le due stecche di legno ricurve e chiude il tutto con una vite, mi spinge un po' in avanti e mi accorgo che se allungo le gambe lo scroto si stira e le palle si schiacciano, santo cristo che diavoleria è questa?
Sono costretto a stare alla pecorina, se provo ad alzare un po' la schiena mi fanno male i coglioni, ed è solo l'inizio... Lei inizia a passarmi molta vaselina tra le gambe e poi mette diverse dita nel mio fufurufo, con l'altra mano munge il mio membro in modo così delizioso che dimenticai la condizione forzata in cui stavo, all'improvviso sentíi che il mio ano si apriva come se scoppiasse, la mia padrona mi aveva messo tutta la mano nel sedere e iniziava a fottermi con il braccio, mentre con l'altra mano continuava a masturbarmi e a palpeggiare deliziosamente i miei testicoli strizzati giá dalla macchina di satana ma poi entra piú a fondo, sento il dolore fortissimo ma allo stesso tempo la sensazione di piacere e la suggestione di avere dentro di me la mia padrona è quanto di più bello ho potuto assaporare finora in questo rapporto che adesso è molto più che perverso ed estremo, l'amore vero dove i due partner conoscono la parte più intima e profonda dell'altro, il modo, per quanto estremo può essere, sorprendentemente provoca un piacere sublime, "sì mistress sì, più profondo, sì";
dopo un po' che ricevo il suo braccio nel retto fino al gomito mi dà tregua, mi bacia sulla natica ed io continuo immobilizzato a pecorina, lei mi passa accanto mostrandomi un dildo morbido di silicone più grande del suo braccio, è un pene di cavallo fatto di silicone, lo inserisce nella sua imbragatura e me lo penzola davanti alla faccia, "adesso tu, Joseph mettigli in bocca la principessa", "sì signora" risponde il nero, la ‘principessa’ era il suo enorme cazzo nero e la bocca era la mia!
Mentre mi tirava la testa per la coda dei capelli per costringermi a ricevere il membro del nero con l'altra mano lo tiene e me lo infila in bocca, il gesto di mettermelo in bocca mi dà molta eccitazione perché da parte sua potevo accettare qualsiasi atto sessuale, anche se non sembrava affato etero, era adorazione e obbedienza con l'unico scopo di compiacere la donna che amavo.
Lei cammina dietro di me e comincia a penetrarmi lentamente, ma senza pausa, sempre più dentro, mi sembra che un treno mi passi nell'ano e stia per uscire dalla mia bocca perché non sento che la penetrazione si fermi.
Per quanto fosse grosso e lungo era un dildo così morbido e flessibile che non mi faceva alcun male considerando anche che un minuto prima avevo il suo braccio nello stesso posto, fu una sensazione indescrivibile.
La cosa duró a lungo, ero letteralmente violentato in tutto il tratto gastrointestinale come credo pochi al mondo ed ero felice perché ogni volta che me lo dava la sentivo gemere di piacere, e sempre di più fino all'orgasmo, a questo punto tira fuori il dildo, smonta il costrittore di testicoli e il suo strap-on, mi fa sdraiare sulla schiena e si siede con la sua vagina sulla mia bocca, "succhia" mi urla ad alta voce "succhia ti ho detto" "succhia tutto!", e lo faccio finché lei non viene di nuovo e spara uno squirt che non avevo mai visto prima, nemmeno nei film porno, sembrava un tubo dell'acqua a pressione di quelli che si usano quando si innaffia un giardino, il suo nettare era delizioso e lo ingoiai come se fosse un elisir di lunga vita, lo ingoiai tutto così come a lei piaceva ingoiare tutto il mio sperma;
"Joseph, prendimi la fica da dietro" esclamò, “e tu, amore continua a succhiarci entrambi", e così io continuai a leccarle il clitoride mentre di tanto in tanto lei con la mano tirava fuori l'animalone nero e me lo metteva in bocca, finché non eiacularono entrambi, lei mi teneva per i capelli e io ingoiavo la miscola del suo seme cremoso e il dolce nettare della mia padrona, l'amavo, amavo tutto quello che facevo con lei, non c'era limite al piacere.
All'improvviso mi solleva le gambe dal pavimento fino al bordo di una sedia su cui ero seduto,lei vi si mette in mezzo e mi schiaccia la testa sul pavimento contro il mio petto, avevo praticamente il mio pene sulla faccia e lei mi bloccava il corpo come se fosse la mossa di un lottatore sportivo bloccandomi con le gambe, spingendomi i fianchi in basso e masturbandomi con una mano, mi infila il glande in bocca e mi urla: "succhia", e mentre io obbedivo mi spingeva ancora più in basso i fianchi e con la mano accelerava il ritmo, io aveva la metà del mio cazzone in bocca e la cosa non mi dava fastidio se non per il collo ritorto, per di più lei mi mise di nuovo il pugno nel culo, presto venni molto intensamente e nel frattempo diceva con voce più calma e dolce: "bravo ragazzo, ingoia tutto, nutriti bene che ne avrai bisogno".
Giorno 5: Paura e angoscia
Il giorno dopo mi rimisero nella stessa stanza, ero legato ad una croce a forma di X dove nemmeno le anche potevo muovere, mi sentivo come Gesù Cristo condannato ad un fato triste e doloroso, girando la testa vidi altri quattro uomini legati ad una croce proprio come me, uno era Joseph, avevamo tutti una cinghia di cuoio che stringeva il collo dello scroto e collegata ad una corda che univa quella di ogni ostaggio e l'estremità si estendeva sul pavimento verso la parete frontale in fondo, non potevamo vederlo perché era un po' lontano e buio;
"Cos'è questa croce?"
"Da quando siete qui?" chiedo loro,
"Si chiama croce di Sant'Andrea" mi rispose Joseph, "è la croce del martirio",
un altro ostaggio mi dice: "Ho un giorno qui, ma sembra che tutto ci porti a morte certa in meno di 3 giorni",
"Da quanto tempo sei qui?", mi chiede un altro uomo, io rifletto e gli dico la verità:
"Sono 5 giorni che sono qui, questa donna diabolica ha rubato i vostri cuori come ha fatto con me? O siete solo venuti a comprare una cotoletta di manzo al banco macelleria?", la mia domanda era sia retorica che divertente,
"Volevo essere sottomesso ed eccomi qui, ma credevo che fosse un gioco sicuro e non un sequestro criminale" disse un altro ostaggio dalla carnagione chiara, un corpo magro e di bell'aspetto, un po' muscoloso e di mezza età , aspetto molto simile agli altri che eravamo presenti, eravamo tutti sessualmente dotati, questo mi fece pensare che la mia padrona fosse molto avida e insaziabile;
Un altro ragazzo racconta di aver conosciuto le femme fatal a un corso di yoga, e che si mostró come una donna semplice e a posto, con un corpo molto voluttuoso ma vestita in modo casto e non provocatorio;
insomma tutti furono ingannati da Savannah dopo che lei scopriva qualcosa di personale su ogni uno di essi, come se stesse selezionando specificamente quelli che gli piacevano di più, e d'altro canto nessuno di loro aveva la minima idea di dove fossimo prigionieri.
“Questa brutta stronza la pagherà cara per quello che mi sta facendo, puttana sadica!” esclama un altro ostaggio con tono molto irritato.
Ad un tratto si sente il rumore di un tacco che colpisce il pavimento in fondo alla stanza, è lei, è stata lì al buio tutto questo tempo ad ascoltarci, la tensione sale esponenzialmente nei momenti successivi, ora che tutti ricordiamo la condizione in cui eravamo legati e con i testicoli appesi ad una lunga corda che andava verso di lei, il volto che avevamo tutti in questo momento era un volto con espressione di costernazione e angoscia, quello che a lei piaceva di più vedere prima di farci male, perché finalmente le sue torture non duravano a lungo, non era così malvagia nonostante le pratiche estreme, sapeva sempre cosa stava facendo, ciò che le dava più piacere e potere era il momento prima del dolore, la paura che leggeva negli occhi dei suoi schiavi sottomessi è ciò che le dava il massimo piacere e persino stimolazione sessuale, raggiungendo anche l'orgasmo in pochi minuti senza nemmeno toccarsi la vagina o il clitoride, il potere della mente è veramente capace di provocare nel corpo qualsiasi risposta emotiva e lei era la prova evidente di questo potere.
All’improvviso si accese una luce su di essa, ad un certo punto vidi come si alzava la corda che univa tutti i nostri preziosi gioielli e le urla di dolore arrivarono all'unisono;
tutti e cinque eravamo tirati dalle palle con forza compulsiva e solo dopo interminabili secondi la tensione si allentó un po', la corda era ancora sospesa in aria, ma era stata legata al muro continuando il suo lavoro di tensione ma più leggera, la nostra padrona con le mani libere ci venne incontro passando coi tacchi a punta sopra un altro schiavo che prima non si era fatto notare, era sdraiato sul pavimento come se fosse un tappeto, la prima cosa che fece Savannah quando ci raggiunse fu guardarmi negli occhi, baciarmi sulla bocca come una donna molto innamorata e accarezzando il mio pene molto dolcemente per un solo istante, poi passó a quello alla mia destra e gli dió un pizzico forte sul capezzolo con le dita, rimase a guardare nel vuoto e poi giró la testa alla mia sinistra ove era situato l'individuo che prometteva vendetta e ritorsione, lo sguardo che lei gli dió fu fulminante, mi girai verso di lui, la sua espressione non era più scontrosa e guerriera come prima ma tutt'altro, è incredibile come la sottomissione ti faccia cadere da una posizione così emotivamente forte e potente verso una condizione di annichilimento e totale vulnerabilità in pochi istanti, il suo volto aveva un espressione pietosa come quella di un bambino indifeso che si sente colpevole di qualcosa di molto grave e che la sua pena sarebbe potuta essere il suo peggior incubo, questa faccia rifletteva perfettamente quello che sarebbe successo dopo: Savannah gli si avvicinò e gli strinse le palle molto forte e per molto tempo, il grido di dolore fu molto acuto e doloroso, quando finì di stringere, Mistress Savannah si mise in ginocchio davanti a lui, stavolta era vestita con un’altra lingerie, super sexy come sempre con calze nere e reggicalze ricamato, vicino alla gamba destra aveva una specie di fodero, allungò la mano e tirò fuori un sottile e lunghissimo astuccio di plastica, estraió da lì un ago molto sottile lungo forse 20 centimetri o più, il ragazzo iniziò a gridare timoroso "no, no no no, no no no no no, no per pietà!"
