Mariangela - Ovvero come scoparsi la mamma piano piano.

di
genere
incesti

Si lo so! Dal titolo penserete che io sia l’ennesimo adolescente imbranato e presuntuoso che non solo vuol fare credere di essere riuscito a farsi la madre, ma vuole pure insegnarci come fare con le nostre. Abbiate fede non è così!

Avere molta pazienza…
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Sono cosciente che scoparsi la mamma è un desiderio di molti e che solo pochissimi fortunati sono stati in grado di realizzarlo. L’incesto non è soltanto un tabù antropologico condannato dalla società e proibito dalla legge. Principalmente è un pericolo alla sopravvivenza della specie umana. Danneggia il rinnovamento genetico di cui la nostra razza ha bisogno. Per questo esiste sia nella madre che nel figlio un blocco atavico (in gen. riguarda tutti i membri di una stessa famiglia) che lo rende poco praticato e praticabile. In altre parole Mamma e figlio sono nei loro rapporti vicendevolmente asessuati perché così vuole la natura. Guai se così non fosse. Se uno dei due superasse, per qualche motivo, questo limite naturale non è detto che l’altro sia capace o disponibile a farlo. Ecco perché risulta impossibile credere alle storie di incesto consapevole e consenziente.

Sante parole, ma non è questo il mio caso! Che ci crediate o meno, anche se ci ho messo una vita, io mia madre me la me la scopo per davvero. Mi chiamo Paolo, 36 anni , sui 178cm, capelli neri, volto regolare e un bel fisico. Badate, non sto dicendovi che sono uno sciupafemmine e che ho un cazzo da paura, voglio solo figuravi una persona di bell’aspetto, di ceto e cultura medio alti. Dotato di un buon carattere, determinato e molto paziente. Ed è stato questo il segreto del successo con mia madre. L’essere stato costante nel desiderarla. Un porco riflessivo insomma. Se ci avessi provato da ragazzo e non nego di averlo pensato, non ci sarei mai riuscito. Probabilmente avrei rovinato tutti i miei futuri rapporti familiari non solo quelli con lei. La mia famiglia all’epoca era composta da 4 persone. Oltre a me e mia madre, c’erano anche mio padre e mia sorella.

Prendere Consapevolezza..
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Come dicevo il blocco naturale anti incesto l’ho superato molto presto. Anche se non lo sapevo ancora. Già dalle prime seghe scoprì di provare forte attrazione per donne molto più grandi e rotonde di quanto lo fossero le ragazze tipo dell’epoca. Dall’intimo per signore del “Postal-Market” alle riviste porno come “Le Ore” il passo fu breve. Ed è stato così che manifestai il tema dell’incesto.

Inizialmente mi vergognavo, non riuscivo a capire perché trovassi quelle storie, in particolare quelle tra mamma e figlio, così eccitanti da farmi diventare il cazzo duro come l’acciaio. Da spingermi a masturbarmi come un ossesso. Poi piano piano mi ci abituai.

Oltre che porco in erba ero anche uno studente volenteroso e, immodestamente, molto intelligente. Sapevo di Edipo e tuttavia ci volle moltissimo tempo affinché in quelle storie figurassi il corpo e soprattutto il volto di mia madre. Mariangela. 58 anni la scorsa settimana. Alta 1.64 per 68Kg. Giunonica alla 6° misura. Pienotta ma con una bellissima pelle bianca e priva di segni particolari ancora adesso nonostante l’età. Capelli rosso tinti che sotto certe vesti (cioè senza) non fanno altro che renderla più troia di quanto mi si sia già mostrata.

E qui fermo la descrizione. Potrei continuare ma qualunque rappresentazione io faccia, non penso di riuscire a darvi reale idea su come sia messa mia madre in questo momento. Posso però indicarvi qualche granny famosa in rete, una che in qualche modo le somiglia. Ad esempio: “Carole Brown”. Si! così è sicuramente più facile. E’ una MILF specializzata nel genere amatoriale. Cercatela come “Carole Brown MILF”… Mamma le somiglia moltissimo nel corpo e un po’ anche di viso (una precisazione: Carole è del 64, mia mamma è ovviamente quasi 10 anni più grande).

Decisamente una splendida donna, un po’ grossa per qualcuno … bellissima per me. Impazzivo per le sue enormi tettone. Per non parlare delle cosce. Grosse, Polpose... La cellulite non è mai stata un problema per lei. Così i peli sulle gambe, pari a zero. In costume stava benissimo. Non c’era nessuna come lei.

