Cristine (3 parte)
di
domcurioso64
genere
dominazione
Cristine capitolo 3
I giorni passavano e per Cristine il tempo pareva essersi fermato, ancora dopo settimane non aveva avuto il permesso di avere l'orgasmo tanto agognato. Ormai non sapeva più cosa inventarsi quando faceva l'amore col marito, sì lei sapeva fingere e molto bene ma tanta era la voglia che nemmeno cercare di distrarsi pareva non funzionare più.
Il padrone continuava a darle ordini via messaggio, lei naturalmente li eseguiva con gioia anche se a volte con fatica e questo le faceva vivere la sua vita, fino ad allora piuttosto monotona sotto un'altra luce, finalmente si sentiva viva, vera, appagata.
Ogni tanto il padrone si faceva vedere al bar ma erano quasi sempre visite fugaci e non l'aveva più fatta andare in bagno con lui. Anche questa cosa la spiazzava, era sempre come se lui leggesse nella sua mente i pensieri più reconditi, avere quel rapporto orale nella toilette era stata una delle cose più umilianti e degradanti che ricordasse di aver fatto eppure le mancava e l'avrebbe rifatta subito e volentieri e lui come se lo sapesse aveva evitato.
Il venerdì sera mentre Cristine e il marito erano sul divano a guardare un programma in tv, sentì vibrare il telefono, lo prese distrattamente e lesse: “ciao puttana, cosa stai facendo?”
Immediatamente si sentì avvampare, era certa di essere diventata paonazza, il padrone non le aveva mai scritto in quegli orari e lei certamente non se l'aspettava.
Rispose con le mani tremanti, sperando che il marito non se ne accorgesse ma per sua fortuna pareva piuttosto preso dal giallo che stavano guardando “buonasera Padrone, la sua puttana stava vedendo la tv”. Vide che lui aveva visualizzato ma non rispose, lei tenne il telefono in mano per alcuni minuti ma non giunse nessuna replica, l'agitazione cominciò a passare pian piano, rimise il telefono sul tavolino accanto a lei.
Dopo oltre mezz'ora il cellulare vibrò ancora, Cristine sbuffò a beneficio del marito che però non parve accorgersene o forse non gli importava, chissà.
Lesse il messaggio: “lascia passare qualche minuto poi vai in bagno e scrivimi”
Lei rispose solamente con una conferma.
Il tempo si fermò, i secondi non passavano, per non insospettire il marito aveva considerato di far passare almeno 5 o 6 minuti, lei fissava l'orologio a muro ed era come se le lancette fossero inchiodate. Cercò di non pensare e si costrinse a non guardare l'ora, anche perchè sentiva un notevole calore tra le gambe e l'ultima cosa che avrebbe voluto era bagnarsi adesso, col pigiama leggero che indossava.
Finalmente i minuti trascorsero e lei con fare indifferente si alzò e si recò in bagno, chiuse la porta facendo attenzione a non far rumore mentre girava la chiave nella toppa, si appoggiò al lavandino e mise la mano sul petto, sentiva il proprio cuore galoppare. Aprì l'app di messaggistica e scrisse: “sono in bagno Padrone”
“brava la mia puttana, scommetto che sei bagnata”
“si Padrone, la sua cagna ha la figa umida da quando ha letto il suo messaggio”
“sei davvero una troia ma questo lo sai. Prendi della crema e ungiti il culo”
“subito Padrone”
Cristine si voltò, aprì l'anta a specchio del mobiletto sopra il lavandino e prese il contenitore della nivea, si avvicinò al bidet, si abbassò insieme pantaloni e mutandine e si sedette, poi aprì il tappo e intinse le dita cominciando a passarle sullo sfintere e il gesto non fece che farla eccitare ulteriormente, rispose:
“ho fatto Padrone”
“voglio che trovi un oggetto troia, avrai sicuramente qualcosa li in bagno, mi dirai cosa e poi voglio che ti scopi il culo”
lei sbarrò gli occhi, si aspettava di doversi penetrarsi certo ma immaginava con un dito, magari due, non quell'ordine che la lasciò interdetta. Gli occhi corsero intorno a se e la mente cercò di pensare, e non era facile, a ciò che avrebbe potuto usare. Vide lo stick del deodorante ma valutò che fosse scomodo e anche un po troppo grande -pensa Cri, pensa...- non vedeva nulla di possibile da usare e il tempo passava. Decise che l'unica cosa possibile in quel momento era la spazzola dei capelli e lo scrisse, lui non rispose subito e questo la inquietò, poi arrivò la risposta:
“va bene troia, prendila e scopati”
“subito Padrone, la sua cagna esegue immediatamente, grazie Padrone”
Si alzò e camminando a mo di pinguino arrivò al lavandino per prendere la spazzola, tornò a sedersi, prese ancora un po' di crema che mise sulla punta e impugnata la spazzola per le setole, si appoggiò il manico sul culo e la spinse adagio penetrandosi fino a che l'intero manico non fu dentro di lei. Iniziò a muoverlo piano ed infine scrisse:
“sto facendo come mi ha ordinato Padrone”
“lo so troia, lo vedo e noto che ti piace, ho ragione, cagna?”
lei deglutì, aveva sempre un modo di fare, di risponderle che la lasciava interdetta, era ogni volta come se lui fosse li con lei e sapeva benissimo come prenderla, rispose
“ha ragione Padrone, sono un puttana e adoro quando il Padrone mi scopa il culo”
“continua per altri 2 minuti poi ti accarezzerai il clito, ti fermerai prima di venire, leccherai e pulirai le dita e poi potrai tornare a fare quello che facevi. Attendi istruzioni per domattina. Buonanotte schiava”
“va bene Padrone, farò come ha comandato. Grazie Padrone, buonanotte”.
Cristine fece ciò che le aveva ordinato e non dovette toccarsi molto perchè era talmente eccitata che dopo pochissimo sentiva di essere già vicina a godere, quindi si fermò. Portò le dita alla bocca e le leccò e succhiò come faceva quando il padrone la guardava, anche questo la eccitava da morire.
Terminato il compito, si lavò e salutato il marito lo avvisò che andava a letto, adducendo di essere molto molto stanca, temeva che stavolta se lui avesse voluto fare l'amore, non sarebbe riuscita a fermarsi ed impedirsi di venire.
Chiaramente una volta sotto le coperte il pensiero non poteva non restare su ciò che aveva appena fatto e soprattutto a cosa sarebbe successo il giorno dopo: il suo sabato col padrone.
Il mattino arrivò, il marito uscì per andare al lavoro e lei fece colazione in trepidante attesa del messaggio.
Una volta sbrogliato il tavolo, decise di prevenire il padrone preparando qualcosa da indossare per non perdere tempo. Aperto l'armadio scelse un paio di outfit carini che poteva indossare se lui non le avesse fatto richieste specifiche. Si accorse di quanto era agitata ed eccitata mentre l'attesa si prolungava, guardò l'ora: 09,15, sospirò.
Il messaggio arrivò poco prima delle 9,30:
“ciao schiava, alle 10 al negozio, non tardare”
“buongiorno Padrone, non tarderò”
Per fortuna aveva preparato prima cosa mettersi, non avendo avuto istruzioni precise optò per camicetta fiorata di cotone leggero e la gonnellina a pieghe che le arrivava appena sopra il ginocchio. Aveva già l'intimo di pizzo bianco, molto sexy, calzò le decolleteè nere ed uscì veloce da casa per recarsi all'appuntamento.
Appena prima di bussare Cristine guardò l'orologio, le 9,58, perfetto, battè le nocche sul vetro e poco dopo la porta si aprì e lei entrò. Non appena la porta si chiuse, si mise in ginocchio e si sporse per baciare il dorso della mano dell'uomo “buongiorno Padrone, la sua puttana è qui” lui la squadrò come per controllare l'abbigliamento ed annuì “ciao troia, giunta in orario, brava la mia cagna”, lei gli sorrise felice.
Cristine diede un'occhiata veloce intorno a se per capire se ci fossero cose diverse dal solito ma non notò nulla, “nuda troia e poi vieni qui” sentì ordinare mentre lui andava a sedersi sulla poltrona, lei eseguì velocemente soffermandosi però quando fu in intimo, sperava che il padrone notasse che si era messa in tiro per lui. Quando fu nuda si rimise in ginocchio e gattonò fin davanti all'uomo, si mise in posizione, testa e occhi bassi, in attesa.