Gli afferrò il membro, lo strinse per gonfiargli il glande e lo forò con l'ago lentamente e per tutta la sua lunghezza, l'urlo fu forte, ma meno di quanto mi aspettassi, bisogna essere molto sadici per voler fare certe pratiche verso un uomo;
forse lei nutriva un risentimento generato da una repressione probabilmente causata da un infanzia infelice, con un padre così rude e cattivo,sará un risentimento che rifletteva ai suoi schiavi per sfogarsi perché a sua volta si sentiva ostaggio del proprio padre?
Mentre cercavo di capire il motivo per cui una donna che potevo percepire come capace di amare volesse tanto far soffrire a uomini innocenti, continuavo a guardare la scena e la mia gola si strozzava come se il grande King Kong mi stesse stringendo il collo con la suo enorme e forte mano;
lei estrasse un altro ago e sollevò lo scroto che era già appeso alla corda, afferrò uno dei testicoli con due dita della mano sinistra e con l'altra lo forò attraversandolo così lentamente che gli ci volle forse piú di mezzo minuto per raggiungere la base dell'ago, dopo aver sentito il suo canto di straziante sofferenza vidi lei lasciarlo andare e voltarsi verso di me, si alza, mi guarda negli occhi, mi sostiene la sacca dello scroto e mi chiede : "tu resisteresti così tanto per me?"
Non sapevo cosa rispondere, non volevo assolutamente una sorte del genere, ma se le dicevo di no avrei potuto farla arrabbiare di più, l'angoscia e la paura tornavano a salire a livelli altissimi,
"Non te lo meriti" mi disse,
"loro sì, loro si sono comportati molto male, molto prima di entrare nella mia prigione, loro non sanno amare, alla fine ricevono quello che danno."
Improvvisamente si spensero le luci e mentre ascoltavo i lamenti di loro quattro sentivo come il mio scroto si slegava, il tocco delle sue mani sui miei genitali era qualcosa di favoloso, sembrava che emanasse un'energia fortemente erotica e sana, come quella di una fata, ovviamente il mio pene si gonfió in pochi secondi e lei si catapultó subito con la bocca e lo inghiottí di nuovo tutto fino in gola, con una mano mi accarezzava lo scroto e con l'altra mi penetrava nell'ano sorreggendo un grosso dildo vibrante che portava nel fodero della gamba dandomi un piacere incomparabile, aveva la capacità di cancellare dalla mia mente tutto l'orrore che stavo provando, l'angoscia e la paura che mi logoravano scomparivano ogni volta che quella donna mi toccava con le sue mani affascinanti finché non le venni intensamente in gola, un altro lunghissimo orgasmo sparando litri di sperma che lei ingoiò a dismisura senza soddisfarsi, poi con le sue mani spremette il pene fino all'ultima goccia in bocca e non smise di succhiare fino ad allora, era una donna con un fuoco di passione che non aveva eguali e apparentemente io ero il suo prescelto, ero speciale.
Vorrei tanto che questo mi salvasse la vita, speriamo...
Giorno 6: Agonia
Erano passati giá molti giorni di prigionía, furono senza dubbio i giorni più intensi ed emozionanti di piacere e dolore che in tutta la mia vita messa insieme, ero esausto, nonostante avessi passato molto tempo sdraiato in cella per dormire mi mancava il cibo ed ero disidratato, mi sentivo più debole, la famiglia di psicopatici aveva smesso di darmi i pezzi di carne gia da oltre un giorno, era evidente che la mia vita stava per giungere al termine ma la mia mente era ancora lucida e io pensavo che solo questo poteva salvarmi dall'agonia che precedeva la sentenza.
Pensa Dexter... pensa, potrei avere ancora una possibilità di salvarmi in qualche modo e se ci credo fino alla fine non dovrò affrontare questa profonda agonia, qualunque cosa accada, non ti arrendere!
La porta si apre con tutto il rumore del metallo arrugginito a seguire, proprio come nei film più spaventosi che mi piaceva vedere al cinema, la tensione sul filo del coltello è sempre stata dominante fino ad ora, ma anche la voglia di riposo era imponente, l'abbandono e la rinuncia venivano suggeriti al mio essere da tutti i muscoli del mio corpo e dal mio senso logico;
era Rufo, mi slegò e mi riportò nella stanza lunga del giorno prima, lì mi mise le manette ai polsi dietro la schiena e mi spinse in ginocchio, davanti a me in piedi lungo le pareti del corridoio c'erano 10 uomini nudi con la mano destra libera, un collare di cuoio al collo con viti di metallo di adorno con una catenella molto corta attaccata al muro, lo stesso attrezzo anche alle caviglie e cosí costretti a stare in questa posizione posti in fila, in fondo alla stanza c’era lei , stupenda e splendida in un corsetto nero che le alzava le tette mastodontiche facendole vedere ancora più grosse e imponenti, senza mutandine calze rosse,reggicalze e guanti di seta rossa, tacchi neri con suola stile mattone che la allungavano ancora più in alto, come una giraffa.
"Che tutti comincino a toccarsi" enunció venendomi incontro con il suo passo felino, questa volta non ricevetti nessun bacio appassionato di benvenuto, era chiaro che in quella sessione io ero "l’ospite d’onore" visto che ero l'unico che non portava il guinzaglio eccetera.
Sarà questo un buon segno? O tutt’altro?
O mi toccava un gioco più severo degli altri che in quel momento si stavano masturbando senza dolore? Solo il tempo lo dirà;
Savannah mi fa inginocchiare accanto al primo uomo in fila mentre lei inizia a strizzargli le palle e a dire:
"vieni adesso", l'uomo fa uno sforzo e in poco tempo raggiunge l'orgasmo, lei improvvisamente gli afferra il membro e se lo punta contro il petto facendo colare il suo seme e successivamente mi dice: "continua tu, tira fuori quello che resta", Iei mi afferra i capelli e mi spinge verso il suo pene per farmelo succhiare, si sposta davanti al secondo uomo dicendo: "e tu? Non sei ancora venuto?"
Presto lui eiaculó mentre lei se lo metteva in bocca e si lasciava colare il nettare sul mento e le scorreva sul petto dove c'era ancora tanta sborra dell’uomo precedente, mi spingeva di nuovo verso di lui e mi costringeva a succhiarlo tirandogli fuori quello che rimaneva del suo sperma, quindi la sessione continuó fino a quando tutti eiacularono e quando Savannah si giró verso di me, vidi una scena molto calda di una donna avida che ha bisogno di esagerare in ogni momento con una quantità di sperma cremoso che le ricopre tutto il corpo, sbavandolo anche dalle sue labbra , dal suo collo e il suo petto e passando attraverso il suo corsetto fino a raggiungere la sua deliziosa vagina come se fosse un fiume in piena, era una scena molto porno che avevo visto solo poche volte su internet e che dal vivo mi causó ancora più eccitazione, sarà perché era estremo e perverso, ma era soprattutto la mia padrona che mi causava tutta questa eccitazione e perdizione;
Comincó a baciarmi appassionatamente come aveva sempre fatto fino ad allora ma questa volta condividendo lo sperma e poi spingendo la mia testa verso il suo petto "pulisci la tua padrona", "puliscimi tutta, non voglio che lasci niente " mi dice, e così via. Colsi l'occasione per succhiare i suoi grossi capezzoli sporgenti e poi più in basso, lei si poggió all'indietro per darmi libero accesso tra le sue gambe, la sua vagina adesso così ben lubrificata le permise di provare più piacere quando passavo la mia lingua lunga e calda sopra il suo clitoride e penetrandola allo stesso tempo, i suoi gemiti aumentarono e mi piaceva di più ascoltarli e allo stesso tempo assaporare il suo bel fiore così succoso, finalmente inizió a sparare il suo squirt delizioso e saziante da dover bere fino al termine del suo orgasmo, sarebbe stato un peccato interrompere così la sua estasiante goduria che mi permetterei di dire: sarebbe stato un peccato “mortale”.
La sua faccia soddisfatta si trasforma immediatamente in un'espressione preoccupata che non avevo mai visto prima, mi prende il braccio e mi trascina nell'angolo opposto della stanza lontano da tutti i Mandingo, prende qualcosa dalla parte posteriore della sua schiena e inizia a parlare a bassa voce :
"Ora che ti sei nutrito bene, ascoltami bene, con questa costola umana aprirai il lucchetto della tua cavigliera, all'alba verrà a prenderti mio padre per farti carne macinata, si tratta di un vecchio dai riflessi lenti, quando aprirá la porta infilagli l'osso in gola con tutte le tue forze, corri a destra, oltrepassa il primo corridoio verso i primi gradini, a sinistra della porta c'è una cassetta con delle chiavi, usale per aprire la porta e corri a sinistra, ci sarà un'altra porta che lascerò aperta, da lì sarai fuori, salirai nella mia macchina e usciremo da questo incubo",
"Ti amo" mi dice, "sei la cosa piú bella che mi sia mai capitata nella mia spaventosa vita".