Alimentare la passione …
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Una volta capito cosa volevo ho iniziato presto a godere di ogni piccola cosa. O meglio ho imparato a… Non ho mai cercato un contatto. Non avevo il coraggio. Mi limitavo a spiarla, in bagno così come in camera da letto, nascosto dietro le porte ma anche da lontano. Del resto le occasioni non mancavano.

Sappiate che certe occasioni non mancano mai. In qualsiasi famiglia. Proprio in virtù di quel blocco che rende indifferenti al sesso tutti i membri di uno stesso nucleo. Nessuna mamma, padre, fratello o sorella si nasconderanno mai pienamente ai vostri occhi. Approfittatene per far crescere il vostro desiderio. Il blocco non è vostro ma loro.

Un pomeriggio, ad esempio, papà era fuori a lavoro e mia sorella era ancora a scuola perché faceva il tempo pieno. Mia madre aveva comprato della roba da vestire al mattino e non vedeva sicuramente l’ora di indossarla per una prova più accurata. Immaginando cosa sarebbe successo mi misi in attesa del giusto momento in cui l’avrei potuta spiare. Sono sempre stato considerato un abitudinario. Di solito passavo quasi tutto il primo pomeriggio in camera mia a studiare (o a fantasticare sul favoloso culo di mia madre). Pertanto lei non fece caso a dove fossi. Ed ero anche divenuto molto bravo a non farmi vedere (o almeno così pensavo). Iniziò a spogliarsi molto lentamente, era una sua caratteristica, per prima cosa si sedeva nel letto e si toglieva le scarpe, poi si rialzava e sfilava la gonna aiutandosi con un leggero movimento ondulatorio dell'anca… Il maglione su di un poco, via le calze. Alla fine rimaneva sempre in reggiseno e mutande a rimirarsi per qualche minuto davanti allo specchio. A volte provava a sollevare le pesanti tette con le mani, quasi a provare che più su di così non sarebbero potute andare.

Per me era tutto materiale da sega. Mi eccitavo a guardarla. Mi eccitavo a pensarla. A quel tempo non avevo bisogno di altro…

Sfruttare le occasioni…
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Se uno non ci pensa difficilmente troverà della malizia ma sono molti i comportamenti di una mamma che possono dare luogo ad eccitazione. Il mare, ad esempio, è una fonte inesauribile di atteggiamenti ambigui.

Mi mettevo bocconi sull’asciugamano, anche per nascondere l’imminente erezione che sarebbe da li a poco arrivata, e fingendo di dormire la osservavo prendere il sole. Il massimo per me era quando si girava di lato ad afferare qualcosa. Lo slip del costume gli si infilava sempre tra le chiappe e io potevo ammirare il suo splendido culo anche se solo per qualche secondo. Il cazzo ovviamente mi si rizzava ed una voglia irrefrenabile di spingere il bacino verso il basso mi prendeva all’istante. Ah! ..Come avrei voluto girarmi e farglielo vedere…Chissà come avrebbe reagito.

Sempre in spiaggia mettendosi prona per abbronzarsi il dietro usava slacciarsi il reggiseno per evitare il segno del costume sulle spalle. Prima o poi si sarebbe dovuta girare ed io, paziente, sapevo che a quel punto la gravità avrebbe fatto il resto. Una volta le ha persino lasciate stare al vento. Forse pensava che nessuno la osservasse, tantomeno il suo asessuato bambino.

Fu uno spettacolo fantastico. L’ho vista girarsi di scatto e sollevandosi cercare di mettere a posto il reggiseno. Un gesto naturale come molte donne in spiaggia usano fare. Però quella volta qualcosa andò storto. Una spallina del reggiseno si impigliò da qualche parte, forse sotto le sue stesse spalle, e la tipica mossa che generalmente permette alle donne di coprirsi al volo non funzionò. Tutte e due le mammelle per via del peso o di un momento beffardo, dovuto all’inerzia, schizzarono fuori dalla poca stoffa e dalla piccola mano che le copriva. Lei non si scompose. Le sollevò entrambe con il braccio sinistro e con il viso rivolto verso il basso disegnò un movimento da destra a sinistra, ad osservare compiaciuta ciascuna delle due enormi mammelle.

