L'incontro

di
genere
etero

Successe dalle parti del parco, una Lancia mi tagliò la strada all'improvviso.
Dopo i primi secondi di sussulto, tutto quello che riuscii a pensare fu: "Se non è una questione di vita o di morte, questo tipo è davvero un bastardo", la macchina nel frattempo sgommava via di corsa, lasciando sull'asfalto centimetri di gomma e vampate di fumo grigio.
Non mi ero fatto niente ma poteva davvero andare male, ero riuscito finalmente a comprare una macchina con i soldi che mi ero sudato e un danno sarebbe stato un problema grosso.
La puzza della gomma bruciata mi entrò forte nelle narici nonostante i finestrini fossero aperti solo per metà.
C'era poco da fare perchè poco dopo essermi ripreso la macchina era a quella distanza: abbastanza vicina da essere ancora inseguita, abbastanza lontana da lasciar perdere e continuare per il mio.
Lasciai vincere la mia svogliatezza e continuai in direzione dell'uscita dalla città, in quella giornata ricordo ancora come la luce del tramonto rendeva viva l'atmosfera estiva.

Il caldo estivo tagliava la mia faccia e la barba era attraversata da righe di sudore, era davvero insostenibile, proprio per questo quando ero ormai fuori città vedere da lontano quella Lancia ancora una volta, aumentò il mio stato di confusione.
Questa volta però la macchina avanzava lenta, e da lontano era più che chiaro che fosse inclinata da un lato, sembrava che una ruota fosse, più che sgonfia praticamente esplosa.
"Considerando come guida il bastardo, era più che prevedibile"
Continuò la sua marcia rallentando fino a che non si accostò in uno spiazzo in cui la macchina riusciva appena a sostare senza invadere la carreggiata.
Non so se fu questa scena di difficoltà o se mi fossi svegliato con il piede giusto, ma iniziò a ronzarmi per la testa che li quella Lancia da sola non la potevo lasciare, e più mi avvicinavo più forte diventava l'idea di scendere e aiutare lo stesso autista che meno di un'ora prima avrebbe potuto causarmi un incidente disastroso.
Questa decisione, ancora non lo sapevo, mi cambiò la vita.
Mi ero fatto un'idea ormai così dettagliata del guidatore, che rimasi davvero confuso per qualche istante quando alla fine scese dall'auto.
Me lo ero immaginato come un uomo anche antipatico... e invece vidi scendere da quell'auto una donna bella come poche.
Aveva lisci capelli neri a lunghezza media che volavano nel vento estivo, una camicia bianca aperta in una scollatura che anticipava due tette tonde e sode.
Abbandonò i tacchi nella macchina e scendendo i piedi nudi toccarono l'asfalto bollente, facendola sussultare per un secondo.
Questo spettacolo generò in me un sopito desiderio nei suoi confronti, vedere i suoi piedi di donna saltare così sull'asfalto e la sua smorfia di dolore accese in me una fiamma.
Dopo un attimo la donna si infilo di nuovo i tacchi lasciati in macchina, per poi uscire ancora una volta, nel frattempo anche io ero ormai fuori dalla mia.
Per un attimo i nostri sguardi si incrociarono.
Il caldo aveva colpito anche lei... i capelli erano qua e la attaccati sulla fronte, la camicia bianca bagnata dal sudore le si appiccicava addosso, le sue meravigliose tette bagnate dal sudore sembravano desiderare di saltar fuori.
Non riuscivo a smettere di pensare ai i suoi piedi di femmina, smaltati di rosso vivo, toccare l'asfalto bollente.
La sua faccia sudata con il trucco leggermente scolato dal caldo bollente la faceva sembrare così selvaggia...
In quella frazione di secondo durata minuti, la immaginai sudata e coperta di sborra, leccarsi quelle labra da troia e ripulirsi con la lingua.
Sembrava avesse finito una notte di sesso e fosse stata posseduta in ogni buco, e avesse deciso di tornare a casa sua per farsi direttamente la doccia li.
D'un tratto mi ricomposi velocemente e ritornai al mondo reale, lei era davanti a me.

woodstuff@tutanota.com
scritto il
2023-08-29
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