La tua troia, la tua schiava…un nuovo inizio, parte 1
di
Ga.
genere
dominazione
Ero tornata single da qualche mese. La nostalgia delle mani di Diego sul mio corpo, del modo in cui mi sculacciava mentre ero a quattro zampe sul letto, le sue dita che si facevano strada nella mia bocca e nel mio sesso, il suo cazzo appoggiato tra i miei occhi e la mia lingua che percorreva tutta l’asta e succhiava le sue palle… le scopate appoggiata con le mani e i gomiti al lavandino mentre lui da dietro spingeva con forza il suo cazzo dentro di me facendomi ripetere infinite volte che ero la sua troia e la sua schiava, il rumore delle sue palle che battevano tra le mie natiche, le volte in cui mi bendava e mi infilava il cazzo fino in gola togliendolo solo quando lo respingevo con le mani per poter respirare, guardarmi allo specchio mentre ero inginocchiata e con le mani stringevo le sue natiche e con la bocca riempivo di baci il suo ventre, il suo cazzo umido e le palle turgide, con gli occhi pieni di amore e di voglia…la nostalgia di tutto questo mi ammazzava, ma la nostra lunga storia era giunta alla conclusione per ragioni indipendenti dal nostro sentimento e dal nostro desiderio. Uomini che mi corteggiavano non ne mancavano, anzi ce n’erano fin troppi, tra chi commentava semplici foto postate sui social con approcci ridicoli e banali e uomini che venivano in visita allo studio medico presso cui lavoro come segretaria e cercavano di approcciare squallidamente. La storia con Diego aveva alzato notevolmente la mia asticella, dopo la fine di un matrimonio che mi aveva riempito di dolore e delusioni. In questi mesi ho capito ancora di più quanto il sesso sia importante per me come fonte di piacere e di scoperta del mio vero io. Diego aveva scoperchiato il vaso di Pandora portando alla luce la mia indole sottomessa ancora inespressa che finalmente veniva appagata. Adesso una parte di me oltre a sentire la sua mancanza e la solitudine iniziava giorno dopo giorno a prendere consapevolezza di questa natura e a porsi domande su cosa e chi potesse soddisfarla a pieno. Non avevo mai frequentato una chat erotica, amavo spesso leggere racconti erotici scritti dagli altri e fantasticare, ma non avevo mai parlato direttamente di determinate fantasie con uno sconosciuto. Fu cosi che entrai in contatto con Alberto, uomo sessantenne separato che vive a 800 km di distanza da me e che sin da subito mi ha dichiarato la sua indole dominante. Inizialmente ero un po’ spaventata dalle sue domande e dal suo approccio curioso, netto e deciso. Alberto riusciva a essere convincente, provocante, seducente e forte, senza mai essere inutilmente volgare. Le prime volte ci limitiamo a raccontarci le nostre vite le nostre esperienze e a parlare in modo vago di fantasie. Un giorno in cui mi trovavo sola a casa mi disse se mi sentivo pronta. Per cosa, gli chiesi. per sentirti Troia, rispose. Ci sentimmo per la prima volta al telefono e per un’ora mi fece stare spogliata sul letto con gli occhi bendati e un evidenziatore infilato nella fica. Mi disse di non toccarmi e di parlare con lui, di ascoltare le cose che mi diceva e di dire quello che mi chiedeva di dire senza mai toccarmi,perché il piacere sarebbe arrivato così, con la voce, con le parole con il senso di riempimento fisico. Venni, dopo un’ora di gemiti e tremori, urlando con forza, come se Alberto mi avesse scopata con vigore. Sei pronta, mi disse quando smisi di ansimare; sei pronta per vedermi e per portare la tua esplorazione della tua femminilità e dei tanti modi in cui puoi provare piacere a un livello successivo; fidati di me, non aver paura e affidati alle mie mani. Qualche giorno dopo ero in treno, in viaggio verso la sua città. Ero pronta per una nuova fase della mia vita…
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