La voglia repressa

di
genere
tradimenti

Sono una donna di 32 anni e sono fidanzata, in generale sono sempre stata fedele e contraria al tradimento, addirittura lo condannavo. Crescendo mi sono resa conto che ci sono varie sfaccettature dell’amore e del sesso e qui inizia il mio racconto.
Qualche anno fa iniziai a lavorare in un negozio, mi trovavo molto bene con tutti, ma con un collega in particolare avevamo un certo feeling. Lui più grande di me di qualche anno, un tipo alla mano, simpatico, gentile e sposato. Scherzavamo molto e ci trovavamo sulla stessa lunghezza d’onda. Mi piaceva molto lavorare insieme a lui e le giornate in cui non ci vedevamo per via dei turni le trovavo molto noiose. Con il tempo ci siamo avvicinati sempre di più, tra battutine e a sfondo sessuale e altri vari piccoli gesti per stuzzicarci. Era una danza di corteggiamento che capivamo solo io e lui, ma restava sempre un gioco. Una sera organizzammo una cena con altri colleghi e li scattò qualcosa per la prima volta. Era la prima volta che pensavo alla possibilità di tradire qualcuno e la cosa ancora più strana era che non mi sentivo in colpa per niente. Passammo praticamente tutta la serata a flirtare, lui da sotto il tavolo mi accarezzava la gamba piano piano, cercando di salire sempre di più. Io a mia volta gli accarezzavo il braccio, mi mordevo le labbra (cosa che sapevo che lui apprezzava tanto) per farlo eccitare. Ero passata a prenderlo io a casa e finita la cena quando entrammo in macchina iniziò a toccarmi di nuovo la gamba salendo sempre di più fino a toccare la mia figa bagnata fradicia. Avevo un vestitino corto e la mano si era insinuata fino a la sotto per testare la mia voglia e la mia pazienza. Mi toccava delicatamente per farmi eccitare sempre di più, poi si avvicinò per baciarmi. Quelle labbra carnose premute sulle mie, la sua lingua che si insinuava a fondo e si intrecciava con la mia. Le sue mani che si infilavano ovunque sotto al vestito. Passammo nei sedili dietro, lui si mise a sedere e io gli montai a cavalcioni. Ricominciai a baciarlo con ancora più foga. Lui mi tolse il vestito, restai in intimo e con le calze, mi baciava e mi toccava ovunque. Gli slacciai i pantaloni e presi il suo grosso membro turgido in mano, era caldo e duro. Iniziai a segarlo piano piano, lui mugolava di piacere e poi scesi giù. Per prima cosa leccai l’asta giù fino alle palle, poi tornai su sul glande. Gli passavo le labbra e la lingua su tutta la lunghezza del cazzo e finalmente lo presi in bocca, ansimava di piacere era così eccitato, lo portai quasi al limite. Poi fu il mio turno, mi sdraio e affondo la faccia in mezzo alle mie gambe. Con la lingua guizzava verso il clitoride e poi scendeva giù, due dita infilate dentro e continuò così fino a farmi venire per la prima volta. Era tutto così assurdo, ma tanto eccitante. Mi tirò su e mi rimise a cavalcioni, mi strappò le calze, spostò le mutandine e finalmente mi penetrò con forza e mi sbatte con altrettanta forza. Era così caldo, forte, sexy, venni nuovamente. E ancora e ancora. Non ce la facevo più. Dopo il quarto orgasmo presi di nuovo il suo cazzo in bocca e lo feci venire, ma non mi fermai e continuai per farlo venire una seconda volta. Ci guardammo e iniziammo a ridere, tutti e due un pò straniti, ma contenti. Fu una scopata fantastica, magari da rifare…
scritto il
2024-01-28
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