Ritorno al passato

di
genere
sadomaso

In questo periodo, mi ritrovo a chiedermi se c'è qualcosa che mi manca, nonostante tutto sembri andare per il verso giusto nella mia vita. Il lavoro che ho ottenuto solo perché sono la figlia della capa, la famiglia affettuosa e le amicizie preziose sembrano non bastare a colmare un'inspiegabile sensazione di vuoto che mi avvolge. Non riesco a dare la colpa a nessuno, è solo una strana nebbia di insoddisfazione che si insinua dentro di me, un desiderio indefinito di qualcosa di più. In aggiunta, c'è anche il pensiero che il mio ragazzo possa tradirmi, un'ombra di dubbio che si insinua nella mia mente e amplifica questa sensazione di mancanza.
Mi trovo seduta in questo bar, immersa in un turbine di pensieri che danzano nella mia mente. Di fronte a me c'è quel portone che sembra nascondere segreti del passato, e mi chiedo il motivo della mia presenza in questo luogo. Rifletto su un capitolo della mia vita in cui la fedeltà non faceva parte del mio vocabolario, un passato in cui ho vissuto con libertà e senza confini. Condivido di un'adolescenza diversa, in cui l'amore ha assunto forme inaspettate, portandomi in un intreccio di emozioni e scoperte. Quella signora, che mi ha sedotto con la sua maturità quando ero ancora così giovane, ha lasciato un'impronta profonda nella mia storia. La relazione con lei è stata intensa, segnata da attenzioni e gesti che mi hanno toccata nel profondo. Forse è per quei momenti unici che mi ritrovo ora davanti alla sua porta, forse per riscoprire un pezzo di me stessa o solo per sfuggire alla routine della mia vita attuale. In questo bar, tra luci soffuse e rumori lontani, mi perdo in ricordi che sussurrano di un passato che mi ha plasmata, portandomi a un bivio tra ciò che sono stata e ciò che desidero essere.

