Serena gola profonda.
di
Un puttaniere saltuario
genere
etero
NON HO INDICATO LA CITTA’ PERCHE’ NON SO SE LE REGOLE DEL SITO LO CONSENTANO O LO CONSIDERINO GIA’ UN DATO SENSIBILE, DATO CHE LA STORIA E’ VERA AL 90 PER CENTO. LA ESCORT HA VERAMENTE UN SACCO DI OTTIME RECENSIONI PER LE POMPE E ORA POSSO CONFERMARE.
So già che una volta uscito da quell’appartamento mi sarò pentito di aver sprecato 100 euro, una cifra che, sul totale del mio magro stipendio part time conta già qualcosa. Ma mi sono creato un alibi per tenere a bada la mia coscienza: essere uomini significa essere portati, qualche volta, a ragionare con il cazzo e quindi non nel modo più intelligente o razionale. Parcheggio nella piazza all’angolo con la via indicatami da Serena quando l’ho contattata. Tanto, avendo già un minimo di esperienza, so già che la puttana non lavora all’indirizzo che mi ha lasciato, ma nei pressi e mi darà l’indicazione giusta solo quando sarò davanti al portone della via concordata. La chiamo, il telefono squilla più volte ma lei non risponde. Ecco, non è la prima volta che faccio giri a vuoto. Ho il bel di dire “mi prenoto per l’ora x” e poi all’ora concordata la troia di turno si rende irreperibile. Calcolo una decina di minuti e riprovo a contattarla. Stavolta risponde e, come previsto, mi fa girare l’angolo e andare davanti a una palazzina a due piani poco distante. “Il citofono è quello con il numero 6, ma non suonare ancora. Guarda la finestra del piano terra in alto a destra, finchè la serranda è abbassata vuol dire che non posso”. Guardo, serranda abbassata. Cavolo, penso, questa come direbbe De Andrè ha più clienti di un consorzio alimentare. Fosse passionale come Bocca di rosa ci metterei subito la firma e, in effetti, stando alle recensioni che ho letto sul sito di escort dove l’ho trovata, pare che non manchi di passione, vera o simulata che sia. Passa un altro quarto d’ora e la serranda finalmente si alza. Due minuti e vedo uscire dal portone il mio collega. Ci scambiamo uno sguardo imbarazzato, di sfuggita. Suono al citofono e lei mi apre. Come da copione la porta è socchiusa. Spingo e mi ritrovo in un ingresso semibuio di fronte ad una donna di mezza età, a occhio più vecchia di me di sei o sette anni, ma con un bel viso ed un seno molto prosperoso. Porta i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle nude, indossa un intimo bianco molto sexy con reggiseno a balconcino e mutandina tanga. Completa la mise un paio di tacchi vertiginosi. Non è la donna delle foto sul sito di escort, quella avrà quindici anni in meno, ma potrebbero essere foto vecchie, i capelli sembrano quelli ma essendo il viso sempre sfumato non si ha la certezza che sia effettivamente lei. “Ciao Serena, mi chiamo Alberto”. Mi sorride e mi fa entrare nella camera da letto. L’esperienza mi mette al riparo da gaffe o imprevisti. E’ il momento del pagamento. I 100 euro meglio e peggio spesi del mese. Li prende e sempre sorridendo mi fa: “Vai in bagno a lavarti bene il pisello e poi ti aspetto”. Anche questo era previsto. Sono già pulito di mio, ma faccio comunque un bidet rapido e torno subito nudo in camera da letto con vestiti in mano. Non vedo l’ora di scoprire se le meraviglie di cui parlano le recensioni sono vere o no. Quando arrivo in camera la guardo e le parlo chiaro: “Ascolta Serena come sai meglio di me noi uomini ogni tanto ragioniamo con il cazzo. Ed è per questo che sono qui adesso. Questo vuol dire che potrei dirti delle frasi molto sporche e oscene e magari anche offensive per una donna, te ne chiedo scusa in anticipo. Come ti dicevo per la prossima mezz’ora mi concedo di ragionare solo con il cazzo.”. Con il suo fare accogliente e quasi materno Serena sorride ancora e annuendo ribatte: “Non ti preoccupare, non mi offenderò. E’ il mio lavoro e poi lo faccio perché sono una vera troia vogliosa”. Fantastico, mi sento già in un film porno. “Brava troia – dico mettendomi subito nella parte – Inginocchiati e fammi uno dei tuoi pompini speciali”. Serena non se lo fa dire due volte, si accoccola sulle ginocchia e agguanta il mio cazzo iniziando a segarmi lentamente e a fondo. Quel che segue mi manda in estasi: inizia a spompinarmi sputando più volte sul cazzo e leccandolo come un gelato dalle palle alla punta. Gioca con la lingua sulla mia cappella, la fa guizzare e poi, guardandomi con uno sguardo da autentica porcona, prende tra le labbra la cappella e succhia. “Pompami il cazzo troia. Ingoialo fino ai coglioni dai”. Lo chiedo perché ho letto che lo sa fare. E non si smentisce, lo accoglie in gola davvero fino alle palle, che intanto con una mano accarezza. “Oh sì ciuccia puttana, ciuccia bene il cazzo che sei donna e quindi la tua bocca serve solo a spompinare cazzi”. Mi stupisce esibendosi in un affondo profondissimo a bocca spalancata e mettendo in bocca anche i coglioni. “Sì ferma così troia, guardami pompinara. Sei la regina delle pompinare!”