Al Parco

di
genere
etero

Ore 18:00 in punto.
Arrivo stranamente puntuale.
Mi fermo.
Parcheggio sull’ampio spazio di fronte al parco scelto come luogo dell’appuntamento.
Mi guardo intorno prima di scendere.
Non sapevo che macchina avessi ma ti intravedo appoggiato su una vecchia Fiat Punto nera che ti stai fumando una sigaretta.
Un ultimo sguardo allo specchietto e apro la portiera.
Scendo cercando di non combinare pasticci con i tacchi visto che non li uso da un po’ e oggi sto indossando un paio di sandali neri semplici, aperti con una fascetta nera sulle dita e il cinturino sulle caviglie.
Il tacco mi sembra sugli 8-10 cm.
Smalto nero in pendant con il look.
Sfoggio il mio miglior sorriso e ti vengo incontro.
Mi vedi, mi fai cenno da lontano per salutarmi e ti avvicini con la sigaretta ancora in mano.
Ho il cuore che mi batte forte nel petto.
Lo sento tamburellare a tutta velocità.
Sono agitata.
I tuoi occhi azzurri puntati su di me mi pietrificano.
Ho un debole di vecchia data per gli occhi azzurri.
Non sono mai riuscita a resistere.
Mi dai due baci sulla guancia.
Sento il tuo respiro pesante.
Il tuo alito da tabacco.
Il tuo profumo che mi accende ed amplifica i sensi.
Realizzo soltanto ora che non ho un look adatto per fare due passi al parco tra i tacchi e il vestito a tubino.
Non importa, non mi perdo d’animo.
Mi appoggio al tuo braccio. Anzi mi ci avvinghio un po’ titubante un po’ sfrontata.
Ci dirigiamo a piedi verso il bar, ubicato all’ombra, sotto gli alberi nella parte centrale del parco.
Ci sediamo vicini su un tavolino un po’ defilato rispetto agli altri.
Era l’unico libero.
Non riesco a smettere di fissarti.
Sono nervosa.
Mi mordo le labbra come faccio di solito quando sono in imbarazzo e molto nervosa allo stesso tempo.
Cavoli!! mi fa proprio strano essere qui con te.
Ci siamo conosciuti in circostanze particolari in piscina qualche giorno fa.
Non pensavo che ti avrei mai più rivisto non essendoci neanche scambiati un contatto e invece hai fatto di tutto per trovarmi sui social.
Ho una voglia tremenda di assaggiare quelle labbra carnose e invitanti. Desidero morderle forte fino a farti quasi male. Voglio che siano mie.
Faccio finta di ascoltare quello che dici.
Parliamo per un po’ del più e del meno.
Ordiniamo da bere.
Attendiamo.
Appoggio le mie gambe sulle tue sotto il tavolino stando ben attenta che nessuno ci stesse guardando.
Arrivano le nostre bevande.
Sorseggio piano il mio drink sempre più desiderosa di limonarti fortemente.
Ma non lo faccio.
Ti provoco sia con le gambe sia con lo sguardo.
Ti prendo la mano.
Non resisto più.
Mi stampi un bacio intenso prima a fior di labbra poi mi tiri un po’ verso di te e mi limoni con tutta la carica sessuale che avevi addosso.
Stordita mi stacco.
Ti sorrido.
Ti guardo.
Parlo poco.
Voglio vedere la tua prossima mossa.
Mi accarezzi le gambe saldamente posizionate ancora sopra le tue sotto al tavolo.
Parti dalle caviglie.
Sali sfiorandomi e non togliendomi mai gli occhi di dosso arrivando alle cosce.
Le senti calde.
Alzi un po’ il vestito.
Mi sto imbarazzando troppo.
Ti fermo.
Ho paura di emettere qualche mugolio e di attirare l’attenzione.
Dopo aver sorseggiato nuovamente il mio drink ti bacio velocemente e ti sussurro all’orecchio se potevamo alzarci e andare a fare due passi per il parco.
Mi prendi per mano.
Ci alziamo e ci dirigiamo verso il vialetto di sassi che conduce ad una enorme fontana.
Tenendomi ancora per mano mi fai fare una piroetta.
Mi stringi a te.
Mi baci con forza.
Camminiamo così per un po’ sotto il sole caldo di agosto.