La vedo arrivare, anche a 52 anni è una donna bellissima. Ha forme più morbide, molto sensuali, e un taglio di capelli a caschetto che ricorda gli anni '30. Il mio primo istinto è chiamarla, ma mi accorgo che accanto a lei c'è, come al solito, una giovane signorina. Conosco il suo modus operandi e non credo che sia sua figlia, ma piuttosto un'altra sua "vittima". Devo ammettere che è molto carina: bionda, con un seno prosperoso, sorridente e alta. Mi sembra una copia di me da giovane.
Mi passano davanti e cerco di nascondermi. Dopo aver visto che era accompagnata, la mia voglia di rivederla svanisce. Mi giro e faccio finta di leggere il menù. Poi sento una voce: "Ma guarda chi si vede," riconosco la sua voce, "come si dice, chi non muore si rivede."
Si siede accanto a me senza invito e mi bacia sulla bocca, mentre la sua amica resta in piedi. Sono bloccata e senza parole, è incredibile come nonostante gli anni trascorsi, eserciti ancora su di me questo fascino.
Continua a parlare: "Vedo che sei diventata una donna," sorride, "ti presento Romina, la nuova te," ride. "Ma ora parliamo sul serio, quanto tempo è passato da quando non ci vediamo, 10 anni?" "Sono passati solo 5 anni," rispondo a fatica. "Ah, da quando sei rimasta incinta la seconda volta. A proposito, come stanno i tuoi figli e il porco?" "Stanno bene," cerco di alzarmi. "Non dirmi che sei ancora arrabbiata con me perché ho fatto sesso con il tuo compagno," mette una mano sulla mia gamba per trattenermi, "sai che ogni cosa tua è anche mia."
La rabbia sale in me, ma non riesco ad andarmene, ho bisogno di lei. "Ora, tesoro, racconta alla tua signora," ripete quel termine, "perché sei qui? Non credo che tu abbia percorso 10 km." Con un po' di coraggio, dico: "Credo, credo di aver bisogno di te." Lei non aspetta altro, prende la mia mano destra: "Allora, cara, cosa aspettiamo? Ho solo due ore libere, andiamo."
Mi sento come in trance. La mia signora mi precede, conosco bene quella strada, quel portone, quelle scale, tutto è impresso nella mia memoria. La piccola Romina ci segue in silenzio. Entriamo in casa, e stranamente non mi sento a disagio; sono stata lì mille volte, ho persino visitato la sua sala delle torture, non esiste nulla di peggio di quella. Anche se per qualcuno potrebbe essere eccitante.
So esattamente cosa voglio e non voglio perdere tempo, mi dirigo verso la porta rossa; la mia ex inizia a ridere. “Sempre pratica tu,” si rivolge alla sua nuova amante e le dice: “Romina, precedimi, sai cosa devi fare, intanto io mi preparo.” Romina apre la porta rossa e mi accompagna dentro quella stanza buia, illuminata solo da una luce rossa tenue. Mi volto e vedo che sulla parete c'è ancora un mio poster, dove vengo ritratta nuda, mi vergogno.
L'apprendista si avvicina, spostandomi i capelli, e mi bacia il collo. Nonostante non la conosca, mi fido di lei. Lentamente sbottona la mia camicia, lasciandomi in reggiseno. Le sue mani scorrono sulla mia gonna con delicatezza. Con un movimento lento, fa scivolare la lampo verso il basso e improvvisamente mi ritrovo in mutande. Non ho intenzione di avere rapporti sessuali con lei, ma non posso negare che sia piacevole.
Ancora un bacio sul collo. Apre il gancio del mio reggiseno e mi lascia a torso nudo. Le sue carezze sul seno sono dolci ma decise. Poi si inginocchia davanti a me e lecca i miei capezzoli. È solo l'antipasto di quello che verrà dopo. Si allontana per prendere un vestito da un armadio antico, e lo riconosco subito. È un miniabito bondage a collo alto, in pelle opaca, aderente e provocante, con delle cerniere sul seno e le coppe removibili, ha una lampo frontale che percorre tutto il vestito.
Rimango immobile mentre Romina mi aiuta ad indossarlo, togliendomi anche le mutandine e accarezzando dolcemente il pube. Mi conduce verso il letto, dove dal soffitto pende una catena. Mi fa inginocchiare e ordina di mettere le mani dietro la schiena, mi aggancia alla catena tramite le manette. Ora sono pronta. L'apprendista si posiziona in un angolo e aspettiamo qualche secondo prima che entri la signora.
Per un momento il tempo si ferma, anzi direi che torno in dietro a quella notte di tanti anni fa, quando avevo solo 17 anni. Fisicamente è mutata, ha qualche chilo in più, ma poca importa. E' vestita esattamente come quel giorno: un abito in vinile molto corto, assomiglia a un cappotto, è molto stretto e sinuoso, le sue bombe sembrano esplodere al suo interno e la fila di bottoni che si trovano nella parte anteriore sembrano cedere da un momento l'altro. Il tutto è trattenuto da una cintura di seta. In più si è portata due accessori, questi nuovi. Sulla mano destra ha una frusta in stile americano con un manico in broccato cucito a mano e una lunga nappa intrecciata. Tra le gambe invece indossa un fallo realistico, un strapless, indossabile senza cintura. A occhio nudo sembra sui 20 cm e con uno spessore di 5, ma mi renderò conto delle reali dimensioni, una volta che verrò penetrata da esso. Sono sicura che succederà. Con la mano destra afferra il manico della frusta, con la sinistra la corta intersecata e la tira. Si dirige verso di me, con passo lento. I suoi tacchi risuonano sul pavimento di legno. “Immagino che ti sono mancata” - in un certo senso è vero. La sua mano sinistra scorre lungo il mio corpo. Sfiora il mio seno, il mio collo. Mi morde le labbra. Sento la cappella del pene di gomma contro la mia spalla destra. Ora è dietro di me.
