L'estate che papino mi sfondò
di
albix73
genere
incesti
CAPITOLO 1
Era la fine di luglio di parecchi anni fa, avrei compiuto diciassette anni pochi mesi dopo e come tutte le estati sarei andata con i miei a passare un mese di vacanza al mare.
Ero irrequieta perché i miei genitori mi guardavano a vista, e difficilmente potevo far con gli amici che avevo a C. Alcune delle famiglie del vicinato avevano anche loro una casa in riviera, e oltre alla mia amica Giada c’erano dei ragazzi più grandi di cui io e lei fantasticavamo.
Almeno in teoria avevo un fidanzato, ma Tommaso con cui avevo perso la verginità era via in viaggio-studio in Inghilterra, e avevamo già praticamente rotto visto che oltre alla classica missionaria non andava.
Con la mia amica ogni tanto vedevamo qualche cassetta porno quando eravamo a casa mia, e fantasticavamo su come doveva essere fare sesso con un vero maschio.
Avevo scoperto dove le tenevano i miei, nascoste in salotto dietro un armadio, e quel pomeriggio ci preparavamo a guardarne una nella tavernetta a casa mia visto che i miei non c’erano.
Eravamo mezze nude per il caldo, e ogni tanto ci toccavamo a vicenda ma tutto sommato lo consideravamo naturale. Volevamo scoprire il sesso e ritenevamo normale farlo anche così, sgrillettandosi la figa insieme e ridendo mentre lo facevamo.
“Chiara, vediamo che stallone c’è in questo film”, e prese in mano una cassetta senza titolo, anonima, che però essendo insieme alle altre ritenevamo fosse porno.
Giada era poco più alta di me, e io ero bassina sul metro e sessanta, ma io avevo già un seno ben sviluppato che arrivava quasi alla terza, oltre a gambe lunghe.
Come diceva Tommaso, “sei tutta cosce”, e sapevo essere un complimento: inoltre avevo dei piedi piccoli e delicati che avevo capito interessare i maschietti, al punto da mettermi uno smalto rosso fuoco abbinato alle infradito estive. Spesso avevo visto il mio papino, Andrea, guardarli incuriosito mentre a pancia in giù li facevo dondolare mentre studiavo sul letto in camera mia, ma l’avevo trovato naturale.
A pensarci, pochi giorni fa mio padre si era soffermato sulla mia maglietta, ma poi mi resi conto che mi era scivolata una tetta e che praticamente avevo fatto colazione con lui con un capezzolo bello esposto. Tutto naturale, però stranamente mi sentì inumidirmi la vagina come mai mi era capitato con Tommaso.
Ritornai al presente mettendo la cassetta nel videoregistratore (erano ancora gli anni 90’), e dopo qualche minuto di un film in cui non succedeva niente ci eravamo già stufate.
“Non succede un cazzo qua”, esclamò Giada toccandomi col suo piede le mie gambe. Anche lei aveva una bella estremità, e gliela presi in mano giochicchiando con le sue dita un po' sudaticcie, quando bruscamente il film si interruppe e la scena cambiò.
“Ma…”, mi interrogai scettica sull’uomo e la donna che venivano inquadrati a letto, sembravano immagini provenienti da un vecchio filmino super8, di almeno vent’anni prima.
“Ehi Chiara ma chi sono?”, e una sensazione di gelo mi scese nelle ossa.
Lei non sapevo chi era, con una mascherina sugli occhi, ma lui era inequivocabilmente mio nonno, lo riconoscevo dal volto scoperto.
I due si baciavano, prima con imbarazzo poi dandoci dentro di lingua, e dopo uno o due minuti si staccarono e lei scese a iniziare un pompino.
Ne avevo fatto giusto uno disastroso al fidanzatino prima di Tommaso, ma vedendo un po' di porno sentivo di essere in grado di farlo come si deve. E con Chiara vedendo un lesbo porno ci eravamo toccate e lo ammetto anche leccate provando il 69, per poi essere interrotte dalle voci dei miei al piano di sopra.
