La nostra prima volta

di
genere
trio

Premessa: questo è un racconto scritto a 4 mani di una nostra ricorrente fantasia, l’incontro con un intrigante sconosciuto.
Il giorno dell’incontro era arrivato. Stavamo realizzando una fantasia che per anni aveva accompagnato molti dei nostri momenti intimi più eccitanti, introdurre un altro uomo nel nostro letto. O meglio, stavamo provando a realizzare. Infatti, dopo un lungo periodo di corrispondenza virtuale con Giulio, la curiosità di provare un incontro “soft” aveva superato la paura di compromettere la nostra relazione che ci ha sempre preoccupato. Il nostro convinto amore e l’abilità di insinuarsi lentamente nella nostra relazione del nostro intimo sconosciuto sono stati determinanti in questa decisione. Le regole sono chiare, un incontro conoscitivo, un aperitivo senza alcuna aspettativa con l’unico scopo di conoscersi e capire se scatta quella chimica necessaria a proseguire in un futuro incontro. Sembra tutto semplice eppure quel giorno, durante il lavoro non riuscivo a concentrarmi, continuavo a pensare alla sera, con eccitazione e preoccupazione.
Il locale, in zona Trastevere, era stato scelto con cura, tavolini all’aperto circondati da vasi di piante e fiori in grado di garantire una certa privacy e conversare con calma.
Un solo messaggio scambiato con Anna, che era rimasta a casa durante la giornata… “Tutto ok ? Io sono agitato, arrivo a casa alle 19, mi cambio e usciamo” In realtà avrei voluto fargli altre domande, quelle che già gli avevo rivolto decine di volte negli ultimi giorni, “sei sicura? Hai ancora voglia di farlo? Ti amo, lo sai?” Curiosa situazione, all’inizio ero io che avevo forzato la situazione per passare dalla fantasia alla realtà, ma con il passare del tempo Giulio era riuscito in qualche modo a conquistare la sua fiducia e a stimolare la sua curiosità. Questa cosa, mi eccitava e ingelosiva allo stesso tempo. L’idea iniziale che l’uomo era solo un oggetto della nostra complicità, al pari dei toys che ogni tanto usavamo, iniziava nella mia testa a perdere consistenza. “Tutto ok, mi sono riposata e mi sto preparando per uscire. Ti aspetto (faccina con bacio)” fu la sua risposta.
S: “Anna, sono tornato” dico aprendo la porta di casa.
A: “Sono in camera, sono quasi pronta”
Appoggio la giacca, bevo un sorso d’acqua in cucina entro in camera dove trovo Anna davanti alle ante a specchio dell’armadio. Rimango a bocca aperta. Un abito scollato davanti fascia il suo ventre piatto e scende terminando sopra le ginocchia. Anna è una bella donna, alta 165, magra, capelli lisci alle spalle, un seno piccolo che io adoro, sedere pronunciato, belle gambe e caviglie perfette. Rossetto rosso, un girocollo abbinato agli orecchini, trucco leggerissimo, scarpe estive, aperte con tacco medio. Una bellezza elegante, che mette in risalto i suoi punti di forza senza mai essere appariscente. Mi accorgo subito di un dettaglio che mi ha sempre eccitato tantissimo anche se molto raramente si è verificato, non indossa il reggiseno. L’eccitazione e la gelosia si amplificano, Lo avrà fatto per me o perché in una delle mail Giulio ci ha detto che avrebbe molto apprezzato? Si gira, sorridente, raggiante, apparentemente più calma di me. È semplicemente bellissima.
Ultimi preparativi, usciamo e ci incamminiamo verso il locale concordato. Ci teniamo per mano come due ragazzini, parliamo della nostra giornata come se nulla fosse mascherando le nostre emozioni. Arriviamo in anticipo e ci sediamo al tavolino che avevamo prenotato in attesa del suo arrivo. Il posto, come previsto è abbastanza appartato, solo da un altro tavolo possiamo essere osservati n modo diretto mentre una fitta siepe ci separa dagli altri. Le nostre mani sono ancora incrociate sul tavolo come due innamorati in attesa del cameriere, quando per fortuna ci accorgiamo che nell’unico tavolino che ha vista diretta sul nostro, si siede un signore distinto che apre un computer e si mette a lavorare. Ci osserva ogni tanto con discrezione alzando lo sguardo sopra lo schermo. Giulio è un uomo, gentile, educato, esperto, rispettoso e paziente. Ha una corporatura simile alla mia alto 175 per 82 kg, svolge un lavoro d’ufficio. Proprio questa sua normalità, confermata anche dalle foto scambiate via internet ha contribuito a concretizzare la nostra presenza a quel tavolino in una bella serata estiva.