Io ero in visibilio. Non era la prima volta che le vedevo, ma era la prima volta da quando avevo raggiunto la mia consapevolezza. Cioè che mia madre era un bonazza da paura e che avrei voluto tanto farmela. Due aureole rosa chiaro spiccavano in mezzo a quei rigonfiamenti. I capezzoli, quasi dello stesso colore delle aureole sembravano i ciucciotti di un biberon oversize. Sottili venuzze di colore viola si intravedevano qua e la sulla pelle mai raggiunta dal sole. Ero in trance.

In quel momento non potevo sapere che mia madre Mariangela si fosse accorta da tempo delle mie attenzioni. Fu proprio durante quello strano episodio che ebbi ad un certo punto la chiara impressione di non essere più l’osservatore ma l’osservato. Al finire di quel gesto inusuale, volto a compiacersi di un corpo ben fatto, notai in mia madre un movimento esterno degli occhi. Ancora più insolito. Smaliziato…Come a cercare l’approvazione di uno sguardo altrui. Il mio!..

Non disperarsi mai, anche nei casi estremi…
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Se desiderate tanto intensamente qualcuno è probabile che questi prima o poi se ne accorgerà. Prima accade meglio è. Il resto sta a voi. Non dico che questo è il momento in cui vi possiate buttare a capofitto. Però è un primo vero passo. Se non trasmettete la consapevolezza del vostro desiderio al parente che desiderate scoparvi. Non credo possiate raggiungere l’obbiettivo di un incesto consenziente.

Quella era la prima volta che accadeva in modo esplicito qualcosa. Poteva essere una conferma, un invito a continuare oppure un disastro. All’epoca di questo singolo episodio avevo 17 anni e anche se erano già tre anni che la spiavo non ero ancora abbastanza maturo da affrontare la cosa nel modo giusto. Inoltre tutto poteva essere una mia impressione, rivelatasi corretta solo nel seguito, non avevo alcuna certezza.

Durante quell’episodio mia madre non disse nulla, si risistemò lentamente e fece finta di niente. – Una conferma! direte voi –. Può darsi!... Per festeggiare mi regalai quella sera stessa una super pippa a due mani con gran sborrata su una sua foto. Una di lei che la ritraeva in costume cosce accavallate su uno scoglio.

Continuare a trasmettere il proprio desiderio
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Che fossi inconsapevolmente riuscito o meno a passare il mio desiderio di incesto a mia madre Mariangela, mi rallegrai di come erano andate le cose. Il mio punto di vista divenne: – Adesso lei sa e forse la cosa non la infastidisce –. Nella mia testa ero autorizzato a desiderarla, forse non in modo esplicito, ma potevo continuare a sperare.

Sappiate che tutte le mamme devono fare i conti con Edipo. Almeno per un certo periodo di tempo. Tranquilli una mamma non farà nulla per impedire questo vostro desiderio (la maggior parte delle mamme non saprebbe neanche cosa fare). Come vi ho già spiegato al massimo farà finta di niente sperando in una vostra guarigione. Nel mentre voi comunque godrete di fantastiche seghe pensando a lei che ne è consapevole.

A questo punto, se siete fortunati il tempo potrebbe aiutarvi nel resto. Gli amanti del sesso a 360° riconoscono che ciò che facciamo fatica ad accettare oggi, perché non ci piace o ci fa schifo, può essere facilmente digerito domani se continuiamo ad assaporarlo poco per volta.

Ecco il piano. Mia madre avrebbe dovuto continuare a pensare che non ero guarito, che la desideravo incessantemente e che avrei fatto di tutto per possederla. Cosi facendo, giacché mi voleva bene, si sarebbe resa complice via via più consapevole e forse un giorno anche lei avrebbe desiderato la stessa cosa.

Da quell’episodio sulla spiaggia passarono due anni, durante i quali io non smisi mai di cercare altre eccitanti occasioni per spiarla e allo stesso tempo trasmetterle il mio desiderio. Puntualmente le ho sempre trovate. Quasi fosse lei stessa ad offrirmele, casomai me ne fossi qualche volta dimenticato.

Una volta entrai in bagno di urgenza, non mi ero accorto che lei fosse in piedi dentro la vasca, si stava sciacquano con lo sbruffino della doccia.

– Scusa mamma, esco subito –. Dissi coprendomi gli occhi.
– Tranquillo, che vuoi che sia sono tua madre mica il diavolo –. Mi rispose senza pudore e senza il minimo accenno a coprirsi.

