L’accoglienza

di
genere
trio


Ero sempre stupito da quanto fosse bella e sensuale. Lei, mia moglie, sprizzava femminilità da ogni poro in ogni sua parte de corpo. Le sue movenze, i suoi sguardi, il suo modo di camminare la faceva sembrare come se fosse eternamente su una passerella. E ciò la rendeva sempre desiderata e desiderabile. Era aristocratica, si nei modi e nei fatti. I suoi capelli leggermente mossi, di un castano fondente lunghi fino alle spalle, le donavano un’aria leggiadra e giovanile. Le sue labbra rosse, carnose e ben disegnate facevano da cornice ad un sorriso perfetto color latte.
Che dire del suo corpo? Scolpito col cesello.
E lei ne era consapevole. Ma non lo ostentava mai anzi, naturalmente e spontaneamente tendeva a mitigare ed ad essere sobria e contenuta. Ed è proprio per questo che risultava ancora più desiderabile ed a suo modo affascinante.
Un tesoro nascosto e ben celato di cui si può solo sospettare ed immaginare la prorompente carica di sensualità e femminilità!
In un giorno come tanti a rompere la monotonia quotidiana sentiamo in televisione, a proposito della situazione dei paesi africani, dei tanti profughi che vengono in Italia desiderosi di accoglienza e conforto. Le modalità di accoglienza erano sul sito del comune di appartenenza ed andavano inoltrate alla prefettura.
Io e mia moglie ci guardammo negli occhi e fummo subito d’accordo sul dare la nostra disponibilità ad accoglierne qualcuno. I nostri figli oramai vivevano fuori ed avevamo due stanze libere.
Mi collegai su sito della prefettura e demmo la disponibilità per l’accoglienza di una famiglia di massimo tre persone. Fummo felici di quel gesto e ci sentimmo subito più appagati e sereni avvolti in un senso di pace.
Quando tre giorni dopo la Prefettura ci chiamò andai subito per consegnare i documenti e stabilire la residenza provvisoria dei profughi dei quali non ne conoscevamo ancora ne il numero ne l’identità.
La sorpresa fu tanta quando l’incaricato della prefettura, un poliziotto anziano con la pancia sporgente ma dal viso di un buon uomo, mi disse che ci erano stati assegnati due migranti che provenivano dallo stesso villaggio e che non conoscevano l’italiano ma che facevano parte di una etnia di una parte dell’Africa sub sahariana e che non volevano separarli. Al momento poi della collocazione avremmo la loro residenza provvisoria sarebbe stata aggiornata. Ogni settimana ci avrebbero chiamati per recepire informazioni sul loro comportamento ed una comunicazione sulla eventuale collocazione in qualche struttura di accoglienza.
Mi mostrò le foto dei documenti provvisori dei due migranti e così scoprii la loro età, entrambi di 29 anni ed i loro volti che mostravano tutto sommato degli individui di bell’aspetto.
Il poliziotto vide sul mio volto una espressione di disappunto ed io gli dissi “ ci aspettavamo una famiglia o una coppia”.
E lui” se non volete potete sempre rinunciare. Ma se lo fate non potete più accedere al programma”.
Mi vide perplesso. Esitai un attimo pensando a mia moglie ed alla nostra intimità ma pensando al nobile gesto a cui avevamo aderito non mi sembrava corretto ed etico. Così firmai.
Quando tornai a casa già dal viso mia moglie si accorse della mia inquietitudine.
Quella volta ne parlammo a lungo ed alla fine accettammo la situazione e l’ospitalità per puro spirito altruistico verso i meno fortunati.
Venne il giorno dell’arrivo dei due migranti. A proposito. Si chiamavano Abdul e Sufien.
Arrivarono con un furgoncino della polizia penitenziaria quasi come fossero detenuti. Avevano entrambi degli jeans strappati e sdruciti con magliette non decisamente linde. Le loro scarpe da tennis erano praticamente lisce e consumate.