Dopo poco ti metti dietro di me.
Mi attiri verso di te e mi stringi i fianchi.
Mi abbracci forte da dietro.
Restiamo così immobili per qualche minuto a godere di quel momento.
Sento pian piano la tua erezione che inizia a premere sul mio vestito ad altezza culo.
Faccio inizialmente finta di niente anche se tra me e me pensavo-
“senti come si sta ingrossando e come è duro”-
Continuiamo ad abbracciarci e baciarci avvinghiandoci sempre di più.
Era chiaro per entrambi che avremmo voluto andare oltre subito.
Riprendiamo a camminare e poco dopo mi appoggi di cattiveria addosso ad un albero.
Mi sbottoni qualche bottone del vestito.
Mi lecchi il décolleté.
Mi infili una mano dentro al reggiseno.
Mi tocchi le tette.
Giochi con loro.
Sono grandi e fanno fatica a rimanere dentro al vestito aperto.
Mi tiri i capezzoli che escono fuori turgidi.
Sono tremendamente eccitata.
La mente mi si annebbia.
Ti sento mettermi una mano sulle gambe e salire in mezzo alle cosce.
Noncuranti del mondo che ci circondava ci lasciamo andare.
Ti lecchi le dita e me le infili dentro la fica già bagnatissima.
Mi guardi mentre ansimo.
Sei divertito dalla situazione.
Vuoi farmi avere un orgasmo.
Avvampo diventando rossa in viso dall’eccitazione e dalla vergogna di essermi lasciata
andare così in mezzo ad un parco pubblico.
Cerco di nascondermi il più possibile da occhi indiscreti dietro la tua figura e dietro l’albero.
Ho troppa voglia del tuo Cazzo lì ed ora.
Di essere sbattuta su quell’albero.
Non vuoi ancora tirarlo fuori.
Ti limiti per il momento a sgrillettarmi il clitoride. Le gambe iniziano a cedermi per gli spasmi involontari di piacere.
Mi aggrappo a te.
Non ti stacchi un attimo dai miei capezzoli e dalla mia fica bagnata
Sento che sto per venire.
Sento che mi sta salendo l’orgasmo.
Chiudo gli occhi.
Il respiro si fa sempre più corto e affannato.
Bramo la tua lingua. Ci gioco.
La sento passarmi sulle labbra.
Ho un forte brivido di sussulto e vengo gemendo appoggiata al tuo collo.
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
Ci abbracciamo forte.
Ora è il mio turno di soddisfare te.
Arriviamo alla fontana.
Ci sediamo per qualche minuto giusto il tempo di riprendere fiato.
Ci facciamo qualche dispetto bagnandoci un po’ con l’acqua fresca.
Ci dirigiamo poi verso i bagni all’interno del boschetto che costeggia il parco.
Li non ti do neanche il tempo di entrare che ti tolgo la cintura e ti abbasso i pantaloni.
Tiro giù la cerniera e ti tiro fuori il cazzo ancora duro.
Lo prendo in mano ed inizio a segartelo.
La mia mano sinistra lo stringe andando su e giù e con la destra ti tengo le palle.
Vado avanti così finché non lo sento pronto durissimo.
Ora posso metterlo in bocca.
Inizio a succhiarlo con avidità.
Lecco l’asta eretta su e giù.
Me lo metto dentro in bocca il più possibile.
Non batto ciglio.
Lo succhio e lo lecco con passione.
Prendo in bocca anche le palle.
Le succhio e le mordo.
Le prendo in mano.
Ti faccio impazzire.
Ti lecco per bene tutto intorno alla cappella me la sbatto sulle labbra.
Ti sento gemere e dire di continuare così.
-Non nego che lo vorrei tutto dentro ad aprirmi e riempirmi tutta-
Alterno la bocca alle tette facendoti una spagnola.
Te lo stringo e te lo strizzo succhiando nel contempo la cappella.
Non ce la fai più.
Stai per esplodere.
Mi dici di mettermi con la bocca aperta e gli occhi chiusi.
Obbedisco.
E nel giro di pochi secondi ti sento urlare e vieni copiosamente sulla mia faccia schizzandomi tutta.
Soddisfatto mi aiuti a ripulirmi.
E io ti sussurro: “buono questo antipasto”.
Ora però andiamo a scopare.
scritto il
2023-08-06
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