Ma questa donna sembrava… non poteva essere! Mia madre con i capelli più corti e ovviamente più giovane, che spompina nonno Mario, suo padre?
Non era finita il video, anzi probabilmente iniziato, visto che dopo qualche minuto di trattatamento completo si rialzò riprese a slinguare nonno, e poi lui la mise a pecorina e incominciò a stantuffarla di dietro, tirandola per i capelli.
“Ahhh”, adesso si sentiva la voce, era proprio Grazia mia madre!
“La voce mi ricorda qualcuna”, disse la mia amica e abbassai il volume con la scusa di non fare rumore, e tornai ipnotizzata al video che era spettacolare.
Adesso si era messa impalata sul cazzo di nonno Mario, girata così da darle la schiena, e appoggiandosi con i suoi meravigliosi piedi sulle sue ginocchia, faceva su e giù sul suo pene di dimensioni interessanti, non come certi attori porno ma non troppo distante.
Fu fatta girare e adesso ci dava il culo, dietro cui Mario mise due dita, e lei gemeva e gemeva mentre suo padre gli prendeva la bocca e tornava a slinguarla abbracciandola e schiacciandola su di sé.
“Chiara”, mi riscosse Giada per un braccio, e vidi che voleva essere toccata nella figa.
Continuai a guardare il televisore mentre io e la mia amica ci stimolavamo la vagina a vicenda, finendo di spogliarci rimanendo nude.
Il video terminò improvvisamente con un inquadratura che rivelava il cazzo di mio nonno esplodere in una sborrata potente che investì mia madre, e allo stesso tempo anche noi urlammo la nostra goduria e quando il nastro finì ci baciammo a lungo nella bocca dandoci dentro di lingua.
“Cazzo Chiara che video amatoriale, chissà chi era? La voce non mi sembrava sconosciuta”, riprese il discorso mentre ci asciugavamo in bagno e io pensai di dover andare a recuperare il nastro e metterlo a posto.
“Non lo so, potrebbe essere chiunque”, mi affrettai a rispondere pur sapendo la verità.
Ma soprattutto, con chi avrei potuto confidare questo segreto? Decisi così di andare a trovare nonno Mario il giorno dopo.
CAPITOLO 2
La mattina successiva c’era solo mio padre a far colazione, come ormai da qualche mattina a questa parte.
“Ma mamma che fa che si sveglia così presto?”, gli chiesi ancora turbata dal giorno prima. Aveva un lavoro part-time ma anche lei doveva essere ormai in ferie, quindi mi stupiva la sua assenza di mattino presto.
“Mmm, è un momento un po' cosi. Speriamo che le vacanze al mare gli facciano bene”, rispose lui distratto, ma ancora una volta senza accorgermene ero andata a far colazione mezza nuda, questa mattina solo col due pezzi visto che prima di andare da nonno sarei andata in piscina.
Mise le gambe appoggiata alla sedia vuota di mia madre, giochicchiando con i miei piedini.
“Chiara, sempre mezza nuda un po' di dignità dai!”, esclamò all’improvviso mio padre che dov’era seduto aveva quasi le mie dita dei piedi in bocca.
“Mmm dicevi papi?”, io e lui avevamo sempre avuto un rapporto affettuoso, era mia madre quella più severa in casa. Almeno fino al video del giorno prima, la vedevo come una persona repressa e troppo seria.
Prese in mano una delle mie estremità, già un po' sudata a causa del caldo, e la tastò con le dita.
“Papi ma…”, lo guardai stupita.
Si riscosse guardandomi negli occhi da uno stato di trance mentre accarezzava il mio alluce.
“Scusa Chiara”, ma gli misi una mano sul braccio.
“Continua che li massaggi bene”, e stranamente l’eccitazione inguinale mi era tornata ma più forte del giorno prima: sara stato a causa di quel video?
“Senti papi”, gli chiesi all’improvviso, “che ne pensi dei rapporti incestuosi in famiglia?”, e lo vidi sbiancare.