Li accogliemmo nostro malgrado con un sorriso ed un abbraccio e li accompagnammo su nella camera per mostrargli i loro letti. Capivano l’inglese e così riuscimmo a comunicare. Ci rendemmo conto che non avevano con sé vestiti di ricambio se non quell8 che avevano addosso.
Allora presi due paia di pantaloni della mia tuta ed insieme a delle t-shirt di quelle più larghe che possedevo gliele portai. Gli indicai il bagno dove farsi una doccia e li lasciammo liberi fino a quando non fossero lavati e puliti per la cena. Li aspettammo sotto in cucina.
Quando scesero sotto insieme. Ci rendemmo conto che tutto sommato erano dei bei ragazzi ed anche dai fisici scarniti ma tonici. Quello che invece attirò subito la nostra attenzione è che, siccome mi ero dimenticato di dargli degli slip o boxer, loro avevano i loro sessi che si intuivano penzolare addirittura fino alla metà della gamba.
Io e mia moglie ci guardammo un po’ imbarazzati ma non dicemmo nulla. Mi ripromisi di dare loro, appena finita la cena, un paio a ciascuno dei miei.
Mangiammo quasi in silenzio un po’ per l’imbarazzo ed un po’ per la lingua. Loro erano gentili e grati della nostra ospitalità. Gli chiesi della loro famiglia e se fossero sposati. Entrambi avevano tentato la fortuna venendo nel nostro paese per mandare poi i soldi alla loro famiglia.
Tutto questo era davvero ammirevole pensando a quante difficoltà siano andati incontro.
Finimmo di cenare e loro si alzarono e fecero per aiutare a portare i piatti e le vettovaglie nel lavandino ma mia moglie si fece capire e disse che per quella volta potevano stare seduti. Ovviamente quando si alzarono i nostri occhi caddero di nuovo sulle loro gambe in quanto la cosa era davvero imbarazzante.
Così li feci sedere sulla poltrona per chiedergli alcune cose e spiegare come e cosa dovevano fare in casa.
Mia moglie arrivò dopo alcuni minuti e si sedette con noi mentre spiegavo.
Vidi loro che guardavano con insistenza mia moglie e questo mi infastidì non poco. Tuttavia per restare fedele alla scelta fatta feci finta di niente. Ma quando lei all’improvviso fece cadere per sbaglio il telecomando della televisione lei si abbassò per raccoglierlo ma anche Abdul lo fece. Ed è così che abbassandosi si toccarono e rimasero per alcuni istanti in quella posizione. Vidi lui turbato. Infatti mia moglie come descrivevo all’inizio è una donna davvero speciale e fascinosa. Credo che lui fosse ammaliato da lei. Quando si rialzò il suo pacco era notevolmente ingrossato ed i pantaloni della tuta essendo leggeri non lo trattenevano. Vidi che anche mia moglie buttò l’occhio lì.
Abdul si risedette e si portò un cuscinetto sul suo pacco. La fortuna volle che erano a portata di mano sulla poltrona. Sufien intanto sorrideva imbarazzato.
Mia moglie mi disse di chiedere se avessero mangiato bene. Credo che me lo chiese perché era imbarazzata ed era la prima cosa che le venne in mente.
Quando decidemmo di andare a letto loro si alzarono e ci abbracciarono per ringraziarci di tutto e soprattutto per aver dato loro una casa seppur provvisoria.
L’abbraccio diciamo così con mia moglie fu più sentito e corpo a corpo. Infatti notai Abdul che la cinse per fargli sentire il pacco. O forse l’ho solamente immaginato, ma comunque mi sembrò più attaccato e prolungato di quello di Sufien.
Ci mettemmo a letto ed il sonno con quella situazione tardò ad arrivare. Mia moglie scorse un po’ di malumore da parte mia. Mi chiese se fosse tutto ok. Ed io dissi che era tutto a posto. Poi lei scoppiò in una fragorosa risata che contagiò anche me. Mi disse mentre tratteneva a stento le risa “ hai visto Abdul?…. Oddio che scena!!!”. E scoppiò di nuovo a ridere.
