La sexy casa nella prateria cap. 1
di
albix73
genere
etero
La diciassettenne Mary Ingalls stava facendo un giro per la campagna intorno a Walnut Grove con John Crawford, il figlio dell’uomo più ricco della città.
Ogni tanto si chiedeva se fosse un sogno che proprio lei, la figlia di due modesti agricoltori, potesse essere fidanzata con il rampollo di una famiglia così ricca.
I Crawford avevano una grande tenuta, possedevano la banca e avevano diversi altri interessi.
“John, sembra tutta una favola”, gli disse mentre lui conduceva l’elegante calesse lungo la campagna rigogliosa, a maggio tutto sembrava così rigoglioso e il sole del pomeriggio splendeva maestoso.
Fermò la vettura e si girò verso Mary. Gli sembrava anche lui che fosse un sogno, visto che davanti aveva la ragazza più bella della contea, e nessuna ci andava minimamente vicino.
Fece fermare il cavallo, poi si girò verso di lei e gli sussurrò nell’orecchio. “Mary, vorrei…”, e Mary frastornata ritornò alla notte prima.
Come tante volte prima era scesa a spiare i suoi che facevano all’amore, o come perfidamente Laura diceva, scopavano.
Era facile capire quando lo facevano. Aspettavano mezz’ora che loro fossero andate a dormire, poi calava il silenzio sulla casa, e a seguire ansiti agitati si sentivano impercettibilmente ma chiari.
Sua sorella di solo un anno più piccola l’aveva scoperto e Mary all’inizio era sdegnata di spiare i suoi, poi crescendo fu attratta dal vedere quella strana danza sotto i suoi occhi.
Sua madre si toglieva il camicione rivelando due mammelle floride con i capezzoli scuri, a sua volta suo padre si toglieva i calzoni e invitava a succhiarglielo a Caroline.
Charles piegava la faccia in una smorfia assurda di piacere, poi dopo che lei aveva ingoiato più volte la cappella violacea e stretto con la mano le palle, la invitava a sdraiarsi sul letto aprendo le gambe, avvicinandosi con la sua spada pronta a penetrarla.
Era quasi perverso sentire su madre dire porcate, non sembrava la stessa persona che trovava di giorno, poi lui glielo ficcava dentro e Caroline gli cingeva le gambe intorno alla vita permettendo una spinta forte, sempre più forte.
“Ci danno dentro eh stasera!”, la voce di Laura alle spalle la fece quasi spaventare.
“Ohh”, gemeva sua madre scossa da quei colpi così forti.
Un altro rumore si aggiunse, sua sorella aveva ficcato due dita nella sua figa e stava toccandosi senza particolari pudori.
“Sst, vuoi farti sentire?”, ma Laura era ormai in orbita, per fortuna i singulti di eccitazione di Caroline coprivano quelli di sua sorella.
Charles lo tirò fuori pronto a eruttare sperma maschile, e vorace Caroline fece cenno di spruzzargli tutto addosso, contemporaneamente tirando fuori la lingua.
Anche Mary adesso faticava a trattenere l’eccitazione, e con l’immagine di sua madre che accoglieva nella sua bocca il seme bianco di papà, trascinò fuori di lì Laura piazzandogli una mano sul culo.
Salendo la scaletta che portava alla loro camera nel soppalco, non poté fare a meno di sentire un brivido di eccitazione nel vedere sotto la vestaglia da notte la sua fichetta giovane e ancora senza peli.
“Laura…”, gli sussurrò quando furono di nuovo nel lettone che condividevano.
Ma la sorellina non la fece parlare e mettendogli la lingua in bocca incominciarono a toccarsi dappertutto e a darsi piacere, troppo eccitate per dormire.
Si interruppero sudate, e fu la sorellina la prima a parlare.
“Domani ti concederai a John?”, gli chiese, e lei fu sorpresa.
“Forse potrei fare quello che fa mamma a papà prima che facciano l’amore”, rispose frettolosamente lei.
“Un pompino per iniziare!”, aggiunse piccata Laura e Mary rise. “Avrei detto che glielo succhiavo! Sei sempre così volgare sorellina!”
“Ma chi è che mi ha messo la mano sul culo prima?”, gli rispose, e poi tornarono a toccarsi a vicenda dandosi piacere fino a quando il sonno non le colse.
Mary tornò alla realtà assolata della campagna, guardò John negli occhi e gli sussurrò all’orecchio, “lo so cosa vuoi…”, e lo buttò dentro il carro incominciando a baciarlo con passione, poi gli abbassò gli eleganti calzoni comprati regolarmente a Minneapolis, e vide spuntare un cazzo di dimensioni interessanti, non come quelle di papà ma comunque rispettabile.