. Da lì in poi mi lascio completamente andare. E anche lei inizia a dirmi porcate: “Sì adoro succhiare l’uccello!”. “Brava grandissima ciucciacazzi! Dai pompa troia!”. Lo tiro fuori dalla bocca e di prepotenza le dò qualche colpo di pisello sulla faccia. Lei si presta di buon grado e lo reigoia fino ai coglioni. Non ce la faccio, non le ho chiesto prima ma ci provo: “Apri la bocca e allunga la lingua che ti sborro in faccia!”. Mi sego al massimo dell’eccitazione ed esplodo schizzandole di sborra la bocca, il mento e i capelli. “Mi hai fatto doccia di sperma! Bella doccia!” ride la vacca. A quel punto il pezzo forte del repertorio è andato e mi sdraio sul letto. Senza che nemmeno me ne accorga mi infila il goldone sul cazzo e mi chiede come voglio scoparla. “Sali sopra e galoppa sul cazzo bella puledra da monta!”. Non si fa pregare e si cala sul mio uccello di nuovo duro all’inverosimile. Cavalca su e giù come una forsennata con quelle tettone che ballano fino a farmi venire di nuovo. “Ah sì svuotacoglioni!” esclamo. Lei mi fa segno di parlare più piano e si toglie da sopra. Di colpo diventa più sbrigativa, si sta già rimettendo l’intimo che io sono ancora lì sdraiato e svuotato fino all’ultima goccia. “Abbiamo finito tesoro”. Ecco ora mi fa proprio fretta, il tempo è denaro. Per come è vacca confermo le recensioni che le hanno fatto quelli venuti a trovarla prima di me, ma devo dire che speravo in cinque minuti per riprendermi dopo una mezz’ora, in realtà scarsa, così. Prendo anch’io la mia roba e mi rivesto lasciandola con un complimento: “Penso che i tuoi pompini siano di gran lunga i migliori della città”.
Sorride: “Grazie allora ci vediamo presto”. “Sì sicuramente” mento. In realtà ad essere sincero mi ha fatto un po’ impressione scopare con una donna più vecchia di me di parecchi anni, credo che le prossime puttane le sceglierò anche in base all’età oltre che alle recensioni.
So già che una volta uscito da quell’appartamento mi sarò pentito di aver sprecato 100 euro, una cifra che, sul totale del mio magro stipendio part time conta già qualcosa. Ma mi sono creato un alibi per tenere a bada la mia coscienza: essere uomini significa essere portati, qualche volta, a ragionare con il cazzo e quindi non nel modo più intelligente o razionale. Parcheggio nella piazza all’angolo con la via indicatami da Serena quando l’ho contattata. Tanto, avendo già un minimo di esperienza, so già che la puttana non lavora all’indirizzo che mi ha lasciato, ma nei pressi e mi darà l’indicazione giusta solo quando sarò davanti al portone della via concordata. La chiamo, il telefono squilla più volte ma lei non risponde. Ecco, non è la prima volta che faccio giri a vuoto. Ho il bel di dire “mi prenoto per l’ora x” e poi all’ora concordata la troia di turno si rende irreperibile. Calcolo una decina di minuti e riprovo a contattarla. Stavolta risponde e, come previsto, mi fa girare l’angolo e andare davanti a una palazzina a due piani poco distante. “Il citofono è quello con il numero 6, ma non suonare ancora. Guarda la finestra del piano terra in alto a destra, finchè la serranda è abbassata vuol dire che non posso”. Guardo, serranda abbassata. Cavolo, penso, questa come direbbe De Andrè ha più clienti di un consorzio alimentare. Fosse passionale come Bocca di rosa ci metterei subito la firma e, in effetti, stando alle recensioni che ho letto sul sito di escort dove l’ho trovata, pare che non manchi di passione, vera o simulata che sia. Passa un altro quarto d’ora e la serranda finalmente si alza. Due minuti e vedo uscire dal portone il mio collega. Ci scambiamo uno sguardo imbarazzato, di sfuggita. Suono al citofono e lei mi apre. Come da copione la porta è socchiusa. Spingo e mi ritrovo in un ingresso semibuio di fronte ad una donna di mezza età, a occhio più vecchia di me di sei o sette anni, ma con un bel viso ed un seno molto prosperoso. Porta i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle nude, indossa un intimo bianco molto sexy con reggiseno a balconcino e mutandina tanga. Completa la mise un paio di tacchi