“Beh che intendi?”, e ritrasse le mani rimettendole sul tavolo.
“Padri che si scopano le figlie, cose così…”, gli lanciai un’allusione con tono fintamente neutro.
“Non saprei, adesso devo andare a finire di chiudere il negozio che partiamo tra solo due giorni”, e si alzò di scatto. “Vedi di avere pronta la tua valigia”, concluse, ma il bozzo sui pantaloncini era inequivocabile e non potei fare a meno di vederlo.
Questo non vuol dire che voglia scopare mio padre, pensai tra di me mentre uscivo di casa, ma intanto qualcosa da nonno Mario riuscirò a sapere.
Mi diressi verso casa di mio nonno indossando solo un pareo sopra il costume, dovevo essere parecchio carina girando così in bici da certi sguardi che mi facevano quelli che incontravo.
“Ehi bella”, mi disse un in motorino, “vuoi farti un giro insieme?”, mi disse un in motorino al semaforo osservando la mia coscia nuda.
Era anche carino, così scherzai volentieri passandomi una mano sulla gamba. “Una volta o l’altra”, e lui ripartendo quasi cascò a terra.
Nonno Mario abitava in una casetta con giardino appena fuori città, e stava lavorando l’orto come sempre al mattino. Aveva quasi sessant’anni ma era ancora prestante, e a torso nudo faceva indubbiamente bella figura.
Ma che pensieri ti fai, dissi tra me ma la vista del suo membro così massiccio nella videocassetta mi tornava spesso alla mente; e alla fine avevo deciso di prenderla di nuovo per usarla come prova nel caso il caro nonnino negasse la cosa.
“Ciao Chiara, sei venuto a trovarmi prima che partiate?”, mi disse con voce allegra pulendosi le mani e facendomi entrare in casa.
“Si, ma c’è anche una cosa di cui devo assolutamente parlarti”, e vedendomi seria si preoccupò ma provvidi a rassicurarlo.
“Non così grave, tranquillo, anzi può anche essere piacevole”, e sfilandomi le ciabattine mi sistemai sul divano del suo salotto.
Non facilitava le cose che fosse ancora a torso nudo, eppure l’avevo visto mille volte così perché adesso era diverso? Chiesi tra me e me: certo non l’avevo mai visto scopare mia madre sua figlia.
“Forse sarà meglio che ti faccia vedere questo”, e sistemai la cassetta sul suo videoregistratore schiacciando play.
Feci andare avanti il nastro fino a quando iniziò lo spettacolo, ma lui non fece una piega se non un sorrisetto divertito.
A un certo punto si alzò per prendere il telecomando fermando il video in un fermo immagine significativo: lui che chiavava mia madre alla pecorina.
“Inutile che dica che non sappia chi sono queste persone”, e mi guardò con un sorriso stranamente sereno, “ma ti sei mai chiesta chi aveva fatto partire la cinepresa?”
Che stupida, non c’era certo il telecomando per fargli azionare a distanza, quindi doveva esserci una terza persona, qualcuno che gli guardava.
Feci una faccia stupita, e lui sembrò leggermi nel pensiero.
“Mio padre?”, e lui assentì e senza volerlo vidi come la sua patta sembrava parecchio rigonfia.
CAPITOLO 3
“Devi pensare che l’incesto è un tabu della società moderna, in quelle contadine era normale il sesso tra consanguinei”, e lo guardai stupito.
“Quindi tu a tua volta…”, gli chiesi, e lui scosse la testa. “Non mia madre, ma con mia sorella l’abbiamo fatto parecchie volte. E mio padre sverginò una delle mie sorelle, era normale. Quindi quando Grazia venne a confessare a me e a tua nonna, Dio la benedica in cielo, che faceva fatica ad avere rapporti soddisfacenti col suo fidanzato, pensammo subito alla soluzione migliore. In fondo anche lei aveva aiutato Daria, tua zia.”