Stiamo chiacchierando guardandoci negli occhi, quando improvvisamente (la siepe aveva svolto bene la sua funzione occultatrice) si materializza una persona davanti al tavolo… “Buonasera Stefano, buonasera Anna, piacere sono Giulio”. I nostri volti si girano, le nostre mani ancora congiunte sul tavolo si sciolgono, mentre istintivamente ci alziamo per accogliere il nostro intimo sconosciuto. La sua voce è calma e il suo sguardo sereno e sorridente. Apprezzo che prima stringe la mia mano e successivamente si avvicina per un classico bacio sulle guance di Anna.
G: “Anna dal vivo sei molto più attraente che nelle foto, sei raggiante, complimenti” dice Giulio sedendosi al tavolo, facendo in modo che Anna rimanga alla sua sinistra in mezzo a noi due. Con stupore, mi accorgo che pur rimanendo personalmente in uno stato di agitazione profondo, ci sentiamo a proprio agio, e come se avessi la sensazione che non fosse il nostro primo incontro ma che fosse quasi un incontro tra vecchi amici. Anche gli argomenti contribuiscono a questa sensazione, i primi trenta minuti scorrono leggeri parlando di cultura, politica, vacanze, ecc… senza mai affrontare i motivi del nostro incontro. Il nostro inconsapevole spettatore ogni tanto alza lo sguardo cercando di immaginare i nostri discorsi. Appena il cameriere con enorme ritardo, ha servito i nostri aperitivi, 3 spritz con vari stuzzichini, Giulio con fermezza rompe la confort zone che si era creata e prende in mano la situazione riportandoci bruscamente al motivo dell’incontro.
G: “Siete proprio come mi aspettavo, intelligenti, simpatici e interessanti. Sono contento di essere qui e di avervi conosciuto indipendentemente da come andrà a finire. E voi cosa pensate?”
Domanda semplice, ma improvvisamente ritorno nel mio stato di agitazione. Capisco che è arrivato il momento di esporci e per quanto avessi pensato infinite volte a questo momento mi sento ancora impreparato. Anna, che mi conosce molto bene, comprende questo mio momento e pur essendo una donna che non prende mai l’iniziativa, interviene per prima…
A: “anche tu, sei come ti abbiamo sempre immaginato, paziente, sensibile e interessante e anche io sono contenta di essere qui a prescindere dal fatto che ci sarà un secondo incontro oppure no”
Tra me e me penso, ma c’era bisogno di fare tutti quei complimenti, ne bastava uno… ma anche io conosco bene Anna, con quella risposta mi ha voluto far capire che Giulio gli è piaciuto e che sta a me decidere come procedere. Una responsabilità che non avrei voluto. A quel punto decido di mantenermi razionale e decido di giocare, assecondando il più possibile la mia curiosità e accantonando una gelosia latente che non pensavo di avere. Mi ripeto per l’ennesima volta che in fin dei conti, ci amiamo veramente tanto, e nulla potrà allontanarci. Gioco nell’unico modo che so fare, con la sincerità.
S:” Sono stupito, perché ho la sensazione che questo sia un ritrovo di vecchi amici che non si vedevano da tempo. Sono contento anche io di essere qui adesso, anche se vi confesso che sto provando una strana adrenalina dovuto all’alternanza di pensieri eccitanti e altri preoccupanti.”
G: ”direi che sono emozioni molto positive per essere un primo incontro. Anche tu Anna ti senti agitata?”
A: “io mi sento più serena di quanto pensassi, come diceva Stefano non mi sembra la prima volta che ci incontriamo”
Ho notato che nel rispondere Anna, aveva rivolto lo sguardo verso il basso senza guardare nessuno quasi si sentisse in colpa per sentirsi a suo agio
G: “Quindi sei più eccitata o preoccupata prendendo a riferimento quanto diceva Stefano?”
