Marianna e Silvio - madre e figlio Capitolo 1

di
genere
incesti

Vi chiedo di avere pazienza, le storie non si costruiscono in poche battute. Serve raggiungere un climax. E questa storia ce l'ha.



Godetevela.





Esistono molti tipi di famiglie. Pochi sanno che il concetto di famiglia ha subito una miriade di variazioni nella storia dell'umanità. Dai nuclei nobiliari del passato dove si contavano cugini di vario grado come legittimi appartenenti alla famiglia, fino alle famiglie contadine medievali dove nei grandi poderi si viveva nella stessa casa tra più fratelli e relative mogli con figli, per massimizzare la forza lavoro e risparmiare sul tetto sopra la testa.



Ma non è un trattato sociologico o antropologico questo. Bensì, è la storia di una famiglia in particolare, quella di Marianna e Silvio, rispettivamente madre e figlio del nostro tempo e che il concetto di famiglia tradizionale lo hanno ribaltato e re-interpretato tutto a loro modo.



Marianna è una donna di 48 anni, di una certa eleganza e portamento. La classica donna che sembrava nata per il suo ruolo di moglie e madre di famiglia. Precisa, di buon gusto, dedita alla casa e alla cura del marito e del figlio. Ma non solo. Marianna era anche una donna dalle idee politiche progressiste, sostenitrice dell'emancipazione femminile e molto attenta alle tematiche di genere. Molte volte si era infognata in interminabili discussioni con il suo (ex) marito Claudio su questi temi, ma anche con le amiche più conservatrici che secondo lei, sembravano vivere passivamente le volontà, i desideri e le esigenze dei mariti più maschilisti. Marianna, al contrario, era una donna estremamente combattiva su questo.

Fisicamente, nonostante la non più giovane età, era ancora una bella donna, formosa nei punti giusti con cosce morbide, fianchi larghi ma non grassi, un po' di trascurabile cellulite, ma un ventre ancora piatto e un seno prosperoso. Un'abbondante terza coppa C, discretamente alto e non calante.



Silvio, invece, aveva 22 anni e studiava giurisprudenza a Torino ed era nel massimo del vigore fisico e mentale che ci si può aspettare da un ragazzo della sua età. Alto quasi un metro e ottanta, con braccia, bicipiti e petto tipici di chi si dedica alla palestra con regolarità. Silvio era Bello, giovane, spensierato ed aitante, dal carattere forte e un po' irriverente. Un vero provocatore che spesso si era cacciato nei guai da ragazzino per aver insultato o preso in giro gente più grossa e pericolosa di lui nel quartiere, ma riuscendo ad uscirne sempre vincitore dandosela a gambe elevate al momento giusto.



Marianna e Silvio vivevano in un appartamento in uno dei tanti condomini di Parella, a pochi passi dal parco della Tesoriera. Fin da quando Silvio aveva mosso i primi passi, in quel quartiere c'era cresciuto e tutti si conoscevano e frequentavano in una fitta rete sociale di media borghesia di città, con i propri riti e ritmi.



Marianna e Silvio erano ben integrati in quel quadro, a parte per il fatto che qualche anno prima, Marianna e Claudio avevano divorziato dopo che quest'ultimo l'aveva tradita con una sua segretaria più giovane di almeno 20 anni. Fu un grave colpo per la loro reputazione di perfetta famigliola modello, ma fortunatamente, l'ineccepile condotta di Marianna negli anni, la sua buona reputazione di madre e moglie modello, nonché l'assidua presenza e capacità di farsi voler bene nella buona società torinese, l'avevano salvata dal peccato del marito che era finito per essere il vero cattivo della storia e a prendersi tutta l'onta quando nel quartiere la voce si era irrimediabilmente diffusa.



Da quanto Silvio aveva 18 anni, viveva quindi ormai solo con sua madre. E questa è la storia della loro dolce, inconsueta, perversa e segreta famiglia.