Fu come un invito. Aprii gli occhi e la guardai per bene, ammirato. Un corpo da maggiorata, tette e capezzoli sgocciolanti, una scena indescrivibile. Fu la prima volta che le vidi la fica o meglio il sottile ciuffo di peli ben rasati che lei teneva in mezzo alle cosce.

Credo di aver avuto un erezione istantanea. Lei rise compiaciuta ma non accadde null’altro. – Beh adesso esci che entra aria fredda… –. Mi disse. Che sega che mi sparai quella sera. Indimenticabile…

Un'altra volta accadde la stessa cosa ma a ruoli invertiti. Fu lei ad entrare mentre ero io a fare la doccia.

– Mamma… cazzo… non hai sentito che c'ero io.
– Beh potevi chiuderti a chiave .. E comunque che sarà mai..–. Mi rispose.

Allora fui io a restituirle il favore, tolsi le mani dal mezzo delle gambe dove le avevo istintivamente portate e glielo mostrai. Vero che vi ho detto di non credere che avessi un bel cazzo? Fortunatamente c’è l’ho. Non è da superdotato ma fa una grande impressione a riposo. A riposo sia le palle che lo scroto sono enormi. Vidi la sua faccia.

– Però… –. Mi disse.

Oggi mia mamma ride di questo nostro comportamento, specie dopo aver preso il mio cazzo nel culo. Tuttavia mi ringrazia di non aver forzato la mano. All’epoca mio padre buon anima era un uomo validissimo. Mia madre anche se aveva capito non cercava altro.


Avere una vita normale...
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Il desiderio incestuoso nei confronti di mia madre per quanto eccitante non era limitante nei miei rapporti con le altre donne. Ne impegnava totalmente la mia vita. Sia durante la mia adolescenza che dopo ho avuto diverse ragazze specie dopo che sono andato via di casa per l’università.

All'università ho conosciuto anche delle donne mature. Ve le consiglio sono delle ottime navi scuola. Il desiderio di scoparmi mia madre non è mai venuto meno. Lo tenevo sempre vivo cercando e leggendo storie di incesto ovunque fosse possibile. Tuttavia ho accuratamente evitato di farne una malattia.

Se il vostro desiderio di incesto si trasforma in un ossessione. Il risultato finale è scontato. Ospedalizzazione o violenza sessuale. Io non ero così. Ho avuto delle ragazze, molti amici. Studiavo e facevo dello sport. Il mio voler perseguire un incesto con mia madre Mariangela non è mai stato del tipo "a tutti i costi".

La conferma...
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Durante l’università vivevo in una casa con altre due persone. Ognuno di noi aveva la sua camera ma il telefono era in comune. I telefonini non erano ancora comparsi. E poi i primi erano molto cari, senza un lavoro non potevo permettermeli. Così era anche per Internet.

Al telefono non potevo essere esplicito (non lo ero mai) ma neanche allusivo per via degli altri due. Però accadeva a volte di essere in casa da solo. In quelle rare occasioni, quasi sempre di domenica mattina, che sapevo anche di mio padre e mia sorella non essere in casa (mio padre era un cacciatore e mia sorella poco più piccola di me era sempre dal suo ragazzo), mi sistemavo nudo sul divano vicino al telefono, la chiamavo e iniziavo una lenta e silenziosa sega interamente basandomi sulla sensualità della sua voce.

– Ciao Mamma.
– Ciao Bello, come va?
– Bene.. . Cioè come sempre e tu? –. Cominciavo a tirarlo fuori
– Che vuoi che ti dica, tuo padre è andato a funghi e non tornerà prima delle 5 di stasera, tua sorella è via con Michele…
– E tu cosa stai facendo –. Sospirai… non c’era niente che me lo facesse tirare come la sua voce
– Ho finito di fare le pulizie e stavo per fare una doccia.

Ecco, istintivamente tirai il primo colpo fortissimo al cazzo. Nella mia testa la immaginavo nuda con addosso solo un grembiule mentre mi stava parlando al telefono.

– Ma...Non starai parlandomi nuda al telefono –. Voce roca la mia quasi a tradirmi
– Niente che tu non abbia già visto –. Disse lei.
– E che mi piacerebbe rivedere…

Dissi piano tirando un altro colpo fortissimo al cazzo.