“Vai a prendere il tuo collare cagna” le disse facendo un gesto col capo per indicarle di andare nella stanza accanto, lei partì sempre carponi e una volta preso il collare con la bocca tornò e lo porse al padrone che glielo sistemò, girandolo poi in modo che l'anello fosse sul davanti. Ora era pronta, gli sorrise.
Lui la fissava senza parlare, il suo sguardo la penetrava fin nel cervello, lei chinò il capo intimorita “che cosa sei?” le chiese “sono la sua umile schiava Padrone, la sua puttana e tutto ciò che lei vorrà”. Solitamente lui annuiva quando riceveva questa risposta ma stavolta restò immobile, come stesse pensando a chissà cosa, questo la fece un po' preoccupare e chinare nuovamente la testa.
“Cagna guardami” tuonò e quando i loro occhi si incontrarono continuò “ti chiesi se per diventare la mia schiava eri disposta a tutto, ricordi? La pensi ancora così?”, le si dilatarono le pupille ed ebbe la sensazione che le si fosse azzerata la salivazione, avvertì uno strano prurito alla nuca che la stava decisamente agitando più del dovuto.
Rispose con la voce tremante “si Padrone, nessun ripensamento, vorrei tanto essere la sua schiava, la sua troia, la sua cagna” “va bene cagna, vedremo che cosa deciderò di te”, detto questo si alzò in piedi, lei lo seguì con lo sguardo mentre andava nell'antibagno, lo sentì aprire l'armadietto e poco dopo ritornò nella stanza con due matasse di corde e quelle che sembravano delle polsiere.
Solo in quel momento Cristine si rese conto che quello che lei aveva sempre, distrattamente, pensato che fosse un lampadario rotto era invece una trave appesa al soffitto e comprese che cosa fossero i due ganci che pendevano da sotto.
“Qui cagna” lei si mosse sistemandosi di fronte a lui che le mise le polsiere e poi appese le due corde ai ganci della trave “in piedi” ordinò, l'agitazione aumentava ancora, certo aveva fatto spesso sogni di legature, di croci, di cavalletti ma trovarcisi era tutt'altra cosa, alzò le braccia e lui fissò le corde ai polsi. Ora Cristine era bloccata e legata, lui aveva regolato le corde in modo che fosse quasi appesa, i piedi toccavano appena il pavimento.
L'uomo andò nuovamente nell'altra camera e ritornò con una sbarra metallica, si chinò, senza mancare di gettarle un'occhiata e sorridendo nel vederla preoccupata, fissò la sbarra alle caviglie con delle cinghie che le allargarono molto le gambe e ovviamente le impedivano di chiuderle o stringerle. In questo modo però i piedi non toccavano più il pavimento con l'intera pianta ma giusto poco più che con le punte, una posizione davvero scomoda.
Lui si alzò soddisfatto di vederla cosi, le accarezzò la pelle morbida come seta, passò il dorso della mano sul seno perfetto, sui capezzoli, dopo essersi portato dietro di lei, le diede diverse sonore sculacciate che la fecero sussultare, sentiva un gran calore crescere sulla pelle colpita e non solo lì.
In quella posizione non poteva davvero vedere molto, inconsciamente strinse le corde con le mani come se potesse darle sollievo.
Una volta tornato davanti a lei, la fissò con un ghigno, posò la mano sul suo inguine e le massaggiò velocemente labbra e clito, rudemente, lei strinse gli occhi, per istinto le gambe cercarono di chiudersi ma la sbarra glielo impediva. Il massaggio continuò per parecchio, Cristine prese ad ansimare sempre più forte, respirando con la bocca aperta, se lui avesse continuato sarebbe stata costretta ad avvisarlo che era vicina a godere ma lui si fermò.
Cristine riprese fiato cercando di calmare il batticuore, sentiva un rivolo di sudore colarle a lato della fronte e avvertiva gli umori che iniziavano a bagnarle le cosce. Altre sculacciate la riportarono al presente poi sentì le mani del padrone che le separavano le natiche, che la spiavano, senza rendersene conto strinse i glutei e si prese l'ennesima sberla, era certa che il suo culo fosse rosso come quello di una scimmia, deglutì.
Lui le rimise la mano tra le gambe da dietro, la penetrò con due dita muovendole veloce dentro di lei e quando furono ben bagnate dei suoi umori, le tolse per andare a ungerle il buco, sentì un dito che cominciava a spingere, cercò di rilassarsi anche se non era facile e il medio la penetrò sino alle nocche e poi prese a scivolare avanti e indietro, lei si leccò le labbra e ricominciò ad ansimare.
“Senti sta troia come gode a farsi usare il culo. Ti piace eh cagna?” “oddio si Padrone … la sua puttana ama farsi inculare dal Padrone” lui stavolta annuì ma lei non potè accorgersene, essendo lui dietro la sua schiena.
L'uomo si allontanò ancora una volta e tornò portando nelle mani un plug con un anello alla base e un magic wand. “Apri la bocca cagna” ordinò e quando lei ubbidì le mise il plug nella bocca come una sorta di ciuccio, accese poi la vibrazione del magic e posò la sfera tra labbra e clito. Immediatamente Cristine capì che avrebbe potuto resistere poco a quel trattamento, avrebbe voluto dire -Padrone … sono vicina a godere- ma riusciva appena a non far cadere dalla bocca il plug.
Per fortuna lui prese l'anello del plug e glielo tolse dalle labbra, lei deglutì ansimando rapidamente “Padrone ...” non riuscì a dire altro perchè lui le disse “Schiava, ora voglio che mi domandi di usare il tuo culo, pregami”.
Col corpo che vibrava in ogni suo muscolo, i sudori che scendevano dalla fronte, i dolori alle braccia, ruscì a dire con molta fatica “oddio … Padrone … la sua lurida schiava … le domanda umilmente … di essere inculata”. Il magic si allontanò dall'inguine -dio ti ringrazio- pensò lei ma non c'era tregua, sentì il plug che la penetrava.
-Sei una vera porca, ti sta usando come l'ultima delle mignotte e ti piace come non mai- pensò Cristine, si sentiva davvero un oggetto nelle mani del padrone che la plasmavano come lui voleva.
L'uomo infilò il dito nell'anello del plug e lo tirò fuori per poi rimetterlo nel culo, un movimento continuo, dentro e fuori, lei era cosi eccitata che temeva di venire anche solo con quel trattamento
“Vorresti godere cagna? Dimmi” le chiese, lei non aveva un orgasmo ormai da settimane, era veramente allo stremo “o si Padrone … la prego Padrone … permetta alla sua puttana di godere, la prego”.
Lui non rispose e senza smettere di muoverle il plug dietro, posò nuovamente il magic sul clito.
-oddio muoio, ma come si fa?- avrebbe voluto gridare ormai la mente non ragionava, sentiva di non poter più controllare il suo corpo, per sua fortuna sentì la voce del padrone che le ordinava “godi puttana, godi”.
Cristine ebbe un orgasmo che non aveva mai provato, una intensità tale da farla agitare sulle corde, sentiva sbattere la trave sopra di lei e la sbarra alle caviglie, una cosa che pareva non finire, ebbe l'impressione di urlare la sua gioa ma forse era solo la sua mente, non avrebbe saputo dirlo.
Si rese conto di colare e ancora lui non levava il magic “dio Padroneee ...” riusci appena a dire mentre un altro orgasmo arrivò quasi immediatamente.
Ormai non capiva più cosa stava succedendo, forse ebbe ancora un altro orgasmo forse era solo la coda del secondo, Cristine ebbe come un mancamento, l'intero peso del suo corpo si ritrovò sui polsi. Percepì che il padrone la stava sollevando di peso per sganciarla dalla trave e dopo averla adagiata sula panca, le toglieva la sbarra dalle caviglie.