WOOW, tutti i miei dubbi sui sentimenti che poteva provare per me svanirono in un soffio, avevo la chiave del paradiso accompagnata da niente meno che la donna più bella e intrigante che io abbia mai sognato.
Ero molto eccitato dalla felicità, poi ho iniziato a fare mente locale e le ho chiesto:
"Come faccio a portare l'osso nella cella senza essere scoperto? Sono nudo!"
Lei, sorridendo, risponde: "girati" ops, e mi infila la costola di un morto nel culo, e pensare che solo un attimo fa la vedevo come... la chiave del paradiso? merda
Rufo questa volta venne a prendermi e mi riportò con forza nella mia cella, il suo desiderio di farmi carne macinata per il cane o per qualche cliente affezionato era evidente, l'agonia che provavo non era ancora passata, cosciente che la mia vita poteva finire molto presto, percepivo l’alito del demonio dietro la nuca come non mi era mai capitato ma in compenso avevo un piano, uno strumento, un'arma, e una bellissima complice, la tensione aumentava aspettando il tramonto.
Avrei avuto il coraggio, il valore di portare a termine il piano di fuga?
E se il maledetto riesce a fermarmi con la sua forza? Queste persone sollevano i maiali come se niente fosse, avranno una forza che io non potrò contrastare, devo impedire che ciò accada;
E se mi imbatto nel figlio Rufo, o nei suoi cani malvagi?
Cominciavo a pregare e supplicare al cielo che tutto ciò non avvenisse perché altrimenti non avrei avuto successo, e ciò avrebbe significato una morte più atroce per averli assaliti;
no, no, tutto questo non ha importanza, se non ce la faccio, in un modo o nell'altro sarà la fine, devo essere ottimista e basta, al mio paese si direbbero: "che la madonna ti accompagni"...
Giorno 7: La fuga
Dopo aver studiato lo stesso piano nella mia mente una e più volte senza dormire tutta la notte riuscíi ad aprire il lucchetto della cavigliera, purtroppo riuscíi anche a rompere la costola che ora appariva più corta, ma anche più appuntita, finalmente venne l’alba, la luce cominciò a penetrare in quella stanza che tanto mi disgustava, nel mio ottimismo pensavo che ad ogni modo sarebe andata non sarei più finito in quella stanza, i passi del macellaio questa volta risuonarono come se avessero un'eco nelle mie all'orecchie, la mia attenzione si fece più severa, avevo pensato di nascondermi dietro la porta e aggredire di sorpresa il viscido individuo, poi rielaborai che non vedendomi legato in un angolo lo avrebbe allertato, così rimasi a terra senza dare sospetto, la mia fronte sudava come una fontana d'acqua, la porta si aprì, dietro il macellaio si vedeva l'ombra di un'altra persona, NOOO, suo figlio Rufo, non potrò aggredire entrambi, e appena mi raggiungeranno scopriranno che non sono piú legato, la fine è prossima, devo pensare in fretta ora o mai più!
"Figliolo" esclamò il macellaio, "portalo di sotto, lo facciamo cotoletta di manzo, oggi è giorno di paga mensile e i clienti comprano i tagli migliori, diamogli quello che vogliono".
Quindi si dirige in un'altra direzione e suo figlio mi viene incontro, prima lo colpisco all'addome con l'osso affilato e senza pensarci mi viene in mente di avvolgergli la catena intorno al collo e spingerlo via dandogli una spinta che lo mette fuori uso risparmiandomi subito una lotta difficile, in tutto ció si sentono i passi di suo padre tornare indietro sospettoso e mi avvicino velocemente alla porta, lui appare e senza dargli il tempo di reagire gli punto la costola direttamente al collo, Savannah aveva ragione, i suoi riflessi erano abbastanza lenti e riesco a infilzare l’arma proprio dove potevo ucciderlo, non potevo credere a quello che stava accadendo, corri Charles Dexter corri verso la libertà!
Raggiunsi la scatola e afferrai il portachiavi, c'erano diverse chiavi e diventai molto teso mentre le inserivo una ad una nella serratura "non mandare tutto a puttane Charles, non rompere la chiave dentro!" (mi dicevo nella mia testa), la terza era quella giusta, la porta si aprì senza ricevere nessun colpo d'ascia alla schiena e con tanta adrenalina corsi più veloce di un ghepardo verso il corridoio che secondo me dava accesso all’uscita del parcheggio senza mai voltarmi, la porta era giá sbloccata e si aprì, esattamente come mi aveva detto Savannah che era proprio lì accanto alla macchina con l'aspetto del sole più bello del cosmo, corsi verso di lei lasciandomi alle spalle tutti gli orrori di una famiglia degenerata e cammino verso la libertà.
Salíi in macchina e così anche lei al seguito, il motore era acceso e presto uscimmo dall'inferno, ce l'ho fatta...
Giorno 8: Insieme
Dopo aver viaggiato per molte ore ascoltando il piano di Savannah, arrivammo in un hotel per riposarci, lei prese una borsa con dei risparmi di famiglia e alcuni effetti personali e vestiti a mia insaputa che era andata a prendere a casa mia, aveva pianificato tutto sin dall'inizio, una donna molto astuta e con tanta voglia di cambiare vita.
Ma come andrà a finire la mia convivenza con lei?
Una femme fatal con un sacco di raccapriccianti omicidi sulle spalle?
E d'altro canto, cosa sarà successo alla sua famiglia?
Sono morti?
La polizia li ha trovati?
O ci stanno cercando?
Riuscirò a dormire la notte con tutti questi pensieri che mi perseguitano?
Alla fine raggiunsi la conclusione che con una donna come lei non riuscirei comunque a dormire la notte!
Finalmente il peggio è passato
Mi chiamo Charles Dexter Ward e questa è una storia che solo con la consapevolezza che si tratta di un racconto di fantasia voi lettori riuscirete a mantenere il vostro sano stato mentale, altrimenti verrete trascinati in un abisso senza fondo...
Día 1: Primo appuntamento
Fu quando scesi dal traghetto che iniziai a mollare la tensione che mi ero portato addosso per tutti questi giorni, è stato in quel momento che sentíi la consapevolezza che l'avrei vista e tutto mi sembró diverso, più serenità e appagamento perché mi aveva assicurato che tutta la notte sarebbe stata con me, qualunque cosa fosse successa mi sentivo felice di passarla con lei, sia che fosse stato solo cenare insieme e guardare un film pieno di suspense o passare la notte accoccolato con lei o chissá magari facendo qualcosa di più piccante;
Percepivo una vibrazione molto positiva emanata da questa bellissima donna, qualcosa tra la saggezza della vita vissuta e la voglia di riviverla, di rinascere cavalcando l'arcobaleno, come una fenice;
d’altro canto non potevo nascondere che stavo alimentando molti sogni erotici che sviluppavano percorsi imprevedibili e, per lo stesso motivo,il pensiero mi eccitava;
La verità era che il thriller lo stavo vivendo nella mia testa, ero stato sveglio notti e prime ore del mattino per questa donna, per il suo modo di mostrarmi la sua apertura mentale e il desiderio sessuale, aveva anche una forza magnetica che potevo percepire attraverso la "pozzanghera" che mi separava da lei per tutto questo tempo (la pozzanghera è un buffo modo di dire usato dagli isolani qui per definire lo specchio d'acqua, 16 km, che ci separa dalla terraferma).
Mi comunico con lei e mi accorgo che era già in un angolo ad aspettare il mio arrivo, il che mi face dedurre che anche lei fosse ansiosa di vedermi, e questo non poteva rendermi più che felice;
salgo sulla sua macchina per una destinazione sconosciuta e di poco valore, l'importante è che io stessi con lei;
abbiamo trascorso un po' di tempo tra alcune questioni in sospeso e appuntamenti di lavoro che non poteva disdire, questa donna era coinvolta in diversi lavori che combinava di giorno e anche di notte, ma come ho detto prima non aveva importanza;
finalmente siamo arrivati a casa sua con qualcosa nello stomaco e con un classico dell'horror che ha fatto la storia del cinema nella mia memoria digitale, The Evil Dead, un film di 40 anni fa che anche i nonni mondani avrebbero un attacco cardiaco se osassero vederla, dunque era proprio quello che volevo mostrarle, qualcosa di spettrale ed eccitante per aumentare l'adrenalina.
Il vino argentino ci aiutó molto a evitare possibili infarti e ci permise anche di avere una certa intimità mai acquisita fino ad ora: eravamo appiccicati spalla a spalla nel salotto, entrambi con un braccio attorno all'altro, è stato a questo punto che presi coraggio e cominciai a baciarle il braccio, e poi la spalla, poi faci scivolare la mia guancia verso il suo collo e lì la baciai di nuovo, alzai il mio prominente naso italiano verso il suo orecchio e sfiori dolcemente tutto il bordo del suo padiglione auricolare;
in questo momento la sentíi sospirare profondamente, continuai con il mio preludio di riscaldamento e poi sprofondai nell'abisso della perdizione, il tuffo più lungo che avessi mai sperimentato partendo dalla punta di un piede;
lunghissimo era il percorso della sua lunga gamba per raggiungere il crepaccio più profondo della Fossa delle Marianne, mi sentivo uno dei pochi grandi esploratori che non era mai arrivato così in profondità, piú in lá del universo conosciuto...
