Una doccia lunga una vita
di
Giuan
genere
incesti
Anna era una stupenda 32enne. Possedeva l’eleganza di una Miss e un fisico perfetto: statura nella media, longilinea ma con un bel seno che sorreggeva con un reggipetto misura quarta. Lavorava in un’agenzia turistica, aveva un modo di fare spigliato e simpatico, loquace quel che bastava. Il suo taglio di capelli neri corti gli incorniciava un viso sempre luminoso e sorridente. Era felice della sua vita, che aveva raggiunto l’apice esattamente 16 anni prima, con la nascita di Ely. La figlia l’aveva concepita una sera in spiaggia in Maremma, la sua era stata un’avventura di una breve vacanza e quel rapporto avuto con un bel ragazzo era stata la sua prima volta. Si era accorta della gravidanza solo alcuni giorni dopo, quando ormai era tornata a casa vicino a Torino con i genitori. Ancora un po’ non ricordava nemmeno il nome del padre della sua creatura, ma non gliene importava nulla. I genitori la presero male e lei, al compimento dei 18 anni, se ne andò a vivere da sola, in un piccolo appartamento in periferia del quale pagava il modesto affitto con il lavoro in agenzia che aveva appena trovato. La bambina se la portava dietro al lavoro, grazie alla benevolenza della titolare dell’agenzia che se l’era presa a cuore, e i rapporti tra madre e figlia erano sempre stati di totale simbiosi. Crescendo, Ely somigliava sempre più alla madre e per un certo periodo, appena la ragazzina aveva raggiunto la maturità sessuale, veniva scambiata dagli estranei come la sorella minore di Anna, fino a che questa non decise di cambiare il suo look e tagliarsi i capelli. Per Ely lo sviluppo avvenne molto tardi, a 15 anni, a differenza della madre che già a 10 era “signorina”, e questa cosa l’aveva demoralizzata per parecchio tempo. Aveva già una statura vicino a quella di Anna ma un fisico ancora privo delle “giuste misure”. Madre e figlia si erano trasferite in un appartamento leggermente più grande, Ely aveva la sua piccola stanza che però preferiva utilizzare solo per studiare e leggere. Fin dalla nascita, infatti, dormiva nel comodo lettone con Anna e le due amavano molto, nelle nottate d’estate, restare a guardare la tv nude sul letto. La doccia insieme era la prassi: anche se d’estate Ely arrivava a casa parecchio prima di Anna, preferiva attendere l’arrivo della madre per mettersi sotto la doccia insieme, che era abbastanza spaziosa da contenerle comodamente entrambe. Era molto raro che Ely ospitasse amiche e non voleva avere alcun rapporto con i maschi, mentre non avveniva praticamente mai che la madre ospitasse qualcuno, se non qualche collega per delle rare cene che madre e figlia non vedevano l’ora che terminassero. Le poche compagne di scuola che la ragazza riceveva nella casa erano in visita solo per studiare insieme. Appena qualche discorso da adolescenti trascendeva nell’erotismo, prontamente Ely trovava una scusa per togliersi dalle scatole le amiche e restare da sola a casa in attesa dell’arrivo dell’amata madre. Anna non aveva compagni, a suo dire non ne aveva mai avuti, i suoi desideri e le sue fantasie erotiche le sfogava nel letto, quando Ely era già addormentata, o sotto la doccia. In questo caso, più che altro per un malcelato pudore, non lo faceva capire alla figlia, anche quando le due si strofinavano a vicenda e Anna chiedeva a Ely di farlo con un certo vigore proprio nelle parti intime. La ragazza capiva e l’assecondava, ed era felice sia di provocare momenti di piacere alla madre (che anche se raggiungeva l’orgasmo cercava di non farsi capire), sia di poter toccare quel corpo così bello, tornito e statuario. Già solo il toccare la vagina, il seno e il bellissimo sedere della madre le provocava intensi momenti di piacere, che raggiungevano il culmine quando era Anna a sfregare il corpo della sua giovane figlia. Una sera d’estate, dopo la consueta doccia, Ely se ne stava sul lettone a gambe divaricate, mentre Anna si asciugava i capelli in camera davanti a lei. Entrambe nude, cercavano con lo sguardo l’una il corpo dell’altra. La vulva di Ely, contornata da radi peletti rossicci, era gonfia e sembrava potesse esplodere da un momento all’altro. La ragazza credeva di poter raggiungere l’orgasmo solo ondeggiando ritmicamente le gambe, per non far capire così esplicitamente a sua madre quanto era forte il suo desiderio, ma questi movimenti non la stavano portando al risultato desiderato. Da par suo Anna, che era perfettamente depilata, aveva il sesso in fiamme, i suoi umori tendevano a colare lungo le cosce e le piccole labbra ormai fuoriuscivano all’esterno della vulva. Finito di asciugarsi i corti capelli, Anna prese coraggio, si inginocchiò sul letto di fronte alla figlia e le disse: “senti Ely, siamo abbastanza grandi per non nasconderci dietro ad un dito, perché non la finiamo di toccarci le passere solo sotto la doccia e non ci facciamo liberamente un ditalino ogni volta che vogliamo? Sia da sole, sia insieme, sia reciprocamente. Insomma, come ci pare…”. Ely non fece nemmeno finire la frase ad Anna che si mise seduta, quindi si inginocchiò a sua volta davanti a lei, le prese la mano e la avvicinò alla sua figa ormai in fiamme e bagnatissima. Lo stesso fece la madre con una mano di Ely, solo che per Anna era ormai troppo tardi: praticamente all’istante un violento orgasmo la percosse tutta, con spasmi e convulsioni come non aveva mai provato. E non si ricordava nemmeno di aver mai provato un’eiaculazione tanto forte al punto che dalla sua vagina fuoriuscì un fiotto di umori che lavò letteralmente Ely. La quale, a quel punto, ebbe anche lei un bellissimo orgasmo, seppure più “asciutto” di quello di Anna. A quel punto entrambe si buttarono sul cuscino, ridendo e piangendo allo stesso tempo per la gioia e la liberazione da quello che fino a quel momento era un piacere nascosto anche a loro stesse. Si baciarono, dapprima compulsivamente poi appassionatamente, un atto che Anna non provava più da molti anni e che Ely aveva solo sognato di provare insieme alla propria madre. Finito questo lungo e bellissimo rapporto, ripresero a sditalinarsi, questa volta ognuna per sé, in maniera molto naturale e libera. Fu questo l’inizio di uno stupendo rapporto di condivisione del piacere reciproco: di rado facevano esperimenti con dei sex toys, più spesso usavano dita e lingua per penetrare i loro orifizi e darsi piacere ogni volta più intensamente.
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