Quando riuscì ad aprire gi occhi, vide l'uomo in piedi accanto a lei “grazie Padrone … è stato incredibile … grazie” disse sorridendogli, lui parve non fare una piega, rimase con le braccia conserte a fissarla, Cristine in imbarazzo si tirò su e si lasciò scivolare in ginocchio, quasi senza rendersene conto si piegò e baciò la scarpa del padrone che rimase immobile, lei si risollevò rimettendosi in posizione e alzò lo sguardo su di lui per capire se avesse sbagliato qualcosa.
“Cagna, hai visto cosa hai fatto li per terra?” dicendolo le indicò il pavimento sotto la trave, lei si accorse di una piccola pozza di umori “le chiedo perdono Padrone, la sua stupida schiava non voleva”, dopo alcuni secondi lui disse ancora “vai e pulisci”.
Lei scioccamente si guardò intorno per cercare uno straccio, una spugna o altro da poter usare ma lui la ghiacciò “vai e lecca cagna, muoviti puttana”, Cristine comprese che quello era il suo compito, ubbidire a ogni ordine, qualunque ordine, lei era la sua schiava, la sua puttana.
Si mise carponi e una volta arrivata davanti alla chiazza, allungò la lingua e prese a lappare. Gettava occhiate al padrone per cercare di capire se stava facendo come lui voleva o meno. Andò avanti fino a che tutto fu raccolto e non rimase che una semplice chiazza umida, solo allora si rimise in ginocchio, il mento e le guance umide.
Intanto l'uomo si era nuovamente accomodato sulla poltrona, lei gli si avvicinò, mentre chinava il capo si rese conto di essere in uno stato pietoso, era sporca e sudata, i capelli incollati al viso ma in fondo ora non le importava nulla, voleva che quello che stava vivendo non finisse. Ora che c'era una pausa e il cervello aveva ripreso a funzionare le sovvenne un dubbio e preferì chiedere.
“Padrone, permette alla sua cagna di fare una domanda?” “parla” “una lurida puttana come me dovrebbe vivere per dare piacere al suo Padrone, mi sento come incompleta” lui la stava fissando serio ma sentendo le sue parole il viso gli si apri in un leggero sorriso “cagna, pensi forse che quando ne avrò voglia non ti userò a mio piacere?” Cristine che spesso tendeva a parlare troppo continuò “ma Padrone, finora mi ha usata una sola volta” non appena pronunciate quelle parole se ne pentì poiché si era rifatto serio e dal suo sguardo temette di aver esagerato.
“Quindi cagna avresti la pretesa di essere usata più spesso o a tuo piacere? Sentiamo troia, che cosa vorresti fare ora per il tuo padrone?” Cristine deglutì non sapendo bene cosa rispondere, si era infilata in un cul de sac in cui avrebbe forse fatto meglio a non finire. Sentì le dita dell'uomo sollevarle il mento e fissarla negli occhi “sto aspettando schiava, quindi? Cosa vorresti fare per me ora?” “forse Padrone le piacerebbe se le dessi dei baci” accompagnò alle parole uno sguardo tra le gambe dell'uomo, lui sorrise “tu sei una puttana e una come te deve essere più chiara, devi dire bene cosa faresti” -si, la prossima volta statti zitta- pensò “Padrone, la sua cagna potrebbe prendere il suo cazzo nella bocca” lui annuì “si troia, potresti si. Ora rivestiti e puoi andare”.
Cristine ubbidì andando carponi fino a dove erano i proprio vestiti e si rivestì ma la sua mente rimuginava se le sue parole avessero irritato il padrone, tornò davanti a lui e si prostrò “la sua cagna può baciarle la mano Padrone?” lui non rispose ma le porse la mano, lei ne baciò il dorso e poi, dopo essersi accarezzata la guancia, posò un bacio sul palmo, infine anche se non richiesto si chinò a diede un bacio alla scarpa dell'uomo.
“Vai schiava, avrai notizie” “grazie di tutto Padrone, a presto Padrone”
Per tutta la durata del rientro a casa, continuò a ripensare a come era finita la sessione, si stava convincendo di aver sbagliato e sperava di non aver rovinato quello che dopo tanto tempo finalmente aveva trovato.
Una volta a casa si fece una lunga doccia, si controllò i polsi e le caviglie, fortunatamente non aveva che lievi arrossamenti ma nessun segno visibile. Non riusciva a smettere di pensare e preso il telefono mandò un messaggio “le chiedo scusa Padrone, la sua troia spesso parla a sproposito, mi perdoni se mi sono permessa” attese la risposta che non giunse, cosa che la fece agitare ancora di più.
La giornata passò tra le varie commissioni, la spesa e le faccende di casa, Cristine era riuscita a distrarsi impegnandosi con quei lavori, senti vibrare il telefono, lo prese e lesse “ciao cagna, il tuo compito è ubbidire ed eseguire ciecamente ciò che ti ordino, tutto il resto è solo un contorno” “va bene Padrone, grazie Padrone, buona serata”.
La settimana passò veloce, il lavoro la teneva impegnata, sentiva il padrone per messaggio quasi ogni giorno, ebbe un paio di compiti da fare, nulla di impegnativo.
Venerdì all'ora di pranzo Cristine si recò al bar come sempre sperando di incontrarlo ma non lo vide, in compenso quando arrivò il cameriere per prendere l'ordinazione notò che aveva un pacchetto in mano “ciao, quel signore che viene ogni tanto ha lasciato questo per te, tu sei Cristine vero?” “si sono io, ti ringrazio” e prese la scatola che le veniva data dall'uomo.
Guardò se ci fossero dei biglietti ma non ce n'erano, si costrinse a non aprire il pacco perchè immaginava che fosse meglio farlo in un altro momento senza occhi indiscreti, mise la scatola nella borsa.
Cristine mangiò svelta essendo molto curiosa, quando rientrò in ufficio, con la borsa in mano si chiuse in bagno, prese il pacchetto e lo aprì. La scatola conteneva un plug, delle palline unite con un filo che terminavano con un anello ed un altro oggetto di silicone rosa che lei riconobbe come un lush di quelli che si comandano a distanza con una applicazione del cellulare, sotto tutto trovò un biglietto del padrone -ciao cagna, prendi il lush, attivalo e mandami il tuo account, infilatelo e non distrarti-.
Non sapeva bene come attivare quell'oggetto, lesse le istruzioni e una volta creato l'account scrisse al padrone per informarlo “grazie del regalo Padrone, ho attivato e messo il lush come mi ha ordinato. Sono Cristine123123567”. Non giunsero repliche e mentre Cristine stava rompendo la scatola per buttarla nel cestino le giunse completamente inaspettata una vibrazione che la fece quasi saltare, il tutto durò una decina di secondi po smise -cazzo, non pensavo lo usasse adesso- pensò cercando di calmarsi, piuttosto preoccupata di dover passare tutto il pomeriggio con quella cosa infilata tra le gambe.
Un nuovo messaggio le arrivò poco dopo mentre era alla scrivania “terrai il lush fino a casa, solo allora potrai levarlo” “va bene Padrone, come comanda Padrone”.
Per tutto il tempo che rimase in ufficio la sua mente continuò a restare in attesa di ricevere una nuova vibrazione che però non arrivò.
Una volta a casa Cristine si tolse il lush che nascose insieme alle palline e al plug. Non le arrivarono altri messaggi sino alla sera tardi “domani ore 10, metti plug e le palline. Buonanotte cagna” “grazie Padrone, buonanotte”.
Sabato mattina, solito trantran, non appena il marito uscì, Cristine stese sul letto quello che voleva indossare. Da giorni si era immaginata di indossare una tuta nera che considerava davvero molto sexy ma con l'ordine di mettere il plug aveva dovuto rinunciare e ripiegare su una gonna per evitare che si notasse. Corse nella doccia e poi si vestì per andare dal padrone, come sempre era emozionata. Per ultimo si inserì il plug dopo averlo unto con della crema e poi prese le palline, immaginava di dover ungere anche quelle ma si rese conto di essere già bagnata e le infilò senza fatica, infine mise le mutandine. La sensazione era davvero strana, sentiva le palline come vibrare mentre camminava e poi il plug...
Arrivò al negozio con qualche minuto di anticipo ma bussò lo stesso, poco dopo la porta si aprì “buongiorno Padrone”gli disse sorridendo “ciao cagna, nuda, svelta”.