Quella notte fu senza dubbio lunga, senza freni e, senza esagere, raggiungemmo entrambi l'apice del piacere, poi fui letteralmente sepolto tra le sue tenere e spettacolari tette finché non mi addormentai immaginando che nello stesso modo e posizione mi sarei svegliato la mattina seguente, cosa che non accadde, per mia grande sorpresa quella che inizió come una meravigliosa e intensa esplorazione dell'abisso si trasformò nell'incubo più inaspettato della mia vita.
Mi svegliai nudo e legato con gli arti a quattro catene che pendevano dal soffitto, sdraiato su una tela, una specie di altalena, le gambe erano sollevate e le caviglie penzolavano più in alto con una benda sulla bocca che non mi permetteva di urlare, guardandomi intorno mi ritrovai in una stanza sconosciuta che non corrispondeva a quella in cui mi trovavo la sera prima, mi resi conto che questa stanza era un dungeon pieno di strumenti curiosi e sorprendenti, per lo più realizzati di metallo di cui non riuscivo a capire lo scopo.
quale sarà il mio destino?
Sarà un gioco sessuale di una donna divertente e stravagante?
O la mia vita potrebbe essere in serio pericolo?
Giorno 2: Tensione
Con questa tensione nelle vene riuscivo a sentire chiaramente il battito del mio cuore e questo mi causava ancora più angoscia, finché non sentii i passi di una donna con i tacchi, passi lenti e definiti di una donna sicura di sé, la porta si aprì, era Savannah, una donna già alta ma ora aveva stivali di pelle nera con tacco altissimo che le permettevano di arrivare fino al bordo della porta, le gambe avevano calze a rete a maglia ampia, un perizoma di pelle nero con un anello di metallo davanti e un particolare reggiseno che sosteneva il suo enorme seno senza coprire le grandi e bellissime areole rosa, insomma i suoi grossi capezzoli sporgenti si mostravano come fossero missili in posizione di lancio, la donna più bella e imponente che avessi mai incontrato era dinnanzi a me e, oltre ai suoi capezzoli anche i suoi occhi erano puntati verso di me.
La situazione mi eccitò a tal punto che dimenticai che ero in cattività e che potevo essere in pericolo;
Cominciò ad avvicinarsi ad una parete piena di attrezzi appesi, guardandoli e passandoci sopra con la mano come per scegliere quello che le piaceva di più in quel momento, c'erano grosse catene, fruste di pelle di varie dimensioni e altri oggetti che non so l'utilità, ma lei non afferró nulla di ció e si avvicinó ad un banco sulla seconda parete dove potevo chiaramente vedere una serie di falli in gomma o silicone di tutte le misure, alcuni erano enormi, sul tavolo c'erano 2 candele accese, Savannah ne afferra una e me la sostiene sul corpo, inclina il polso e lascia cadere parte della cera sciolta sul mio petto, il dolore fu intenso e duró pochissimo, rimasi con la sicurezza che mi convinceva che tutto questo fosse un gioco sessuale di una bella donna dominante a cui piace sentirsi padrona, quale migliore coincidenza?
Ero cosí felice di accontentare una donna così bella e intrigante: "prendimi e fammi tua" avrei voluto dirle, ma ehm, mi sono accontentato con solo annuire con la testa visto che avevo una benda sulla bocca e non potevo parlare;
trascurando il mio segnale cominció a scivolare con le sue lunghe unghie feline sulle mie braccia, sui miei fianchi fino all'addome dove premette un po' di più e mi resi conto che erano molto taglienti perché sentivo un vero dolore, la cosa mi dava ancora piacere perché vidi i suoi occhi ardenti che mostravano piacere ma allo stesso tempo insoddisfazione, voleva di più, molto di più.
Aprí un cassetto del banco e ne tiró fuori l’ago di una siringa, ne tolse il cappuccio e me lo passó sul viso, a quel punto cominciai a considerare che il gioco era più serio di quanto pensassi, speriamo che voglia solo spaventarmi, lei non farà niente con questo ago ...
Ebbene, mi afferró il capezzolo con l'altra mano guardandomi dritto negli occhi e mi foró il capezzolo mostrando anche i denti in un'espressione di gioia e voglia di farlo come se fosse qualcosa di cui lei aveva bisogno;
In questi 3 secondi che l’ago passó attraverso il mio capezzolo sentíi uno dei dolori più forti che mai;
quando raggiunse la base dell’ago il dolore si allevió molto,
lei mi bacia sulla guancia come se fosse grata e subito dopo vedo che la sua mano tiene già un altro ago, di nuovo!
Aghi incrociati nello stesso capezzolo, tanto dolore, tanta gioia negli occhi della padrona, e continua con altri 2 nell'altro capezzolo, i miei occhi mostrano sofferenza e paura mentre lei sembra molto felice e soddisfatta, lei rimosse la benda sulla mia bocca e per la paura non osai parlare, inaspettatamente lei mi posa sul viso la sua enorme e bellissima tetta con il capezzolo puntato verso la mia bocca, il premio per aver sopportato la tortura...
Tutto sommato sopportare il dolore per soddisfare una padrona così bella e attraente e poi ricevere tanta tenerezza non è affatto male, pensai.
Continuò il suo lavoro appassionato graffiandomi di nuovo dolcemente l'addome fino a raggiungere i miei genitali;
Inserì le sue dita nel mio scroto, toccando delicatamente i miei testicoli. In pochi secondi, la sensazione gelida delle sue unghie mi eccitò rapidamente e il mio membro iniziò a gonfiarsi come se stessero gonfiando un palloncino. Quanto segue fu inaspettato e tremendamente doloroso perché Savannah mi schiacció lo scroto e poi mi piantó letteralmente le unghie nelle palle; urlai tanto come non mai e alla fine lei si lasció andare, riuscii a riprendere fiato e iniziai a mostrare la mia espressione di disperazione e pietà, ma non era ancora tutto finito!
Mi accarezza la fronte e inizia a toccarmi il pene, masturbandolo molto lentamente e con un tocco cosí delicato, sapeva perfettamente come provocarmi la più bella sensazione di piacere, presto inizió a mettersi il mio glande in bocca succhiandolo e ancora e ancora, il mio membro era già ritto e molto grosso come sempre e con mia grande sorpresa lo vidi scomparire nella sua bocca come se si fosse sgonfiato e fino a sfiorare i miei testicoli con le labbra, non potevo credere ai miei occhi, il mio grosso cazzo era infilato nella gola di Savannah... Completamente!
La cosa mi fece eccitare ancora di più iniettando più sangue nel mio membro e anche se divenne più grosso lei si spinse ancora di più verso di me schiacciando il naso sul mio pube, woooww.
Questa donna incredibile aveva mille abilità, iniziò a infilarmi prima un dito e poi due nel mio ano, nonostante le sue unghie riuscivo a provare puro piacere, sapeva come stimolare la mia prostata e le mie parti sensibili del retto mentre con l'altra mano e la bocca mi ingoiava totalmente il pene, ero ancora lontano dall'orgasmo e già godevo come un matto; improvvisamente smette di compiacermi e afferra un grosso dildo nero più grande di un pene comune!
Lo mette in un'arnese "strap on" che aveva già indosso, ci mette sopra una crema e inizia a infilarmelo nel sedere, il dolore arriva presto dato che era un giocattolo lungo e grosso e continua a metterlo più a fondo, la sensazione di dolore cominciò ad essere accompagnata da una sensazione di possessione tremendamente intensa e necessaria, la verità è che io ero fatto per essere il suo schiavo sessuale e lei non lo sapeva ancora;
adesso potevo parlare e quello che lei non si aspettava è che invece di chiedere pietà e implorare che si fermasse le dissi:
"più profondo, fammi tuo per favore",
così si motivó come se fosse un toro e mi diede sempre più profondo e sempre più forte, fottendomi come se fossi la sua sporca cagna da dover rompere il culo, e così è stato a lungo finché lei non si stancó e si riempí di goduria ed io potei riposare un momento.
Giorno 3: La Rivelazione
Senza rendermi conto che questo momento fu molto più lungo di quello che pensassi, perché mi addormentai e mi svegliai in un'altra stanza rannicchiato sul pavimento, i miei polsi non erano più legati e mi alzai di colpo, quindi capii che ero ancora legato ma questa volta ad una caviglia con una catena lunga poco più di 1 metro come una scimmia imprigionata, c'era della paglia per terra e la finestra era così piccola che non poteva passare attraverso nemmeno un cucciolo di cane, la porta era di ferro con serratura, la mia mente si ricompose e capíi che ero un ostaggio e la sessione di sottomissione con la padrona era autentica e non un gioco, pensai che il mio destino poteva essere la morte o peggio, la tortura perpetua per il divertimento di una sadica deviata, ora che ci penso non credo che mi lascerà uscire vivo da questa prigione, la mia vita aveva già un macabro destino scritto e dovevo svegliarmi e trovare un modo per scappare.
Durante questa fase di riflessione sento il rumore di una porta di metallo arrugginito che si apre con forza e le urla di un uomo nella stanza accanto, erano urla di disperazione senza sosta, mentre potevo capire che veniva trascinato attraverso un corridoio lungo probabilmente circa 10 metri e dopo aver aumentato le urla, senza dubbio di dolore lancinante, finalmente giunse il silenzio, l'ostaggio che avevano preso da quella stanza non poteva più urlare!