“Cioè?”, ma immaginavo la risposta.
“L’aiutò a sbloccarsi da certi complessi psicologici, in sostanza era lesbica e non riusciva ad accettarlo. Poi incominciammo a farlo in tre e scoprì di essere bisex e poter anche sposarmi un uomo e avere amanti del suo sesso”, continuò imperturbabile mentre ero scioccata da queste rivelazioni.
“Ma mia cugina Mery…”, gli chiesi riferendomi alla mia cuginetta più grande.
“Mmm, curiosa di sapere se l’ho scopata?”, mi guardò malizioso. “In genere si fa da figli a genitori o tra fratelli e sorelle, ma se tu hai visto questo video e mi arrivi mezzanuda…”, continuò per poi alzarsi di scatto e rovesciarmi sul divano alzandomi il pareo scoprendo così il mio tanga.
“Nonno…”, gli dissi mentre sentivo che giocava col filo delle mutande, sentendo del bagnato provenire dalla mia vagina.
Chiusi gli occhi attendendo quel pene vibrante entrarmi nella figa, quando mi girò di nuovo scoprendomi il petto; spostando il bikini rivelò i miei seni belli turgidi, muovendo le dita sui miei capezzoli turgidi.
“Sei una donna ormai, puoi farti scopare da chi vuoi, incluso tuo padre”, e poi mi prese per la bocca slinguandomi. Resistetti per qualche secondo poi unì la mia lingua alla sua fino a quando non si staccò da me e fece segno di rimettermi il pareo.
Pur leggermente delusa, capì il suo ragionamento. Se volevo rapporti incestuosi dovevo iniziare a farlo con papà, senza troppi complessi morali. Ma ci fu una svolta inaspettata ad accelerare la mia scelta.
Quella sera ero nella mia camera nuda che mi stavo toccando, anzi utilizzando uno zucchino che avevo trovato in cucina mi stavo scopando alla grande la figa, quando sentì bussare alla porta.
“Che sia…”, speravo quasi che fosse mio padre, ma invece era mamma che doveva parlarmi.
Mi misi giusto un asciugamano in vita, tanto ormai in casa nostra non era più questione di formalizzarsi, ed aprì la porta.
“Mmm eri sola? Sentivo dei rumori…”, mi disse lei e gli indicai lo zucchino. “Facevo pratica ma’”, e si mise a ridere non troppo stupita.
“Con il tuo ragazzo come va?”, indagò stranamente curiosa.
“E’ via per studio quest’estate quindi non mi mancherà al mare”, e mi misi sul letto prona facendo dondolare i piedi.
“Sei proprio bella figlia mia”, e a sua volta si sedette accarezzandomi dolcemente la schiena.
“Io non verrò al mare”, e le sue parole mi scioccarono aprendo strani scenari nella mia mente.
“Ma?”, gli chiesi stupita.
“E’ complicato da spiegare, ma cercherò di farlo”, e iniziò a raccontarmi di come il matrimonio con mio padre fosse a un punto morto, e che doveva prendersi una pausa.
“Scopi qualcun altro?”, gli domandai a bruciapelo, “e mica è mio nonno?”
Alla fine nonno Mario non aveva mai smesso di scoparsi mia madre, ma lei mi rivelò perché i miei erano in crisi.
“Tuo padre è innamorato di te, quindi questo mese datti da fare figlia mia. Ormai hai capito come funzionano le cose nella nostra famiglia, ma sappi che non c’è nulla di male. Può darsi che venga col nonno a metà mese, se tutto fila liscio e tuo padre…”, conclusi io: “E’ felice perché finalmente mi ha scopato!”, e lei si mise a ridere.
“Tuo padre è più complicato di com’è il mio, vuole che tu lo ami non solo che scopiate. La differenza la capirai”, concluse in tono enigmatico.
“Cioè papi mi vuole ma è timido e non l’ha mai fatto con consanguinei vero?”, e lei assentì e pensai a come sedurre mio padre.