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Marianna e Silvio avevano sempre avuto un buon rapporto, ma con la separazione da Claudio, i due erano diventati inevitabilmente più uniti. A Silvio dispiaceva vedere sua madre triste, dispiaciuta e più sola. Certamente, lei aveva comunque un buon giro di amicizie e impegni che la tenevano occupata. Il parrucchiere il giovedì pomeriggio, da sempre appuntamento fisso, era il modo in cui le donne del quartiere si riunivano per chiacchierare, spettegolare e rinforzare il gruppo sociale. Sua madre ne era un membro fondamentale. E non solo di quel gruppo. I martedì sera c'erano anche gli incontri del libro, un club per lettori e commentatori di ultime novità letterarie. In più, all'occorrenza, partecipava a cene o aperitivi con le amiche. Non certo il ritratto di una donna sola, sconsolata e sconfitta. Eppure, qualcosa inevitabilmente le mancava. L'affetto. Così, Silvio, non senza malizia e strane idee, si era fisicamente avvicinato a sua madre. Gli abbracci, diventati più numerosi e frequenti, erano gradualmente diventati sempre più coinvolgenti per lui. Il corpo di sua madre lo aveva sempre attratto, provocandogli un intenso desiderio sessuale con cui aveva provato a fare i conti varie volte nella vita, cercando di scacciarlo. Alla fine, Silvio aveva semplicemente accettato quell'impulso, cedendo alla carne e smettendo di imparanoiarsi. Sebbene si sentisse giudicato, da se stesso e dalle norme sociali, si era alla fine convinto che dopotutto, in quella casa erano solo lui e lei e che un abbraccio in più o uno in meno non avrebbe causato chissà quale problema.



Il problema era che a forza di abbracci, più volte si era sbilanciato nello strusciare la sua erezione sul ventre di sua madre. Lo faceva in maniera inconsapevole? Assolutamente no. Sapeva che era perverso, sbagliato, deprecabile. Ma lo faceva lo stesso, perché il gioco lo intrigava. Per lui era come camminare sul filo di un rasoio, poteva fingere fosse del tutto involontario e del tutto casuale e pensava che probabilmente sua madre nemmeno se ne sarebbe accorta. E aveva ragione.



Sua madre, infatti, a lungo non ci aveva fatto nemmeno particolare caso. Pensava fosse esattamente involontario. Una coincidenza strana, ma pur sempre coincidenza. In fondo Marianna era contenta che dopo il periodo adolescenziale in cui il suo Silvio si era distaccato di più da lei, adesso lui fosse tornato dolcemente ad abbracciarla e dedicarle attenzioni, ed era contenta di ciò. Ogni madre sa che nella vita di un figlio c'è un periodo del genere, di distacco. Ma lei ora, nel momento del bisogno d'affetto, stava vivendo un ritorno da parte di quel figlio. Ma con quel figlio, scoprì gradualmente che c'era anche un uomo. Un uomo con un'erezione anche considerevole tra le gambe, pronta ad essere spalmata sul suo ventre in ogni possibile abbraccio.



Era depravato, amorale e deprecabile. Eppure, Marianna si scoprì ingorda di quegli abbracci. E ogni scusa era buon per farsene dare uno. Quando Silvio rientrava per cena e trovava sua madre ai fornelli, lei lo incalzava: "che fai, non viene a salutare mamma?" E Silvio, con sorriso sornione, si avvicinava da dietro e la abbracciava cingendola per i fianchi, premendo il suo pene sui glutei di sua madre e stampandole spesso un delicato bacio sulla guancia. "Ciao mà!" Rispondeva lui soddisfatto.



Il tutto per loro era veramente iniziato innocentemente, ma proseguiva con sempre meno innocenza. Era come se i loro corpi parlassero una lingua che le loro coscienze non percepiva. I loro corpi s'attraevano, s'intendevano e si capivano persino prima delle loro coscienze. E non passava giorno senza che Silvio si spalmasse con qualche affettuoso abbraccio sul corpo formoso di sua madre. E senza nemmeno accorgersene, Marianna si ritrovò a prestare più attenzione all'abbigliamento, prediligendo vestiti con un po' di scollature o leggins aderenti che potessero evidenziare le sue forme. Silvio, dal canto suo, colse più coscientemente i cambiamenti in sua madre e non si lasciava scappare commenti qua e là, per scherzare e giocare. Ma si sa. Scherzando, si dice spesso la verità.

"Sembri una modella con quei leggins, mà!" Se ne usciva Silvio sorridendo. E sua madre ridacchiando e arrossendo, replicava spesso: "ma dici davvero? Io mi vedo grassa con questi. Forse sono meglio quelli grigi." Ma Silvio la rinforzava sempre: "Macché, anche meglio il nero così secondo me. Risalti pure meglio."