“Mary, non sei obbligata”, biascicò lui ma appena lei incominciò a stuzzicarlo con le dita della mano destra, la sinistra impegnata a tenere ferma l’asta, mugolò eccitato a tal punto che quasi spaventò il cavallo.
“Ssst, che spaventi Bunnie”, rise lei, e poi affondò la sua faccia nella cappella rosa.
Aveva un gusto forte, ma per nulla male, e decise di spingere la bocca a fondo giù fino in fondo, e lo fece toccando quasi i testicoli gonfi per poi tirarla fuori lasciando una scia di saliva.
“Ahhhhhh”, gridò lei, e decise una cosa improvvisando. Si tirò giù le spalline ed espose le mammelle, già rigogliose per la sua giovane età, e il pene turgido di John ebbe uno strappo improvviso.
Si prese i seni e li piazzò tra il bastone di carne, mentre lui sembrava quasi svenire dal piacere.
“Ma dove hai imparato…. Ohhh!”, gemette mentre Mary aveva iniziato una sega tra i suoi seni e allo stesso tempo incominciò a toccarsi sotto la gonna la sua fighetta rigogliosa.
Dopo un tempo che sembrava interminabile, si interruppe e tornò a baciare il pene ormai di dimensioni rispettabili. Senza pensarci troppo si alzò il vestito e abbassò anche i mutandoni, poi si impalò sul cazzo mentre John gli stringeva le tette ormai sudate nel caldo del pomeriggio.
“Sei convinta Mary?”, gli chiese ma lei aveva aggiustato il cazzo dentro la sua fighetta e incominciato a spingere.
“Ohh John stringimi e accompagnami”, mormorò lei e il ragazzo prima in modo incerto poi con più sicurezza incominciò ad accelerare il ritmo della scopata, fino a quando Mary gridò alla rottura dell’imene. Guardò temendo di vedere parecchio sangue ma non era così, fece in modo di staccarsi dal cazzo per non rimanere incinta e poi lo prese in mano, scosse, e tese la lingua per assaggiare i primi fiotti di sperma maschile nella sua bocca.
La schizzarono dappertutto, fu una sensazione inebriante essere riempita da quello sperma bianco, e quando i fiotti di sperma finirono si adagiò nel carro mezza nuda e senza parole.
“E’ stato bellissimo Mary”, sibilò John, e lei non poté far altro che assentire col capo.
CONTINUA
Ogni tanto si chiedeva se fosse un sogno che proprio lei, la figlia di due modesti agricoltori, potesse essere fidanzata con il rampollo di una famiglia così ricca.
I Crawford avevano una grande tenuta, possedevano la banca e avevano diversi altri interessi.
“John, sembra tutta una favola”, gli disse mentre lui conduceva l’elegante calesse lungo la campagna rigogliosa, a maggio tutto sembrava così rigoglioso e il sole del pomeriggio splendeva maestoso.
Fermò la vettura e si girò verso Mary. Gli sembrava anche lui che fosse un sogno, visto che davanti aveva la ragazza più bella della contea, e nessuna ci andava minimamente vicino.
Fece fermare il cavallo, poi si girò verso di lei e gli sussurrò nell’orecchio. “Mary, vorrei…”, e Mary frastornata ritornò alla notte prima.
Come tante volte prima era scesa a spiare i suoi che facevano all’amore, o come perfidamente Laura diceva, scopavano.
Era facile capire quando lo facevano. Aspettavano mezz’ora che loro fossero andate a dormire, poi calava il silenzio sulla casa, e a seguire ansiti agitati si sentivano impercettibilmente ma chiari.
Sua sorella di solo un anno più piccola l’aveva scoperto e Mary all’inizio era sdegnata di spiare i suoi, poi crescendo fu attratta dal vedere quella strana danza sotto i suoi occhi.
Sua madre si toglieva il camicione rivelando due mammelle floride con i capezzoli scuri, a sua volta suo padre si toglieva i calzoni e invitava a succhiarglielo a Caroline.
Charles piegava la faccia in una smorfia assurda di piacere, poi dopo che lei aveva ingoiato più volte la cappella violacea e stretto con la mano le palle, la invitava a sdraiarsi sul letto aprendo le gambe, avvicinandosi con la sua spada pronta a penetrarla.
Era quasi perverso sentire su madre dire porcate, non sembrava la stessa persona che trovava di giorno, poi lui glielo ficcava dentro e Caroline gli cingeva le gambe intorno alla vita permettendo una spinta forte, sempre più forte.
“Ci danno dentro eh stasera!”, la voce di Laura alle spalle la fece quasi spaventare.