Era la fine di luglio di parecchi anni fa, avrei compiuto diciassette anni pochi mesi dopo e come tutte le estati sarei andata con i miei a passare un mese di vacanza al mare.
Ero irrequieta perché i miei genitori mi guardavano a vista, e difficilmente potevo far con gli amici che avevo a C. Alcune delle famiglie del vicinato avevano anche loro una casa in riviera, e oltre alla mia amica Giada c’erano dei ragazzi più grandi di cui io e lei fantasticavamo.
Almeno in teoria avevo un fidanzato, ma Tommaso con cui avevo perso la verginità era via in viaggio-studio in Inghilterra, e avevamo già praticamente rotto visto che oltre alla classica missionaria non andava.
Con la mia amica ogni tanto vedevamo qualche cassetta porno quando eravamo a casa mia, e fantasticavamo su come doveva essere fare sesso con un vero maschio.
Avevo scoperto dove le tenevano i miei, nascoste in salotto dietro un armadio, e quel pomeriggio ci preparavamo a guardarne una nella tavernetta a casa mia visto che i miei non c’erano.
Eravamo mezze nude per il caldo, e ogni tanto ci toccavamo a vicenda ma tutto sommato lo consideravamo naturale. Volevamo scoprire il sesso e ritenevamo normale farlo anche così, sgrillettandosi la figa insieme e ridendo mentre lo facevamo.
“Chiara, vediamo che stallone c’è in questo film”, e prese in mano una cassetta senza titolo, anonima, che però essendo insieme alle altre ritenevamo fosse porno.
Giada era poco più alta di me, e io ero bassina sul metro e sessanta, ma io avevo già un seno ben sviluppato che arrivava quasi alla terza, oltre a gambe lunghe.
Come diceva Tommaso, “sei tutta cosce”, e sapevo essere un complimento: inoltre avevo dei piedi piccoli e delicati che avevo capito interessare i maschietti, al punto da mettermi uno smalto rosso fuoco abbinato alle infradito estive. Spesso avevo visto il mio papino, Andrea, guardarli incuriosito mentre a pancia in giù li facevo dondolare mentre studiavo sul letto in camera mia, ma l’avevo trovato naturale.
A pensarci, pochi giorni fa mio padre si era soffermato sulla mia maglietta, ma poi mi resi conto che mi era scivolata una tetta e che praticamente avevo fatto colazione con lui con un capezzolo bello esposto. Tutto naturale, però stranamente mi sentì inumidirmi la vagina come mai mi era capitato con Tommaso.
Ritornai al presente mettendo la cassetta nel videoregistratore (erano ancora gli anni 90’), e dopo qualche minuto di un film in cui non succedeva niente ci eravamo già stufate.
“Non succede un cazzo qua”, esclamò Giada toccandomi col suo piede le mie gambe. Anche lei aveva una bella estremità, e gliela presi in mano giochicchiando con le sue dita un po' sudaticcie, quando bruscamente il film si interruppe e la scena cambiò.
“Ma…”, mi interrogai scettica sull’uomo e la donna che venivano inquadrati a letto, sembravano immagini provenienti da un vecchio filmino super8, di almeno vent’anni prima.
“Ehi Chiara ma chi sono?”, e una sensazione di gelo mi scese nelle ossa.
Lei non sapevo chi era, con una mascherina sugli occhi, ma lui era inequivocabilmente mio nonno, lo riconoscevo dal volto scoperto.
I due si baciavano, prima con imbarazzo poi dandoci dentro di lingua, e dopo uno o due minuti si staccarono e lei scese a iniziare un pompino.
Ne avevo fatto giusto uno disastroso al fidanzatino prima di Tommaso, ma vedendo un po' di porno sentivo di essere in grado di farlo come si deve. E con Chiara vedendo un lesbo porno ci eravamo toccate e lo ammetto anche leccate provando il 69, per poi essere interrotte dalle voci dei miei al piano di sopra.
