Narghilè e sculacciate

di
genere
dominazione

Era un sabato pomeriggio abbastanza caldo e non avevo intenzione di fare niente, a parte stare sul divano a giocare con i videogiochi. Combattevo online contro altri stronzi come me, armati di asce e spade. Dopo qualche ora decisi di fare una pausa e accendere il narghilè, che avevo comprato da poco. Ci misi dell'hashish per dare un pizzico di fantasia. In poco tempo la stanza si riempì di fumo, tanto da farmi alzare per aprire la porta finestra che dà sul balcone. Mentre bevevo del tè freddo qualcuno bussò alla porta. Non aspettavo visite quindi mi domandai chi diavolo potesse essere. Guardai dallo spioncino e vidi una faccia già vista, aprendo la porta mi trovai davanti la signora del terzo piano, Sabrina, che incontravo spesso in cortile, a cui guardavo sempre il culone. “Scusa se disturbo, volevo chiederti, se per caso, hai visto il mio gatto da qualche parte, non lo trovo e mi sto preoccupando” Sabrina poteva avere una quarantina d'anni, bionda e dalle forme generose, quel giorno indossava un vestito a fiori con la gonna larga “Non disturba, purtroppo non l'ho visto, però possiamo controllare il balcone se vuole” Sabrina sorrise e fece di sì con la testa. La feci entrare e chiusi la porta, lei andò verso il balcone, io rimasi a guardare le sue chiappone oscillare sotto il vestito, per un attimo fui tentato di saltarle addosso. “Vuole qualcosa da bere? Caffè, birra, tè freddo?” mentre controllava il balcone, Sabrina rispose che un bicchiere di birra l'avrebbe bevuto volentieri, e che potevo dargli del tu. Stappai una birra e la svuotai in due bicchieri, Sabrina era rientrata e le dissi di accomodarsi sul divano “Fai come se fossi a casa tua”. Bevemmo parlando di varie cose, ma il mio divano non era poi così grande, eravamo vicini e la mia concentrazione era rivolta per lo più alla scollatura del vestito, che lasciava intravedere un bel paio di tette, a occhio mi sembrava una quarta abbondante, non portava il reggiseno e si vedevano i capezzoli puntare sul tessuto, la cosa mi faceva rizzare il cazzo ma cercai di controllarmi. “Cos'è quello?” spiegai che si trattava di un narghilè, lo accesi e feci due tiri, poi lo passai a Sabrina, ne fece dei tiri lunghi e si lasciò andare allungando le gambe. Dopo pochi minuti stavamo ridendo per delle cazzate, quando a Sabrina gli tornò in mente il gatto “Dove si sarà cacciato?” io risposi ironicamente “Magari è sotto al divano nascosto che ci spia” Sabrina mi guardò e mi diede ragione, si inginocchiò a terra per guardare sotto al divano, con il culone per aria. Vedevo le forme sotto al vestito e mi eccitai parecchio “Aspetta che ti do una mano a cercarlo” mi inginocchiai anche io per terra, ma dietro di lei e le alzai la gonna, ci trovai uno spettacolo per gli occhi. Era senza mutande e il suo culone pallido mi mandò in estasi, lo accarezzai per bene, tastando la consistenza, era bello burroso, come piace a me. Infilai la faccia tra le chiappone e iniziai a leccarle il buco del culo, per poi passare alla sua figa umida e profumata. Dopo qualche minuto decisi che era giunto il momento di fare equitazione. Mi levai i pantaloncini e presi a picchiettare con il cazzo duro le chiappone di Sabrina, poi lo infilai dentro. Iniziai dolcemente per passare a un ritmo più deciso, schiaffeggiandola, e lei gemeva come una ragazzina. Le vibrazioni della sua pelle mi davano un senso di goduria inspiegabile “Schiaffeggiami più forte” lo feci e notai che ne rimaneva il segno rossiccio, poi la strinsi per bene sui fianchi e venimmo insieme. Di nuovo sul divano creammo altre nuvole di fumo con il narghilè. Ero impegnato a massaggiarle le tette quando Sabrina si alzò per levarsi il vestito, mi fece sdraiare e si mise tra le mie gambe, infilò il cazzo barzotto tra le tette per una spagnola indimenticabile, poi passò alla bocca. Lo prese tutto in gola lentamente, guardandomi. Lo leccava e lo succhiava, passò anche alle palle e al buco del culo, per poi tornare al cazzo. Riuscii a non venire, lei si alzò e si mise seduta sopra di me, infilando il mio cazzo nella sua figa bagnata, con il culone rivolto verso la mia faccia. Sapeva cosa stava facendo e mi faceva impazzire. Provai un senso di piacere infinito nel vedere tutta quella carne saltellare su di me. Mentre le stringevo le chiappone pronto a sborrare, vidi il suo gatto entrare dalla porta finestra e fermarsi a guardare incuriosito. Gli sorrisi e lo ringraziai, sculacciando la sua padrona.
scritto il
2024-01-31
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