Sento di nuovo dei passi, si fermano davanti alla mia porta, in un momento di silenzio sentíi come se una bestia mi afferrasse per le costole e non mi lasciasse respirare, sentíi il battito del mio cuore che mi pompava nel collo molto forte e molto velocemente, la porta si aprì e apparve un uomo alto e grasso;
non aveva capelli e indossava un grembiule di pelle stile macellaio pieno di sangue, senza dubbio era il sangue dell'ostaggio che aveva preso dalla stanza accanto, mi sembrava che il mio cuore smettesse di battere o era questo momento che durò un'eternità per me, poi ritorno alla realtà grazie al rumore di un pezzo di carne cruda che il delinquente gettó a terra vicino a me chiudendosi la porta alle spalle, mi lascia la carne da mangiare, perché non uccidermi adesso?
Perché uccidono le persone?
Cosa c'entra questo macellaio con la dama del mistero?
Iniziai a farmi questa ed altre domande che non mi lasciavano in pace, non osavo mangiare la carne cruda sul pavimento, non sapevo nemmeno da quale animale provenisse.
La finestra era una via di uscita impossibile perché era così piccola e con le sbarre di ferro, dovevo studiare come liberarmi dalla catena e trovare un modo per scappare dalla porta e sicuramente altre ancora che portavano ad un'uscita a me ancora sconosciuta e la parte più spaventosa era l’idea di dover affrontare il mortale macellaio, stavo perdendo la speranza e iniziai a pregare che la mia morte potesse essere rapida e indolore;
subito dopo sentíi risuonare i tacchi della domina e poi la sua voce, il delinquente tornó nella mia stanza , mi mise un cappuccio per non vedere, aprí il lucchetto sulla cavigliera e mi afferró il polso spingendomi verso il corridoio e poi un altro ancora fino ad un'altra stanza;
era questa dunque la fine?
Mi spinse a terra e mi resi conto che c'era un'altra persona che mi afferró di fronte, mi sollevó e mi legó i polsi a due catene che pendevano dal soffitto, mi tolse il cappuccio e mi guardó dritto negli occhi, la sua fronte era spaziata e il suo viso era pallido, aveva gli occhi vitrei e una cicatrice che le correva lungo tutta la guancia, mi puntò un coltello sotto il mento e avvicinò il suo viso al mio, poi mi disse: "sei il suo preferito, ma non farti illusioni, non ci vorrà molto che poi si stancherá di te ed il mio coltello sarà quí ad aspettarti per strapparti le viscere e darle in pasto ai miei cani. Aj ha uhuh ajha",
"Rufo," esclamò il macellaio dietro di me, "dai figliuolo andiamo, dobbiamo finire il lavoro nella stanza di sopra."
Mi guardo intorno, ero in una stanza lunghissima, dopo un minuto di silenzio sento dei tacchi, la porta si apre ed eccola di nuovo, alta longilinea e con intorno un alone di luce viola, era la mia padrona con dei bellissimi capelli rossi molto lunghi, stivali fino al ginocchio e tacchi alti a spillo, con un perizoma e un reggiseno viola, questa volta senza mostrare le sue tette spettacolari, con una collana di metallo stile mosaico, forse di fattura greca o egizia, 2 braccialetti metallici viola e in mano una frusta di pelle che mi sembrava di aver già visto, era una frusta lunghissima, probabilmente più di due metri, era una frusta per tori, mi ricordai che una volta in televisione parlavano di fruste usate secoli addietro e la forza che possono sviluppare con il movimento ondoso, una forza capace di rompere un mattone da costruzione!
Mi ricordai ancora che sono un ostaggio e che questa donna non è il sogno della mia vita come pensavo, è una spietata criminale che mi farà a pezzi prima di consegnarmi ai micidiali macellai o, peggio, ai cani di Rufo.
L'angoscia e la paura tornarono a farsi sentire.
Cominciai a pregare, lei si avvicinò e mi baciò sul collo, camminò dietro di me lentamente e si allontanò, poi fece schioccare il pavimento con la sua frusta, il battito risuonó così forte che mi fece male come se avessi ricevuto un colpo su di me, ma era solo il suono che faceva male;
quanto potrá farmi male quando mi colpirá alla schiena per davvero?
Aspetta, un momento, posso resistere più di questo, insomma è per lei, si diverte a farmi del male, è per lei, per la mia padrona, anche se è un modo deviato di godere.
Riuscirò ad accontentarla, mi ha scelto perché le piaccio, vero? O sono l'ultima di una serie di vittime e a lei non le importa niente di me?
Devo saperlo, devo sapere se gli piaccio o se sono solo un oggetto sessuale per soddisfare i suoi capricci sadici, perché se gli piaccio allora non mi interessa quanto mi tortura, per questa bella donna resisteró a qualsiasi cosa...
A questo punto arrivó la prima frustata, il suono nella mia schiena tuonò come un fulmine e il dolore raggiunse il midollo.
Emanai un grido che se fossi stato in cima a una montagna mi avrebbero sentito per molti chilometri;
arriva un'altra frustata, dopo il colpo sento un gemito, è la mia padrona, le piace, sento ancora il dolore aumentare nella mia schiena ma il suo gemito mi alimenta un fuoco interiore più ardente del dolore della frustata, " continua padrona mia" esclamai "dai, colpiscimi ancora" gli dico, ne ricevo un altro, un altro, e un altro, sono stati solo 5 colpi e non sopporto più il dolore, il colpo di frusta su una schiena giá ferita dal colpo precedente, e un altro prima ancora era veramente insopportabile, no voglio disobbedire ma non posso più prendere colpi, voglio pregarle di smettere ma mentre cerco di prendere fiato per parlare sento i suoi passi, si avvicina e mi libera la mano, la sostiene, se la porta sulla sua vagina e da mia enorme sorpresa posso sentire tutto il nettare del suo orgasmo scorrere verso il suo inguine, ha avuto un orgasmo dandomi 5 frustate,è finita e non è stato così orribile, la mia padrona ha avuto un orgasmo, sìii!
A questo punto alza la sua mano che passa anche sulla sua deliziosa vagina e me la strofina sulle labbra, finalmente dopo più di un giorno mi parla di nuovo: "leccami" mi dice, vuole che beva il suo nettare d'amore, e mentre le lecco la mano e ricevo in bocca una delle sue lunghe dita succose lei si avvicina e mi dà un bacio carnoso e appassionato, un bacio di cui avevo tanto bisogno e che cancelló dalla mia mente tutta la situazione terrificante e criminosa in cui ero intrappolato,
"mi piaci " mi dice, si mette in ginocchio e inizia a succhiare la mia anaconda con tanto entusiasmo mentre con le mani mi accarezza lo scroto sfiorandolo dolcemente con le sue affilatissime unghie e la mia eccitazione raggiunge subito il massimo, presto le vengo in bocca e lei non lo tira fuori finché non mi spreme fino all'ultima goccia di sperma direttamente in gola, un piacere cosí intenso che nessuna donna mi aveva mai dato fino ad ora, si alza e mi bacia di nuovo con le sue calde labbra, infilando la sua lingua fino alla mia gola e rilasciando sperma molto caldo in bocca, come se fosse la mamma uccello che alimenta il suo piccolo uccellino, erano i baci più appassionati e caldi che avessi ricevuto in tutta la mia vita, ora ero sicuro che le piacevo molto e che anche lei a me!
Giorno 4: Delirium
Mi svegliai di nuovo nell'orribile stanza legato alla mia caviglia e iniziai a pensare come diavolo fosse potuto accadere, non sono mai andato in fondo al corridoio e non sono stato legato alle mani da nessuno, l'ultima cosa che ricordo è stato questo meraviglioso bacio cremoso della mia padrona assoluta, non può essere, devo ragionare e unire tutto ciò che mi sta accadendo in ordine cronologico.
Come sono finito in questo posto se ho dormito con Savannah nella camera da letto di casa sua?
Come mai non ricordo ogni volta che mi ritrovo in questa stanza inquietante?
Come mai non ho fame e sono passati giorni?
Non riesco nemmeno a stimare quanto tempo ho dormito...
Penso che mi stiano drogando, forse nutrendomi in qualche modo, di fatto controllando le mie braccia vedo delle punture nelle vene, iniezioni, dannazione, mi stanno usando come un burattino, devo raccogliere tutte le conoscenze che ho acquisito e lavorare sulla logica: il bullo mi nutre con carne e si veste come un macellaio, forse è un macellaio e ora mi trovo nel seminterrato della sua bottega;
forse non sono lontano dal centro urbano, l'altro delinquente è più giovane, è suo figlio... Rufo lo chiama, ma lei, che ruolo ha in tutta questa macchina di sangue e macabro terrore?
Rimango pensieroso per un po' finché una sola risposta mi suona logica: lei è parte della famiglia dei criminali, non si stupisce di trovarsi in un posto così macabro perché è la figlia del macellaio, è cresciuta camminando e giocando nelle pozzanghere di sangue e non le fa schifo vedere suo padre e suo fratello sgozzare animali... ed esseri umani, a quanto pare, come la vedete voi?
Se espando ulteriormente la mia immaginazione posso vedere quando suo padre le ha dato per la prima volta il coltello guidandola ad aprire l'addome di un ragazzo ancora vivo e insegnandole come rimuovere i suoi organi freschi imbevuti di sangue caldo, estrarre un cuore sano ancora battendo, come la vedete voi?