Ma questa donna sembrava… non poteva essere! Mia madre con i capelli più corti e ovviamente più giovane, che spompina nonno Mario, suo padre?
Non era finita il video, anzi probabilmente iniziato, visto che dopo qualche minuto di trattatamento completo si rialzò riprese a slinguare nonno, e poi lui la mise a pecorina e incominciò a stantuffarla di dietro, tirandola per i capelli.
“Ahhh”, adesso si sentiva la voce, era proprio Grazia mia madre!
“La voce mi ricorda qualcuna”, disse la mia amica e abbassai il volume con la scusa di non fare rumore, e tornai ipnotizzata al video che era spettacolare.
Adesso si era messa impalata sul cazzo di nonno Mario, girata così da darle la schiena, e appoggiandosi con i suoi meravigliosi piedi sulle sue ginocchia, faceva su e giù sul suo pene di dimensioni interessanti, non come certi attori porno ma non troppo distante.
Fu fatta girare e adesso ci dava il culo, dietro cui Mario mise due dita, e lei gemeva e gemeva mentre suo padre gli prendeva la bocca e tornava a slinguarla abbracciandola e schiacciandola su di sé.
“Chiara”, mi riscosse Giada per un braccio, e vidi che voleva essere toccata nella figa.
Continuai a guardare il televisore mentre io e la mia amica ci stimolavamo la vagina a vicenda, finendo di spogliarci rimanendo nude.
Il video terminò improvvisamente con un inquadratura che rivelava il cazzo di mio nonno esplodere in una sborrata potente che investì mia madre, e allo stesso tempo anche noi urlammo la nostra goduria e quando il nastro finì ci baciammo a lungo nella bocca dandoci dentro di lingua.
“Cazzo Chiara che video amatoriale, chissà chi era? La voce non mi sembrava sconosciuta”, riprese il discorso mentre ci asciugavamo in bagno e io pensai di dover andare a recuperare il nastro e metterlo a posto.
“Non lo so, potrebbe essere chiunque”, mi affrettai a rispondere pur sapendo la verità.
Ma soprattutto, con chi avrei potuto confidare questo segreto? Decisi così di andare a trovare nonno Mario il giorno dopo.
CAPITOLO 2
La mattina successiva c’era solo mio padre a far colazione, come ormai da qualche mattina a questa parte.
“Ma mamma che fa che si sveglia così presto?”, gli chiesi ancora turbata dal giorno prima. Aveva un lavoro part-time ma anche lei doveva essere ormai in ferie, quindi mi stupiva la sua assenza di mattino presto.
“Mmm, è un momento un po' cosi. Speriamo che le vacanze al mare gli facciano bene”, rispose lui distratto, ma ancora una volta senza accorgermene ero andata a far colazione mezza nuda, questa mattina solo col due pezzi visto che prima di andare da nonno sarei andata in piscina.
Mise le gambe appoggiata alla sedia vuota di mia madre, giochicchiando con i miei piedini.
“Chiara, sempre mezza nuda un po' di dignità dai!”, esclamò all’improvviso mio padre che dov’era seduto aveva quasi le mie dita dei piedi in bocca.
“Mmm dicevi papi?”, io e lui avevamo sempre avuto un rapporto affettuoso, era mia madre quella più severa in casa. Almeno fino al video del giorno prima, la vedevo come una persona repressa e troppo seria.
Prese in mano una delle mie estremità, già un po' sudata a causa del caldo, e la tastò con le dita.
“Papi ma…”, lo guardai stupita.
Si riscosse guardandomi negli occhi da uno stato di trance mentre accarezzava il mio alluce.
“Scusa Chiara”, ma gli misi una mano sul braccio.
“Continua che li massaggi bene”, e stranamente l’eccitazione inguinale mi era tornata ma più forte del giorno prima: sara stato a causa di quel video?
“Senti papi”, gli chiesi all’improvviso, “che ne pensi dei rapporti incestuosi in famiglia?”, e lo vidi sbiancare.
“Beh che intendi?”, e ritrasse le mani rimettendole sul tavolo.