Cristine si spogliò, si mise in ginocchio e gattonò sin davanti all'uomo che si era seduto sulla poltrona. Gli baciò la mano e poi la scarpa prima di rimettersi in posizione, lui prese il collare dal tavolino li accanto e glielo mise “girati e poi abbassati cagna”, lei ruotò su se stessa e si mise carponi.
Il padrone la lasciò in quella posizione per diverso tempo, avvertiva il suo sguardo sulle sue natiche e tra le gambe, si accorse di cominciare ad eccitarsi, continuava a vergognarsi tantissimo e nello stesso tempo amava mostrarsi a lui.
“Voltati e apri bene le gambe”, lei ubbidì, ora si sarebbe accorto di quanto fosse bagnata “toccati troia e dimmi, ti piacciono i miei regali?” la sua mano si mosse lentamente non mancando di accarezzarsi un seno prima di fermarsi sull'inguine e col medio iniziare ad accarezzare labbra e clito “si Padrone, la sua cagna ha gradito molto” rispose sorridendo maliziosamente.
Lui si aprì la patta e tirò fuori il membro già ben eretto “vuoi il cazzo del tuo padrone cagna?” “si Padrone, la sua cagna lo vorrebbe davvero tanto” “qui, prendilo in bocca” Cristine si mosse sulle ginocchia e quando si chinò socchiudendo le labbra lui la prese per i capelli, la guidò sulla punta e dopo aver ricevuto alcune leccate prese a muoverle il capo sull'asta e a volte trattenendole la testa verso il basso.
Cristine si stava impegnando a dare piacere al padrone e si era distratta, smettendo di accarezzarsi, lui se ne accorse e le strinse forte un capezzolo tra le dita torcendolo e tirandolo “ti ho detto di smettere di toccarti? Rimetti la mano e vai più veloce” lei soffocò un gemito e rimise la mano tra le gambe, quando lui le sollevò un poco il capo si scusò “perdono Padrone, scusi la sua stupida schiava”, lui la fissò serio, sempre coi capelli stretti tra le dita.
“Vai di là e torna con quello che trovi a terra” Cristine andò nell'altra stanza, trovò un dildo posato sul pavimento, lo prese tra i denti e tornò dal padrone porgendoglielo, lui lo prese e lo piantò con la ventosa davanti a se vicino ai propri piedi “cosa devi fare ora cagna?” chiese sorridendo, lei ebbe un attimo di dubbio su ciò che avrebbe dovuto dire “forse il Padrone vuole che la sua cagna si penetri la figa con il dildo?” “non la figa. Levati il plug”, lei comprese e si sfilò il plug, si avvicino nuovamente al padrone e si lasciò scendere piano mentre il dildo la penetrava nel retto.
La mano dell'uomo le afferrò nuovamente i capelli riportandola sul membro, quei movimenti che era costretta a fare la facevano scivolare sul dildo e la punta dello stesso sembrava spingere sulle palline che le davano altre forti sensazioni.
“Voglio che ti tocchi ancora e quando te lo dirò devi godere, hai capito cagna?” “si Padrone la sua schiava ha capito” le rimise la bocca sul cazzo. Sapeva di non poter durare molto, essendo veramente molto eccitata ma si trovò spiazzata quando sentì l'ordine “godi adesso, veloce!” Cristine muoveva rapidamente il medio sul clito ma le servivano ancora alcuni secondi per arrivare, peccato che il padrone la fermò “basta fermati. Non sei venuta quando dovevi” lei allontano la mano con un gemito di frustrazione ma si riprese “le chiedo scusa Padrone” rispose lei con un faccino deluso “finisci quello che stavi facendo puttana” le disse mentre le rimetteva la testa sull'asta.
Il movimento che lui le imponeva sul proprio membro la facevano anche muovere sul dildo, Cristine era sempre molto eccitata, temeva di venire senza poter chiedere il permesso avendo la bocca impegnata e la voglia di godere diventò ancora piu forte quando senti le dita stringersi forte sui capelli, la cappella pulsare mentre il padrone le schizzava in gola il proprio seme che lei ingoiò.
La presa sui capelli si allentò, lei vide che il padrone riapriva gli occhi dopo l'orgasmo, le liberò il capo, lei si sollevò sulla schiena, sempre impalata sul dildo, le posò il dito sotto al mento e col pollice lo pinzò per sollevarle la testa e ruotargliela appena, sicuramente per controllare se lei avesse ingoiato tutto lo sperma.
La fissò per parecchi secondi prima di parlare “cagna, per essere la mia schiava devi imparare a godere a comando ma forse non ne sarai capace. Che devo fare con te?” il suo musetto si fece triste “Padrone le chiedo perdono, la sua sciocca puttana non è riuscita ma imparerò, glielo prometto. Tengo molto ad essere la sua schiava” lui le mise la mano sulla spalla spingendola in basso, lei sentì il dildo affondare interamente dentro di lei e si morse il labbro inferiore.
“Muoviti, scopati il culo, lo vedo che ti piace piccola troia” disse sorridendole “e mentre lo fai … dimmi cosa sei e vedi di non dimenticare niente”, Cristine si sollevò sulle gambe e si lasciò scendere adagio e continuò così lentamente cercando di non perdere lo sguardo col padrone e intanto rispose “sono la sua troia … la sua puttana, la sua cagna … e la sua inutile schiava Padrone” “uhmm dimentichi nulla cagna?” ribattè lui alzandosi in piedi e tenendo tra le dita il membro che aveva perso parte dell'erezione.
Sulle prime Cristine non comprese che cosa intendesse dire ma vedendo che il pene del padrone era puntato verso il suo viso comprese, deglutì e per un istante abbassò il capo prima di parlare ancora “sono anche il suo pisciatoio Padrone, il suo cesso” “guardami cagna”, lei sollevò la testa e lo fissò paonazza in volto “sai cosa fare troia?” “credo di si Padrone” “vedremo, fermati e apri la bocca”, lei smise di muoversi sul dildo e dischiuse le labbra. Vide distintamente il getto che stava arrivando direttamente nella sua bocca, caldo, salato, si costrinse a ingoiare prima che debordasse.
Cristine riuscì a portare a termine il compito nonostante fosse la sua prima volta, quando lui finì le si avvicinò e lei strinse le labbra sul membro, lo pulì leccando e succhiando fino a che lui l'allontanò, si sistemò e si risedette “puoi toglierti il dildo cagna” lei ubbidì e rimase in attesa.
“Leva le palline e puliscile troia” Cristine mise il dito nell'anello le le sfilò, se le portò alla bocca e ne prese tra le labbra una alla volta ripulendole dal proprio succo “ora rimettile, cagna” lei eseguì.
“Sto pensando se impedirti di godere per altro tempo, molto tempo. Credo ti farebbe bene” rispose senza riuscire a nascondere un filo di delusione “come comanda Padrone, la sua cagna farà cosa il padrone ordina”.
Le prese i capezzoli tra le dita e li strinse forte, molto forte, lei chiuse gli occhi e si fece sfuggire un piccolo gemito, si sporse poi per allungarle una mano tra le gambe e massaggiare velocemente il clito, la penetrò col medio spingendo più a fondo le paline e col pollice riprese il massaggio sempre più intenso “Padrone ...” disse lei, interrotta dal padrone “godi troia, hai dieci secondi per godere”. Cristine si lasciò andare totalmente mentre sentiva che lui contava al sette l'orgasmo arrivò intenso e potente, lei richiuse gli occhio gemendo e ansimando forte.
L'uomo rallentò poco alla volta e quando tolse la mano, porse le dita fradice alla bocca della sua schiava che le prese in bocca leccandole e ripulendole.
“Cagna, chiedimi di essere la mia schiava … se ancora ne hai l'intenzione” “certo Padrone, la sua troia non chiede altro che essere la sua umile schiava” ”vieni qui, avvicinati”.
Quando lei si mise accanto al bracciolo della poltrona lui le fece girare il collare per aprirlo e levarglielo e poi lo gettò a terra, lei non seppe come valutare quel gesto, rimase immobile sollevando solo lo sguardo per fissare il padrone e cercare di comprendere.