“Ohh”, gemeva sua madre scossa da quei colpi così forti.
Un altro rumore si aggiunse, sua sorella aveva ficcato due dita nella sua figa e stava toccandosi senza particolari pudori.
“Sst, vuoi farti sentire?”, ma Laura era ormai in orbita, per fortuna i singulti di eccitazione di Caroline coprivano quelli di sua sorella.
Charles lo tirò fuori pronto a eruttare sperma maschile, e vorace Caroline fece cenno di spruzzargli tutto addosso, contemporaneamente tirando fuori la lingua.
Anche Mary adesso faticava a trattenere l’eccitazione, e con l’immagine di sua madre che accoglieva nella sua bocca il seme bianco di papà, trascinò fuori di lì Laura piazzandogli una mano sul culo.
Salendo la scaletta che portava alla loro camera nel soppalco, non poté fare a meno di sentire un brivido di eccitazione nel vedere sotto la vestaglia da notte la sua fichetta giovane e ancora senza peli.
“Laura…”, gli sussurrò quando furono di nuovo nel lettone che condividevano.
Ma la sorellina non la fece parlare e mettendogli la lingua in bocca incominciarono a toccarsi dappertutto e a darsi piacere, troppo eccitate per dormire.
Si interruppero sudate, e fu la sorellina la prima a parlare.
“Domani ti concederai a John?”, gli chiese, e lei fu sorpresa.
“Forse potrei fare quello che fa mamma a papà prima che facciano l’amore”, rispose frettolosamente lei.
“Un pompino per iniziare!”, aggiunse piccata Laura e Mary rise. “Avrei detto che glielo succhiavo! Sei sempre così volgare sorellina!”
“Ma chi è che mi ha messo la mano sul culo prima?”, gli rispose, e poi tornarono a toccarsi a vicenda dandosi piacere fino a quando il sonno non le colse.
Mary tornò alla realtà assolata della campagna, guardò John negli occhi e gli sussurrò all’orecchio, “lo so cosa vuoi…”, e lo buttò dentro il carro incominciando a baciarlo con passione, poi gli abbassò gli eleganti calzoni comprati regolarmente a Minneapolis, e vide spuntare un cazzo di dimensioni interessanti, non come quelle di papà ma comunque rispettabile.
“Mary, non sei obbligata”, biascicò lui ma appena lei incominciò a stuzzicarlo con le dita della mano destra, la sinistra impegnata a tenere ferma l’asta, mugolò eccitato a tal punto che quasi spaventò il cavallo.
“Ssst, che spaventi Bunnie”, rise lei, e poi affondò la sua faccia nella cappella rosa.
Aveva un gusto forte, ma per nulla male, e decise di spingere la bocca a fondo giù fino in fondo, e lo fece toccando quasi i testicoli gonfi per poi tirarla fuori lasciando una scia di saliva.
“Ahhhhhh”, gridò lei, e decise una cosa improvvisando. Si tirò giù le spalline ed espose le mammelle, già rigogliose per la sua giovane età, e il pene turgido di John ebbe uno strappo improvviso.
Si prese i seni e li piazzò tra il bastone di carne, mentre lui sembrava quasi svenire dal piacere.
“Ma dove hai imparato…. Ohhh!”, gemette mentre Mary aveva iniziato una sega tra i suoi seni e allo stesso tempo incominciò a toccarsi sotto la gonna la sua fighetta rigogliosa.
Dopo un tempo che sembrava interminabile, si interruppe e tornò a baciare il pene ormai di dimensioni rispettabili. Senza pensarci troppo si alzò il vestito e abbassò anche i mutandoni, poi si impalò sul cazzo mentre John gli stringeva le tette ormai sudate nel caldo del pomeriggio.
“Sei convinta Mary?”, gli chiese ma lei aveva aggiustato il cazzo dentro la sua fighetta e incominciato a spingere.
“Ohh John stringimi e accompagnami”, mormorò lei e il ragazzo prima in modo incerto poi con più sicurezza incominciò ad accelerare il ritmo della scopata, fino a quando Mary gridò alla rottura dell’imene. Guardò temendo di vedere parecchio sangue ma non era così, fece in modo di staccarsi dal cazzo per non rimanere incinta e poi lo prese in mano, scosse, e tese la lingua per assaggiare i primi fiotti di sperma maschile nella sua bocca.
La schizzarono dappertutto, fu una sensazione inebriante essere riempita da quello sperma bianco, e quando i fiotti di sperma finirono si adagiò nel carro mezza nuda e senza parole.
“E’ stato bellissimo Mary”, sibilò John, e lei non poté far altro che assentire col capo.
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