L'amore per mio padre 2

di
genere
incesti

La mattina dopo la prima notte assieme, mi svegliai abbracciata a mio padre. Lui stava ancora dormendo e io mi misi a guardarlo e pensai che non mi sembrava vero: il mio desiderio più grande si era realizzato, io e mio padre eravamo amanti, stavamo fianco a fianco con i corpi ancora caldi della passione della notte precedente e soprattutto avevamo ancora tanti giorni a nostra totale disposizione!

Stetti 5 minuti buoni così quasi in trance, poi non resistetti più e nella maniera più leggiadra possibile mi misi sopra il corpo di mio padre. Lo guardai, continuava a dormire, sentivo il suo respiro caldo e il ritmo regolare con cui il suo petto si muoveva sotto di me. Decisi di svegliarlo nel migliore dei modi.

Cominciai sfiorando le mie labbra con le sue, alternando piccolissimi baci a lente passate di lingua sulla sua bocca. Poi scesi sul collo e qui i baci e la lingua si fecero più insistenti e mio padre si mosse e diede i primi segni di reazione mugugnando leggermente. Pensai che doveva essere davvero esausto dalla notte precedente per non svegliarsi ancora. Il suo pene però era stato più veloce di lui e una bella erezione svettava già fra le sue gambe. Tornai a concentrarmi sul corpo caldo di mio padre scendendo con la mia bocca sul petto, lo adoravo era così ampio e virile. Baciai e leccai ogni centimetro soffermandomi sui capezzoli e a uno dei due oltre a succhiarlo diedi leggeri morsetti. Questo stimolo più forte finalmente svegliò mio padre che all’inizio sembrò un po’ disorientato, ma in breve tempo inquadrò la situazione e accarezzandomi disse sorridendo e soddisfatto “Buon giorno amore mio…”, lo salutai anche io ma senza staccarmi dal suo corpo, ero ormai arrivata all’altezza del suo ventre, cingevo con le mani i suoi fianchi prodigandomi a leccare e baciare con passione lo spazio tra il suo ombelico e il punto in cui cominciavano i folti peli pubici.

“ Piccola vieni qui fatti baciare e abbracciare…” mi disse prendendomi il viso tra le mani e accarezzandomi i capelli. “No papi tu stai immobile e concentrati solo sulle sensazioni, dopo avermi regalato la notte più bella della mia vita ti meriti il risveglio migliore che tu abbia mai avuto….”, “Come vuoi tu amore…” e senza protestare si distese nuovamente lasciandomi continuare il mio lavoro.

Finalmente mi ritrovai col viso davanti al grande pisello di mio padre, nel guardarlo provai una sorta di ingordigia e ardente bramosia, volevo che quel pene fosse mio, solo e soltanto mio, baciarlo, leccarlo, succhiarlo, stringerlo, morderlo! Lasciai vagare i pensieri solo per un istante poi, volendo regalare il più forte piacere possibile al mio papà, afferrai il suo pene e con la lingua ben aperta e insalivata lo leccai partendo dalla base delle palle, percorrendo tutta l’asta, il frenulo, arrivando fino alla cima della cappella, che prima accarezzai con le labbra aperte e con la lingua e poi presi tutta in bocca. Più ripetevo questi movimenti più il suo pene si induriva e contenta lo sentivo gemere di piacere, “Si amore mio! Come sei brava con quella lingua, mmm….”.
“Papà non mi staccherei mai dal tuo pisello, mi fa impazzire!” gli dissi con la voce resa un po’ roca dalla forte eccitazione che invadeva anche me, sarei voluta salire sul suo ventre e affondare il suo fallo dentro di me violentemente e cavalcare mio padre fino ad essere esausta, ma decisi di non pensare a quanto la mia fica fosse vogliosa e continuai il bocchino che stavo regalando al mio amante.

Il suo pene mi scorreva in bocca, lo facevo arrivare fino in gola senza smettere di dimenare la lingua. Succhiavo voracemente sempre più eccitata, tenendo le palle tra le mie mani, massaggiandole a ritmo del mio pompino. Mio padre aiutava i movimenti spingendo ritmicamente il bacino verso la mia testa, ansimando pesantemente di piacere. Ero ormai pronta a ricevere in bocca tutto il suo getto di sperma, quando bloccandomi mi prese la testa e disse: “Fermati Elena...devo andare a fare la doccia prima di alzarmi, perché non vieni con me piccola mia?”. L’idea di fare sesso sotto una bella doccia fresca mi eccitò ulteriormente e accettai subito la proposta, “ok papi, è un’idea magnifica” dissi sorridendo.