“ Non c’è nulla da ridere” risposi io piccato. E lei “ ma dai non fare il bambino, sorridi! Che hai fatto, sei geloso adesso?”.
Ed io non risposi. Lei per ripicca si girò e si mise a dormire.
“ Scusami, è che questa situazione mi disturba. Due uomini ed una donna sola. Non è l’ideale. E poi hai visto come ti guardava Abdul?”.
“ Ma dai, è solo un ragazzo. Hanno gli ormoni. Non sei stato anche tu ragazzo? Non hai avuto forse anche tu gli ormoni?”.
“ Se è per questo c’è li ho ancora!”, e dicendo questo mi avvicinai a lei facendole sentire il mio sesso in erezione.
“ Adesso si dorme e basta che è tardi!”. E si rigirò da una parte per addormentarsi.
Mi misi con il muso e mi ci addormentai. Sognai tutta la notte che questi due ragazzi si scopavano e sodomizzavano la mia compagna fino allo svenimento. La mattina stranamente avevo tutti gli slip imbrattati. Questo mi innescò un sentimento conflittuale in quanto da una parte ero geloso ma dall’altra la mia irrazionalità ne era attratta.

Mi feci una doccia mentre mia moglie era ancora a letto ma quando mi alzai non c’era più. Mi vestii in fretta e scesi sotto per la colazione. Come aprii la porta erano già tutti e tre lì attorno al tavolo. Stavano bevendo del te loro due mentre mia moglie aveva già bevuto il suo caffè.
Sembrava che li avessi interrotti in qualcosa che stavano facendo. O forse era solo la mia immaginazione. Diedi un bacio a mia moglie quasi a voler marcare il territorio e mi sedetti accanto a loro.
Chiesi come fosse andata la notte e loro mi risposero che era da parecchi mesi che non riposavano così bene. Notai anche che il pacco di biscotti era finito. Pensai che fossero davvero affamati.
Mia moglie indossava un pigiama di raso rosso e sopra una vestaglia da notte che era svasata e lenta davanti. In certe posizioni il seno si mostrava e con la coda dell’occhio scrutavo se loro sbirciassero. Stavo diventando paranoico!
Ma questa poi! Mi cadde l’occhio sui pantaloni di Abdul e mi resi conto che non avevano indossato i boxer. Trasalii!!! Me ne ero dimenticato la sera prima. Fu la prima cosa che feci. Salii sopra e gliene lasciai sul letto due paia a ciascuno in caso di necessità.
Riscelsi sotto e trovai sempre Abdul che spazzava le briciole dei biscotti con la paletta mentre mia moglie gli teneva la busta per buttarle via. Ed il pacco, anzi ci metto anche Sufien, i pacchi erano sempre li in bella mostra alla vista della mia signora. Allora montai di gelosia e dissi “ stamattina vado solo un’ora in ufficio in quanto prenderò un permesso. Così potrò aiutare questi ragazzi a trovarsi una occupazione. Magari andiamo in giro a chiedere. Che ne dite?”.
Ripetei questa cosa in inglese per farmi capire. Mia moglie scorse la mia vena non tanto nascosta di gelosia e sommessamente annuì.
Poi li lasciai dicendo ai due ragazzi “ mi raccomando i boxer! A tra poco!”.
Uscii in tutta fretta per tornare a casa il prima possibile.
Un’ora e mezza dopo ero di ritorno.
“Non ci posso credere “ esclamai io alla vista di tutti e tre ancora seduti davanti al tavolo così come li avevo lasciati.
Mia moglie irritata rispose” sto cercando di aiutarli a spiccicare qualche parola di Italiano. Ecco perché siamo ancora qui!”.
“ Va bene su ma adesso andiamo!”.