“Puoi andare ora cagna, ora ho da fare” “va bene Padrone, grazie di tutto Padrone”
CONTINUA
I giorni passavano e per Cristine il tempo pareva essersi fermato, ancora dopo settimane non aveva avuto il permesso di avere l'orgasmo tanto agognato. Ormai non sapeva più cosa inventarsi quando faceva l'amore col marito, sì lei sapeva fingere e molto bene ma tanta era la voglia che nemmeno cercare di distrarsi pareva non funzionare più.
Il padrone continuava a darle ordini via messaggio, lei naturalmente li eseguiva con gioia anche se a volte con fatica e questo le faceva vivere la sua vita, fino ad allora piuttosto monotona sotto un'altra luce, finalmente si sentiva viva, vera, appagata.
Ogni tanto il padrone si faceva vedere al bar ma erano quasi sempre visite fugaci e non l'aveva più fatta andare in bagno con lui. Anche questa cosa la spiazzava, era sempre come se lui leggesse nella sua mente i pensieri più reconditi, avere quel rapporto orale nella toilette era stata una delle cose più umilianti e degradanti che ricordasse di aver fatto eppure le mancava e l'avrebbe rifatta subito e volentieri e lui come se lo sapesse aveva evitato.
Il venerdì sera mentre Cristine e il marito erano sul divano a guardare un programma in tv, sentì vibrare il telefono, lo prese distrattamente e lesse: “ciao puttana, cosa stai facendo?”
Immediatamente si sentì avvampare, era certa di essere diventata paonazza, il padrone non le aveva mai scritto in quegli orari e lei certamente non se l'aspettava.
Rispose con le mani tremanti, sperando che il marito non se ne accorgesse ma per sua fortuna pareva piuttosto preso dal giallo che stavano guardando “buonasera Padrone, la sua puttana stava vedendo la tv”. Vide che lui aveva visualizzato ma non rispose, lei tenne il telefono in mano per alcuni minuti ma non giunse nessuna replica, l'agitazione cominciò a passare pian piano, rimise il telefono sul tavolino accanto a lei.
Dopo oltre mezz'ora il cellulare vibrò ancora, Cristine sbuffò a beneficio del marito che però non parve accorgersene o forse non gli importava, chissà.
Lesse il messaggio: “lascia passare qualche minuto poi vai in bagno e scrivimi”
Lei rispose solamente con una conferma.
Il tempo si fermò, i secondi non passavano, per non insospettire il marito aveva considerato di far passare almeno 5 o 6 minuti, lei fissava l'orologio a muro ed era come se le lancette fossero inchiodate. Cercò di non pensare e si costrinse a non guardare l'ora, anche perchè sentiva un notevole calore tra le gambe e l'ultima cosa che avrebbe voluto era bagnarsi adesso, col pigiama leggero che indossava.
Finalmente i minuti trascorsero e lei con fare indifferente si alzò e si recò in bagno, chiuse la porta facendo attenzione a non far rumore mentre girava la chiave nella toppa, si appoggiò al lavandino e mise la mano sul petto, sentiva il proprio cuore galoppare. Aprì l'app di messaggistica e scrisse: “sono in bagno Padrone”
“brava la mia puttana, scommetto che sei bagnata”
“si Padrone, la sua cagna ha la figa umida da quando ha letto il suo messaggio”
“sei davvero una troia ma questo lo sai. Prendi della crema e ungiti il culo”
“subito Padrone”
Cristine si voltò, aprì l'anta a specchio del mobiletto sopra il lavandino e prese il contenitore della nivea, si avvicinò al bidet, si abbassò insieme pantaloni e mutandine e si sedette, poi aprì il tappo e intinse le dita cominciando a passarle sullo sfintere e il gesto non fece che farla eccitare ulteriormente, rispose:
“ho fatto Padrone”
“voglio che trovi un oggetto troia, avrai sicuramente qualcosa li in bagno, mi dirai cosa e poi voglio che ti scopi il culo”
lei sbarrò gli occhi, si aspettava di doversi penetrarsi certo ma immaginava con un dito, magari due, non quell'ordine che la lasciò interdetta. Gli occhi corsero intorno a se e la mente cercò di pensare, e non era facile, a ciò che avrebbe potuto usare. Vide lo stick del deodorante ma valutò che fosse scomodo e anche un po troppo grande -pensa Cri, pensa...- non vedeva nulla di possibile da usare e il tempo passava. Decise che l'unica cosa possibile in quel momento era la spazzola dei capelli e lo scrisse, lui non rispose subito e questo la inquietò, poi arrivò la risposta:
“va bene troia, prendila e scopati”
“subito Padrone, la sua cagna esegue immediatamente, grazie Padrone”
Si alzò e camminando a mo di pinguino arrivò al lavandino per prendere la spazzola, tornò a sedersi, prese ancora un po' di crema che mise sulla punta e impugnata la spazzola per le setole, si appoggiò il manico sul culo e la spinse adagio penetrandosi fino a che l'intero manico non fu dentro di lei. Iniziò a muoverlo piano ed infine scrisse:
“sto facendo come mi ha ordinato Padrone”
“lo so troia, lo vedo e noto che ti piace, ho ragione, cagna?”
lei deglutì, aveva sempre un modo di fare, di risponderle che la lasciava interdetta, era ogni volta come se lui fosse li con lei e sapeva benissimo come prenderla, rispose
“ha ragione Padrone, sono un puttana e adoro quando il Padrone mi scopa il culo”
“continua per altri 2 minuti poi ti accarezzerai il clito, ti fermerai prima di venire, leccherai e pulirai le dita e poi potrai tornare a fare quello che facevi. Attendi istruzioni per domattina. Buonanotte schiava”
“va bene Padrone, farò come ha comandato. Grazie Padrone, buonanotte”.
Cristine fece ciò che le aveva ordinato e non dovette toccarsi molto perchè era talmente eccitata che dopo pochissimo sentiva di essere già vicina a godere, quindi si fermò. Portò le dita alla bocca e le leccò e succhiò come faceva quando il padrone la guardava, anche questo la eccitava da morire.
Terminato il compito, si lavò e salutato il marito lo avvisò che andava a letto, adducendo di essere molto molto stanca, temeva che stavolta se lui avesse voluto fare l'amore, non sarebbe riuscita a fermarsi ed impedirsi di venire.
Chiaramente una volta sotto le coperte il pensiero non poteva non restare su ciò che aveva appena fatto e soprattutto a cosa sarebbe successo il giorno dopo: il suo sabato col padrone.
Il mattino arrivò, il marito uscì per andare al lavoro e lei fece colazione in trepidante attesa del messaggio.
Una volta sbrogliato il tavolo, decise di prevenire il padrone preparando qualcosa da indossare per non perdere tempo. Aperto l'armadio scelse un paio di outfit carini che poteva indossare se lui non le avesse fatto richieste specifiche. Si accorse di quanto era agitata ed eccitata mentre l'attesa si prolungava, guardò l'ora: 09,15, sospirò.
Il messaggio arrivò poco prima delle 9,30:
“ciao schiava, alle 10 al negozio, non tardare”
“buongiorno Padrone, non tarderò”
Per fortuna aveva preparato prima cosa mettersi, non avendo avuto istruzioni precise optò per camicetta fiorata di cotone leggero e la gonnellina a pieghe che le arrivava appena sopra il ginocchio. Aveva già l'intimo di pizzo bianco, molto sexy, calzò le decolleteè nere ed uscì veloce da casa per recarsi all'appuntamento.
Appena prima di bussare Cristine guardò l'orologio, le 9,58, perfetto, battè le nocche sul vetro e poco dopo la porta si aprì e lei entrò. Non appena la porta si chiuse, si mise in ginocchio e si sporse per baciare il dorso della mano dell'uomo “buongiorno Padrone, la sua puttana è qui” lui la squadrò come per controllare l'abbigliamento ed annuì “ciao troia, giunta in orario, brava la mia cagna”, lei gli sorrise felice.
Cristine diede un'occhiata veloce intorno a se per capire se ci fossero cose diverse dal solito ma non notò nulla, “nuda troia e poi vieni qui” sentì ordinare mentre lui andava a sedersi sulla poltrona, lei eseguì velocemente soffermandosi però quando fu in intimo, sperava che il padrone notasse che si era messa in tiro per lui. Quando fu nuda si rimise in ginocchio e gattonò fin davanti all'uomo, si mise in posizione, testa e occhi bassi, in attesa.
