Il Greco

di
genere
bisex

Sono stanca di uscire a vuoto come mi capita da giorni. Stasera vado a mangiare dal greco, a due passi da casa. Mi rado le gambe, prendo una bella doccia. Esco tutta bagnata dal bagno, mi asciugo il corpo. Mi massaggio tutto il corpo con una crema emoliente. Rifletto un attimo, vado a cena da sola e tornerò da sola, ma nessuno mi vieta di dedicarmi qualche auto coccola. Scelgo uno smalto rosso per le unghie dei piedi, mani niente come sempre, troppo rischioso. Mi siedo e comincio a passare una prima volta lo smalto e quando è asciutto, metto la seconda mano. Non sono una specialista ma accontentiamoci non lo vedrà nessuno. Appena asciutte, indosso calze nere 10 denari, reggicalze, slip, reggiseno tutto di pizzo rosso. Un paio di jeans e maglietta logicamente da uomo. Due ballerine nere coperte dai pantaloni, e parto. Entro alla Taverna greca, si mangia bene, mí accompagnano al tavolo. Ordino, un’insalata, feta cotta al forno con pomodori, souvlaki, tzatziki è un bicchiere di retzina. Non c’è tanta gente ma non si mai, faccio un paio di giri di risvolto ai pantaloni. Accavallo le gambe, tolgo le scarpe. Inizio a mangiare, bevo un sorso di vino, e i miei occhi incrociano lo sguardo di un bell’uomo sicuramente del sud, forse greco. Solo uno sguardo furtivo non ci penso più. Finisco di mangiare e mi faccio portare un baklava, il miele mi scivola sulla mano, mi lecco le dita, e incrocio ancora lo sguardo di prima, sono imbarazzato, chiedo il conto, e vado in bagno. Torno al tavolo per pagare e lui non c’è più. Peccato ma forse invece di diventare rosso dovevo fargli capire qualcosa. Esco, e mi incammino verso casa… mi accorgo che lui è sull’altro marciapiede. Mi faccio coraggio e attraverso. Vado verso di lui. Ci scambiamo un sorriso, mi chiede se mi va di andare a bere qualcosa. Esito un attimo e poi dico di sì. Ci incamminiamo verso un bar discreto. Mi sento un po’ insicuro, sarà gay o bisex. Avrà visto che ho le calze da donna. Gli omosessuali di solito non hanno piacere all’intimo femminile, i bisex sono eccitati. Entriamo beviamo un cognac, parliamo a lungo tanto per parlare. Vorrebbe ordinare ancora da bere, ma gli dico di avere un buon cognac a casa mia, è peccato buttare soldi. Solo dieci minuti a piedi. Va bene, offre lui è andiamo. Mi chiedo ancora cosa vuole fare, solo bere o altro. Speriamo altro. Mi tremano le ginocchia. Entriamo nel portone, mi segue sulle scale e entriamo in casa. Accedo la luce, chiudo la porta e lui si appoggia a me, mi bacia, ricambio, sento il suo corpo che trema, anch’io tremo. Ho ancora le scarpe e le calze non si vedono. Lo faccio sedere sulla poltrona, gli verso il cognac, lo verso anche a me e mi accovaccio ai suoi piedi. Penso di aver capito è come me gli piacciono le donne e gli uomini. Però diversamente da me vuole fare il maschio sempre. Allora appoggio la mia testa sulle sue gambe e mi lascio guidare. Mi accarezza i capelli, scende con le mani sotto la mia maglietta, me la toglie, vede il reggiseno. Sorride, mi fa alzare, mi toglie i pantaloni, ora solo io sto tremando. Si alza, mi bacia a lungo, infila una mano nelle mie mutandine e mi stringe forte i testicoli, mi manca quasi il fiato. Si stacca da me è lo aiuto a spogliarsi. È bello, ha 40 anni. Molto peloso, dopo la camicia gli tolgo i pantaloni, gli accarezzo le gambe, sode, sembrano pilastri di granito. Gli sfilo i boxer. Un bel pene, lo annuso ma non lo tocco ancora. Lui mi deve guidare. Gli sussuro se vuole andare a letto o farlo per terra. Preferisce il letto, accendo la luce sul comodino e mi sdraio, lui mi viene sopra e mi bacia in bocca, sul collo nelle orecchie e ancora la sua mano sui miei testicoli. Me li chiude fra le dita, sempre più forte, mi fa male e poi diventa delicato, mi accarezza il pene, e poi lo stringe, sto ansimando dal desiderio. Si gira sulla schiena, io sono sopra lui, mi appoggia le mani sulle spalle e mi spinge in basso, gli lecco i peli del torace, scendo piano piano fino all’inguine, sa di maschio, gli bacio il suo pene, è grande e duro, molto duro. Gli faccio un pompino, lui mi lascia fare. Poi mi mette a 69, io sempre sopra, ricomincio con il pompino, gli accarezzo le gambe, mentre lui mi mette un dito nel mio buchino. Manca poco che vengo, ma voglio resistere. Gli fermo la mano e capisce. Mi prende e mi mette sulla schiena, si mette in ginocchio, mi prende le gambe, me le accarezza a lungo, sgancia i reggicalze ma non mi toglie le calze, e poi le mette sulle sue spalle. Appoggia il suo coso sul mio ano e me lo fa sentire a lungo e poi quando meno me l’aspetto entra con la punta e si ferma. Resta così non so quanto tempo. Lo voglio tutto, lo imploro con gli occhi, mi sorride e sta ancora fermo. Fa scivolare un ginocchio sul mio pene lo schiaccia, incomincia a pulsare forte, non capisco se mi piace o se mi fa male, mi piace, sto per venire e improvvisamente entra dentro di me con un solo colpo, e comincia ad andare su e giù forte e piano, ho gli occhi chiusi. Il suo ginocchio lascia andare il mio cazzo, vengo a lungo mentre lui da ancora qualche colpo ed esce da me. Mi gira sulla pancia, sono sprofondata fra le lenzuola, inerme, entra ancora dentro di me, voglio sentire il suo fiotto caldo. Un colpo dieci colpi, cento, che resistenza. Lo sento gemere mentre esce da me è mi viene sulla schiena. Si sdraia contento e stanco sul mio corpo, mi bacia e piano piano ci addormentiamo, io sul fianco e lui dietro di me. So che domani mattina faremo ancora l’amore, abbiamo tutta la domenica per divertirci. Pensavo di dormire fino all’alba, ma dopo un paio di ore è di nuovo pronto e ricomincia…
scritto il
2023-10-02
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