Ci recammo in bagno e mio padre aprì immediatamente l’acqua nell’ampia doccia, “Io papi prima devo fare la pipì però, tu intanto entra”, “Non ti preoccupare…” così dicendo però non si mosse e rimase a fissarmi con aria maliziosa per tutto il tempo finché mi ripulì e tirai lo sciacquone. “Era necessario che mi stessi a fissare? lo sai che mi imbarazza mentre faccio i miei bisogni…”, “Lo so piccola è che sei così intrigante che non voglio perdermi nessun aspetto di te…”. La sua risposta mi lusingò e sorridendo entrammo nella doccia.

L’acqua appena tiepida era davvero il massimo in quella calda mattina estiva e mio padre, appena chiusa la porta della doccia, si fiondò su di me e prese a baciarmi passionalmente facendo scorrere le sue avvolgenti mani su tutto il mio corpo bagnato e fremente di eccitazione. Io immediatamente risposi con altrettanta passione alle sue attenzioni e ansimando dissi “ Papà non mi sembra vero… dimmi che non è un sogno e che tutto questo è reale…mmm…”, “Si amore mio io sono qui e ti voglio!”. Così dicendo allargò le mie gambe e con la mano cominciò a massaggiarmi la fica per poi infilare due dita nella vagina, cominciando un fantastico ditalino bagnato dall’acqua e dai miei abbondanti umori. Urlai in preda all’eccitazione e lo pregai di spingere più forte e con tutta la forza che avevo mi strinsi a lui.

Dopo minuti di puro godimento mio padre tolse la sua mano dalla mia fica bollente e con sicurezza afferrò i miei glutei e mi prese in braccio appoggiandomi contro la parete della doccia. Le nostre lingue danzavano all’unisono , mentre il suo pene sfregava forte contro la mia vagina, così lo presi con la mano e lo condussi dentro di me.

Mi penetrò vigorosamente e la posizione permise al suo cazzo di arrivare fino in fondo alla mia vagina, facendomi gridare per il piacere misto al dolore. Con le mani ben salde sul mio culo papà cominciò a scoparmi freneticamente, scuotendomi su e giù sul suo durissimo pene, che sentivo dentro di me come un grosso e pulsante bastone. I nostri corpi bagnati scorrevano l’uno sull’altro e le mie tette sobbalzando sbattevano contro il suo petto. Era piacere allo stato puro, non riuscivo a pensare ad altro, tutto il mondo si concentrava nei nostri corpi scossi dal godimento e dalla frenesia di arrivare al culmine dei sensi.
L’unica cosa che riuscivo a dire erano parole di piacere sconnesse e ansimanti, finché sentì arrivare il tanto agognato orgasmo che partì dal mio ventre per poi propagarsi come una scossa in tutto il mio corpo, fino ad uscire dalla mia bocca in un urlo che non volli minimamente contenere.

Purtroppo poco dopo sentì che anche mio padre, già eccitato dal precedente bocchino, si stava avvicinando al culmine, così mi liberai dalla sua presa e mi inginocchiai davanti a lui, presi il suo pene e segandolo lo indirizzai verso di me. “Papà dai… vieni su di me bagnami con la tua sborra!!”, “ si amore mio ti schizzo addosso tutta la mia sborraaa!!!” e con un grugnito venne inondandomi il viso e il seno col suo seme. Leccai avidamente quello che mi fu possibile mentre mio padre esausto si godeva lo spettacolo di sua figlia che si prodigava a leccare la sua sborra.

Continuammo la doccia per una decina di minuti ripulendoci completamente e scambiandoci baci e carezze, poi una volta asciutti e rivestiti la giornata cominciò e proseguì normalmente, con mio padre diligentemente preso dai lavori che doveva compiere.

Io per tutto il tempo sembravo come camminare sulle nuvole non riuscivo a concentrarmi su niente, la situazione mi sembrava ancora tra sogno e realtà. Fui riportata sulla terra dopo pranzo da una telefonata di mia madre che mi chiedeva come andassero i lavori, se stessimo bene, le solite cose insomma. Io rispondevo a monosillabi e la conversazione si chiuse presto. Una volta chiuso il telefono pensai tra me e me “Cavolo la mamma e mia sorella sono a chilometri di distanza e io sono qui e sono l’amante di mio padre…”, sorridendo mi crogiolai un po’ su questo pensiero.

