Conti in sospeso.

di
genere
etero

"Allora? Non mi riconosci più?
Lui mi guarda per un attimo e poi torna a guardare il monitor.
Un sorriso mesto.
Sono in piedi appoggiata alla porta, con un paio di jeans e la camicetta bianca che svolazza leggermente.
"Non ti sono mancata? Nemmeno un pochino?" sorrido e continuo a guardarlo negli occhi.
"Certo che mi ricordo di te. Cosa credi?" si volta nuovamente a guardarmi e aggiunge: "Come mai sei qui?". Scoppio a ridergli in faccia.
Fa di tutto per sembrare scocciato.
"Sono qui perché dobbiamo finire quello che hai interrotto. O fingi di esserti dimenticato anche quello?"
Lui sbuffa e inizia a squadrarmi.
Mi apro due bottoni della camicia e faccio per avvicinarmi alla sua scrivania.
Siamo completamente soli. Tutti i dipendenti sono già a casa da un pezzo.
"Sei scappato via come un coniglio. Perché? Non ti piacevo più?"
Appoggio le mani sulla scrivania e lo guardo dritto negli occhi.
Gli cade l'occhio sulla mia scollatura e cerca di reprimere una smorfia.
"Che c'è? Volevi una lettera di addio? Ma fammi il favore." Spegne il computer e fa per alzarsi.
"Per favore, non abbiamo più nulla da dirci. Ti accompagno alla porta."
Prima che possa avvicinarsi a me, faccio uno scatto e lo rimetto a sedere sulla sedia.
"Voglio scoparti un'ultima volta. E poi giuro che sparisco."
Ha gli occhi sbarrati, e posso vedere chiaramente un rigonfiamento nei suoi jeans.
"Devi recuperare tutto il tempo perso in una volta sola, hai capito?"
Mi avvicino ancora di più e gli lecco un lobo.
Lui geme, e come immaginavo non oppone resistenza. Inizia a sudargli la fronte.
"Allora, mi vuoi?" gli chiedo con un sussurro, mentre gli metto una mano sul cavallo dei pantaloni.
In men che non si dica si alza di scatto e mi spinge contro la scrivania.
"Certo che ti voglio!" ruggisce.
Ci baciamo con foga, incastrando le lingue e ansimando come pazzi.
Faccio per sedermi e divarico le gambe, mentre lui inizia a strusciarsi contro il mio inguine.
"Toglimi i vestiti, subito!" e in una frazione di secondo mi strappa la camicia.
Gli prendo la testa e gliela sbatto in mezzo ai miei seni, che lui inizia a baciare e strizzare con entrambe le mani.
Mi bagno e ho una fitta all'inguine.
"E vedi di leccarmi bene la figa quando ti chiederò di farlo. Ricorda che hai un bel po' di anni da recuperare!"
Di tutta risposta mi stringe forte un fianco e poi mi morde un capezzolo. Gemo dal dolore e dal piacere. Quanto mi mancavano le sue mani sul mio corpo, e i suoi baci.
Torniamo a baciarci sulla bocca e gli metto una mano sul cazzo. Lo accarezzo e sento che ormai è troppo stretto in quei pantaloni.
Gli apro la cintura e la zip, e senza aspettare lo tiro fuori stringendolo bene con la mia mano.
Inizio a segarlo e i suoi gemiti mi fanno bagnare ancora di più.
"Ti piace, non è così?" sussurro tra un bacio e l'altro.
Muovo la mano avanti e indietro esercitando di tanto in tanto un po' più di pressione.
Lo voglio prendere in bocca, così dopo un ultimo bacio mi abbasso e inizio a giocarci un po'.
"Mi mancavano i tuoi pompini!" mi dice con un gremito, mentre il suo cazzo ha uno spasmo.
Schiudo le labbra e comincio a stuzzicare la sua cappella con la punta della lingua.
Lo guardo negli occhi e sorrido, poi ci sputo sopra e inizio a farlo entrare tutto, un po' alla volta.
Gli lecco la punta, faccio cerchi intorno alla cappella e piano piano lo mando sempre più a fondo.
Quando inizio a succhiarlo sento la sua mano che mi afferra i capelli, la testa che inizia a muoversi ad un ritmo più regolare.
"Mi sei mancata tanto, troietta."



Parte 2?
scritto il
2024-04-28
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