“Padri che si scopano le figlie, cose così…”, gli lanciai un’allusione con tono fintamente neutro.
“Non saprei, adesso devo andare a finire di chiudere il negozio che partiamo tra solo due giorni”, e si alzò di scatto. “Vedi di avere pronta la tua valigia”, concluse, ma il bozzo sui pantaloncini era inequivocabile e non potei fare a meno di vederlo.
Questo non vuol dire che voglia scopare mio padre, pensai tra di me mentre uscivo di casa, ma intanto qualcosa da nonno Mario riuscirò a sapere.
Mi diressi verso casa di mio nonno indossando solo un pareo sopra il costume, dovevo essere parecchio carina girando così in bici da certi sguardi che mi facevano quelli che incontravo.
“Ehi bella”, mi disse un in motorino, “vuoi farti un giro insieme?”, mi disse un in motorino al semaforo osservando la mia coscia nuda.
Era anche carino, così scherzai volentieri passandomi una mano sulla gamba. “Una volta o l’altra”, e lui ripartendo quasi cascò a terra.
Nonno Mario abitava in una casetta con giardino appena fuori città, e stava lavorando l’orto come sempre al mattino. Aveva quasi sessant’anni ma era ancora prestante, e a torso nudo faceva indubbiamente bella figura.
Ma che pensieri ti fai, dissi tra me ma la vista del suo membro così massiccio nella videocassetta mi tornava spesso alla mente; e alla fine avevo deciso di prenderla di nuovo per usarla come prova nel caso il caro nonnino negasse la cosa.
“Ciao Chiara, sei venuto a trovarmi prima che partiate?”, mi disse con voce allegra pulendosi le mani e facendomi entrare in casa.
“Si, ma c’è anche una cosa di cui devo assolutamente parlarti”, e vedendomi seria si preoccupò ma provvidi a rassicurarlo.
“Non così grave, tranquillo, anzi può anche essere piacevole”, e sfilandomi le ciabattine mi sistemai sul divano del suo salotto.
Non facilitava le cose che fosse ancora a torso nudo, eppure l’avevo visto mille volte così perché adesso era diverso? Chiesi tra me e me: certo non l’avevo mai visto scopare mia madre sua figlia.
“Forse sarà meglio che ti faccia vedere questo”, e sistemai la cassetta sul suo videoregistratore schiacciando play.
Feci andare avanti il nastro fino a quando iniziò lo spettacolo, ma lui non fece una piega se non un sorrisetto divertito.
A un certo punto si alzò per prendere il telecomando fermando il video in un fermo immagine significativo: lui che chiavava mia madre alla pecorina.
“Inutile che dica che non sappia chi sono queste persone”, e mi guardò con un sorriso stranamente sereno, “ma ti sei mai chiesta chi aveva fatto partire la cinepresa?”
Che stupida, non c’era certo il telecomando per fargli azionare a distanza, quindi doveva esserci una terza persona, qualcuno che gli guardava.
Feci una faccia stupita, e lui sembrò leggermi nel pensiero.
“Mio padre?”, e lui assentì e senza volerlo vidi come la sua patta sembrava parecchio rigonfia.
CAPITOLO 3
“Devi pensare che l’incesto è un tabu della società moderna, in quelle contadine era normale il sesso tra consanguinei”, e lo guardai stupito.
“Quindi tu a tua volta…”, gli chiesi, e lui scosse la testa. “Non mia madre, ma con mia sorella l’abbiamo fatto parecchie volte. E mio padre sverginò una delle mie sorelle, era normale. Quindi quando Grazia venne a confessare a me e a tua nonna, Dio la benedica in cielo, che faceva fatica ad avere rapporti soddisfacenti col suo fidanzato, pensammo subito alla soluzione migliore. In fondo anche lei aveva aiutato Daria, tua zia.”
“Cioè?”, ma immaginavo la risposta.