Presto arrivarono le sei della sera e decisi di portare a mio padre una bottiglietta d’acqua e un asciugamano per il sudore, lo cercai un po’ e lo trovai inginocchiato a torso nudo intento ad aggiustare un marciapiede rotto a lato della casa. Mi avvicinai, “Papi tieni ti ho portato dell’acqua fresca, guardati con questo caldo sei sudatissimo!” e gli porsi anche l’asciugamano. “Grazie mille piccola sei un amore…” rispose asciugandosi il viso. Si sedette e si prese una pausa per bere e io rimasi li vicino a lui. Mentre beveva mi guardò dalla testa ai piedi e poi disse: “Elena ma lo sai che sei stupenda? Sei un raggio di sole amore mio…”, “Grazie papà sei troppo gentile…” dissi lusingata e sorridendo maliziosamente. “Vieni qui avvicinati piccola…” feci come mi disse e mi avvicinai a lui seduto contro il muro, stavo per sedermi anche io quando velocemente mi bloccò, “No rimani in piedi e avvicinati ancora di più… voglio fare una cosa…” e con le mani mi spinse ancora di più verso di lui. Ormai avevo la testa di mio padre tra le gambe, lentamente alzò la minigonna che portavo e affondò il viso tra le mie cosce, sfregandosi e respirando appieno l’odore del mio sesso. “Mmmm… amore il tuo odore mi fa impazzire…è così dolce…”, “Papi mi farai impazzire tu se continui così….”. E infatti il mio perizoma si stava già bagnando dei miei umori e sentivo l’eccitazione crescere dentro di me. Poi scostando di poco le mie mutandine cominciò a leccarmi tra le labbra, succhiando e baciando la mia fica gonfia di piacere. Per reggermi in piedi mi dovetti appoggiare al muro.

Continuò imperterrito ad esplorarmi con la sua lingua e ad un certo punto cominciò anche a stimolare con le dita il buchetto del mio culo. Io come un animale in calore cominciai ad ansimare e gemere più forte, mio padre con aria compiaciuta affondo il suo dito dentro il mio orifizio e cominciò a muoverlo dentro di me. Adoravo quella sensazione e purtroppo contro la mia volontà il mio corpo non resistette a lungo prima di cedere all’orgasmo che mi fece tremare le gambe e quasi cadere.

“Grazie papà sei fantastico….” Dissi ansimante e riconoscente, “vieni amore per ringraziarmi fammi vedere come mi pulisci il dito con cui ti ho penetrato….”. Non me lo feci ripetere due volte, mi inginocchiai e con gusto leccai tutto il dito che mio padre mi porgeva. “Bravissima piccola mia… si… leccalo…”, mentre soddisfavo il desiderio di mio padre non potei fare a meno di notare il pacco enorme tra le sua gambe, “Papà ora tocca a me darti piacere…” gli dissi, ma lui scosse la testa, “No amore stai tranquilla, anzi vai a preparare la cena che se stai qui mi distrai e non combino niente!”. Lo salutai con un lungo bacio e poi felice mi diressi a preparare la cena.

Cenammo lentamente, godendo della gioiosa compagnia reciproca e durante il pasto spiegai a mio padre che avevo messo sul terrazzo la grande sdraia che si trovava in soffitta, così avremmo potuto stare stesi a guardare le stelle come facevamo quando io ero piccola. Apprezzò molto l’iniziativa e dopo cena si rinfrescò un po’ e mi raggiunse subito sul terrazzo, con il vino avanzato precedentemente. Si distese sullo sdraio e io feci lo stesso sopra di lui accertandomi che non gli dessi fastidio, ma mio padre disse che anzi quella era la posizione perfetta. Così ,con i nostri corpi intrecciati, passammo una deliziosa ora tra baci, vino e carezze ammirando lo spettacolo delle migliaia di stelle nel cielo, coccolati da un leggero vento tiepido.

“Papi non ti sembra una situazione perfetta? Siamo noi due, qui è bellissimo e ci amiamo… E’ davvero un momento perfetto e non avrei mai immaginato di poterlo raggiungere…”, “Hai ragione, sembra un sogno… tu sembri un sogno….”. Mentre mi rispondeva piegò il mio collo su un fianco e cominciò a baciarmi dolcemente, il suo respiro caldo e le sue mani che mi carezzavano mi fecero provare brividi per tutto il corpo. Dalla mia bocca uscì un debole gemito. Poi le sue carezze cominciarono a concentrarsi sul mio seno e dolcemente sussurrò al mio orecchio: “ Magari potremmo rendere la situazione ancora più perfetta standocene nudi…”, “Hai davvero ragione papi” risposi e velocemente tutti i nostri vestiti sparirono.

