Per la quarta volta schiavo ai piedi di moglie e suocera. Inter - Juventus

di
genere
feticismo

Moglie e suocera sono appassionate di calcio e tifose incallite della
Juventus. A me, invece, piace il basket, seguo soprattutto l'NBA. Il calcio mi annoia tremendamente e, comunque, se proprio fossi costretto sotto tortura ad esprimere una preferenza, sarebbe per l'Inter.
Questa a dir poco tiepida simpatia nerazzurra è stata da sempre motivo di sfottò da parte di moglie e suocera in occasione delle innumerevoli vittorie juventine. Quell'anno, però, l'Inter era in vantaggio di due punti sulla juve e giocava in casa l'ultima partita di campionato, proprio contro i bianconeri.
Bastava un pareggio per vincere lo scudetto e pensai che finalmente mi sarei potuto prendere una rivincita.
La sera del "derby d'Italia", la madre della mia regina si presentò a casa nostra dieci minuti prima dell'inizio della partita.
Indossava una sciarpa bianconera, una maglietta nera, dei pantaloni bianchi di cotone e delle infradito nere con suola morbida. Le unghia dei suoi piedi perfetti erano, come sempre, smaltate di rosso.
Mi saluto' con un bacio sulla guancia e si sedette al centro del divano posto dinnanzi alla tv.
"Stasera vi strapperemo lo scudetto in casa vostra" esclamò brandendo contro di me la sciarpetta juventina.
"Se lo dici tu" -riposi con noncuranza- "Ma ricordati che all'Inter basta un pareggio". "Niente pareggio" - sentenziò la suocera - "stasera vinciamo".
Proprio in quell'istante comparve mia moglie, bardata con sciarpa juventina, cappellino bianco nero, maglia numero 10 di Del Piero e unghia dei piedi smaltate di nero.
Si sistemò accanto alla madre e mi ordinò di portare le bevande e qualcosa da sgranocchiare.
Mentre preparavo il vassoio, la partita era cominciata. Ricomparvi in salotto e notai che la suocera si era sfilata le infradito ed era rimasta, come la figlia, a piedi nudi.
Nell'ammirare le divine estremità delle due donne persi ogni interesse alla partita e pensai che potevo sfruttare quell'occasione per dare sfogo alle mie pulsioni feticiste.
Sistemai le vivande sul tavolino in vetro sagomato posto dinnanzi al divano e mi sedetti strategicamente a terra, ai piedi delle due dee.
" Ma che fai?" - chiese allora la suocera sorpresa- "perché ti sei messo a terra? Sul divano c'è posto anche per te".
" lascialo stare lì" - la interruppe la figlia - "così lo posso usare come poggiapiedi".
Così dicendo, la mia regina accavallò i piedi e li poggiò sulla mia spalla destra. "Hai ragione" disse quindi la suocera ridendo . E sistemò a sua volta le divine estremità accavallate sulla mia spalla sinistra .
Il mio piano strategico stava prendendo forma prima di quanto mi aspettassi e il mio cazzo era diventato subito duro come il marmo. Nel vedermi ridotto a poggiapiedi, mia moglie, molto divertita,
mi chiamò per farmi voltare e mi stampò un piede sulla faccia apostrofandomi, fra le risate di mia suocera, come "interista perdente".
Con il briciolo di dignità che mi rimaneva finsi indifferenza e mi girai a guardare nuovamente la partita ma sentivo che le due donne ridevano e confabulavano alle mie spalle.
Mia moglie, infatti, mi chiamò una seconda volta ma stavolta non mi girai. L'insulto che avevo ricevuto aveva risvegliato il mio timido tifo nerazzurro, ma, quando fu la suocera a chiamarmi, capitolai. Mi voltai verso di lei consapevole che sarei stato umiliato dalle sue meravigliose estremità e, come previsto, mi ritrovai il suo piede sulla faccia, mentre la mia regina continuava a prendermi in giro: "Ben ti sta, perdente di un interista".
Proprio in quel momento segnò la Juventus. Le due donne balzarono in piedi e gridarono urla di giubilo mentre io, eccitato e incurante della partita, restavo seduto a terra in attesa di nuove umiliazioni.
Mia suocera, sfogata la sua gioia, si sedette nuovamente sul divano e, guardandomi con disprezzo, immaginò che il gol juventino maturato proprio mentre mi metteva il piede in faccia non era una coincidenza. Pensò, quindi, che occorreva ripetere il rito, in modo da annullare il mio presunto flusso di pensieri negativi contro la sua squadra.
"Ora, per scaramanzia gli rimetto i piedi in faccia" - fece dunque rivolta alla figlia - "così annullo la sua negatività".
"Si brava mamma. Questo menagramo interista porta sfiga".
Così la suocera mi ordino' di prostrarmi a terra e poggiò nuovamente i piedi sulla mia faccia.
Io ero in estasi mistica. Stavo immobile sotto le estremità di quella dea ad inebriarmi di quel magnifico odore, mentre loro seguivano concitate la partita e urlavano ad ogni azione.
Rimasi qualche minuto in quella assurda posizione finché la Juventus segno' un altro gol. Le grida di gioia delle due donne divennero allora incontenibili al pari degli sfottò nei miei confronti. "Hai visto" - esclamò mia suocera guardandomi con disprezzo - "Appena ho annullato la tua negatività abbiamo segnato due gol. Porti sfiga perdente di un interista. Sei solo un menagramo".
Così dicendo, la donna poggiò per la terza volta i piedi sulla mia faccia e a quel punto, umiliato, inebetito, annullato, privo di dignità, eccitato come mai, persi il controllo e presi a strofinarmi sul pavimento fino ad esplodere copiosamente dentro le mutande qualche attimo dopo.
Fortunatamente, le due donne, ipnotizzate davanti alla tv, non si accorsero di nulla.
Rimasi sotto i piedi della suocera fino alla fine della partita, poi mi fu concesso di alzarmi. Così corsi a pulirmi e cambiarmi mentre loro festeggiavano l'ennesimo scudetto juventino.
Fu quella la più bella partita di calcio della mia vita.
scritto il
2024-01-02
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