Sandra Milf - Eccitazione Continua (Capitolo 1)
di
Sandra MILF
genere
tradimenti
Ciao sono Sandra, ho 52 anni, sono sposata, con un figlio, alta uno e 70, con una bella terza di seno e un corpo un po' in carne ma mi tengo in forma. Lavoro come segretaria in una azienda. Con mio marito abbiamo una vita sessuale regolare anche se con il passare del tempo la passione è un po' scemata, e qualche scopata extra coniugale ce la siamo concessa entrambi (senza dircelo, ma dopo 20 anni di matrimonio certe cose si capiscono). Qualche notte fa abbiamo scopato, ma come spesso accade ultimamente mio marito ha pensato solo a se stesso lui ha goduto mentre io sono rimasta con la voglia. Infatti ho iniziato a fargli un bel pompino, e devo dire che oltre a piacermi molto sono molto brava, ma forse ho esagerato perché quando poi abbiamo iniziato a scopare, mio marito dopo pochi minuti mi ha sborrato nella figa, senza che io riuscissi a venire. Al mattino lui è uscito molto presto per un impegno di lavoro, io ero ancora eccitata dal mancato godimento della notte e siccome avevo ancora un po' di tempo prima di andare al lavoro, mi sono seduta su una sedia in cucina e ho ho iniziato a toccarmi. A un certo punto il nostro cane, un beagle molto carino e pieno di energie, si è avvicinato a me e ha iniziato ad annusarmi le gambe: ho capito che, come a volte facciamo, aveva voglia di leccarmi la figa. Allora sono andata in camera, ci siamo messi sul letto, gli ho messo la testa tra le mie gambe, e lui ha iniziato a leccarmi la fica e il clitoride con la solita veemenza. Io tenevo fermo la sua testa per indirizzarlo bene sulla mia fica e devo dire che non c'è voluto molto per venire: la sua lingua ruvida é molto meglio di quella di qualsiasi uomo. Anche se mi è piaciuto molto, non ero ancora soddisfatta perché credo mi sia mancata la penetrazione. Però si era fatto tardi e dovevo andare in ufficio. Mi sono vestita, come sempre in modo un po’ sexy: stivali col tacco alti fino al ginocchio, gonna stretta lunga poco sopra il ginocchio, una camicetta bianca con un reggiseno nero che metteva in bella vista la mia terza di seno. Allora ho preso un dildo che ho in casa e che non uso spesso, l'ho messo in borsa e sono andata in ufficio sapendo che il mio capo non c'era e che quindi mi sarei potuta divertire con il dildo e finalmente soddisfare la mia eccitazione: per fortuna ho un ufficio singolo e avrei avuto la mia privacy. Arrivata in ufficio piuttosto presto, non c’era quasi nessuno nel palazzo e io ero ancora molto eccitata: ho chiuso la porta, ho lanciato la giacca sulla scrivania, mi sono seduta sulla sedia, ho tirato su la gonna, ho spostato le mutandine di lato e ho iniziato a masturbarmi con il dildo. La situazione era molto eccitante e stavo iniziando a bagnarmi quando hanno bussato alla porta dell'ufficio: io ho subito tirato giù la gonna ma non sono stata pronta a togliere il dildo, anche perché stavo godendo. Così, con la voce un po’ rotta dal godimento, ho detto avanti ma continuavo ad avere il dildo della figa. Per non farlo cadere ho accavallato le gambe e questa cosa mi ha dato ancora più eccitazione perché il dildo era dentro la mia fica ancora più stretta. Si è aperta la porta ed è entrato Matteo, un mio giovane collega che, come spesso accade, mi chiedeva se volessi un caffè. Io cercando di limitare l’eccitazione non ho saputo dire di no, ma continuavo ad avere il dildo nella figa. Per fortuna avevo lasciato la giacca sulla scrivania: allora me la sono messa sulle gambe e con un gesto veloce ho aperto le gambe e spinto il dildo tutto dentro la mia figa, dandomi un certo piacere, e l'ho bloccato con le mie mutandine. Così mi sono alzata, per fortuna le mutandine reggevano, ho messo la giacca e siamo andati a prendere un caffè. La paura di tirare fuori il dildo con Matteo davanti mi aveva fatto optare per la soluzione di tenerlo nella figa, o forse la situazione mi eccitava talmente tanto che inconsciamente ho deciso così. Però non avevo pensato alle conseguenze. Infatti mentre camminavo per andare a prendere il caffè avevo paura che il dildo mi cadesse dalla figa e quindi camminavo lentamente con le gambe strette. Questo mi faceva godere ancora di più e diventava sempre più difficile camminare. Ho detto a Matteo di andare piano dando la colpa alla gonna stretta ma in realtà il mio era un misto di paura e ed eccitazione. Quando siamo arrivati al bar ho detto a Matteo che mi sarei seduta e gli ho chiesto di portarmi il caffè. Quando mi sono seduta il dildo è andato ancora più in profondità facendomi emettere un piccolo gemito di piacere, che per fortuna nessuna sentito perché il bar era ancora abbastanza vuoto. Io stavo godendo e ho iniziato a muovermi lentamente sul dildo primo avanti e indietro e poi facendo dei piccoli movimenti circolari. La situazione era molto eccitante e quindi mi stavo bagnando ed ero vicino a venire. Dopo poco Matteo è arrivato con il caffè, e abbiamo iniziato a chiacchierare come al solito. Io cercavo di limitare le parole perché l'eccitazione aumentava sempre di più, e la situazione rischiava di sfuggirmi di mano. Avevo capito che stavo per venire e allora smisi di muovermi sul dildo, ma era troppo tardi: iniziai a venire mentre Matteo stava parlando e non riuscii a farlo senza farmi notare da lui. Misi una mano davanti alla bocca cercando di non far sentire la mia eccitazione. Matteo un po' sorpreso mi chiese se stavo bene, e io, aspettando qualche secondo prima di rispondere, gli dissi che avevo un’afta in bocca che mi aveva fatto molto male con il caffè. Matteo si offrì di andare a prendermi un bicchiere d'acqua, e per fortuna io finii di venire con un paio di spasmi nel basso ventre che feci fatica a reprimere. Ma per fortuna Matteo era andato a prendere l'acqua e attorno a me non c'era nessun altro. Velocemente prima che Matteo arrivasse con l'acqua mi spostai un po' per vedere se avevo bagnato sotto di me. La sedia era effettivamente un po' bagnata, ma quelle che stavano peggio erano le mie mutandine: erano fradicie, devo dire che la situazione in generale mi aveva fatto eccitare molto, oltre chiaramente al dildo fisso nella figa. Presi un fazzolettino dal tavolo e asciugai velocemente la sedia. Nel frattempo Matteo arrivò con l'acqua e finsi di sciacquarmi la bocca. Adesso dovevo alzarmi, e avevo paura che il dildo cadesse. Mi alzai molto lentamente, e ebbi ancora un piccolo spasmo di eccitazione, per il quale finsi di cadere. Matteo un po’ dubbioso mi chiese se era tutto a posto: io con la voce un po’ strozzata gli dissi di si, e ritornammo in ufficio. Gli chiesi ancora di camminare piano a causa della gonna stretta, ma la realtà era che il dildo era sempre più in profondità e stavo tornando a godere. Arrivammo con una certa fatica e imbarazzo in ufficio, lo salutai e lui si diresse verso la sua scrivania, ammetto guardandomi un po’ strana. Credo che qualcosa avesse capito, ma forse non ci credeva nemmeno lui. Io entrai nel mio ufficio e chiusi la porta. La mattinata però non finisce qui. Al prossimo racconto per la continuazione.
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