A: “eccitata” rispose in modo secco arrossendo visibilmente
G: “quale aspetto ti sta più eccitando, se posso chiederti ?”
A: “ma non so, forse… “sguardo sempre in basso, dopo aver deglutito un liquido che non è stato bevuto, “… forse non mi era mai capitato di sentirmi corteggiata da due uomini e mi sta piacendo. E tutto questo, senza dovermi sentire in colpa, grazie a Stefano”
La discussione aveva preso una direzione ben precisa e Giulio con intelligenza prese decisamente la situazione in mano, accompagnandoci con domande e osservazioni precise nella direzione che aveva deciso, senza che noi ce ne rendessimo conto.
G: “Stefano, sei contento di sapere che Anna è più eccitata che preoccupata?”
S: “Certamente ma….”
G: “se posso permettermi…” mi interruppe per la prima volta. “…voglio proporti un altro punto di vista. Prova a non pensare alle tue due emozioni contrastanti come esclusive. Non sei davanti a un bivio in cui devi scegliere se essere eccitato o preoccupato, come abbiamo sempre detto, si possono avere diversi approcci soft che tu puoi interrompere in qualsiasi momento. Anzi faccio una proposta, se volete, per fare una prova, posso fare qualche approccio molto soft e il primo di voi due che vuole interrompere pronuncia la parola “stop” e io mi fermo istantaneamente e vi lascio soli. Sarete voi a dirmi, successivamente se avrete voglia di vederci un’altra volta?”
Questa proposta, ci prese un po' in contropiede, pensavamo non si andasse oltre a una conoscenza profonda dei reciproci desideri. Anna incrocio il mio sguardo, con gli occhi mi stava dicendo che avrebbe fatto quello che volevo, gli sorrisi, allungai la mano sulla sua e decisi, istintivamente…
S: “Va bene Giulio, però su questa proposta rivendico il copyright, l’avevo scritta io in una mail. Copione!”
Parti una risata collettiva, che stemperò per un attimo la tensione che si era accumulata.
Giulio, senza aggiungere altre parole, con lo spritz nella mano destra, allunga la sinistra sulla spalla di Anna iniziando ad accarezzarle i capelli vicino all’orecchio. Poi con il dorso della mano a sfiorare il collo. Un apprezzamento agli orecchini che gli avevo regalato pochi mesi prima.
G: “Anche a me eccita corteggiarti”
Anna è come paralizzata, io cerco di mostrare tranquillità ma sono entrato anche io in modalità osservatore senza rendermene conto.
Giulio appoggia il bicchiere e si alza in piedi portandosi dietro a Anna, appoggiando le sue mani sulle sue spalle.
G: “vi ricordate che sono un massaggiatore con brevetto, ovviamente non si dovrebbero fare da seduti, ma meglio di niente” disse, per la prima volta tradendo un po' di emozione dal tono della voce.
Le sue mani iniziano a massaggiare sapientemente le spalle e il collo di Anna. Senza che ce ne rendessimo conto, era riuscito a mettere le mani sul suo corpo.
G: “Ti piace Anna ? ti stai un po' rilassando ? anche se a dire il vero non sei poi così tesa”
A: “Si, si vede che sei un massaggiatore”
Mi accorgo che il nostro vicino di tavolo è sempre più attratto da quello che sta osservando… probabilmente non sta capendo chi è quell’uomo che sta massaggiando la donna che è entrata tenendomi per mano
G: “Tutto ok Stefano? Mi sembra che Anna si stia rilassando non trovi?”
Rispondo ostentando sicurezza come a voler rivendicare (mentendo anche a me stesso) che sono io che gli sto consentendo di gestire il gioco…
S: “Tutto ok, non sono ancora arrivato al bivio. Non sono così certo che Anna si stia rilassando, ma se è vero, allora devi venire a massaggiare anche me, perché sento di averne bisogno”
Altra risata generale che stempera ulteriormente…
Ora le sue mani, lentamente, si spostano alla base del suo collo. Molto lentamente avanzano, scivolando sul suo corpo verso il seno di Anna.