“Vai a prendere il tuo collare cagna” le disse facendo un gesto col capo per indicarle di andare nella stanza accanto, lei partì sempre carponi e una volta preso il collare con la bocca tornò e lo porse al padrone che glielo sistemò, girandolo poi in modo che l'anello fosse sul davanti. Ora era pronta, gli sorrise.
Lui la fissava senza parlare, il suo sguardo la penetrava fin nel cervello, lei chinò il capo intimorita “che cosa sei?” le chiese “sono la sua umile schiava Padrone, la sua puttana e tutto ciò che lei vorrà”. Solitamente lui annuiva quando riceveva questa risposta ma stavolta restò immobile, come stesse pensando a chissà cosa, questo la fece un po' preoccupare e chinare nuovamente la testa.
“Cagna guardami” tuonò e quando i loro occhi si incontrarono continuò “ti chiesi se per diventare la mia schiava eri disposta a tutto, ricordi? La pensi ancora così?”, le si dilatarono le pupille ed ebbe la sensazione che le si fosse azzerata la salivazione, avvertì uno strano prurito alla nuca che la stava decisamente agitando più del dovuto.
Rispose con la voce tremante “si Padrone, nessun ripensamento, vorrei tanto essere la sua schiava, la sua troia, la sua cagna” “va bene cagna, vedremo che cosa deciderò di te”, detto questo si alzò in piedi, lei lo seguì con lo sguardo mentre andava nell'antibagno, lo sentì aprire l'armadietto e poco dopo ritornò nella stanza con due matasse di corde e quelle che sembravano delle polsiere.
Solo in quel momento Cristine si rese conto che quello che lei aveva sempre, distrattamente, pensato che fosse un lampadario rotto era invece una trave appesa al soffitto e comprese che cosa fossero i due ganci che pendevano da sotto.
“Qui cagna” lei si mosse sistemandosi di fronte a lui che le mise le polsiere e poi appese le due corde ai ganci della trave “in piedi” ordinò, l'agitazione aumentava ancora, certo aveva fatto spesso sogni di legature, di croci, di cavalletti ma trovarcisi era tutt'altra cosa, alzò le braccia e lui fissò le corde ai polsi. Ora Cristine era bloccata e legata, lui aveva regolato le corde in modo che fosse quasi appesa, i piedi toccavano appena il pavimento.
L'uomo andò nuovamente nell'altra camera e ritornò con una sbarra metallica, si chinò, senza mancare di gettarle un'occhiata e sorridendo nel vederla preoccupata, fissò la sbarra alle caviglie con delle cinghie che le allargarono molto le gambe e ovviamente le impedivano di chiuderle o stringerle. In questo modo però i piedi non toccavano più il pavimento con l'intera pianta ma giusto poco più che con le punte, una posizione davvero scomoda.
Lui si alzò soddisfatto di vederla cosi, le accarezzò la pelle morbida come seta, passò il dorso della mano sul seno perfetto, sui capezzoli, dopo essersi portato dietro di lei, le diede diverse sonore sculacciate che la fecero sussultare, sentiva un gran calore crescere sulla pelle colpita e non solo lì.
In quella posizione non poteva davvero vedere molto, inconsciamente strinse le corde con le mani come se potesse darle sollievo.
Una volta tornato davanti a lei, la fissò con un ghigno, posò la mano sul suo inguine e le massaggiò velocemente labbra e clito, rudemente, lei strinse gli occhi, per istinto le gambe cercarono di chiudersi ma la sbarra glielo impediva. Il massaggio continuò per parecchio, Cristine prese ad ansimare sempre più forte, respirando con la bocca aperta, se lui avesse continuato sarebbe stata costretta ad avvisarlo che era vicina a godere ma lui si fermò.
Cristine riprese fiato cercando di calmare il batticuore, sentiva un rivolo di sudore colarle a lato della fronte e avvertiva gli umori che iniziavano a bagnarle le cosce. Altre sculacciate la riportarono al presente poi sentì le mani del padrone che le separavano le natiche, che la spiavano, senza rendersene conto strinse i glutei e si prese l'ennesima sberla, era certa che il suo culo fosse rosso come quello di una scimmia, deglutì.
Lui le rimise la mano tra le gambe da dietro, la penetrò con due dita muovendole veloce dentro di lei e quando furono ben bagnate dei suoi umori, le tolse per andare a ungerle il buco, sentì un dito che cominciava a spingere, cercò di rilassarsi anche se non era facile e il medio la penetrò sino alle nocche e poi prese a scivolare avanti e indietro, lei si leccò le labbra e ricominciò ad ansimare.
“Senti sta troia come gode a farsi usare il culo. Ti piace eh cagna?” “oddio si Padrone … la sua puttana ama farsi inculare dal Padrone” lui stavolta annuì ma lei non potè accorgersene, essendo lui dietro la sua schiena.
L'uomo si allontanò ancora una volta e tornò portando nelle mani un plug con un anello alla base e un magic wand. “Apri la bocca cagna” ordinò e quando lei ubbidì le mise il plug nella bocca come una sorta di ciuccio, accese poi la vibrazione del magic e posò la sfera tra labbra e clito. Immediatamente Cristine capì che avrebbe potuto resistere poco a quel trattamento, avrebbe voluto dire -Padrone … sono vicina a godere- ma riusciva appena a non far cadere dalla bocca il plug.
Per fortuna lui prese l'anello del plug e glielo tolse dalle labbra, lei deglutì ansimando rapidamente “Padrone ...” non riuscì a dire altro perchè lui le disse “Schiava, ora voglio che mi domandi di usare il tuo culo, pregami”.
Col corpo che vibrava in ogni suo muscolo, i sudori che scendevano dalla fronte, i dolori alle braccia, ruscì a dire con molta fatica “oddio … Padrone … la sua lurida schiava … le domanda umilmente … di essere inculata”. Il magic si allontanò dall'inguine -dio ti ringrazio- pensò lei ma non c'era tregua, sentì il plug che la penetrava.
-Sei una vera porca, ti sta usando come l'ultima delle mignotte e ti piace come non mai- pensò Cristine, si sentiva davvero un oggetto nelle mani del padrone che la plasmavano come lui voleva.
L'uomo infilò il dito nell'anello del plug e lo tirò fuori per poi rimetterlo nel culo, un movimento continuo, dentro e fuori, lei era cosi eccitata che temeva di venire anche solo con quel trattamento
“Vorresti godere cagna? Dimmi” le chiese, lei non aveva un orgasmo ormai da settimane, era veramente allo stremo “o si Padrone … la prego Padrone … permetta alla sua puttana di godere, la prego”.
Lui non rispose e senza smettere di muoverle il plug dietro, posò nuovamente il magic sul clito.
-oddio muoio, ma come si fa?- avrebbe voluto gridare ormai la mente non ragionava, sentiva di non poter più controllare il suo corpo, per sua fortuna sentì la voce del padrone che le ordinava “godi puttana, godi”.
Cristine ebbe un orgasmo che non aveva mai provato, una intensità tale da farla agitare sulle corde, sentiva sbattere la trave sopra di lei e la sbarra alle caviglie, una cosa che pareva non finire, ebbe l'impressione di urlare la sua gioa ma forse era solo la sua mente, non avrebbe saputo dirlo.
Si rese conto di colare e ancora lui non levava il magic “dio Padroneee ...” riusci appena a dire mentre un altro orgasmo arrivò quasi immediatamente.
Ormai non capiva più cosa stava succedendo, forse ebbe ancora un altro orgasmo forse era solo la coda del secondo, Cristine ebbe come un mancamento, l'intero peso del suo corpo si ritrovò sui polsi. Percepì che il padrone la stava sollevando di peso per sganciarla dalla trave e dopo averla adagiata sula panca, le toglieva la sbarra dalle caviglie.