Allora salimmo sopra ognuno nelle sue camere per vestirsi e lavarsi. Mia moglie entrò in bagno per lavarsi. Io ne approfittai per entrare dentro per scoparla. La volevo a tutti i costi! Ero infoiato. Lei mi disse di fare piano che era imbarazzata ma non la ascoltai nemmeno perché la penetrai violentemente da dietro tanto era il desiderio. Venni quasi subito dentro di lei e dai movimenti che faceva capii che ne avrebbe desiderato ancora. Questa cosa mi ingelosì ancora di più perché immaginavo a che cosa potesse pensare.
Ci sentimmo chiamare all’improvviso e mia moglie si scostò subito da me si ricompose e si affacciò sotto per vedere cosa volessero. Abdul aveva il mio boxer che non tratteneva il suo pisello in quanto era di una misura troppo piccola. O forse sarebbe stato meglio dire che la misura del suo pisello era troppo grande. Quando scesi anch’io e vidi mia moglie che guardava il boxer con quel bastone di carne a malapena trattenuto dalla molla ebbi una scarica di adrenalina pura per la rabbia. O forse con il senno di poi per l’eccitazione.
Lei scoppiò a ridere manco avesse assistito ad un comico di Zelig. Poi arrivò anche Sufien che non era da meno con quasi tutta la sua proboscide fuori lo slip. Ridevamo tutti a quel punto! Ma certamente io non per la scena ridicola ma per isteria e gelosia.
Mia moglie fece cenno di toglierseli e fece capire loro che saremmo usciti a comprarne alcune paia. Intanto si potevano rimettere la tuta.
Risalimmo sopra ed io mi arrabbiai furiosamente. “ che cosa cazzo ti guardi i boxer di sti ragazzi? Ma che è?”.
“ Zitto e non dire una parola. Sei tu che me li hai riportati a casa! Adesso è anche colpa mia? Per favore!”.
Capii a quel punto che c’era qualcosa che non andava. Lei è sempre stata pudica e perbenista ed adesso la scopro a guardare ed aggiungo io, ammirare gli uccelli dei ragazzi di colore! Non mi torna qualcosa.
Mah! pensai fra me e me” Sono davvero frastornato”, tanto che uscii di casa e me ne andai al lavoro sbattendo la porta.
Tornai alla sera e li trovai seduti a tavola che mi stavano aspettando per la cena.
Salutai a mezza bocca tutti. Mi sedetti e mia moglie si avvicinò per darmi un bacio ma mi scostai con le labbra per farle capire il mio stato d’animo. Lei indossava un abito blu al ginocchio con le décolleté nere a cui si aggiungevano delle calze velate con una riga sottile dietro. Era truccata come sempre ma il rossetto era messo di fresco perché era ancora rosso vivido.
Indagavo tutti i suoi comportamenti che mi parevano provocatori ed inappropriati per l’occasione.
Forse davvero stavo diventando paranoico.
Il primo bicchiere di vino che bevvi mi sciolse un po’ questa stretta allo stomaco che mi attanagliava oramai da due giorni. Poi complice il pollo al forno con delle patate buonissime mi fece bere ancora qualche bicchierino tanto che quasi mi tornò il sorriso. Notai che anche mia moglie aveva bevuto un bicchierino in più. Infatti non mi ero reso conto ma avevo aperto la terza bottiglia di vino.
Sufien che si dichiarava astemio, dopo aver bevuto il vino che selezionavo da amatore e bevitore quale sono sempre stato, ne prese ancora e così Abdul. A quel punto tra parole incomprensibili della loro lingua , l’Italiano e l’Inglese ed un po’ il vino ci sedemmo tutti sulla poltrona a ridere di qualsiasi cosa si dicesse.
Non so perché ma esclamai all’improvviso “ did you buy boxers ?”. Insomma chiesi loro se avessero comprato i boxer.
Tutti, compreso mia moglie scoppiarono a ridere. Ed io risi assieme a loro pur non sapendo il perché.
Ma qualsiasi cosa in quello stato ci faceva sorridere.