Io e Anna ci guardiamo negli occhi, siamo come ipnotizzati…
Le mani avanzano molto lentamente, ma nessuna parola esce dalle nostre labbra. Anna chiude gli occhi quando le sue mani raggiungono e coprono i sui piccoli seni sopra il vestito.
G: “Sei fantastica Anna, grazie per non esserti messa il reggiseno, sono onorato che te ne sei ricordata”
A: “l’ho fatto anche perché so che a Stefano piace” aggiunge Anna nel tentativo di non allontanarsi da me
G: “Sei preoccupata che in Stefano prevalga la preoccupazione? In fin dei conti, non sta succedendo nulla di irreparabile non ti pare”
A: “si, non lo so, forse si”
G:” Stefano, hai sentito cosa pensa Anna è preoccupato che non ti piaccia. Anche se ti vedo preoccupato, puoi dire ad Anna com’è il tuo cazzo?”
S: “Si sono preoccupato, e sapete benissimo com’è il mio cazzo, non vedete che il tavolino si sta alzando”
Sorridiamo tutti a questa mia ennesima battuta, mentre Giulio continua a massaggiare i seni di Anna. Mi pare anche di scorgere che con le dita, stia sfregando i suoi capezzoli. Sembra un tempo infinito.
G: “E tu Anna, sei eccitata ?”
La risposta non mi sorprende, so quanto piace ad Anna, sentirsi preda, sentirsi in una situazione in cui deve soddisfare le richieste che gli vengono fatte.
A: “Si”
G: “sei imbarazzata? Se non ricordo male è una situazione che ti piace “
A: “No, cioè si”
G: “No o si?”
A: “Si, sono imbarazzata anche perché ci stanno guardando”
Ci eravamo dimenticati del nostro spettatore, che rotto gli indugi, guardava nella nostra direzione in modo sempre più insistente
Dopo questa segnalazione e un palpeggio di seni durato circa 1 interminabile minuto, Giulio si sposta e torna a sedere, spostando la sua seggiola accanto a quella accanto a quella di Anna.
G: ”Anna, devo chiederti scusa e farti i complimenti, non mi ero accorto che ti stavano guardando, senza rendermene conto ti ho proposto il superamento di una prova tosta, quella di essere esibita davanti ad altri, che di solito si riesce a fare più avanti”
Questa frase provoco una scossa di adrenalina… cosa voleva dire che era sicuro che ci sarebbero stati più incontri in cui Anna sarebbe stata sempre più schiava dei suoi desideri?
S: “scusate e a me i complimenti non li fa nessuno?”
Altra risata.
G: “a te Stefano i complimenti li farò tra poco”, mi dice sorridendo
S: “perché tra un po' ? Penso di meritarmeli adesso, affermo, cercando di ostentare una sicurezza che non avevo”
G: “davvero vuoi sapere il perché?” ribatte con un sorriso decisamente più beffardo
S:” hai in mente un’altra prova? Ti ricordo che ho avuto un infarto anni fa, non so se riesco a reggere”
Questa volta sono l’unico ad accennare una risata, Giulio rimane impassibile mentre Anna ha uno sguardo strano, ma a me conosciuto.
G: “Anna vuoi dire a Stefano dov’è la mia mano?”
Solo in quel momento mi rendo conto che Giulio aveva le mani sotto il tavolo da quando si era seduto…
A: “sulle mie cosce” dice Anna abbassando lo sguardo e arrossendo
G: “sulle tue cosce dove?” insiste Giulio assumendo un atteggiamento autoritario e sicuro di chi ha in pugno la situazione
A: “sotto la gonna” risponde ormai Anna come se fosse succube del suo volere
G: “Vuoi dire a Stefano come sono le tue gambe?”
A: “come?”
G: “rispetto a quando ti ho messo la mano sul ginocchio e ho iniziato a salire lentamente come sono le tue gambe”
A: “aperte”
G: “Sono stato io a chiedertelo?”
A: “No”
G: “sai, non mi ricordo cosa mi hai detto prima. Perché non hai indossato il reggiseno?”
A: “perché…” sospiro affannoso, sguardo basso, “…perché… non lo so”
G: “si che lo sai, perché?”