Quando riuscì ad aprire gi occhi, vide l'uomo in piedi accanto a lei “grazie Padrone … è stato incredibile … grazie” disse sorridendogli, lui parve non fare una piega, rimase con le braccia conserte a fissarla, Cristine in imbarazzo si tirò su e si lasciò scivolare in ginocchio, quasi senza rendersene conto si piegò e baciò la scarpa del padrone che rimase immobile, lei si risollevò rimettendosi in posizione e alzò lo sguardo su di lui per capire se avesse sbagliato qualcosa.
“Cagna, hai visto cosa hai fatto li per terra?” dicendolo le indicò il pavimento sotto la trave, lei si accorse di una piccola pozza di umori “le chiedo perdono Padrone, la sua stupida schiava non voleva”, dopo alcuni secondi lui disse ancora “vai e pulisci”.
Lei scioccamente si guardò intorno per cercare uno straccio, una spugna o altro da poter usare ma lui la ghiacciò “vai e lecca cagna, muoviti puttana”, Cristine comprese che quello era il suo compito, ubbidire a ogni ordine, qualunque ordine, lei era la sua schiava, la sua puttana.
Si mise carponi e una volta arrivata davanti alla chiazza, allungò la lingua e prese a lappare. Gettava occhiate al padrone per cercare di capire se stava facendo come lui voleva o meno. Andò avanti fino a che tutto fu raccolto e non rimase che una semplice chiazza umida, solo allora si rimise in ginocchio, il mento e le guance umide.
Intanto l'uomo si era nuovamente accomodato sulla poltrona, lei gli si avvicinò, mentre chinava il capo si rese conto di essere in uno stato pietoso, era sporca e sudata, i capelli incollati al viso ma in fondo ora non le importava nulla, voleva che quello che stava vivendo non finisse. Ora che c'era una pausa e il cervello aveva ripreso a funzionare le sovvenne un dubbio e preferì chiedere.
“Padrone, permette alla sua cagna di fare una domanda?” “parla” “una lurida puttana come me dovrebbe vivere per dare piacere al suo Padrone, mi sento come incompleta” lui la stava fissando serio ma sentendo le sue parole il viso gli si apri in un leggero sorriso “cagna, pensi forse che quando ne avrò voglia non ti userò a mio piacere?” Cristine che spesso tendeva a parlare troppo continuò “ma Padrone, finora mi ha usata una sola volta” non appena pronunciate quelle parole se ne pentì poiché si era rifatto serio e dal suo sguardo temette di aver esagerato.
“Quindi cagna avresti la pretesa di essere usata più spesso o a tuo piacere? Sentiamo troia, che cosa vorresti fare ora per il tuo padrone?” Cristine deglutì non sapendo bene cosa rispondere, si era infilata in un cul de sac in cui avrebbe forse fatto meglio a non finire. Sentì le dita dell'uomo sollevarle il mento e fissarla negli occhi “sto aspettando schiava, quindi? Cosa vorresti fare per me ora?” “forse Padrone le piacerebbe se le dessi dei baci” accompagnò alle parole uno sguardo tra le gambe dell'uomo, lui sorrise “tu sei una puttana e una come te deve essere più chiara, devi dire bene cosa faresti” -si, la prossima volta statti zitta- pensò “Padrone, la sua cagna potrebbe prendere il suo cazzo nella bocca” lui annuì “si troia, potresti si. Ora rivestiti e puoi andare”.
Cristine ubbidì andando carponi fino a dove erano i proprio vestiti e si rivestì ma la sua mente rimuginava se le sue parole avessero irritato il padrone, tornò davanti a lui e si prostrò “la sua cagna può baciarle la mano Padrone?” lui non rispose ma le porse la mano, lei ne baciò il dorso e poi, dopo essersi accarezzata la guancia, posò un bacio sul palmo, infine anche se non richiesto si chinò a diede un bacio alla scarpa dell'uomo.
“Vai schiava, avrai notizie” “grazie di tutto Padrone, a presto Padrone”
Per tutta la durata del rientro a casa, continuò a ripensare a come era finita la sessione, si stava convincendo di aver sbagliato e sperava di non aver rovinato quello che dopo tanto tempo finalmente aveva trovato.
Una volta a casa si fece una lunga doccia, si controllò i polsi e le caviglie, fortunatamente non aveva che lievi arrossamenti ma nessun segno visibile. Non riusciva a smettere di pensare e preso il telefono mandò un messaggio “le chiedo scusa Padrone, la sua troia spesso parla a sproposito, mi perdoni se mi sono permessa” attese la risposta che non giunse, cosa che la fece agitare ancora di più.
La giornata passò tra le varie commissioni, la spesa e le faccende di casa, Cristine era riuscita a distrarsi impegnandosi con quei lavori, senti vibrare il telefono, lo prese e lesse “ciao cagna, il tuo compito è ubbidire ed eseguire ciecamente ciò che ti ordino, tutto il resto è solo un contorno” “va bene Padrone, grazie Padrone, buona serata”.
La settimana passò veloce, il lavoro la teneva impegnata, sentiva il padrone per messaggio quasi ogni giorno, ebbe un paio di compiti da fare, nulla di impegnativo.
Venerdì all'ora di pranzo Cristine si recò al bar come sempre sperando di incontrarlo ma non lo vide, in compenso quando arrivò il cameriere per prendere l'ordinazione notò che aveva un pacchetto in mano “ciao, quel signore che viene ogni tanto ha lasciato questo per te, tu sei Cristine vero?” “si sono io, ti ringrazio” e prese la scatola che le veniva data dall'uomo.
Guardò se ci fossero dei biglietti ma non ce n'erano, si costrinse a non aprire il pacco perchè immaginava che fosse meglio farlo in un altro momento senza occhi indiscreti, mise la scatola nella borsa.
Cristine mangiò svelta essendo molto curiosa, quando rientrò in ufficio, con la borsa in mano si chiuse in bagno, prese il pacchetto e lo aprì. La scatola conteneva un plug, delle palline unite con un filo che terminavano con un anello ed un altro oggetto di silicone rosa che lei riconobbe come un lush di quelli che si comandano a distanza con una applicazione del cellulare, sotto tutto trovò un biglietto del padrone -ciao cagna, prendi il lush, attivalo e mandami il tuo account, infilatelo e non distrarti-.
Non sapeva bene come attivare quell'oggetto, lesse le istruzioni e una volta creato l'account scrisse al padrone per informarlo “grazie del regalo Padrone, ho attivato e messo il lush come mi ha ordinato. Sono Cristine123123567”. Non giunsero repliche e mentre Cristine stava rompendo la scatola per buttarla nel cestino le giunse completamente inaspettata una vibrazione che la fece quasi saltare, il tutto durò una decina di secondi po smise -cazzo, non pensavo lo usasse adesso- pensò cercando di calmarsi, piuttosto preoccupata di dover passare tutto il pomeriggio con quella cosa infilata tra le gambe.
Un nuovo messaggio le arrivò poco dopo mentre era alla scrivania “terrai il lush fino a casa, solo allora potrai levarlo” “va bene Padrone, come comanda Padrone”.
Per tutto il tempo che rimase in ufficio la sua mente continuò a restare in attesa di ricevere una nuova vibrazione che però non arrivò.
Una volta a casa Cristine si tolse il lush che nascose insieme alle palline e al plug. Non le arrivarono altri messaggi sino alla sera tardi “domani ore 10, metti plug e le palline. Buonanotte cagna” “grazie Padrone, buonanotte”.
Sabato mattina, solito trantran, non appena il marito uscì, Cristine stese sul letto quello che voleva indossare. Da giorni si era immaginata di indossare una tuta nera che considerava davvero molto sexy ma con l'ordine di mettere il plug aveva dovuto rinunciare e ripiegare su una gonna per evitare che si notasse. Corse nella doccia e poi si vestì per andare dal padrone, come sempre era emozionata. Per ultimo si inserì il plug dopo averlo unto con della crema e poi prese le palline, immaginava di dover ungere anche quelle ma si rese conto di essere già bagnata e le infilò senza fatica, infine mise le mutandine. La sensazione era davvero strana, sentiva le palline come vibrare mentre camminava e poi il plug...
Arrivò al negozio con qualche minuto di anticipo ma bussò lo stesso, poco dopo la porta si aprì “buongiorno Padrone”gli disse sorridendo “ciao cagna, nuda, svelta”.