E Marianna si era scoperta ingorda non solo delle attenzioni fisiche del figlio, ma anche verbali. Le faceva piacere ricevere complimenti da lui per almeno due ragioni. Piano piano, aveva scoperto che le faceva piacere essere vista da suo figlio non solo come brava madre, ma anche come bella donna. Era orgogliosa di ciò. In più, destare la curiosità di un ragazzo giovane, per giunta suo figlio, le dava una gran bella botta di autostima. Nulla a che vedere con i complimenti che riceveva dagli operai o immigrati maleducati e cafoni intorno alla stazione di Torino, che capitava la fischiassero e si complimentassero con lei senza alcun tipo di tatto e sensibilità.





Così, con il passare del tempo e dei mesi tra Marianna e Silvio era cresciuta sempre più intimità fisica. Dagli abbracci casti, a quelli con strusciata di erezione, erano passati prima ai complimenti verbali e infine a qualche sfuggente e furba palpatina da parte di Silvio. Durante gli abbracci, il ragazzo non si limitava a premere sul ventre di sua madre, ma con le mani aveva preso l'abitudine a muoversi lungo la schiena di Marianna fino a posarsi sui suoi glutei. E se per le prime volte le sue mani erano solo una leggera presenza, con il passare del tempo le mani di Silvio si prendevano la libertà di strizzare i glutei di sua madre.



In quelle prime volte, Marianna si rese conto che quello che faceva era pericoloso. Silvio aveva ormai sfondato gli argini e proseguiva in maniera spudorata e irriverente con quel loro strano e perverso gioco. Lei, invece, si era più volte chiesta cosa stesse facendo, a che gioco voleva giocare. Il senso di colpa aveva cominciato a scavarle dentro un certo solco che per qualche settimana, dopo le prime vere palpate di suo figlio, l'avevano turbata. Eppure, ciò non bastò a farle prendere la decisione di fermarsi o fermarlo. Ogni volta che Silvio tornava a casa e sorridente andava a salutarla, lei era comunque felice. Ogni volta che sentiva le forti braccia di suo figlio cingerle i fianchi, quella potente erezioni strusciarle sul ventre o ancora meglio sui glutei e le mani di suo figlio affondarle nella carne, lei si sentiva sì in colpa, ma anche felice, eccitata e intrigata da quel loro perverso e amorale gioco.

Nei momenti di maggiore crisi, Marianna si ripeteva che in fondo, era come una manifestazione d'affetto da parte di suo figlio. Era una forma di dolcezza, una forma di attenzioni e coccole nei suoi confronti. Quindi, perché fermarlo? Cosa c'era di male?



Nulla. Per Silvio, non c'era proprio nulla di male. Lui aveva già fatto i conti da tempo con quei pensieri e vedeva nell'atteggiamento mansueto e accondiscendente di sua madre un vero e proprio via libera. E più vedeva sua madre contenta delle attenzioni che lui le riservava, più cresceva in lui l'intima e perversa convinzione che sotto sotto, non solo a sua madre piacessero le sue attenzioni, ma che addirittura in qualche modo, fosse lui, il figlio, a dettare ritmi e tempi di tutto il loro perverso gioco.



Silvio si rese gradualmente conto che paradossalmente, sua madre, colei che lo aveva creato, cresciuto ed educato, era ora molto più alla mercé di suo figlio di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Il ragazzo si rese conto, nei mesi, che forse poteva decidere fino a che punto spingerla. E più si faceva largo in lui questo pensiero, più nel suo carattere forte, irriverente e provocatore nascevano pensieri perversi. La sua indole premeva per continuare quel gioco e non voleva assolutamente smettere e pensava di aver intuito che nemmeno l'indole profonda e nascosta di sua madre voleva che lui smettesse. Forse, sua madre doveva ancora capirlo. Ma lui no.



Così i mesi passarono e la vita di questa famiglia proseguiva, in apparenza normalmente. Claudio era stato un pessimo marito, ma un buon ex marito e alla fine aveva concesso a sua moglie di continuare a vivere a casa sua con Silvio, mentre lui si era preso un appartamento per conto suo a Milano con la sua nuova donna. Di tanto in tanto passava a Torino per salutare e cenare insieme a suo figlio e la sua ex moglie alla quale continuava a passare un buon assegno di mantenimento che le permetteva di non lavorare e continuare con la sua solita vita, mentre Silvio frequentava la facoltà di giurisprudenza.