Mi circonda il collo con la corda della frusta e la tira, mi sento soffocare. Indica un interruttore alla sua complice, che lo preme. La fune sopra la mia testa si attorciglia e le mie braccia vengono proiettate verso l'alto. Le sento tirare. Pure i miei seni sono in piena estensione. Il dolore inizia a insinuarsi nel mio corpo, inizio a rilassarmi. La fune tira cosi tanto che mi sento quasi sollevata dal letto, ed eccola che arriva, la prima frustata. La sento in mezzo alle scapole. Lo schiocco e rapito. Gemo. Inizio a bagnarmi. “Chi è la tua signora” - non la vedo ma so che è lei. Rispondo subito - “E' lei la mia signora”.
Mi raggiunge una seconda frustata, questa volta è più violenta, il mio corpo si contrae e inizio a piangere. Era quello che volevo. Voglio scaricare tutta la mia tensione. Se la conosco bene di solito le frustate sono tre. La sento arrivare, sento il sibilo della frusta. Stavolta è sul lato destro del collo. Non respiro per qualche secondo. Le lacrime mi scorrono lungo il viso. Dopo l'aggressività arriva sempre la dolcezza. Sento il suo fiato sul collo. La sua lingua percorre le ferite che mi ha inflitta.
Bruciano.
Con mani addestrate, mi abbassa le coppe davanti al seno e le mie tette fuoriescono dal corpetto. Me le massaggia. Le stringe. Deve aver fatto un gesto perché Romina si avvicina a noi. Si inginocchia pure lei sul letto, mi guarda e inizia a mordermi il capezzolo destro. Lo succhia, lo stringe tra i denti, poi lo tira. Finito il suo lavoro, mi guarda e mi spunta in faccia, poi sento la sua mano destra sbattere contro il mio viso. E' così violento che la mia testa si gira verso la sinistra e della saliva fuoriesce dalle labbra. La guardo dritta negli occhi, non è lei la mia padrona, non si può permettere di trattarmi così, se solo non fossi legata.
Mi sono distratta e ho perso di vista la mia ex, ma non tarda a farsi sentire. Ora è in piedi sul letto e spinge la grossa cappella contro la mia bocca. La apro e accoglio quella protuberanza di gomma nella mia gola, spingendola fino in fondo con conati di vomito.
Nello stesso istante, spinge la testa di Romina verso il mio nettare e lei, senza farsi pregare, inizia a leccarmi. Mi sento come una cagna legata, ansimo mentre lo strapless continua a fare il suo lavoro, scopandomi la gola e io lo succhio come se fosse un cazzo vero. La sua apprendista continua a leccarmi la passera con maestria.
Sabrina tira la mia testa e il pene lubrificato esce dalle mie labbra con uno schiocco. Anche lei mi schiaffeggia in faccia, ma con più violenza. Mi infila tre dita in bocca e poi se le succhia. Il suo sguardo, quello sguardo lo ricorderò per sempre, è quello che mi ha fatto innamorare di lei quando ero ragazzina. Quella finta cattiveria è molto sensuale.
Improvvisamente crollo sul letto, le mie mani sono state liberate. Mi ritrovo con il suo viso contro il mio. "È ora di fare sul serio, e tu lo sai", mi dice mentre la sua assistente gli passa un collare e me lo fa indossare. Tirando la catena che vi è legata, con uno scossone mi fa scendere dal letto.
La stanza è piena di attrezzature strane e lei mi porta verso la panca Drakaina. Assomiglia molto a una panca per i pesi, ma questa è particolare. Ricordo come mi terrorizzò la prima volta. In quel momento capisco che mi vuole dare una lezione.
Mi fa appoggiare la pancia su quella stoffa fredda e mi allarga le gambe, incatenandole alle cavigliere. Mi lega di nuovo le mani dietro la schiena e, con un movimento idraulico, le mie gambe si allargano ancora di più. La panca si inclina verso il basso e mi ritrovo con la testa a pochi centimetri dal pavimento. Sono in balia di loro, incapace di vedere cosa succede alle mie spalle. Come un fulmine in un cielo estivo, sento un dolore enorme al sedere. È la frusta, sento bruciare dappertutto.
Silenzio.
Le mie labbra inferiori di dischiudono. Dalle dimensioni capisco che è il manico della frusta, lo sento entrare dentro di me. Gemo. I suoi movimenti sono lentissimi, mi vuole cucinare a fuoco lento. Un altro oggetto ispeziona il mio buco del culo, questo deve essere per forza lo strapon. Sta per arrivare il mio lato da troia. Il pene dentro il mio sedere, si muove velocemente. Sento dolore in ogni dove. Invece nella passera la sensazione è più piacevole. Vedo della gambe nude davanti a me. Sono sicuramente quelle di Romina. Mi alza la testa e vedo la sua figa pelosa. A Sabrina piace così, mai contrariarla. Allarga le gambe, appoggia il suo desiderio contro la mia bocca. La nostra signora urla - “lecca la mia apprendista” - obbedisco. La mia lingua si muove dentro di lei, è una tortura non poterla toccare e penso: chissà se un giorno potrò stare da sola con Romina. E' troppo presto per questi pensieri. Ho tutti i buchi riempiti, non mi capitava dall'università. Il cazzo mi penetra, il manico mi penetra, la mano della signora mi spinge verso la figa della sua apprendista. I pensieri spariscono, era quello che volevo. Almeno è quello che credo, mi viene in mente il mio ragazzo e i problemi degli ultimi giorni. Non so perché mi viene da piangere.
Silenzio