vertiginosi. Non è la donna delle foto sul sito di escort, quella avrà quindici anni in meno, ma potrebbero essere foto vecchie, i capelli sembrano quelli ma essendo il viso sempre sfumato non si ha la certezza che sia effettivamente lei. “Ciao Serena, mi chiamo Alberto”. Mi sorride e mi fa entrare nella camera da letto. L’esperienza mi mette al riparo da gaffe o imprevisti. E’ il momento del pagamento. I 100 euro meglio e peggio spesi del mese. Li prende e sempre sorridendo mi fa: “Vai in bagno a lavarti bene il pisello e poi ti aspetto”. Anche questo era previsto. Sono già pulito di mio, ma faccio comunque un bidet rapido e torno subito nudo in camera da letto con vestiti in mano. Non vedo l’ora di scoprire se le meraviglie di cui parlano le recensioni sono vere o no. Quando arrivo in camera la guardo e le parlo chiaro: “Ascolta Serena come sai meglio di me noi uomini ogni tanto ragioniamo con il cazzo. Ed è per questo che sono qui adesso. Questo vuol dire che potrei dirti delle frasi molto sporche e oscene e magari anche offensive per una donna, te ne chiedo scusa in anticipo. Come ti dicevo per la prossima mezz’ora mi concedo di ragionare solo con il cazzo.”. Con il suo fare accogliente e quasi materno Serena sorride ancora e annuendo ribatte: “Non ti preoccupare, non mi offenderò. E’ il mio lavoro e poi lo faccio perché sono una vera troia vogliosa”. Fantastico, mi sento già in un film porno. “Brava troia – dico mettendomi subito nella parte – Inginocchiati e fammi uno dei tuoi pompini speciali”. Serena non se lo fa dire due volte, si accoccola sulle ginocchia e agguanta il mio cazzo iniziando a segarmi lentamente e a fondo. Quel che segue mi manda in estasi: inizia a spompinarmi sputando più volte sul cazzo e leccandolo come un gelato dalle palle alla punta. Gioca con la lingua sulla mia cappella, la fa guizzare e poi, guardandomi con uno sguardo da autentica porcona, prende tra le labbra la cappella e succhia. “Pompami il cazzo troia. Ingoialo fino ai coglioni dai”. Lo chiedo perché ho letto che lo sa fare. E non si smentisce, lo accoglie in gola davvero fino alle palle, che intanto con una mano accarezza. “Oh sì ciuccia puttana, ciuccia bene il cazzo che sei donna e quindi la tua bocca serve solo a spompinare cazzi”. Mi stupisce esibendosi in un affondo profondissimo a bocca spalancata e mettendo in bocca anche i coglioni. “Sì ferma così troia, guardami pompinara. Sei la regina delle pompinare!”. Da lì in poi mi lascio completamente andare. E anche lei inizia a dirmi porcate: “Sì adoro succhiare l’uccello!”. “Brava grandissima ciucciacazzi! Dai pompa troia!”. Lo tiro fuori dalla bocca e di prepotenza le dò qualche colpo di pisello sulla faccia. Lei si presta di buon grado e lo reigoia fino ai coglioni. Non ce la faccio, non le ho chiesto prima ma ci provo: “Apri la bocca e allunga la lingua che ti sborro in faccia!”. Mi sego al massimo dell’eccitazione ed esplodo schizzandole di sborra la bocca, il mento e i capelli. “Mi hai fatto doccia di sperma! Bella doccia!” ride la vacca. A quel punto il pezzo forte del repertorio è andato e mi sdraio sul letto. Senza che nemmeno me ne accorga mi infila il goldone sul cazzo e mi chiede come voglio scoparla. “Sali sopra e galoppa sul cazzo bella puledra da monta!”. Non si fa pregare e si cala sul mio uccello di nuovo duro all’inverosimile. Cavalca su e giù come una forsennata con quelle tettone che ballano fino a farmi venire di nuovo. “Ah sì svuotacoglioni!” esclamo. Lei mi fa segno di parlare più piano e si toglie da sopra. Di colpo diventa più sbrigativa, si sta già rimettendo l’intimo che io sono ancora lì sdraiato e svuotato fino all’ultima goccia. “Abbiamo finito tesoro”. Ecco ora mi fa proprio fretta, il tempo è denaro. Per come è vacca confermo le recensioni che le hanno fatto quelli venuti a trovarla prima di me, ma devo dire che speravo in cinque minuti per riprendermi dopo una mezz’ora, in realtà scarsa, così. Prendo anch’io la mia roba e mi rivesto lasciandola con un complimento: “Penso che i tuoi pompini siano di gran lunga i migliori della città”.
Sorride: “Grazie allora ci vediamo presto”. “Sì sicuramente” mento. In realtà ad essere sincero mi ha fatto un po’ impressione scopare con una donna più vecchia di me di parecchi anni, credo che le prossime puttane le sceglierò anche in base all’età oltre che alle recensioni.
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1.6
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Commenti dei lettori al racconto erotico