Marianna e Silvio - madre e figlio Capitolo 2

di
genere
incesti

I giorni seguenti, per Marianna, erano stati un misto di diverse emozioni.
Aveva scelto l'unica strada che le sembrava facilmente percorribile, cioè fare finta di nulla. Comportarsi, parlare e continuare a vivere come se quella sera Silvio non l'avesse mai penetrata facendole sperimentare i due orgasmi più intensi e travolgenti della sua vita e che le avevano causato altrettanto senso di colpa. Ma più si sforzava di fingere che non fosse mai accaduto nulla, più si sentiva un nodo alla gola di ansia e angoscia non solo per aver varcato la soglia del proibito, ma anche per averlo fatto godendo con tutto quel possente spirito dionisiaco.

La sera, quando si coricava, non riusciva a scacciare il pensiero di suo figlio che la cingeva da dietro e che la martellava con quell'energia, penetrandola con tale facilità e agevolezza da sembrare che i loro corpi fossero fatti per quel sacrilego e indecoroso atto.
Sotto la doccia, lavandosi i seni, non riusciva a scacciare il pensiero della mano di suo figlio che le stringeva la tetta, con quel palmo caldo e selvaggio ma confortante.
Quando si vestiva e si infilava i vestiti per casa sistemandoli lungo i fianchi, non riusciva a scacciare il pensiero dalle dita di suo figlio che scorrevano il suo bacino e poi la coscia, mentre si impossessavano del suo corpo.

In quei giorni Silvio adottò la stessa strategia di sua madre, cioè fingere che nulla fosse mai accaduto. Per circa una settimana però, evitò anche il contatto con lei. Non era frutto di una studiata decisione, ma più il risultato di un titubare di fronte alla capacità di sua madre di non tradirsi in nessun atteggiamento scomposto. Silvio sapeva bene di non poter esagerare e sapeva che aveva rischiato di varcare la soglia del non ritorno con quell'avventatezza giovanile che lo contraddistingueva.

Decidere di penetrare sua madre era stata senza dubbio la mossa più audace della sua vita. Non se ne intendeva particolarmente di donne. Aveva già avuto qualche esperienza con alcune ragazze della sua età ed era sicuro di non aver capito quanto a loro fosse piaciuto e quanto lui fosse bravo. Sapevo per certo, questa volta, che sua madre aveva goduto. Silvio lo aveva intuito dal linguaggio del corpo, ma non solo dai sospiri e dal fiato corto, non solo dall'irrigidimento dei muscoli di sua madre. Lo aveva capito grazie ad una più profonda, viscerale e biologica intesa che era convinto che i loro corpi avessero stabilito. Sentiva con ogni cellula del suo corpo che sua madre aveva apprezzato e pensava che la reazione di fingere che nulla fosse accaduto era solo un meccanismo di difesa che lui doveva essere abile a scardinare. Le donne non le capiva, ma sua madre era così vicina a lui che non poteva essere accumunata alle altre. Era diversa.

Così le diede tempo. Circa una settimana, in cui si comportò normalmente anche lui, ma in maniera più distaccata, più lontana. Niente abbracci per salutarsi, niente contatto fisico, niente strusciatine né palpatine. Marianna si agitò. Aveva già scoperto di desiderare le attenzioni di suo figlio, ma ora se le sentiva negate e questo la metteva in ansia. Dopo tanti anni, si sentì nuovamente in balia di un uomo che poteva decidere quando darle attenzioni e quando sottrargliele. Stavolta però, a differenza delle altre volte in cui la sua reazione era stata quella di indurirsi e solidificarsi per trovare in se stessa quello che gli altri non le davano, era diverso. Marianna desiderava le attenzioni di suo figlio molto più di quanto aveva mai fatto con qualsiasi altro uomo e dopo la prima settimana in cui queste le erano state negate, riprese a vestirsi con leggins attillati e scollature per attirare l'attenzione di Silvio.