– Paolo… guarda che stai parlando con mamma… non con una delle tue troiette.
– Lo so!..E' che… –. La mia voce involontariamente sempre più roca.
– Cosa c’è, tesoro?
– Niente e che stavo pensando che tu sei meglio di queste che chiami troiette.
– Quanto meglio? – mi chiese lei con voce scherzosa.
– Moltissimo!... Mà...Moltissimo!
– In cosa sarei meglio?
– Beh…per esempio…nel corpo. – e continuavo a tirare colpi al cazzo.
– Ma va là che sono una grassona.
– No mamma, non sei grassa, sei grossa, è diverso…Hai un bel seno, non hai cellulite, niente ali di pollo sotto le ascelle…sei..figgg..cioè se non fossi ... – io tiravo, tiravo.
– Se non fossi cosa…?.
– ..AHHHH…

Un grido involontario mi tradì. La sborra usci improvvisamente inaspettata, a fiotti.. Un Silenzio tombale all’improvviso – Stavolta non la sfango –. Pensai: – L’avrà sicuramente capito –. Ebbi paura…

Fino a quel momento il nostro gioco era stato quello di un figlio dichiaratamente in preda al complesso di edipo e di una madre che lo asseconda e lo ammansuisce allo stesso tempo. Adesso io ero andato oltre. Le avevo fatto capire che godevo di lei in un modo osceno. Avevo come si suole dire bruciato le tappe. Oggi so che mia madre si era accorta cosa era accaduto durante quella telefonata e che allora non ebbe il coraggio di parlarmene.

Fece ancora una volta finta di niente. Consapevolmente volle fare finta di niente. Ed ecco il gioco tornare a mio favore. Avevo 25 anni e da li a poco sarei divenuto ingegnere.

Una riflessione…
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Ormai ero un uomo maturo. Le premesse per concludere un incesto c’erano tutte ma nonostante questo non riuscivo a farmi avanti. Per un po’ il nostro gioco continuò come sempre ma un certo punto si interruppe. Non abitando più nella stessa casa e divenuto più cauto al telefono, non è più stato possibile ricreare le occasioni di cui prima.

Se l’obiettivo è far si che tua madre da complice consapevole si trasformi anche nella tua troia, devi coltivartela con continuità. Ma per farlo è necessario starle il più vicino possibile.

Anche se continuavo a desiderarla per me non era più pensabile farle assaporare la mia passione. All’età di 30 anni mi sposai con Francesca, di 2 anni più piccola. Ero innamorato e per un po’ smisi di pensare a mia madre. Anche Mariangela in quel periodo ebbe qualcosa di altro cui pensare. Mio Padre si ammalò giusto prima del mio sposalizio e da li a poco venne a mancare. Ora mia madre era sola ed io non potevo consolarla. Non come avrei voluto.

Inutile rinuncia…
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Con Francesca non è andata bene. Lei e mia madre non si sono mai capite. Tra suocera è nuora c’è sempre un po’ di gelosia. Ma nel mio caso è stato qualcosa di più. Dopo la morte di mio padre mia madre divenne nuovamente una presenza costante nella mia vita. Tornò ad occupare il primo posto nei mie pensieri e mia moglie se ne accorse.

Francesca trovò un diario dove da anni annotavo le mie fantasie erotiche su mia madre. Da sempre gelosa del fatto che a 57 anni suonati gli uomini, anche quelli più giovani, le sbavassero dietro. – Per via di quelle fottute tettone – . Diceva... Già poco sopportava le sue frequenti visite a casa nostra dopo la morte di mio padre. Figuriamoci come avrei potuto giustificare la mia passione incestuosa considerando anche che certi episodi scritti sul diario apparivano come realmente accaduti. Fine del mio matrimonio…

Ecco un consiglio che non centra un cazzo con il mio incesto. Probabilmente avrei scopato mia mamma anche se Francesca non mi avesse lasciato. Se avete qualcosa da nascondere a vostra moglie, disfatevene… Nasconderla non serve a nulla. Tutto ciò che si nasconde tende a venire fuori quando meno te lo aspetti.

Francesca disse:

– Ho chiamato tua mamma,…siete due porci!...
– Ma stai tranquillo… starò zitta, ma solo perché voglio evitare che la vergogna ricada anche su di me…
– Goditi quella cagna e dimenticati il mio nome …Al resto ci penserà l’avvocato…

E mi mise alla porta.