Mia moglie rispose “ sono uscita oggi e gliene ho comprato tre paia a ciascuno. Three pair of boxer’s “ aggiunse in Inglese guardando i due ragazzi per poi scoppiare poi di nuovo in un riso incontenibile.
Ecco che Abdul si Abbassa la tuta per mostrarmi il boxer. Era grigio chiaro a fiorellini blu di tessuto elasticizzato che aderiva perfettamente al suo pisello e ne tracciava il profilo. Gli arrivava quasi al fianco. Alla vista di ciò tutti, compreso mia moglie, risero a crepapelle. Abdul disse qualcosa a Sufien che si abbassò la tuta e mostrò il suo boxer sempre in tessuto elasticizzato bianco a costine. Era aderente anche il suo tanto che disegnava e lasciava intuire anche il suo di pisello. La differenza era che il suo gli usciva un po’ da una parte tanto era più grosso di quello di Abdul. Ecco che di nuovo tutti a ridere per la situazione paradossale in cui ci trovavamo. Mia moglie per il ridere si era sbracata sul divano ed aveva le gambe leggermente divaricate e per il ridere si teneva la pancia e la gonna le si era tirata un po’ su. Tra il ridere e lo scherzare Sufien aveva il suo pisellone che strabordava per la metà essendosi eccitato. Abdul non era da meno tant’è che la sua cappella svettava sotto l’ombelico. Mia moglie mi guardava e indicava li con il dito e continuava a ridere a crepapelle. Sufien allora si alzò dalla poltrona e si mise affianco a mia moglie, lo tirò completamente fuori ed appoggiò il braccio accanto al suo pisello. E guardò mia moglie dicendogli in una lingua incomprensibile ma che capimmo comunque, che aveva il pisello come il suo avambraccio. Non ci posso credere ! Mia moglie al posto di scandalizzarsi rideva a crepapelle. Lei allora appoggiò il suo braccio accanto al pisellone di Sufien per misurargli e fare un confronto. Incredibile ma vero. Se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto. Ecco che Abdul si alza e si mette alla sinistra di mia moglie e se lo tira completamente fuori. Non era lungo come quello di Sufien ma aveva un diametro maggiore specialmente alla base. Prese il braccio sinistro di mia moglie e se lo appoggiò di fianco per fare un confronto.
Lei a qual punto disse “ the winner is….. Sufien!” e su ancora a ridere a crepapelle. Abdul risentito si alza in piedi e fa segno a Sufien di mettersi vicino a lui davanti a mia moglie.
Abdul disse “ you judge….. tu giudice “.
Allora mia moglie si avvicinò ed esclamò “ mmmm fammi vedere bene… let me see….”.
Cominciò a toccare l’uccello di Abdul con la sinistra mentre e con la destra quello di Sufien.
“…… big big…. very big……” proseguì mentre tastava i piselloni.
“ Abdul big ….. but Sufien very big” sentenziò lei scoppiando in una fragorosa risata.
Sufien si avvicinò a mia moglie e la baciò sulla fronte esclamando “ I am the winner…. the wiinner….”.
“The reward ?….. the premio? Isn’t there the premio?” diceva Sufien mentre faceva roteare il pisellone davanti al viso di mia moglie.
“ Mio marito si arrabbia e mi lascia se do il premio a te” disse lei sempre con il riso sulle labbra.
Io ero infoiato ed arrabbiato in conflitto tra la parte gelosa e quella eccitata. Beh, ebbe il sopravvento la parte eccitata. Ebbi a pentirmi poi.
Dissi” dagli pure il premio se vuoi ………basta che poi lo dai anche a me!”.
“Ah hai capito il porcellino!…. Pure a te! poi vediamo… se fai il bravo….!”. Credo che il vino abbia avuto un ruolo decisivo in quella situazione.
Sufien era davanti a lei impalato, con il pisellone che ogni tanto lo faceva roteare davanti al suo viso.