Il ragazzo, giovane ma non fesso, aveva notato il nuovo cambiamento di sua madre e aveva tacitamente apprezzato. Questa volta per non saltarle addosso si era dovuto trattenere notevolmente, ma voleva assicurarsi di farla cuocere adeguatamente nel suo brodo. Se Silvio si fosse fermato a riflettere, non avrebbe capito fino in fondo quello che stava facendo. Ogni sua mossa era dettata da un istinto di cui non era pienamente cosciente, come uno spirito di cui non comprendeva i poteri. E specularmente, anche Marianna si muoveva presa da quest'insolita energia che non si spiegava.
In realtà, loro non potevano capirlo, si trattava ancora una volta della chimica, biologia e perversa compatibilità tra le loro carni che li spingeva a cercarsi ora che il tabù era stato infranto.

Passata un'altra settimana d'inferno e finzione, Marianna aveva notevolmente accantonato i sensi di colpa. Certo, quelli li sentiva ancora forti, ma finché il tutto rimaneva in quelle mura era convinta che più di tanti problemi non ci fossero.

Silvio, d'altra parte, dopo quattordici giorni dalla prima penetrazione di sua madre, non riusciva più a trattenere la foga di riprovarci. Così, sempre lasciandosi indicare la via dall'istinto, decise di rompere gli indugi.

Alla fine, dopo l'ennesima cena passata nella finzione, mentre Marianna sparecchiava Silvio parlò.
"Mà, stasera fanno l'isola dei famosi. Ce ne guardiamo un pezzo insieme?"
A Marianna tremarono le gambe all'idea di poter ricreare la situazione già vissuta. "L'isola dei famosi dici? Beh, va bene, devo solo lavare i piatti e poi semmai..." Non fece in tempo a finire la frase che Silvio la interruppe. "No Mà, dai, li lavi dopo o al massimo domani. Ti aspetto di là che tra poco inizia." E concludendo la frase, si alzò per dirigersi in salone.

Marianna, agitata e tesa, ebbe una fitta di senso di colpa e di angoscia che però, in un lampo, lasciarono spazio ad un'incredibile felicità ed eccitazione. Quasi guidata dalla perversione, posò i piatti nel lavandino ed entrò in salone. "Va bene, li lavo domani. Però mi lavo al volo e mi cambio." Poi, rimase bloccata sulla porta, come ad attendere la risposta di suo figlio che non tardò ad arrivare. "Sì, sì, fa pure. Ti aspetto qua."

Velocemente, Marianna si infilò sotto la doccia e si diede una veloce lavata. Era stata tutto il giorno in casa, non aveva bisogno di chissà quale approfondito lavaggio, ma preferì farlo anche per giustificare il cambiamento di abbigliamento. La donna, infatti, uscì dal bagno con un vestitino che arrivava appena alle ginocchia, senza mutandine e senza reggiseno, che lasciava quindi il seno particolarmente libero di muoversi sotto la stoffa. Non appena si presentò in salone, Silvio sorrise. "Finalmente, eccoti. Pensavo mi volessi far andare a letto senza averti nemmeno vista!" Marianna rise. "Ma cosa dici, ci avrò messo dieci minuti, sono stata velocissima. Ah ma è già iniziato?"

Silvio fece spazio a sua madre, che si posizionò davanti al figlio, entrambi sdraiati su un fianco sul divano. "Tesoro, alza un po' che non sento." Il ragazzo si allungo a prendere il telecomando sul tavolino accanto al divano e alzò il volume, poi, si sistemò dietro sua madre abbracciandola da dietro.