Non sapendo cosa fare presi la macchina e iniziai a girare a vuoto. Era mezzanotte e continuavo a pensare: - Ha parlato con mia madre. Glielo ha detto. Chissà cosa si sono dette... minchia che figura..–. Come se per Mariangela questa fosse una novità. Però io non riuscivo in quel momento a ragionare diversamente.

Avete notato? Non mi stavo preoccupando di aver perso una moglie, dello sputtanamento né dei soldi che mi sarebbe costato il divorzio. L’unica cosa che mi importava era cosa pensasse in quel momento mia madre.

Ci vollero due ore perché ritrovassi la calma. Fu una frase di Francesca che contribuì a farmi tornare in me: – Ho chiamato tua mamma, …Siete due porci!..–. Perché Francesca ha detto “Siete”?... – Che c’entra mia madre, che avrà voluto dire? –. C’era solo una persona che poteva chiarirmi questo dubbio. Mariangela!

La chiamai, erano da poco passate le due di notte. – E’ tardi! Vieni a casa…–. Mi disse, come quando da bambino avevo un problema. E così feci. Avevo le chiavi quindi la trovai ad aspettarmi nella mia vecchia camera. Da quando anche mia sorella si era sposata mia madre viveva in quella grande casa da sola.

– Mamma…–. Accennai.
– Ssssst…Parleremo domani.

Mi rispose mettendosi l’indice in mezzo alle labbra. Non potrò mai dimenticare quel momento. La mia vita sembrava andare giù per il cesso ma io ero sereno come non mai. Ero con mamma e l’atmosfera mi lasciava presagire che presto sarebbe accaduto qualcosa. Ognuno di noi andò a dormire nel suo letto.


Conclusione…
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E’ giorno da un po’, sono sveglio, non ho dormito granché.. Il rumore dei passi di mia madre in corridoio. Deve avere le scarpe rosse, quelle con i tacchi alti. Mi tuffo immediatamente nel letto, spengo la luce e fingo di dormire. – Paolo, svegliati. È tardi –. Sollevo la testa e con le mani mi stropiccio gli occhi. Mia madre aveva tirato su la serranda – Che giornata schifosa…Speriamo non piova –. La luce cupa disegnava la sagoma del suo bellissimo corpo rotondo. Si era messa una gonna nera semi-corta e una camicia bianca aderente, calze nere, forse le autoreggenti . Non era facile capirlo. Usava vestirsi così per le cose importanti. Era impossibile non fissare in mezzo alla scollatura. Troppo grandi quelle tette. Troppo stretta quella camicia. Dalla scollatura intravedevo il pizzo nero del reggiseno bordato con un sottile nastro in raso color rosa. Era fichissima. Si sedette sul bordo del letto. Aveva le autoreggenti adesso potevo vederle.

– Alzati, su.

Avrei voluto farlo, ma un peso sul petto mi soffocava. – Che c’è? –. Mi chiese. Le presi la mano. – Mi vuoi bene? –. Le risposi, non potevo dirle di quanto mi sentissi emozionato ad averla vicino, così bella e provocante. Lei mi sorrise. – Certo che te ne voglio – . Mi disse mettendosi in piedi lentamente.

– Alzati, dai. Non fare il bambino…Ti devi far pregare per uscire dal letto?

Mi disse mentre avvicinatasi allo specchio accanto alla porta con le mani si lisciava la gonna sui fianchi.

– Un bacio?

Si piegò su di me. L’abbracciai ed infilata la faccia tra i capelli rossi che le cadevano dal viso poggiai il naso sul suo collo a godere del suo profumo mentre con il petto assaporai la consistenza del suo seno rigoglioso.

– Che profumo è questo?
– Il sapone al mughetto. Il solito.
– Me lo puoi prestare?
– Lei sollevò un sopracciglio. – Perché?
– Così mi ci lavo e ti ho addosso.
– Lei mi tirò via le coperte. Ma che è questa novità? Su, non fare lo scemo, visto quello che hai combinato non avrai nemmeno il tempo di pensarmi.
– A proposito, non so cosa Franci ti abbia detto ma …
– Ssssst...–. Nuovamente il dito indice in mezzo alle labbra.

Non mi lasciò finire. Ci fu un attimo di silenzio. Mi mise una mano sul petto come a scostarmi e invece cominciò ad accarezzarmi guardandomi in volto come non aveva mai fatto. Il mio cuore batteva forte ed anche il mio cazzo si mise a pulsare.