Com'è possibile che io sia innamorato di lei?
In base a quali criteri posso trovare un legame tra lei e me?
Quale futuro felice posso proiettare tra di noi?
Vedo giá la mia testa mozzata e imbalsamata a mó di cervo sul muro della sua camera da letto;
Sarebbe questo... amore eterno? santo dio, sará che le droghe che mi stanno dando mi causano questi pensieri folli?
Ho bisogno dell'aiuto di qualcuno che mi faccia uscire di qui. Per pietà aiutatemi... aiutatemi.
Le droghe probabilmente mi aiutarono a dormire per un po' e quando mi svegliai mi sentíi più lucido, probabilmente l’effetto del narcotico era finito e potevo pensare più chiaramente, iniziai a ricordare i passi a destra nel primo corridoio, i passi a sinistra nel secondo corridoio, i passi da dove venne Savannah quando arrivó nella stanza dove mi picchió.
Ecco dove é l'uscita, devo trovare i loro punti deboli, in una famiglia cosí unita il loro punto debole sono sicuramenti i propri familiari, devo liberarmi, minacciare i più deboli affinché gli altri non mi facciano del male per poi scappare usando le chiavi che aprono le porte, ho bisogno del portachiavi, e ho bisogno di forza, di mangiare, di bere molta acqua per disintossicarmi dalla droga...
Lei, non posso minacciarla, non potrei mai torcerle un capello, non voglio accettarlo, ma lei è la donna della mia vita, la donna che ho sempre sognato, no, no, devo trovare un'altra soluzione,
potrei imprecarle di lasciarmi vivo,
se la mia padrona mi ama, mi lascerà andare, o è il contrario?
Se la mia padrona mi ama al letto mi lega!
CAZZO!!!, sono fottuto.
Il macellaio schifoso arriva e mi porta fuori dalla stanza, questa volta dimentica il cappuccio e io a testa bassa sporgo gli occhi dappertutto, riesco a vedere una scala prima di svoltare nel secondo corridoio e una piccola scatola in fondo accanto alla porta, sará dove sono custodite le chiavi? Tombola!
"ahhhh" ricevo un colpo ai reni come se fossi stato colpito con un martello, "continua a camminare bastardo" mi dice il macellaio, finisco in un'altra stanza dove ci sono luci soffuse, vedo una gabbia con un uomo dentro e un altra con una donna dentro, lontano davanti a me in fondo alla stanza un negro altissimo e nudo che sembra avere tre gambe, no, non sono tre gambe, quello in mezzo è un membro grande quanto la proboscide di un elefante, dietro di me arriva il sogno della mia vita, quello che nonostante le torture che mi provoca mi porta nell’alto dei cieli,
"Savannah"... "Savannah" ripeto, lei dunque mostra un sorriso dolcissimo e bellissimo, era vestita con un baby doll nero e rosso stavolta senza stivali, scarpe col tacco alto e calze a rete nere, perizoma rosso e nero e 4 bretelle che andavano dalla vita alle spalle passando accanto ai capezzoli che erano in bella vista;
uhhhh,"amore mio, dimmi cosa faccio per te oggi? Dimmelo e lo farò",le dico perdutamente innamorato, mi mette un collare di pelle con guinzaglio e mi spinge un ginocchio da dietro costringendomi a mettermi a carponi sul pavimento, tira fuori una specie di ghigliottina di legno ricurva che mi mette sotto le natiche e mi afferra i testicoli, li mette tra le due stecche di legno ricurve e chiude il tutto con una vite, mi spinge un po' in avanti e mi accorgo che se allungo le gambe lo scroto si stira e le palle si schiacciano, santo cristo che diavoleria è questa?
Sono costretto a stare alla pecorina, se provo ad alzare un po' la schiena mi fanno male i coglioni, ed è solo l'inizio... Lei inizia a passarmi molta vaselina tra le gambe e poi mette diverse dita nel mio fufurufo, con l'altra mano munge il mio membro in modo così delizioso che dimenticai la condizione forzata in cui stavo, all'improvviso sentíi che il mio ano si apriva come se scoppiasse, la mia padrona mi aveva messo tutta la mano nel sedere e iniziava a fottermi con il braccio, mentre con l'altra mano continuava a masturbarmi e a palpeggiare deliziosamente i miei testicoli strizzati giá dalla macchina di satana ma poi entra piú a fondo, sento il dolore fortissimo ma allo stesso tempo la sensazione di piacere e la suggestione di avere dentro di me la mia padrona è quanto di più bello ho potuto assaporare finora in questo rapporto che adesso è molto più che perverso ed estremo, l'amore vero dove i due partner conoscono la parte più intima e profonda dell'altro, il modo, per quanto estremo può essere, sorprendentemente provoca un piacere sublime, "sì mistress sì, più profondo, sì";
dopo un po' che ricevo il suo braccio nel retto fino al gomito mi dà tregua, mi bacia sulla natica ed io continuo immobilizzato a pecorina, lei mi passa accanto mostrandomi un dildo morbido di silicone più grande del suo braccio, è un pene di cavallo fatto di silicone, lo inserisce nella sua imbragatura e me lo penzola davanti alla faccia, "adesso tu, Joseph mettigli in bocca la principessa", "sì signora" risponde il nero, la ‘principessa’ era il suo enorme cazzo nero e la bocca era la mia!
Mentre mi tirava la testa per la coda dei capelli per costringermi a ricevere il membro del nero con l'altra mano lo tiene e me lo infila in bocca, il gesto di mettermelo in bocca mi dà molta eccitazione perché da parte sua potevo accettare qualsiasi atto sessuale, anche se non sembrava affato etero, era adorazione e obbedienza con l'unico scopo di compiacere la donna che amavo.
Lei cammina dietro di me e comincia a penetrarmi lentamente, ma senza pausa, sempre più dentro, mi sembra che un treno mi passi nell'ano e stia per uscire dalla mia bocca perché non sento che la penetrazione si fermi.
Per quanto fosse grosso e lungo era un dildo così morbido e flessibile che non mi faceva alcun male considerando anche che un minuto prima avevo il suo braccio nello stesso posto, fu una sensazione indescrivibile.
La cosa duró a lungo, ero letteralmente violentato in tutto il tratto gastrointestinale come credo pochi al mondo ed ero felice perché ogni volta che me lo dava la sentivo gemere di piacere, e sempre di più fino all'orgasmo, a questo punto tira fuori il dildo, smonta il costrittore di testicoli e il suo strap-on, mi fa sdraiare sulla schiena e si siede con la sua vagina sulla mia bocca, "succhia" mi urla ad alta voce "succhia ti ho detto" "succhia tutto!", e lo faccio finché lei non viene di nuovo e spara uno squirt che non avevo mai visto prima, nemmeno nei film porno, sembrava un tubo dell'acqua a pressione di quelli che si usano quando si innaffia un giardino, il suo nettare era delizioso e lo ingoiai come se fosse un elisir di lunga vita, lo ingoiai tutto così come a lei piaceva ingoiare tutto il mio sperma;
"Joseph, prendimi la fica da dietro" esclamò, “e tu, amore continua a succhiarci entrambi", e così io continuai a leccarle il clitoride mentre di tanto in tanto lei con la mano tirava fuori l'animalone nero e me lo metteva in bocca, finché non eiacularono entrambi, lei mi teneva per i capelli e io ingoiavo la miscola del suo seme cremoso e il dolce nettare della mia padrona, l'amavo, amavo tutto quello che facevo con lei, non c'era limite al piacere.
All'improvviso mi solleva le gambe dal pavimento fino al bordo di una sedia su cui ero seduto,lei vi si mette in mezzo e mi schiaccia la testa sul pavimento contro il mio petto, avevo praticamente il mio pene sulla faccia e lei mi bloccava il corpo come se fosse la mossa di un lottatore sportivo bloccandomi con le gambe, spingendomi i fianchi in basso e masturbandomi con una mano, mi infila il glande in bocca e mi urla: "succhia", e mentre io obbedivo mi spingeva ancora più in basso i fianchi e con la mano accelerava il ritmo, io aveva la metà del mio cazzone in bocca e la cosa non mi dava fastidio se non per il collo ritorto, per di più lei mi mise di nuovo il pugno nel culo, presto venni molto intensamente e nel frattempo diceva con voce più calma e dolce: "bravo ragazzo, ingoia tutto, nutriti bene che ne avrai bisogno".
Giorno 5: Paura e angoscia
Il giorno dopo mi rimisero nella stessa stanza, ero legato ad una croce a forma di X dove nemmeno le anche potevo muovere, mi sentivo come Gesù Cristo condannato ad un fato triste e doloroso, girando la testa vidi altri quattro uomini legati ad una croce proprio come me, uno era Joseph, avevamo tutti una cinghia di cuoio che stringeva il collo dello scroto e collegata ad una corda che univa quella di ogni ostaggio e l'estremità si estendeva sul pavimento verso la parete frontale in fondo, non potevamo vederlo perché era un po' lontano e buio;
"Cos'è questa croce?"