Cristine si spogliò, si mise in ginocchio e gattonò sin davanti all'uomo che si era seduto sulla poltrona. Gli baciò la mano e poi la scarpa prima di rimettersi in posizione, lui prese il collare dal tavolino li accanto e glielo mise “girati e poi abbassati cagna”, lei ruotò su se stessa e si mise carponi.
Il padrone la lasciò in quella posizione per diverso tempo, avvertiva il suo sguardo sulle sue natiche e tra le gambe, si accorse di cominciare ad eccitarsi, continuava a vergognarsi tantissimo e nello stesso tempo amava mostrarsi a lui.
“Voltati e apri bene le gambe”, lei ubbidì, ora si sarebbe accorto di quanto fosse bagnata “toccati troia e dimmi, ti piacciono i miei regali?” la sua mano si mosse lentamente non mancando di accarezzarsi un seno prima di fermarsi sull'inguine e col medio iniziare ad accarezzare labbra e clito “si Padrone, la sua cagna ha gradito molto” rispose sorridendo maliziosamente.
Lui si aprì la patta e tirò fuori il membro già ben eretto “vuoi il cazzo del tuo padrone cagna?” “si Padrone, la sua cagna lo vorrebbe davvero tanto” “qui, prendilo in bocca” Cristine si mosse sulle ginocchia e quando si chinò socchiudendo le labbra lui la prese per i capelli, la guidò sulla punta e dopo aver ricevuto alcune leccate prese a muoverle il capo sull'asta e a volte trattenendole la testa verso il basso.
Cristine si stava impegnando a dare piacere al padrone e si era distratta, smettendo di accarezzarsi, lui se ne accorse e le strinse forte un capezzolo tra le dita torcendolo e tirandolo “ti ho detto di smettere di toccarti? Rimetti la mano e vai più veloce” lei soffocò un gemito e rimise la mano tra le gambe, quando lui le sollevò un poco il capo si scusò “perdono Padrone, scusi la sua stupida schiava”, lui la fissò serio, sempre coi capelli stretti tra le dita.
“Vai di là e torna con quello che trovi a terra” Cristine andò nell'altra stanza, trovò un dildo posato sul pavimento, lo prese tra i denti e tornò dal padrone porgendoglielo, lui lo prese e lo piantò con la ventosa davanti a se vicino ai propri piedi “cosa devi fare ora cagna?” chiese sorridendo, lei ebbe un attimo di dubbio su ciò che avrebbe dovuto dire “forse il Padrone vuole che la sua cagna si penetri la figa con il dildo?” “non la figa. Levati il plug”, lei comprese e si sfilò il plug, si avvicino nuovamente al padrone e si lasciò scendere piano mentre il dildo la penetrava nel retto.
La mano dell'uomo le afferrò nuovamente i capelli riportandola sul membro, quei movimenti che era costretta a fare la facevano scivolare sul dildo e la punta dello stesso sembrava spingere sulle palline che le davano altre forti sensazioni.
“Voglio che ti tocchi ancora e quando te lo dirò devi godere, hai capito cagna?” “si Padrone la sua schiava ha capito” le rimise la bocca sul cazzo. Sapeva di non poter durare molto, essendo veramente molto eccitata ma si trovò spiazzata quando sentì l'ordine “godi adesso, veloce!” Cristine muoveva rapidamente il medio sul clito ma le servivano ancora alcuni secondi per arrivare, peccato che il padrone la fermò “basta fermati. Non sei venuta quando dovevi” lei allontano la mano con un gemito di frustrazione ma si riprese “le chiedo scusa Padrone” rispose lei con un faccino deluso “finisci quello che stavi facendo puttana” le disse mentre le rimetteva la testa sull'asta.
Il movimento che lui le imponeva sul proprio membro la facevano anche muovere sul dildo, Cristine era sempre molto eccitata, temeva di venire senza poter chiedere il permesso avendo la bocca impegnata e la voglia di godere diventò ancora piu forte quando senti le dita stringersi forte sui capelli, la cappella pulsare mentre il padrone le schizzava in gola il proprio seme che lei ingoiò.
La presa sui capelli si allentò, lei vide che il padrone riapriva gli occhi dopo l'orgasmo, le liberò il capo, lei si sollevò sulla schiena, sempre impalata sul dildo, le posò il dito sotto al mento e col pollice lo pinzò per sollevarle la testa e ruotargliela appena, sicuramente per controllare se lei avesse ingoiato tutto lo sperma.
La fissò per parecchi secondi prima di parlare “cagna, per essere la mia schiava devi imparare a godere a comando ma forse non ne sarai capace. Che devo fare con te?” il suo musetto si fece triste “Padrone le chiedo perdono, la sua sciocca puttana non è riuscita ma imparerò, glielo prometto. Tengo molto ad essere la sua schiava” lui le mise la mano sulla spalla spingendola in basso, lei sentì il dildo affondare interamente dentro di lei e si morse il labbro inferiore.
“Muoviti, scopati il culo, lo vedo che ti piace piccola troia” disse sorridendole “e mentre lo fai … dimmi cosa sei e vedi di non dimenticare niente”, Cristine si sollevò sulle gambe e si lasciò scendere adagio e continuò così lentamente cercando di non perdere lo sguardo col padrone e intanto rispose “sono la sua troia … la sua puttana, la sua cagna … e la sua inutile schiava Padrone” “uhmm dimentichi nulla cagna?” ribattè lui alzandosi in piedi e tenendo tra le dita il membro che aveva perso parte dell'erezione.
Sulle prime Cristine non comprese che cosa intendesse dire ma vedendo che il pene del padrone era puntato verso il suo viso comprese, deglutì e per un istante abbassò il capo prima di parlare ancora “sono anche il suo pisciatoio Padrone, il suo cesso” “guardami cagna”, lei sollevò la testa e lo fissò paonazza in volto “sai cosa fare troia?” “credo di si Padrone” “vedremo, fermati e apri la bocca”, lei smise di muoversi sul dildo e dischiuse le labbra. Vide distintamente il getto che stava arrivando direttamente nella sua bocca, caldo, salato, si costrinse a ingoiare prima che debordasse.
Cristine riuscì a portare a termine il compito nonostante fosse la sua prima volta, quando lui finì le si avvicinò e lei strinse le labbra sul membro, lo pulì leccando e succhiando fino a che lui l'allontanò, si sistemò e si risedette “puoi toglierti il dildo cagna” lei ubbidì e rimase in attesa.
“Leva le palline e puliscile troia” Cristine mise il dito nell'anello le le sfilò, se le portò alla bocca e ne prese tra le labbra una alla volta ripulendole dal proprio succo “ora rimettile, cagna” lei eseguì.
“Sto pensando se impedirti di godere per altro tempo, molto tempo. Credo ti farebbe bene” rispose senza riuscire a nascondere un filo di delusione “come comanda Padrone, la sua cagna farà cosa il padrone ordina”.
Le prese i capezzoli tra le dita e li strinse forte, molto forte, lei chiuse gli occhi e si fece sfuggire un piccolo gemito, si sporse poi per allungarle una mano tra le gambe e massaggiare velocemente il clito, la penetrò col medio spingendo più a fondo le paline e col pollice riprese il massaggio sempre più intenso “Padrone ...” disse lei, interrotta dal padrone “godi troia, hai dieci secondi per godere”. Cristine si lasciò andare totalmente mentre sentiva che lui contava al sette l'orgasmo arrivò intenso e potente, lei richiuse gli occhio gemendo e ansimando forte.
L'uomo rallentò poco alla volta e quando tolse la mano, porse le dita fradice alla bocca della sua schiava che le prese in bocca leccandole e ripulendole.
“Cagna, chiedimi di essere la mia schiava … se ancora ne hai l'intenzione” “certo Padrone, la sua troia non chiede altro che essere la sua umile schiava” ”vieni qui, avvicinati”.
Quando lei si mise accanto al bracciolo della poltrona lui le fece girare il collare per aprirlo e levarglielo e poi lo gettò a terra, lei non seppe come valutare quel gesto, rimase immobile sollevando solo lo sguardo per fissare il padrone e cercare di comprendere.
“Puoi andare ora cagna, ora ho da fare” “va bene Padrone, grazie di tutto Padrone”
CONTINUA
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