“L’aiutò a sbloccarsi da certi complessi psicologici, in sostanza era lesbica e non riusciva ad accettarlo. Poi incominciammo a farlo in tre e scoprì di essere bisex e poter anche sposarmi un uomo e avere amanti del suo sesso”, continuò imperturbabile mentre ero scioccata da queste rivelazioni.
“Ma mia cugina Mery…”, gli chiesi riferendomi alla mia cuginetta più grande.
“Mmm, curiosa di sapere se l’ho scopata?”, mi guardò malizioso. “In genere si fa da figli a genitori o tra fratelli e sorelle, ma se tu hai visto questo video e mi arrivi mezzanuda…”, continuò per poi alzarsi di scatto e rovesciarmi sul divano alzandomi il pareo scoprendo così il mio tanga.
“Nonno…”, gli dissi mentre sentivo che giocava col filo delle mutande, sentendo del bagnato provenire dalla mia vagina.
Chiusi gli occhi attendendo quel pene vibrante entrarmi nella figa, quando mi girò di nuovo scoprendomi il petto; spostando il bikini rivelò i miei seni belli turgidi, muovendo le dita sui miei capezzoli turgidi.
“Sei una donna ormai, puoi farti scopare da chi vuoi, incluso tuo padre”, e poi mi prese per la bocca slinguandomi. Resistetti per qualche secondo poi unì la mia lingua alla sua fino a quando non si staccò da me e fece segno di rimettermi il pareo.
Pur leggermente delusa, capì il suo ragionamento. Se volevo rapporti incestuosi dovevo iniziare a farlo con papà, senza troppi complessi morali. Ma ci fu una svolta inaspettata ad accelerare la mia scelta.
Quella sera ero nella mia camera nuda che mi stavo toccando, anzi utilizzando uno zucchino che avevo trovato in cucina mi stavo scopando alla grande la figa, quando sentì bussare alla porta.
“Che sia…”, speravo quasi che fosse mio padre, ma invece era mamma che doveva parlarmi.
Mi misi giusto un asciugamano in vita, tanto ormai in casa nostra non era più questione di formalizzarsi, ed aprì la porta.
“Mmm eri sola? Sentivo dei rumori…”, mi disse lei e gli indicai lo zucchino. “Facevo pratica ma’”, e si mise a ridere non troppo stupita.
“Con il tuo ragazzo come va?”, indagò stranamente curiosa.
“E’ via per studio quest’estate quindi non mi mancherà al mare”, e mi misi sul letto prona facendo dondolare i piedi.
“Sei proprio bella figlia mia”, e a sua volta si sedette accarezzandomi dolcemente la schiena.
“Io non verrò al mare”, e le sue parole mi scioccarono aprendo strani scenari nella mia mente.
“Ma?”, gli chiesi stupita.
“E’ complicato da spiegare, ma cercherò di farlo”, e iniziò a raccontarmi di come il matrimonio con mio padre fosse a un punto morto, e che doveva prendersi una pausa.
“Scopi qualcun altro?”, gli domandai a bruciapelo, “e mica è mio nonno?”
Alla fine nonno Mario non aveva mai smesso di scoparsi mia madre, ma lei mi rivelò perché i miei erano in crisi.
“Tuo padre è innamorato di te, quindi questo mese datti da fare figlia mia. Ormai hai capito come funzionano le cose nella nostra famiglia, ma sappi che non c’è nulla di male. Può darsi che venga col nonno a metà mese, se tutto fila liscio e tuo padre…”, conclusi io: “E’ felice perché finalmente mi ha scopato!”, e lei si mise a ridere.
“Tuo padre è più complicato di com’è il mio, vuole che tu lo ami non solo che scopiate. La differenza la capirai”, concluse in tono enigmatico.
“Cioè papi mi vuole ma è timido e non l’ha mai fatto con consanguinei vero?”, e lei assentì e pensai a come sedurre mio padre.
8
voti
voti
valutazione
4.8
4.8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
La sexy casa nella prateria cap. 1
Commenti dei lettori al racconto erotico