– Vuoi che ti dico cosa mi ha detto quella troia? O preferisci sapere cosa le ho detto io.
– Tutte e due le cose,… mamma.
– Le ho detto che se mio figlio aveva bisogno di scrivere cose di sesso in un diario la colpa non poteva essere che sua, che ho sempre saputo che era un incapace a letto.
– Si mamma, però …sul diario.
– Lo so!...Hai scritto di me, hai fantasticato su noi due. E allora?... Io non sono come lei… una patata fredda…glielo ho detto chiaramente alla tua cara Francesca. Tuo padre era un porco di prima grandezza. Non sarebbe rimasto con me un minuto in più se fossi stata diversa. Gli uomini certe cose le capiscono al volo. Cosi le donne…
– Cosa mamma? – Io stavo impazzendo, il cazzo non era duro, era diventato di ferro.
– Che sono una femmina calda...una troia per qualcuno, vedi tu... A tuo padre piacevo per questo.

Non era solo il mio cazzo a pulsare anche in mamma stava accadendo qualcosa. Mi stava confessando qualcosa. La sua mano si spostò verso il basso.

– Guarda che non è mica colpa tua se mi desideri. So da sempre di essere una donna provocante. A
tutti gli uomini sono sempre piaciuta per questo, e anche tu sei un uomo. Tale e quale a tuo padre.
– Si ma lei…io…Lei pensa che tra te e me...
– Lo so! Me lo ha detto chiaro e tondo.
– E tu?..
– Io ho confermato. Parliamoci serenamente, a me quella stronzetta non è mai piaciuta. Quando sono rimasta da sola ho cominciato a pensare molto a noi due. Mi sono venuti in mente i tuoi giochetti. Quando mi spiavi... Mi sono mancati sai? … Lei mi ha dato un occasione… Adesso ti levo fuori dalle palle…Non ci ho pensato un secondo....
– Ed io?
– Per te ci sono io...che sono tua madre...
– Ci sei come?
– Così... –. Appoggiò la mano sopra il mio uccello divenuto più che evidente da sotto il pigiama.
– Non è quello che vuoi da sempre.. –. E cominciò ad accarezzarlo.
– Mamma... – . Sospirai.
– Te l’ho detto che per tuo padre ero una troia. Da adesso lo sarò anche per te.

Appoggiò la bocca sulle mie labbra. Ci baciammo passionatamente mentre con la mano continuava a massaggiarmi l'uccello. Provai per un attimo a staccarmi. Volevo parlare. Lei si irrigidì. - Zitto… – Mi disse. sembrava in preda ad un estasi frenetica. Mi spinse le spalle giù verso il letto, sollevo la gonna e si mise in ginocchio, strettamente dal lato corto. Con la faccia si avvicino al cazzo, mi abbassò il pigiama – Mhmm…Come ricordavo..Hai proprio un bel cazzo. – Disse. E iniziò a spompinarlo.

Da quella posizione la vedevo con la testa andare su e giù sul mio uccello ma vedevo benissimo anche tutto il resto del corpo, specialmente la sagoma che le sue tette descrivevano sulla camicia. Sembrava volessero scoppiare. Aprii un bottone come per farle respirare. Le liberai dalle coppe del reggiseno. Palpai avidamente e cercai persino di afferrare i capezzoli con la bocca. Fu una cosa difficile a farsi perché non volevo che lei smettesse di ciucciarmi il pisello. Poi di scatto, già che mi ero mosso, passai sotto le sue cosce per raggiungere la figa, spostai lo slip ed iniziai a leccarla.

– Mhmmm…Sei bravino con la lingua – disse mia mamma.
– Si mi sono dato da fare per imparare…non volevo mancare se fosse arrivato questo momento.
– Mhmmm...continua sembra di velluto... –. Disse ancora.
– Cazzo Mariangela...Che bocca...ci sai fare anche tu... –. Non so perché ma la chiamai per nome.
– Mhmm niente Mariagela per te...sono tua madre e tu sei mio figlio... –. Mi disse stoppando per un istante la pompa.
– Come vuoi tu mamma. – Dissi bofonchiando con la lingua nella sua fica
– Ahhhh ... –. Lei tornò a godere

Ecco il vero significato di "Piacere Incestuoso". Se stai scopando tua madre o tua sorella devi ricordaglielo che sei un suo parente e non un amante qualunque. Fa parte del godimento. – Mamma mi piace l'odore della tua figa, mi fa impazzire. Queste parole la fecero bagnare ulteriormente, un piccolo getto di sbroda colò a lato a lambire il pizzo delle mutande.