"Da quando siete qui?" chiedo loro,
"Si chiama croce di Sant'Andrea" mi rispose Joseph, "è la croce del martirio",
un altro ostaggio mi dice: "Ho un giorno qui, ma sembra che tutto ci porti a morte certa in meno di 3 giorni",
"Da quanto tempo sei qui?", mi chiede un altro uomo, io rifletto e gli dico la verità:
"Sono 5 giorni che sono qui, questa donna diabolica ha rubato i vostri cuori come ha fatto con me? O siete solo venuti a comprare una cotoletta di manzo al banco macelleria?", la mia domanda era sia retorica che divertente,
"Volevo essere sottomesso ed eccomi qui, ma credevo che fosse un gioco sicuro e non un sequestro criminale" disse un altro ostaggio dalla carnagione chiara, un corpo magro e di bell'aspetto, un po' muscoloso e di mezza età , aspetto molto simile agli altri che eravamo presenti, eravamo tutti sessualmente dotati, questo mi fece pensare che la mia padrona fosse molto avida e insaziabile;
Un altro ragazzo racconta di aver conosciuto le femme fatal a un corso di yoga, e che si mostró come una donna semplice e a posto, con un corpo molto voluttuoso ma vestita in modo casto e non provocatorio;
insomma tutti furono ingannati da Savannah dopo che lei scopriva qualcosa di personale su ogni uno di essi, come se stesse selezionando specificamente quelli che gli piacevano di più, e d'altro canto nessuno di loro aveva la minima idea di dove fossimo prigionieri.
“Questa brutta stronza la pagherà cara per quello che mi sta facendo, puttana sadica!” esclama un altro ostaggio con tono molto irritato.
Ad un tratto si sente il rumore di un tacco che colpisce il pavimento in fondo alla stanza, è lei, è stata lì al buio tutto questo tempo ad ascoltarci, la tensione sale esponenzialmente nei momenti successivi, ora che tutti ricordiamo la condizione in cui eravamo legati e con i testicoli appesi ad una lunga corda che andava verso di lei, il volto che avevamo tutti in questo momento era un volto con espressione di costernazione e angoscia, quello che a lei piaceva di più vedere prima di farci male, perché finalmente le sue torture non duravano a lungo, non era così malvagia nonostante le pratiche estreme, sapeva sempre cosa stava facendo, ciò che le dava più piacere e potere era il momento prima del dolore, la paura che leggeva negli occhi dei suoi schiavi sottomessi è ciò che le dava il massimo piacere e persino stimolazione sessuale, raggiungendo anche l'orgasmo in pochi minuti senza nemmeno toccarsi la vagina o il clitoride, il potere della mente è veramente capace di provocare nel corpo qualsiasi risposta emotiva e lei era la prova evidente di questo potere.
All’improvviso si accese una luce su di essa, ad un certo punto vidi come si alzava la corda che univa tutti i nostri preziosi gioielli e le urla di dolore arrivarono all'unisono;
tutti e cinque eravamo tirati dalle palle con forza compulsiva e solo dopo interminabili secondi la tensione si allentó un po', la corda era ancora sospesa in aria, ma era stata legata al muro continuando il suo lavoro di tensione ma più leggera, la nostra padrona con le mani libere ci venne incontro passando coi tacchi a punta sopra un altro schiavo che prima non si era fatto notare, era sdraiato sul pavimento come se fosse un tappeto, la prima cosa che fece Savannah quando ci raggiunse fu guardarmi negli occhi, baciarmi sulla bocca come una donna molto innamorata e accarezzando il mio pene molto dolcemente per un solo istante, poi passó a quello alla mia destra e gli dió un pizzico forte sul capezzolo con le dita, rimase a guardare nel vuoto e poi giró la testa alla mia sinistra ove era situato l'individuo che prometteva vendetta e ritorsione, lo sguardo che lei gli dió fu fulminante, mi girai verso di lui, la sua espressione non era più scontrosa e guerriera come prima ma tutt'altro, è incredibile come la sottomissione ti faccia cadere da una posizione così emotivamente forte e potente verso una condizione di annichilimento e totale vulnerabilità in pochi istanti, il suo volto aveva un espressione pietosa come quella di un bambino indifeso che si sente colpevole di qualcosa di molto grave e che la sua pena sarebbe potuta essere il suo peggior incubo, questa faccia rifletteva perfettamente quello che sarebbe successo dopo: Savannah gli si avvicinò e gli strinse le palle molto forte e per molto tempo, il grido di dolore fu molto acuto e doloroso, quando finì di stringere, Mistress Savannah si mise in ginocchio davanti a lui, stavolta era vestita con un’altra lingerie, super sexy come sempre con calze nere e reggicalze ricamato, vicino alla gamba destra aveva una specie di fodero, allungò la mano e tirò fuori un sottile e lunghissimo astuccio di plastica, estraió da lì un ago molto sottile lungo forse 20 centimetri o più, il ragazzo iniziò a gridare timoroso "no, no no no, no no no no no, no per pietà!"
Gli afferrò il membro, lo strinse per gonfiargli il glande e lo forò con l'ago lentamente e per tutta la sua lunghezza, l'urlo fu forte, ma meno di quanto mi aspettassi, bisogna essere molto sadici per voler fare certe pratiche verso un uomo;
forse lei nutriva un risentimento generato da una repressione probabilmente causata da un infanzia infelice, con un padre così rude e cattivo,sará un risentimento che rifletteva ai suoi schiavi per sfogarsi perché a sua volta si sentiva ostaggio del proprio padre?
Mentre cercavo di capire il motivo per cui una donna che potevo percepire come capace di amare volesse tanto far soffrire a uomini innocenti, continuavo a guardare la scena e la mia gola si strozzava come se il grande King Kong mi stesse stringendo il collo con la suo enorme e forte mano;
lei estrasse un altro ago e sollevò lo scroto che era già appeso alla corda, afferrò uno dei testicoli con due dita della mano sinistra e con l'altra lo forò attraversandolo così lentamente che gli ci volle forse piú di mezzo minuto per raggiungere la base dell'ago, dopo aver sentito il suo canto di straziante sofferenza vidi lei lasciarlo andare e voltarsi verso di me, si alza, mi guarda negli occhi, mi sostiene la sacca dello scroto e mi chiede : "tu resisteresti così tanto per me?"
Non sapevo cosa rispondere, non volevo assolutamente una sorte del genere, ma se le dicevo di no avrei potuto farla arrabbiare di più, l'angoscia e la paura tornavano a salire a livelli altissimi,
"Non te lo meriti" mi disse,
"loro sì, loro si sono comportati molto male, molto prima di entrare nella mia prigione, loro non sanno amare, alla fine ricevono quello che danno."
Improvvisamente si spensero le luci e mentre ascoltavo i lamenti di loro quattro sentivo come il mio scroto si slegava, il tocco delle sue mani sui miei genitali era qualcosa di favoloso, sembrava che emanasse un'energia fortemente erotica e sana, come quella di una fata, ovviamente il mio pene si gonfió in pochi secondi e lei si catapultó subito con la bocca e lo inghiottí di nuovo tutto fino in gola, con una mano mi accarezzava lo scroto e con l'altra mi penetrava nell'ano sorreggendo un grosso dildo vibrante che portava nel fodero della gamba dandomi un piacere incomparabile, aveva la capacità di cancellare dalla mia mente tutto l'orrore che stavo provando, l'angoscia e la paura che mi logoravano scomparivano ogni volta che quella donna mi toccava con le sue mani affascinanti finché non le venni intensamente in gola, un altro lunghissimo orgasmo sparando litri di sperma che lei ingoiò a dismisura senza soddisfarsi, poi con le sue mani spremette il pene fino all'ultima goccia in bocca e non smise di succhiare fino ad allora, era una donna con un fuoco di passione che non aveva eguali e apparentemente io ero il suo prescelto, ero speciale.
Vorrei tanto che questo mi salvasse la vita, speriamo...
Giorno 6: Agonia
Erano passati giá molti giorni di prigionía, furono senza dubbio i giorni più intensi ed emozionanti di piacere e dolore che in tutta la mia vita messa insieme, ero esausto, nonostante avessi passato molto tempo sdraiato in cella per dormire mi mancava il cibo ed ero disidratato, mi sentivo più debole, la famiglia di psicopatici aveva smesso di darmi i pezzi di carne gia da oltre un giorno, era evidente che la mia vita stava per giungere al termine ma la mia mente era ancora lucida e io pensavo che solo questo poteva salvarmi dall'agonia che precedeva la sentenza.
Pensa Dexter... pensa, potrei avere ancora una possibilità di salvarmi in qualche modo e se ci credo fino alla fine non dovrò affrontare questa profonda agonia, qualunque cosa accada, non ti arrendere!
La porta si apre con tutto il rumore del metallo arrugginito a seguire, proprio come nei film più spaventosi che mi piaceva vedere al cinema, la tensione sul filo del coltello è sempre stata dominante fino ad ora, ma anche la voglia di riposo era imponente, l'abbandono e la rinuncia venivano suggeriti al mio essere da tutti i muscoli del mio corpo e dal mio senso logico;
era Rufo, mi slegò e mi riportò nella stanza lunga del giorno prima, lì mi mise le manette ai polsi dietro la schiena e mi spinse in ginocchio, davanti a me in piedi lungo le pareti del corridoio c'erano 10 uomini nudi con la mano destra libera, un collare di cuoio al collo con viti di metallo di adorno con una catenella molto corta attaccata al muro, lo stesso attrezzo anche alle caviglie e cosí costretti a stare in questa posizione posti in fila, in fondo alla stanza c’era lei , stupenda e splendida in un corsetto nero che le alzava le tette mastodontiche facendole vedere ancora più grosse e imponenti, senza mutandine calze rosse,reggicalze e guanti di seta rossa, tacchi neri con suola stile mattone che la allungavano ancora più in alto, come una giraffa.
"Che tutti comincino a toccarsi" enunció venendomi incontro con il suo passo felino, questa volta non ricevetti nessun bacio appassionato di benvenuto, era chiaro che in quella sessione io ero "l’ospite d’onore" visto che ero l'unico che non portava il guinzaglio eccetera.