Non sento più nessuno, non sento più nulla che mi penetra. È tutto finito? No. Vengo slegata.
"Muoviti, vai sul letto," mi dice mentre mi tira per il guinzaglio, quasi gettandomi sul letto. Ci guardiamo entrambe, forse hanno notato che sto piangendo. Sabrina si avvicina a Romina e le sussurra qualcosa all'orecchio, e la sua assistente scompare dietro la porta chiusa. Rimango da sola con la mia ex.
Stranamente, non mi lega, anzi si sdraia sopra di me e mi dice una cosa stupefacente - "Mi sei mancata," - mi lecca le labbra, - "come è andato l'anniversario con il tuo fidanzato?" - Come ha fatto a ricordarselo? Ci penso un attimo. Non ci crederete, ma lei è stato il mio regalo per il nostro primo anniversario.
"Quest'anno non abbiamo festeggiato," piango ancora più forte, "forse mi vuole lasciare, so che mi tradisce."
"Povera cucciolina mia," mi infila la lingua in gola e io l'assaggio, "so io cosa ti serve. Ho mandato apposta Romina a prenderla." Prende delle funi, "Ma intanto, mentre aspettiamo."
Si avvicina a me, prende la mia mano destra e me la lega alla spalliera del letto, fa lo stesso con la mano sinistra. Passa alle gambe, le spalanca e le lega intorno a entrambe le caviglie con una fune, tirandola verso il fondo del letto. Tira così forte da darmi la sensazione di strapparmele. Sopporto il dolore. Ora sono legata in una sorte di croce.
Lei cammina intorno al letto, ancora con la frusta in mano. La fa sibilare sopra di me e poi sento un dolore allucinante agli addominali, è li che mi ha colpita. Per molti potrebbe sembrare tortura, ma per me, lo giuro, è puro piacere, mi rilasso.
Si rialza, si avvicina a un mobile, apre un cassetto e ne estrae una grossa candela nera, una novità per me. Trova un accendino, accende la candela e con passo deciso si avvicina al mio corpo, sedendosi sul letto.
"Leccala," mi porge la fiamma accanto alla bocca e un po' di cera cade sul mio petto. Nonostante siano candele a bassa temperatura, il calore si sente lo stesso. Appoggio la mia lingua alla fiamma e sento prima un pizzicotto e poi il bruciare sulla punta.
"Brava la mia puttanella," detto questo mi bacia e sento la sua lingua scorrere dentro la mia gola. Si solleva leggermente, mi sorride e mi morde le labbra. Appoggia la candela sulla parte superiore del mio seno. Sento la cera che cola lentamente. Mi abbassa la zip. Apre velocemente il vestito e la parte anteriore del mio corpo rimane nuda. Impugna la candela, la piega a quarantacinque gradi e la cera inizia a colare sul mio corpo. Sento ogni goccia attaccarsi alla mia pelle, disegnando una linea retta verso la mia passera. Si ferma, inclina ancora di più la candela. Alcuni peli si bruciano, poi inserisce la candela, con la fiamma ancora accesa, dentro la mia passera e mi penetra.
Ansimo.
Mi contorco. Godo come una giumenta con il suo stallone. L'aroma della cera s'inala nelle mie narici, sa di cioccolato. Sabrina appoggia la lingua sul mio corpo e ripercorre la striscia all'indietro fino al mio collo.