– Si così..Tutto... ti succhio... –. Disse parlando direttamente al mio uccello.
– Ahhhh ... –. Feci io.

Il modo in cui mia mamma mi stava succhiando il cazzo era fantastico. Sembrava che non avesse fatto altro tutta la vita. Alternava in modo regolare il pompaggio a colpetti di lingua sul glande. Di tanto in tanto scendeva anche ad assaporare le palle. Per poi risalire a ripetere la pompa facendo prima scivolare la bocca e la lingua caldissime per tutta la lunghezza della mia asta.

Avrei voluto continuare così senza ficcarglielo dentro ma erano troppi gli anni passati a pensare come sarebbe stato. Così la girai di forza per metterla nella classica posizione del missionario. Volevo che sentisse tutta la potenza della mia nerchia. Sollevai entrambe le sue gambe con le braccia, le tirai via gonna e mutande in un sol colpo e finalmente infilai il mio cazzo nella sua fica. Era fradicia.

– Mhmmm…Minchia come ti muovi...
– Si mamma è tanto che desideravo ficcartelo dentro.
– Lo so, adesso ce l’hai fatta, continua. Dai fammi godere che non ne prendo uno da un po'.
– Sei proprio una troia, non c’è che dire.
– Te l’ho detto... Mhmmm... Tua padre lo sapeva mi ha sposata per questo.
– Ahhh...–. Un mio colpo di cazzo più forte la fece urlare di piacere.
– Per la miseria, Mhmm… avevo in casa tutto questo e non me ne ero mai accorta.
– Zitta e continua a godere…troia…!
– Mhmm…Sei un porco…mi fai morire!
– Non vorrai venire adesso…non così presto –. Le dissi.
– Non ti preoccupare di questo, Mhmmm.. vengo quando… Ahhh…vengo… tu non ti fermare.

Così incitato il problema non era se mamma fosse venuta troppo presto ma se io fossi riuscito a resistere. Comunque tanta era la mia voglia di godere di lei quanta quella di farlo più a lungo possibile che continuai a pompare come un forsennato, facendola mugolare ad ogni colpo sempre di più. La montai con esperienza pari a quella di un attore porno.

– Tesoro...Mi sbatti troppo bene, troppo…
– Anche tu mamma, sei un lago e sei caldissima dentro non so quanto riuscirò a resistere.
– Non pensarci…Mhmm…se continui così non credo ci vorrà molto…
– Mamma, sei così troia che quasi ti sborro dentro. – . Sentivo che stavo per venire.
– Cavolo, se parli di sborra io...Mhmmm...dimmelo ancora...
– Cosa Mamma ..Mhmmm... che io ti sborro...
– Si caro, tu...chi...vuoi..cosa...Ahhh...
– Si Troia...Io tuo figlio... TI VOGLIO RIEMPIRE DI SBORRA –. Urlai! mentre continuavo a spingere il mio cazzo dentro la sua fica.
– Siiiii… così dai...dai.. spingi, spingi, più forte.. Ancora... ADESSOOOO…AH AHH… AHHHHH.

Venne con un urlo da mezzo soprano. Così forte che per un istante bloccò il mio piacere. Solo per un istante perché subito dopo capii che era giunto anche il mio momento.

– Mhmmmm…Mamma anch’io sto per venire…dove la vuoi?..
– Dove cazzo ti pare, porco che non sei altro...
– Si mamma...eccomi quasi...solo un secondo...
– Dai porco fammi... inzozzami, mostra alla tua mamma come sborri.
– Ecco mamma...la sborra ... tieni prendi…Ehm Uhhh Uhhh...

Lo tirai fuori dalla vagina fracida di umori, lo puntai verso la sua faccia e schizzai a più riprese. Una parte del mio sperma rimbalzò sulle sue labbra, un'altra fini sulle sue tette. Lei leccò avidamente. Era veramente una grandissima troia.

Da quel giorno, esattamente l’11 Novembre di un anno fa ci godiamo quasi tutte le notti e senza alcun rimorso.




scritto il
2013-01-29
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