A: “perché sapevo che ti sarebbe piaciuto”
E’ stato il momento più eccitante che abbia mai vissuto. Era un misto di sensazioni amplificate all’ennesima potenza. Ero eccitato, arrabbiato e geloso da quanto stava succedendo. Per la prima volta nella mia vita, sentivo di aver perso il controllo della situazione e allo stesso tempo non capivo perché non volevo interrompere il gioco. Nonostante questa gelosia inaspettata, ho pensato, cazzo, se fossimo stati in una camera d’albergo, mi sarei alzato avrei preso Anna, l’avrei fatta piegare sul tavolo e alzandogli la gonna avrei invitato Giulio a sbatterla come una troia, a sfondarle la figa, a riempirla velocemente prima del mio turno. Avrei voluto gridarle che era una troia, una grandissima troia, consapevole che nonostante il disprezzo con cui l’avrei urlato era esattamente quello che ho sempre desiderato. Era la prima volta, che avevo dei pensieri irrazionali, incontrollabili, angoscianti, ma così eccitanti da non volerli interrompere, anzi avrei voluto fossero ancora più indecenti come in una reazione a catena.
Mentre avevo la mente affollata da questi pensieri contradditori, il cazzo mi stava scoppiando tra i pantaloni…
G:” vuoi dire a Stefano dove è arrivata la mia mano?”
A:” E’ arrivata sull’esterno delle mie mutandine”
G:” come sono le tue mutandine? “
A: “bagnate”
G:” perché?”
A: “ perché sono eccitata”
S: “perché sei eccitata ?” mi intrometto
A: “perché sono la tua troia”
G e S (in contemporanea): “cosa sei ?”
A: “Sono una troia”
Giulio, improvvisamente riporta le mani sul tavolo, le avvicina alle labbra per assaporare il profumo di Anna, poi si gira verso di lei e con un tono perentorio, quasi si fosse autoproclamato il suo padrone, e gli disse: “Anna, vai in bagno, togliti le mutandine e torna a sederti”
Anna, eccitata, confusa e in balia degli eventi, senza chiedermi il consenso si alzò e senza aggiungere parole andò verso il bagno.
G: “Sei un uomo fortunato Stefano, lo sai”
Durante quell’interruzione, recuperai immediatamente lucidità, la rabbia e la gelosia sparirono istantaneamente, non so per quale ragione.
S: “Si lo so caro Giulio, adesso devo dirti due cose prima che torni Anna”
G: “dimmi?”
S: “la prima: stop. La seconda: grazie per avermi/ci fatto conoscere un aspetto di noi che latente che non sapevamo di avere. Penso che tu possa essere la persona giusta se decideremo di esplorare ulteriori spazi, e te lo faremo sapere non appena lo avremo capito io e Anna. A presto” gli dissi alzandomi e porgendogli la mano
G: “Grazie a voi, scusa forse ho esagerato, in realtà volevo…”
S: “non hai esagerato, siamo noi che lo volevamo. Salutiamoci così, è stato molto bello” gli dissi ricambiando l’interruzione che avevo subito all’inizio.
Giulio da uomo intelligente, capii che avevamo bisogno di elaborare quanto successo.
Mentre stava uscendo dal locale, è arrivata Anna, ho visto da lontano che lui la salutava con un bacio sulla guancia come quando ci eravamo conosciuti.
Anna venne al tavolo, mi rincuorai incrociando il suo sguardo. Non era delusa per la mia decisione, anzi mi sembrava anche lei sollevata. Mi abbraccio per un tempo indefinito per poi dirmi all’orecchio, “grazie Stefano, ti amo, sono eccitatissima, adesso andiamo a casa che ho voglia di fare l’amore con te”.
Tornati a casa, la spogliai all’ingresso. Mi accorsi che aveva le mutandine…
A: “non le ho tolte… ero eccitatissima, come mai prima ad ora, ma avevo deciso di dire stop. Avevo bisogno di capire meglio, avevo bisogno di parlarne con te”
S: “Siamo fatti uno per l’altro, abbiamo pensato la stessa cosa… a proposito il reggiseno”
A: “quello lo avevo tolto per Giulio” mi disse sorridendo mentre si chinava per prendere in bocca il mio cazzo che ormai non ne poteva più di aspettare
S: “Ti amo, troietta mia”
scritto il
2023-09-16
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