Dentro Casa

di
genere
pulp

La pioggia cadeva come lacrime del cielo, un sinistro presagio che aveva gettato la città da un’estate assolata in una bagnata oscurità. Il vento ululava attraverso le strade deserte, portando con sé echi inquietanti e strane ombre che danzavano tra le case. In un’abitazione isolata ai margini della città, ci ritrovavamo soli, intrappolati dalla tempesta in questa dimora.

La casa, con i suoi antichi mobili e i corridoi lunghi e bui, sembrava avvolta da un'aura sinistra. I due giovani (Marco e Lella) si erano rifugiati lì per sfuggire alla furia della tempesta. Un sussurro malevolo sembrava riempire l'aria. La casa sembrava avere una vita propria, una presenza malvagia che si nutriva della paura dei suoi ospiti.

Mentre la pioggia martellava contro le finestre, i due ragazzi si stringevano la mano cercando di farsi forza reciprocamente. Ogni scricchiolio del pavimento fece sobbalzare i loro cuori, e ogni ombra sembrava nascondere un pericolo imminente. Si rifugiarono in una stanza, una camera da letto matrimoniale, chiudendo la porta alle loro spalle. Lella sentì un rumore sinistro e si strinse forte a Marco che trovandosi a distanza così ravvicinata riconobbe le forme consistenti e morbide della ragazza. Del resto, indossava solamente una maglietta ormai fradicia e dei pantaloncini, come lo sesso ragazzo. La stessa sensazione la avvertì anche Lella che, essendosi incastrata tra le gambe di Marco, credette di percepire il telefono nella tasca del ragazzo.

Chiese al ragazzo di fare luce con il flash del telefono ma il ragazzo aveva lasciato lo smartphone in auto, a più di 3 Km da dove si trovavano ora.

Nel buio, le ombre sembravano prendere forma, i lampi invasero la stanza trasformando le loro stesse ombre in sembianze spettrali e mostrando forme deformi. Marco, con lo sfregamento continuo di Lella al suo basso ventre, avvertì un’imbarazzante erezione. La ragazza se ne accorse quando il pene di Marco fece la sua comparsa dal pantaloncino. Lui notò i capezzoli di lei che si affacciarono facendosi notare sotto la maglietta bagnata. Per farsi coraggio la ragazza prese il cazzo Marco in mano, si avvicinò con la bocca e prese e leccarlo. Marco si stupì intravedendo negli occhi di Lella una scintilla. I muri sembravano sudare sangue e le immagini raccapriccianti apparivano e scomparivano nelle pareti, era come se la casa stessa respirasse, una creatura malevola che si nutriva della paura di chi osava entrare e portava Lella a cercare rassicurazioni da Marco.

Lella approfittò della situazione, pensando che per scacciare l’orrore ci fosse bisogno di alleggerire la situazione. Le voci simulate dal vento che riempivano le stanze della vecchia casa sembravano sussurrare i loro segreti più oscuri, mettendo a nudo le loro paure e le loro debolezze. Per scacciare le voci Lella si slacciò il pantaloncino e se lo fece scivolare a terra, si calò le mutandine, prese Marco per mano e lo accompagnò sul letto. Del resto, se la morte dovesse sopraggiungere, meglio farsi trovare a fare qualcosa di piacevole, pensò la ragazza. Per Marco non c'era via di fuga, era eccitato e allo stesso tempo intimorito. Lei ci montò sopra intrappolandolo, gli prese il cazzo e se lo inserì nella figa che sentiva molto bagnata, non solo dalla pioggia. Appena Marco fu dentro, la ragazza si tolse la maglietta e bendò gli occhi di Marco.

A quel punto prese a muoversi ritmicamente come una danza voodoo portando il ragazzo sull’orlo dell’esplosione, quindi scivolò in avanti e dopo avergli tolto la maglietta prese a leccagli i capezzoli, Marco non poteva vedere e l’eccitazione gli stava annebbiando il cervello. La tempesta infuriava e nuovi squarci di luce accesero la sinistra stanza impolverata. Si riprese quando sentì appoggiarsi alle labbra la figa di Lella carica di umori, la ragazza si teneva aperte le labbra e con un dito si sgrillettava il clitoride. Marco prese a leccarla come se fosse l’ultimo desiderio della sua giovane e breve esistenza.

I due ragazzi si resero conto che la casa non li avrebbe mai liberati. Erano diventati prigionieri della sua oscurità, condannati a vagare per sempre tra le sue pareti maledette. Il vento ululava così come Lella quando ebbe un orgasmo e rimase immobilizzata a lungo sulla bocca di Marco che interruppe i movimenti della lingua. La bellezza di stare al caldo in compagnia era svanita, Marco si liberò della presa e riuscì a sovvertire i ruoli, si sedette sul seno della giovane amica, che riprese a masturbarsi, e le mise il cazzo in bocca. Lella accolse ben volentieri il pene di Marco, così iniziò a succhiarlo avidamente sentendo che ormai l'orrore della casa stava divorando le loro anime. Un altro fulmine, accompagnato da un tuono, sovrastò lo sfogo del ragazzo all’apice del suo orgasmo, mentre teneva premuto in fondo alla gola della ragazza il suo membro, e svuotava il suo caldo e viscoso contenuto.

La pioggia e il vento all'esterno avevano portato con sé un terrore inimmaginabile, ora Lella e Marco erano destinati a diventare parte integrante di quel terrore, con i loro gemiti che si univano al sinistro coro della casa maledetta, Lelle ebbe un nuovo orgasmo mentre Marco si accingeva nuovamente a leccarle i due orifizi dove presto avrebbe desiderato riporre il seme di nuove vite.
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scritto il
2023-10-23
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