Ansimo.

Sento rumori dietro di me, la mia signora morde i miei capezzoli - "Tesoro, è arrivato il tuo regalo. So che lo desideravi da tanto tempo." Appena finisce di parlare, la porta d'ingresso si apre. Entra Romina accompagnata dal mio uomo, nudo e bendato.
Cosa ci fa qui? Cerco di parlare, ma la mia aguzzina mi infila, prontamente, le mie mutandine in bocca. Cerco di urlare, ma quel capo intimo mi soffoca la voce. Non riesco a parlare, posso solo mugugnare.
Sabrina si alza e si avvicina al mio compagno, gli sussurra all'orecchio destro - "Tesoro, vedo che ti sei ricordato di me e di come ci siamo divertiti insieme." - Lo sapevo, il mio uomo mi tradiva con la mia ex. Il suo cazzo è già bello duro, indurito dalle abili mani di Romina. Sabrina si inginocchia e succhia quel pene duro. Lo so, lo sta facendo apposta, mi vuole fare soffrire. Io mi agito, non posso fare altro.
Con grande sorpresa, l'apprendista si sdraia sopra di me. Appoggia la sua passera nuda sulla mia e spinge, inizia a scoparmi. Legata, non posso fare altro che assecondarla, vedo le sue tette generose sopra di me. Le lecco, le mordo.
Intravedo alle nostre spalle Riccardo. La nostra padrona ha il suo cazzo in mano e lo sta conducendo verso di noi. Con maestria, inserisce il pene dentro la figa di Romina. Cosa sta succedendo?
Lo so cosa sta succedendo, mi sto eccitando come non mi succedeva da mesi.
Sabrina si avvicina alla mia faccia, me la prende tra le mani. "Guardali," mi dice. Lo faccio. "Guarda come godono," ride verso di me. "Scommetto che non sapevi che io e il tuo ragazzo ci vediamo da mesi," mi stringe il seno. "Sono la sua confidente da mesi," mi prende a sberle. "E sì, ogni tanto scopiamo."
Sono incazzata, ma le tette dell'apprendista e i suoi movimenti mi calmano. Sono impotente. L'apprendista ansima sul mio viso, il cazzo del mio compagno gli dà soddisfazione.
Capita una cosa inaspettata. La mia signora si mette dietro a Riccardo, si inginocchia e gli lecca il culo. Il viso del mio compagno cambia espressione, come se sapesse cosa gli sta per succedere. Mi ricordo che Sabrina indossa ancora il fallo di gomma. Dai, è un'idea assurda. Eppure...
La vedo ergersi dietro di lui, che ricordo è bendato, e affonda la cappella grossa nel culo. Lui reagisce, non come mi sarei aspettata. Gode.
Dopo dieci anni che lo conosco, è la prima volta che lo vedo così. Quel cazzo, che prima era dentro di me, ora sta esplorando il suo culo. Mi sento strana, sento la pancia contrarsi, vengo.
Cosa! Impossibile, quella vista mi ha fatto avere un orgasmo. Non ci credo.
"Vedi, ho addomesticato pure il porco," ovviamente quelle parole erano rivolte a me.
Nel giro di pochi metri c'erano quattro persone, tre donne e un uomo, e sembrano un corpo solo, un respiro solo e un orgasmo solo. Sembra che il tempo si sia fermato.
Sento la passera di Romina sfregare sopra di me, sento anche una porzione del cazzo che la penetra. Trovo tutto questo incredibile.
Un lago esonda sopra di me e sento degli urletti. L'apprendista è venuta, letteralmente, sopra di me. Lo noto anche da come inarca la schiena e come le sue tette sembrano ancora più sode.
La padrona allontana il mio ragazzo da lei, la quale scavalca e torna al suo posto di guardia. Sono incatenata e dal letto posso vedere chiaramente la padrona accarezzare il cazzo di Riccardo, lo incula con passione e lui gode come una puttana. La vedo mordergli l'orecchio destro e gli sussurra qualcosa. Tra le tante parole intuisco che gli dice di scoparla.
Leva quel pene di gomma dal suo culo, sgancia la cintura, però non si spoglia. Gli prende il cazzo in mano e cammina verso di me, mi toglie le mutandine dalla bocca. So che non devo dire nulla e non lo faccio. Mi bacia, poi con determinazione appoggia la cappella di lui sulla mia bocca e io lo succhio, come faccio ormai da anni. Chissà se mi riconosce.
La nostra padrona si gode lo spettacolo, leccandomi le tette. Afferra il pene dalla base e lo fa uscire dalla mia bocca. Si alza, bacia Riccardo davanti a me e gli dice, questa volta ad alta voce - "Su, da bravo, ora scopami" - ricordo che il mio compagno è ancora bendato e io sono ancora mezza nuda e legata al letto. Lo fa salire sul letto, lo sega così aggressivamente che penso che mi sborri addosso da un momento all'altro. Con la mano destra lo fa introdurre nella mia passera bagnata - "Ora fammi godere" - è ancora lei che parla.