L'erezione di Silvio non tardò a premere sulla stoffa dei pantaloni e direttamente sui glutei di sua madre. Nel frattempo, il ragazzo accarezzava dolcemente i fianchi di quel corpo femminile ben stretto a lui. Dopo alcuni minuti in cui solo la tv emetteva suoni, Marianna parò. "Pensavo non mi volessi più." Silvio attese qualche istante prima di rispondere, poi si lasciò andare alla risposta che d'istinto avrebbe dato anche immediatamente se ancora qualche freno inibitore non l'avesse trattenuto. "Scherzi? Ormai sei mia." E mentre finiva di dire queste parole, infilò la mano sotto il vestito di sua madre alzandolo. Poi, porto due dita verso la figa sentendola umidissima. Nel frattempo, Marianna aveva già preso ad ansimare tra le braccia di suo figlio. Si sentiva veramente sua, in balia di suo figlio di 22 anni arrapato. E nonostante i sensi di colpa la tormentassero ancora in sottofondo, non riusciva a non sentirsi eccitata all'idea di quello che suo figlio stava per farle, spinto dall'irrefrenabile desidero. E più pensava a quanto quella situazione era perversa, più si eccitava.

Di fretta e furia, Silvio si sfilò i pantaloni, strinse sua madre a sé quasi sollevandola dal divano e con tutta la forza che aveva in corpo la penetrò. Mise una mano sulla coscia, l'altra la usò per tirarle i capelli indietro e portare l'orecchio di sua madre vicino alla sua bocca per ansimarle nel padiglione auricolare. Marianna emise un gridolino di piacere nel sentirsi impalata e un altro dopo aver sentito il fiato di suo figlio nell'orecchio. La donna inarcò la schiena, cercando di favorire la penetrazione di suo figlio. Ma non c'era bisogno di fare grandi sforzi. Anche in quel caso, i loro corpi erano come sincronizzati. Non solo il cazzo di Silvio penetrava con estrema facilità in quella vagina bagnata, ma sembrava delle dimensioni perfette per fare in modo che Marianna se ne godesse ogni centimetro. Era come se per qualche scherzo ironico della natura, i loro sessi fossero perfettamente combacianti, così che ogni centimetro del fallo di Silvio era delle giuste dimensioni affinché stimolasse i giusti punti di sua madre.

Nessuno dei due si stava impegnando per una scopata ottimale, gli veniva naturale, spontanea, come fossero destinati ad una scopata di quella qualità. Bastarono tre o quattro colpi ben fatti per far raggiungere a Marianna il primo sconquassante orgasmo. Silvio lo capì subito e lasciò sua madre godersi il momento rallentando il ritmo e fermandosi dopo un potente affondo. Appena dieci secondi di penetrazione e sua madre aveva già orgasmato, contorcendosi in una serie di spasmi e lussuriosi sospiri, tanto che Silvio decise di sfilarsi per darle qualche altro secondo di pausa prima di continuare a martellarla, anche perché lui stesso temeva di orgasmare vedendola così coinvolta.

Una volta fuori, Silvio si alzò in piedi. Mentre in tv scorrevano immagini e suoni indistinguibili per madre e figlio, Silvio si piantò ben saldo al pavimento con i piedi e tirò su il bacino di sua madre, mentre lei rimase con la testa sul bracciolo, ancora sconvolta dal precedente orgasmo. Con il culo di sua madre così a tiro e disponibile, Silvio non resistette a piantarle uno schiaffetto sulle chiappa destra. Marianna ebbe un sussulto e si lasciò scappare un ben poco convinto ammonimento: "Ma che fai..." detto con un filo di voce. Silvio sorrise, ma sua madre non poteva vederlo. A quel punto, ancora con il cazzo durissimo, il ragazzo si avvicinò alla figa di sua madre e la penetrò di nuovo.

Ancora una volta, entrambi sentirono i loro corpi fondersi e combaciare perfettamente. Per Silvio, prendere sua madre a pecora gli fece sentire un potere incredibile sul corpo di quella donna. Si rese conto, in quel frangente, di essere ebbro di quella sensazione e colto da uno spirito folle, continuo a penetrare sua madre con un vigore non indifferente.