Sarà questo un buon segno? O tutt’altro?
O mi toccava un gioco più severo degli altri che in quel momento si stavano masturbando senza dolore? Solo il tempo lo dirà;
Savannah mi fa inginocchiare accanto al primo uomo in fila mentre lei inizia a strizzargli le palle e a dire:
"vieni adesso", l'uomo fa uno sforzo e in poco tempo raggiunge l'orgasmo, lei improvvisamente gli afferra il membro e se lo punta contro il petto facendo colare il suo seme e successivamente mi dice: "continua tu, tira fuori quello che resta", Iei mi afferra i capelli e mi spinge verso il suo pene per farmelo succhiare, si sposta davanti al secondo uomo dicendo: "e tu? Non sei ancora venuto?"
Presto lui eiaculó mentre lei se lo metteva in bocca e si lasciava colare il nettare sul mento e le scorreva sul petto dove c'era ancora tanta sborra dell’uomo precedente, mi spingeva di nuovo verso di lui e mi costringeva a succhiarlo tirandogli fuori quello che rimaneva del suo sperma, quindi la sessione continuó fino a quando tutti eiacularono e quando Savannah si giró verso di me, vidi una scena molto calda di una donna avida che ha bisogno di esagerare in ogni momento con una quantità di sperma cremoso che le ricopre tutto il corpo, sbavandolo anche dalle sue labbra , dal suo collo e il suo petto e passando attraverso il suo corsetto fino a raggiungere la sua deliziosa vagina come se fosse un fiume in piena, era una scena molto porno che avevo visto solo poche volte su internet e che dal vivo mi causó ancora più eccitazione, sarà perché era estremo e perverso, ma era soprattutto la mia padrona che mi causava tutta questa eccitazione e perdizione;
Comincó a baciarmi appassionatamente come aveva sempre fatto fino ad allora ma questa volta condividendo lo sperma e poi spingendo la mia testa verso il suo petto "pulisci la tua padrona", "puliscimi tutta, non voglio che lasci niente " mi dice, e così via. Colsi l'occasione per succhiare i suoi grossi capezzoli sporgenti e poi più in basso, lei si poggió all'indietro per darmi libero accesso tra le sue gambe, la sua vagina adesso così ben lubrificata le permise di provare più piacere quando passavo la mia lingua lunga e calda sopra il suo clitoride e penetrandola allo stesso tempo, i suoi gemiti aumentarono e mi piaceva di più ascoltarli e allo stesso tempo assaporare il suo bel fiore così succoso, finalmente inizió a sparare il suo squirt delizioso e saziante da dover bere fino al termine del suo orgasmo, sarebbe stato un peccato interrompere così la sua estasiante goduria che mi permetterei di dire: sarebbe stato un peccato “mortale”.
La sua faccia soddisfatta si trasforma immediatamente in un'espressione preoccupata che non avevo mai visto prima, mi prende il braccio e mi trascina nell'angolo opposto della stanza lontano da tutti i Mandingo, prende qualcosa dalla parte posteriore della sua schiena e inizia a parlare a bassa voce :
"Ora che ti sei nutrito bene, ascoltami bene, con questa costola umana aprirai il lucchetto della tua cavigliera, all'alba verrà a prenderti mio padre per farti carne macinata, si tratta di un vecchio dai riflessi lenti, quando aprirá la porta infilagli l'osso in gola con tutte le tue forze, corri a destra, oltrepassa il primo corridoio verso i primi gradini, a sinistra della porta c'è una cassetta con delle chiavi, usale per aprire la porta e corri a sinistra, ci sarà un'altra porta che lascerò aperta, da lì sarai fuori, salirai nella mia macchina e usciremo da questo incubo",
"Ti amo" mi dice, "sei la cosa piú bella che mi sia mai capitata nella mia spaventosa vita".
WOOW, tutti i miei dubbi sui sentimenti che poteva provare per me svanirono in un soffio, avevo la chiave del paradiso accompagnata da niente meno che la donna più bella e intrigante che io abbia mai sognato.
Ero molto eccitato dalla felicità, poi ho iniziato a fare mente locale e le ho chiesto:
"Come faccio a portare l'osso nella cella senza essere scoperto? Sono nudo!"
Lei, sorridendo, risponde: "girati" ops, e mi infila la costola di un morto nel culo, e pensare che solo un attimo fa la vedevo come... la chiave del paradiso? merda
Rufo questa volta venne a prendermi e mi riportò con forza nella mia cella, il suo desiderio di farmi carne macinata per il cane o per qualche cliente affezionato era evidente, l'agonia che provavo non era ancora passata, cosciente che la mia vita poteva finire molto presto, percepivo l’alito del demonio dietro la nuca come non mi era mai capitato ma in compenso avevo un piano, uno strumento, un'arma, e una bellissima complice, la tensione aumentava aspettando il tramonto.
Avrei avuto il coraggio, il valore di portare a termine il piano di fuga?
E se il maledetto riesce a fermarmi con la sua forza? Queste persone sollevano i maiali come se niente fosse, avranno una forza che io non potrò contrastare, devo impedire che ciò accada;
E se mi imbatto nel figlio Rufo, o nei suoi cani malvagi?
Cominciavo a pregare e supplicare al cielo che tutto ciò non avvenisse perché altrimenti non avrei avuto successo, e ciò avrebbe significato una morte più atroce per averli assaliti;
no, no, tutto questo non ha importanza, se non ce la faccio, in un modo o nell'altro sarà la fine, devo essere ottimista e basta, al mio paese si direbbero: "che la madonna ti accompagni"...
Giorno 7: La fuga
Dopo aver studiato lo stesso piano nella mia mente una e più volte senza dormire tutta la notte riuscíi ad aprire il lucchetto della cavigliera, purtroppo riuscíi anche a rompere la costola che ora appariva più corta, ma anche più appuntita, finalmente venne l’alba, la luce cominciò a penetrare in quella stanza che tanto mi disgustava, nel mio ottimismo pensavo che ad ogni modo sarebe andata non sarei più finito in quella stanza, i passi del macellaio questa volta risuonarono come se avessero un'eco nelle mie all'orecchie, la mia attenzione si fece più severa, avevo pensato di nascondermi dietro la porta e aggredire di sorpresa il viscido individuo, poi rielaborai che non vedendomi legato in un angolo lo avrebbe allertato, così rimasi a terra senza dare sospetto, la mia fronte sudava come una fontana d'acqua, la porta si aprì, dietro il macellaio si vedeva l'ombra di un'altra persona, NOOO, suo figlio Rufo, non potrò aggredire entrambi, e appena mi raggiungeranno scopriranno che non sono piú legato, la fine è prossima, devo pensare in fretta ora o mai più!
"Figliolo" esclamò il macellaio, "portalo di sotto, lo facciamo cotoletta di manzo, oggi è giorno di paga mensile e i clienti comprano i tagli migliori, diamogli quello che vogliono".
Quindi si dirige in un'altra direzione e suo figlio mi viene incontro, prima lo colpisco all'addome con l'osso affilato e senza pensarci mi viene in mente di avvolgergli la catena intorno al collo e spingerlo via dandogli una spinta che lo mette fuori uso risparmiandomi subito una lotta difficile, in tutto ció si sentono i passi di suo padre tornare indietro sospettoso e mi avvicino velocemente alla porta, lui appare e senza dargli il tempo di reagire gli punto la costola direttamente al collo, Savannah aveva ragione, i suoi riflessi erano abbastanza lenti e riesco a infilzare l’arma proprio dove potevo ucciderlo, non potevo credere a quello che stava accadendo, corri Charles Dexter corri verso la libertà!
Raggiunsi la scatola e afferrai il portachiavi, c'erano diverse chiavi e diventai molto teso mentre le inserivo una ad una nella serratura "non mandare tutto a puttane Charles, non rompere la chiave dentro!" (mi dicevo nella mia testa), la terza era quella giusta, la porta si aprì senza ricevere nessun colpo d'ascia alla schiena e con tanta adrenalina corsi più veloce di un ghepardo verso il corridoio che secondo me dava accesso all’uscita del parcheggio senza mai voltarmi, la porta era giá sbloccata e si aprì, esattamente come mi aveva detto Savannah che era proprio lì accanto alla macchina con l'aspetto del sole più bello del cosmo, corsi verso di lei lasciandomi alle spalle tutti gli orrori di una famiglia degenerata e cammino verso la libertà.
Salíi in macchina e così anche lei al seguito, il motore era acceso e presto uscimmo dall'inferno, ce l'ho fatta...
Giorno 8: Insieme
Dopo aver viaggiato per molte ore ascoltando il piano di Savannah, arrivammo in un hotel per riposarci, lei prese una borsa con dei risparmi di famiglia e alcuni effetti personali e vestiti a mia insaputa che era andata a prendere a casa mia, aveva pianificato tutto sin dall'inizio, una donna molto astuta e con tanta voglia di cambiare vita.
Ma come andrà a finire la mia convivenza con lei?
Una femme fatal con un sacco di raccapriccianti omicidi sulle spalle?
E d'altro canto, cosa sarà successo alla sua famiglia?
Sono morti?
La polizia li ha trovati?
O ci stanno cercando?
Riuscirò a dormire la notte con tutti questi pensieri che mi perseguitano?
Alla fine raggiunsi la conclusione che con una donna come lei non riuscirei comunque a dormire la notte!
Finalmente il peggio è passato
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