Nel tempo, Marianna e Silvio presero anche una nuova abitudine che portò ad un nuovo livello il loro rapporto. Ogni tanto, la sera dopo cena, Marianna si sdraiava sul divano a guardare la tv su un fianco e suo figlio si sdraiava esattamente dietro di lei, cingendole i fianchi e strusciandosi con il proprio pene sui glutei di sua madre. Era una presenza poco invadente, ma costante che si sentiva. E per entrambi era un bellissimo momento di relax dopo dure e faticose giornate, tanto che la loro abitudine divenne sempre più frequente. E non era tutta iniziativa di Silvio, dato che bastava che lui si attardasse dopo cena a farsi la doccia o a ripassare gli ultimi appunti di diritto privato, che sua madre dal salone lo chiamava: "Silviooo. Ma quanto ci metti? Dai che poi voglio andare a letto!"

Il tutto, solo per quella mezz'ora/un'ora di abbracci e strusciate sul divano, dal quale poi entrambi si alzavano sempre con un'incredibile voglia mai soddisfatta. E chi in bagno con la carta igienica e chi nel letto tra le lenzuola prima di addormentarsi, entrambi si davano piacere da soli masturbandosi, pensando a quel momento magico e perverso sul divano.



Ad un certo punto, Marianna smise di mettere le mutandine, sperando che qualcosa potesse accadere. Non sapeva nemmeno lei perché aveva smesso di metterle, ma lo aveva fatto. In cosa sperava preferiva non pensarci troppo, sentì solo l'impulso di non metterle. Ancora una volta, era intervenuto un dialogo tra corpi, un'intesa perversa ma ancestrale tra loro, di cui nessuno dei due codificava coscientemente a pieno i messaggi. Sotto i lunghi vestiti o i leggins, Marianna prese a stare senza intimo. E non ci volle molto prima che Silvio, strusciando la propria erezione e palpando il culo di sua madre, si rendesse conto che non le indossava più.



Quando il ragazzo se ne rese conto, avvenne quello che finalmente entrambi attendevano da tempo.



Come ormai accadeva da tempo, Marianna era sdraiata sul divano con suo figlio alle sue spalle, appiccicato come non mai. Alla TV era da poco finito il telegiornale e c'era ancora la pubblicità in attesa del programma successivo, quando dopo diversi minuti di solite strusciate, Marianna sentì suo figlio alzarle il vestito, cosa che non aveva mai fatto prima. In pochi secondi, la mano sinistra di Silvio accarezzò dal ginocchio tutta la coscia di sua madre fino a stringerle il fianco con una forza che non aveva mai usato. Marianna ebbe un sussulto immediato, e un lampo di piacere le attraversò la schiena, ma non ebbe il coraggio di dire nulla mentre suo figlio sembrava cominciare a prendersi il suo corpo come non mai.

Per la prima volta, Silvio stava toccando direttamente la pelle liscia e bianca di sua madre. L'afflusso sanguigno nel suo cazzo aumentò di colpo la pressione e al ragazzo sembrò esplodere più di qualche vena da quelle parti. Involontariamente, per la tensione, trattenne il respiro, accorgendosi che lo stesso stava facendo sua madre. In pochi secondi, Silvio irrigidì il fianco e si sollevò dal divano per sfilarsi pantaloni e mutande usando solo la mano sinistra e portandoli all'altezza delle caviglie, poi, con un movimento veloce sfilò una sola caviglia per essere più libero. A quel punto, la sua mano tornò sul fianco di sua madre finendo di alzarle il vestito, per poi scivolarle frontalmente tra le cosce e affondare due dita verso la vagina bagnatissima.



Marianna, con una pronta memoria fisica, inarcò la schiena sentendo per la prima volta l'erezione di suo figlio premerle tra i glutei nudi, finalmente a contatto. Poi, allargò leggermente le gambe per permettere al ragazzo di intrufolarsi verso la sua vagina. La sua mente, nel frattempo, aveva solo due pensieri tremendamente contrastanti: senso di colpa e profonda libido. Ma dei due, prevalse il secondo. Forse per l'uno, forse per l'altro o per entrambi, non fu capace di fare nulla e rimase solo con il fiato sospeso, mentre Silvio si accomodava dentro di lei.