Nel frattempo, Marianna non riusciva a togliersi dalla testa lo stesso pensiero, ma rovesciato. Suo figlio era completamente senza briglia e in teoria, spettava a lei riportarlo all'ordine. Ma non voleva farlo, anzi, voleva che suo figlio si sentisse libero di prendersi il corpo di sua madre e di possederlo. Era perverso e amorale, ma Marianna sentì che in quella perversione e amoralità c'era lei, la vera lei. Per una volta, forse la prima in vita sua, si sentì veramente se stessa. Lì, a pecora sul suo divano, scopata da suo figlio con in sottofondo l'isola dei famosi, Marianna pensò di essersi trovata. Madre e porca contemporaneamente, doppia natura fusa insieme e manifestata nello stesso momento. E mentre suo figlio la penetrava, lei realizzò che Silvio tutto ciò l'aveva già intuito. I loro corpi avevano già afferrato questa verità. I loro corpi l'avevano già decisa questa verità, era impossibile ribellarsi a quello spirito dionisiaco.

E mentre Marianna era colta da questi pensieri, un secondo orgasmo la colse come un fulmine a ciel sereno. Si contrasse, cercò di tirare su la testa ma poi non ne ebbe la forza e i suoi addominali viaggiarono per conto loro contraendosi, non riuscendo a stare al passo dei polmoni che rincorrevano il fiato della donna. In un attimo, Marianna ebbe un vuoto mentale che venne riempito solo dalle azioni di suo figlio.

Silvio si sfilò di nuovo dopo l'orgasmo di sua madre e riaccompagnò il carnoso sedere di Marianna sul divano. L'effetto fu che la donna roteò con il busto, passando da poggiare la fronte sul bracciolo, alla nuca. Per la prima volta, i due si guardarono negli occhi. Marianna sconvolta dai due lussuriosi orgasmi, Silvio ancora affamato del suo. La madre guardò il figlio dal basso all'alto e non riuscì a non pensare quanto era bello, quel corpo giovane e atletico, creato da lei e che ora la prendeva e sbatteva a suo piacimento. E mentre in contemplazione di madre Marianna ammirava suo figlio, quest'ultimo poggiò un ginocchio sul divano e puntò il pene nella bocca di sua madre che non poté fare altro che accoglierlo. Non appena le labbra della donna entrarono in contatto con la cappella, Silvio riversò almeno 6 getti di caldo sperma nella bocca di sua madre, che poté solo gestirli accumolandoli in fondo al palato e ingoiandoli al momento opportuno.

Dopo l'orgasmo, ansimando, Silvio rimase più del dovuto con il cazzo in bocca a sua madre. Quest'ultima, aveva preso a far roteare delicatamente la lingua intorno alla cappella del ragazzo il quale si stava lasciando piacevolmente coccolare da quel gioco. Quando Marianna si fermò, anche lui si sfilò, sedendosi vicino a lei.

Silvio aveva solo la maglietta addosso. Il suo pene aveva più volte sbattutto su quella stessa maglietta che si era sporcata di rivoli di sperma, macchiandosi. Marianna si sistemò raddrizzandosi per fare posto a suo figlio e guardandogli la maglietta non riuscì a non farsi scappare un commento, ancora con la voce rotta dall'incredibile amplesso. "Ma guarda, ti sei macchiato. Dopo mettila a lavare, altrimenti non si leva più."
Silvio guardò in basso, poi spostò gli occhi su sua madre ancora sfatta che cercava di sistemarsi i capelli arruffati e il vestito da notte sgualcito.

I loro occhi si incrociarono e un po' di imbarazzo fu del tutto naturale. Poi, Silvio sorrise e anche sua madre non riuscì a trattenere una smorfia a metà tra il sorriso e l'imbarazzo.
"Che ti ridi?!" Disse lei con tono fintamente aggressivo e colpendo suo figlio sulla spalla con una manata.

Silvio allora scoppiò veramente a ridere. "Niente! Sei veramente una madre fantastica!" Poi, il ragazzo sollevò il braccio e invitò sua madre ad appoggiarsi su di lui e a lei brillarono gli occhi. Si avvicinò e poggiò la testa sul petto di suo figlio, avvolta dal suo braccio sinistro intorno alla spalla ed entrambi indirizzarono lo sguardo verso la tv.

La pubblicità era appena finita e il programma stava per ricominciare.
scritto il
2024-05-27
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