Mia moglie lo tira a se e lo prende con tutte e due le mani. Lo comincia a strusciare con le unghie leggermente scivolando dolcemente. Sufien si avvicina ancora di più e mia moglie allarga le gambe per fargli spazio ed avvicinarselo proprio davanti a lei.
Abdul nel frattempo si masturba vicino a Sufien godendosi la vista della scena di mia moglie che si concede ai due ragazzi di colore. Sufien ha delle contrazioni di piacere si avvicina ancora di più e si appoggia sulle sue labbra.
“Mmm …”, dice lei “ vuoi il tuo premio?”.
Fece un respiro profondo ed ansimò poi esclamò “ eccolo!”.
Apri leggermente le labbra e fece uscire la sua lingua che accarezzò la sua cappella violacea e nodosa. Poi guidando con le mani il bastone di carne cominciò a farlo roteare sulle labbra dolcemente. Ogni tanto la sua lingua intervallava lo strofinio della cappella che lo inumidiva e gli infondeva calore. Sufien era lì con quel suo fisico magro e scolpito con un cazzone mostruoso sulla bocca di mia moglie. Che visione pazzesca ed eccitante. Niente a confronto di un film porno. Poi cominciò ad aiutarsi anche con le mani. Lo massaggiava tenendolo alla base vicino ai testicoli con movimenti lenti e decisi. Sembrava una professionista del pompino. Ecco che apre completamente la bocca ed accoglie ciò che può fino alla gola tanto che la sento tossire per l’inaspettata lunghezza. Allora lo fece uscire leggermente e spostò la cappella sulla guancia tanto che la vidi deformarsi. Lei intanto con la testa si muoveva per procurargli ancora più piacere. Il grugnito di Sufien fu presagio di una sborrata colossale. Dei rivoli di sperma colarono dai lati della bocca e dopo alcuni secondi la sentii tossire. Deglutì tutto quel liquido fino a quando la sua bocca fu libera tanto che fece riuscire la cappella dalla bocca e se lo strofino sui lati a catturare il seme fuoriuscito. Continuò per alcuni minuti fino a quando l’uccello di Sufien si ammorbidì un po’ e lei lo liberò.
Il mio uccello era in fiamme e lo avevo liberato anch’io dai miei pantaloni. Comunque porsi a mia moglie un fazzoletto di carta per pulirsi ma come feci per darglielo Abdul si era già posizionato davanti a lei con il pisello sulla guancia. Lei lo guardava con aria di sfida e rideva. Disse “ Sufien is the winner not you!”. E scoppiò di nuovo a ridere!
Ma nell’atto di sorridere Abdul letteralmente le infilò la sua cappella tra le labbra. Lei si spostò indietro ed urlò “ …hei…wait wait….”. Gli prese il pisello alla base e glielo strattonò un po’ tanto da fargli emettere un urlo. Lei lo afferrò con tutte e due le mani e lo morse leggermente facendo contrarre i muscoli del bacino di Abdul. Continuò a mordicchiarlo con fare da esperta forte quanto bastava per fargli male ma non troppo. Poi di colpo come fece con Sufien lo ingoiò letteralmente fino alla metà, tanto poteva entrare nella sua bocca.
Io allora mi accucciai sotto ad Abdul, allargai le gambe di mia moglie perché volevo rovistarle la fica. Ebbi una sorpresa inaspettata. Indossava delle autoreggenti. Hai capito la signora! Con me faceva la schizzinosa quando le chiedevo di indossarle.
Così trovai la strada già aperta e non ostacolata dalle calze.
La sua fica effondeva l’odore del sesso. Era ormone puro misto a calore. Arrivai subito con la lingua in prossimità delle sue mutandine. Baciai quel lembo di tessuto che si metteva tra le mie labbra e la sua fessura. Mentre lei era intenta a succhiare l’uccello di Abdul io scostai con il dito la mutandina e la cominciai a penetrare con la lingua. Mi aiutai anche con il mio dito medio per scavare e trovare gli umori suoi più profondi per portarli alla mia bocca affinché ne decifrassi ogni sfumatura. Sentivo la pressione delle sue gambe che si chiudevano per il piacere e la sua fica ormai grondava. La tirai un po’ più a me per inarcarla perché stavo scomodo e nel fare questo si abbassò di colpo e l’uccello di Abdul le scappò dalla bocca. Lo riprese subito con la sua lingua e lo riportò dentro per accogliere ogni suo centimetro di cappella.