Il ragazzo sfilò la mano dalla figa di sua madre e prese il proprio cazzo, puntandolo velocemente tra le gambe di Marianna e affondando dentro di lei con una facilità disarmante. Lei era fradicia e Silvio non incontrò alcuna resistenza. Prima di muoversi però, attese qualche secondo, per capire cosa ne pensasse sua madre di tutto ciò. Silvio si rese conto che stava proseguendo come un treno seguendo i suoi più perversi istinti e voleva constare se la sua intuizione era giusta, se sua madre voleva quel rapporto tanto quanto lui.



Marianna, intuendo inconsciamente quello che suo figlio stava cercando di capire, diede il suo segnale. Allargò le gambe, si posizionò più comodamente e favorì la completa penetrazione dentro di lei, affondando sul cazzo di suo figlio ancora di più e liberando il fiato trattenuto fino a quel momento e rilassandosi tra le forti braccia di Silvio. Marianna si rese conto in quel momento, che il primo movimento di suo figlio le avrebbe fatto raggiungere un orgasmo. Senza dubbio il più veloce della sua vita.



Il ragazzo, ricevendo il via libera di sua madre, la strinse a sé ancora più forte cominciando a muoversi dentro di lei. Alla prima botta, sua madre rantolò di piacere ansimando, ma ciò non fermò Silvio che pur avendo capito che quello si trattava di un orgasmo, non aveva intenzione di fermarsi. La sua testa gli diceva solo una cosa:



Mentre sua madre si contorceva di piacere, Silvio cominciò a stantuffare dentro di lei con crescente vigore. La sua mano sinistra corse lungo il fianco di sua madre, mentre quella destra si intrufolò da sopra stringendole un seno. Finalmente poteva sentire sul palmo della mano quella grossa mammella che a lungo aveva desiderato. E più sentiva sua madre godere, più a sua volta lui spingeva dentro di lei con forza.



Nel frattempo, Marianna stava sperimentando l'orgasmo più intenso della sua vita e più sentiva il senso di colpa per non fermare suo figlio, più realizzava che quello che la scopava era proprio suo figlio che si era appena preso il suo corpo senza chiederglielo, perché aveva capito che lei lo voleva. E proprio in quel momento, Marianna capì che negli ultimi due anni in cui il loro rapporto aveva preso quella perversa piega, i loro corpi avevano dialogato per tutto il tempo affinché ciò avvenisse, proprio in virtù di un perverso e ancestrale legame che li legava e che finalmente li aveva definitivamente riuniti.



E mentre dalla tv la pubblicità volgeva al termine, lasciando spazio allo show in prima serata, cioè il Grande Fratello, anche l'orgasmo travolgente di Marianna calò lasciandole tempo di rifiatare per circa mezzo minuto prima che suo figlio, preso da una libido irrefrenabile ed esplosiva, cominciasse a scaricare dentro sua madre fiotti di sperma caldo. La donna, senza fiato, non appena si accorse del primo getto dentro di lei, ebbe un nuovo brivido, si irrigidì e immediatamente ebbe un nuovo e fortissimo orgasmo. Marianna non capì se il suo corpo aveva reagito orgasmando come fosse il semplice risultato di un legame biologico tra i loro due corpi o se era stato l'impulso della sua mente a trasmettere il comando dell'orgasmo non appena si era resa conto che suo figlio, proprio suo figlio, stava sborrando dentro di lei.



Non seppe comprendere quale delle due fosse la risposta, anche perché fu distratta dai suoni e i rantoli di suo figlio che si mischiavano ai suoi. Nel frattempo, Silvio si avvinghiò con ancora più forza a sua madre, sollevandola quasi dal divano e affondandole il cazzo ancora più in profondità nella carne. Comprendendo solo in quel momento che stava venendo dentro sua madre e che il suo orgasmo le aveva probabilmente causato a sua volta un orgasmo, Silvio capì veramente cosa significasse possedere fisicamente una donna e si compiacque che quella donna fosse proprio sua madre. E che lui l'aveva posseduta come mai prima aveva fatto con nessuna delle ragazze con cui era entrato in contatto.



Mentre in tv Alfonso Signorini apriva il Grande Fratello, madre e figlio sul divano riprendevano fiato, rimanendo immobili. Fu solo dopo vari minuti, quando finalmente il fiato riacquisì un ritmo normale insieme al battito cardiaco, che alla fine Silvio allentò la presa su sua madre e si sfilò lentamente sbuffando di nuovo.



In quel momento Marianna si ricompose, si alzò e senza nemmeno girarsi verso suo figlio uscì dal salone entrando in bagno.



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2024-05-11
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