Mi sdraiai nuovamente su mio padre e lui riprese a baciarmi sul collo e ad accarezzarmi i seni che si muovevano a ritmo del mio respiro che si faceva più veloce, stringendo piano i capezzoli turgidi di eccitazione. Con una mano poi scese e cominciò ad accarezzarmi le cosce spalancate, avvicinandosi sempre di più al fulcro, già bagnato, del mio piacere. Io non pensavo a nulla, godevo solo di quel contatto con le mani esperte e calde di mio padre. Finalmente si avvicinò con le dita alle mie grandi labbra, le strinse e le accarezzò un poco, poi con mio immenso piacere passò un dito tra le mie piccole labbra e schiudendole ne trasse il succo che da esse usciva. Portò quel dito umido alla sua bocca e se lo gustò lentamente per poi tornare a concentrarsi sul mio sesso pulsante e in attesa di ulteriore piacere.

Con due dita afferrò il mio clitoride gonfio, facendomi scuotere per la forte sensazione, alzò bene la pelle che ricopriva il mio bottoncino e cominciò a massaggiarlo con ritmi alternati. Mio padre mi stava facendo andare letteralmente fuori di me dal piacere, nessuno mi aveva mai saputo toccare in quel modo e i gemiti di piacere uscivano incontrollati dalla mia bocca.
“Ti piace… vero tesoro? Senti come sei calda ed eccitata…” , mi disse.
“Si, si! Lo adoro non smettere ti prego! Anora papi, ancora! Più forteeee! Si! Strapazza il clitoride della tua piccola! Si…si… Vengoooooo!!!” e con un urlo esplosi in un orgasmo che mi piegò dal piacere.

“Papà…”, dissi ancora ansimante dopo circa un minuto di pausa, “ mettimelo dentro, scopami…”. “Certo piccola non ne posso… più ti voglio…” così dicendo alzò di poco il mio bacino e fece scorrere dentro la mia fica grondante il suo pene turgido e gonfio. Cominciò a scoparmi così, io ero ancora stesa su di lui e assecondavo i suoi forti movimenti di bacino con i quali affondava dentro il mio ventre e intanto con le mani si aggrappava ai miei seni gonfi. Una volta ritrovate le forze mi alzai e mi misi a sedere di spalle su di lui, muovendo su e giù il bacino e facendo ruotare al contempo il mio sedere. Dai gemiti che emetteva mio padre parve apprezzare molto lo spettacolo, così intensificai il ritmo della penetrazione e mi sporsi ancora di più in avanti col corpo di modo che, oltre a godersi lo spettacolo del mio sedere che sobbalzava ai suoi affondi, potesse anche vedere come il suo cazzo penetrava e allargava la mia fica. Sentì quel vigoroso pene indurirsi ancora di più e scossa dal piacere gli dissi “Papà mettimi a pecora… montami e dammelo da dietro, ti prego, fallo!!”, “ Si piccola mia, ora ti monto… dio quanto sei porca mi fai impazzire!”.

Con fare sicuro mi prese per i fianchi e mi mise a pecorina, affondò il suo viso nella mia fica grondante e ne bevve gli umori, poi iniziò a sfregare la sua cappella gonfia tra le mie labbra e mentre io godevo di quel dolce contatto, spinse il suo pene dentro di me quando meno me lo aspettavo, lasciandomi senza fiato. Mi scopò vigorosamente, gemendo per l’eccitazione di montare sua figlia. Io ero quasi in estasi e ad ogni colpo di mio padre il piacere si diffondeva per tutto il mio corpo sudato.

Il suo cazzo entrava e usciva dalla mia fica scuotendomi e io godevo di quei gesti del sesso così brutali e primordiali. Eravamo come due animali che si accoppiavano nella notte, incuranti di tutto il resto. Vicino all’orgasmo mio padre senza smettere di penetrarmi si chinò a gattoni su di me e mi disse all’orecchio: “Elena sto per venire, voglio farlo dentro di te, riempirti col mio seme”, “Si papà fallo, svuotati dentro di me… si, si…dai spingi….”.

Dopo poco mio padre con le gambe tremanti e il fiato corto, schizzò con forza il suo sperma dentro di me e io lo sentì così caldo e copioso invadermi tutta. Era la cosa più eccitante del mondo, quel seme racchiuso nella mia vagina. Avrei voluto tenerlo lì e non farlo uscire più, ma quando mio padre tolse il suo pene dal mio corpo, lo sperma cominciò a colare giù per le mie cosce.

Mi sdraiai stanca e contenta e mio padre fece lo stesso accomodandosi al mio fianco, dandomi un bacio sulla fronte. “Piccola mia se continuiamo così alla fine di questa settimana sarò morto!”, disse ridendo. Lo baciai sulla bocca e stetti lì a godere del piacere e dell’amore più intenso del mondo.
scritto il
2013-03-20
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