Non perde tempo e si siede sulla mia faccia. Penso che voglia farsi leccare, ma invece un liquido caldo fuoriesce dalla sua passera e mi invade il viso. "Dimmi chi ami?" - che domanda imbarazzante. Tra i respiri affannosi, lui dice il mio nome, mi rende orgogliosa: "risposta sbagliata" - lo prende a sberle - "ripeto la domanda, chi ami, chi è la tua unica donna?" - ancora una volta lui risponde con il mio nome.

Gli arriva un'altra sberla, poi le prende le mani e le mette sul mio seno - "Dai, massaggiamele" - dovrebbe capire che non è Sabrina, io ho le forme meno generose, ma non dice nulla e continua a scoparmi. Intanto la passera matura continua a muoversi sulla mia faccia, per la prima volta nella serata, sento la mia signora godere davvero. Allungo la lingua più che posso, la penetro. In realtà non è la prima volta che siamo coinvolte con il mio ragazzo, ma le altre volte erano state programmate, soprattutto al quarantesimo compleanno di Riccardo, che coincide con la prima volta.

Il mio ragazzo prende l'iniziativa, mi succhia le tette, mi sfonda la figa. A questo punto si deve essere accorto che c'è qualcosa di diverso. La mia signora lo incita - "Bravo così, maiale, non mi scopavi con tanta passione da mesi." - In quel momento mi chiedo da quando la loro storia clandestina va avanti, ma questo lo scoprirò solamente una volta tornati a casa. Lo sento contrarsi, lo conosco a memoria, sta per venire e lo sta facendo dentro di me senza nessuna protezione. Appena ho quel pensiero, sento Sabrina che gli urla - "Vienimi dentro come fai sempre" - facile per lei, non può più avere figli.

Come se obbedisse ai suoi ordini, sento la prima ondata di sborra che invade il mio canale vaginale. In quel momento la nostra aguzzina toglie la benda al mio uomo e li mi vede per la prima volta, non sembra stupito, anzi è come se lo sapesse.

Un altro colpo dentro di me e un'altra sborrata, molto più intensa di prima, mi pervade. La signora si scosta dalla mia faccia e lui non perde tempo, mi bacia. Terza sborrata, erano due anni che non mi veniva dentro, da quando non prendo più la pillola.

"Ti amo, Lizzy" - a quelle parole succede un miracolo, godo pure io e squirto. Tocca a me inondare il suo pene, i suoi testicoli e il suo inguine con i miei umori.

Lui crolla sopra di me. Sento Sabrina dire a Romina - "Lasciamoli soli" - e le vedo palpargli il culo, probabilmente faranno sesso in camera loro. In quel momento non mi interessa.

Siamo nudi sul letto. Non mi hanno ancora slegata. Sento lui dire - "Bene, ora possiamo parlare senza essere disturbati e senza che tu mi interrompi, come fai sempre."

Siete curiosi di sapere cosa ci siamo detti? Mi dispiace, sono affari nostri.
scritto il
2024-04-20
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