Intanto Sufien non lo vedevo ma sapevo che era ancora lì.
Adesso la fica di mia moglie era meglio esposta a me ed allora mi bagnai il pollice con la saliva e lo misi in direzione del suo culo. Feci qualche secondo di esplorazione e stimolazione con il dito per poi farlo entrare per tutta la sua lunghezza mentre in contemporanea il medio glielo spingevo nella fica. Giocavo a far toccare il medio ed il pollice tra i tessuti del suo corpo. Lei era al secondo o terzo orgasmo e mentre continuavo a gustarmi quel frutto proibito mi sentii colare qualcosa sull’orecchio. Mi scostai per vedere e vidi Abdul che veniva sulle labbra di mia moglie che l’aveva colta all’improvviso. Lei apri la bocca per recuperare ed ingoiare il nettare di Abdul. Quando finì e bevve le ultime goccie la adagiai su di un lato, mi tirai fuori l’uccello e la penetrai d’un solo colpo. Ero indiavolato e terribilmente eccitato dalla situazione che oramai avevo perso tutti i freni. Lei adesso ad ogni colpo di reni ululava e modulava la sua voce che si rompeva al mio stantuffare. La sua bocca che era libera fu presto riempita di nuovo da Sufien che intanto si era eccitato nuovamente e reclamava il secondo premio della serata. Lei non sapeva più dove guardare. Io le sborrai dentro la sua fica oramai umida e fradicia di umori.
Come mi tolsi vidi Abdul che dietro di me si fece avanti ed impalò mia moglie che urlò per il dolore tanto era grosso. Sufien le riempiva la bocca, Abdul la fica e l’unico buco rimasto era quello che avevo sempre desiderato. Lei me lo aveva promesso. Aspettai che il mio pisello tornasse efficiente per incularla a dovere tanto mi aveva fatto penare e desiderare.
Che foga ci metteva Abdul nello scopare. Ogni colpo di reni era un grugnito e più passavano i secondi e più lui aumentava il ritmo.
Mia moglie aveva la fica in fiamme ma godeva fino allo sfinimento.
Ecco che Abdul oramai arrivato allo spasimo tiro fuori il pisellone e si avvicinò sul viso di mia moglie che era occupato dall’uccello di Sufien ed allora lui la prima scarica gliela diede sul viso. L’amico tolse velocemente la sua cappella dalla bocca di mia moglie per far spazio ad Abdul che inondò di nuovo la sua gola. Nemmeno una goccia si perse la porcellina. Giusto il tempo dell’ingoio che Sufien non fu da meno. Lui gli riversò quello che gli era rimasto nei coglioni nella oramai inondata gola di mia moglie che si abbuffò di nettare di uccello come non mai nella sua vita.
Rimanemmo lì alcuni minuti esausti con i piselli al vento mentre mia moglie si ricompose un po’ e dopo alcuni istanti scappò in bagno a farsi una doccia.
Sentivo i due amici scambiarsi commenti sull’accaduto in una lingua incomprensibile ma mi fu evidente che si riferivano a quanto successo.
Poco dopo si riaffacciò mi moglie che si era cambiata e stava in pigiama. Lei scoppiò di nuovo a ridere appena incontrò lo sguardo dei due ragazzi.
Disse che adesso era ora di dormire e che certe cose non andavano fatte più e che era una brutta cosa!
Io rimasi di stucco!
La troia pompinara di prima era tornata la signora per bene che era fredda e disinteressata al sesso.
Mah! È proprio vero! Non si finisce mai di conoscere le donne!!!

Conte Wronskji
scritto il
2023-12-12
4 . 3 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.