Sono una troia - 6 Succhiare e ingoiare come in un sogno
di
Andrea inc
genere
confessioni
Dio come mi piace il cazzo!
Da quando poi avevo scoperto il piacere dell'ingoio, non smettevo di rammaricarmi delle volte che l'avevo sputata.
Mi tornava sempre come un'ossessione il ricordo della prima volta che avevo succhiato il cazzo di uno sconosciuto.. la mia prima volta in assoluto.
Era il mio primo pompino e miracolosamente ero riuscito a farlo godere e farmi sborrare in bocca.
Purtroppo, la velocità con la quale era accaduta quella cosa che sognavo da tempo e la mia inesperienza, mi avevano impedito di ingoiare quella gustosa crema che, dopo qualche secondo di incertezza, aveva sputato.
Purtroppo, il senso di disgusto mi aveva accompagnato per molto tempo impedendomi le volte successive di ingoiare anche se, mi piaceva sempre farmi sborrare in bocca.
Sentire godere il maschio che stavo spompinando, mi dava un senso di potere nei suoi confronti.
Molti pensano che chi succhia un cazzo uomo o donna che sia, è un sottomesso.
Al contrario, io che conosco la condizione del maschio quando è arrapato, so benissimo che chi controlla la situazione non è chi viene succhiato ma quello/a che succhia.
Dunque, quella prima volta era stata salutare per farmi superare definitivamente quel blocco.
Avevo imparato alla perfezione ad ingoiare e ripulire il cazzo lasciandolo perfettamente svuotato e lucido tenendolo anche in bocca, sentirmelo umido e completamente molle tra le labbra.
Quanti cazzi avevo assaggiato e quanti me lo avevano messo nel culo dopo che avevo anche imparato ad aprirmelo per bene con l'uso di ortaggi prima e cazzi di silicone dopo. Tanti!
Un giorno avevo avuto la fortuna di trovare, sempre tramite inserzioni, un master in pratiche SM il quale aveva un ambiente ben organizzato per quelle pratiche con abbondanza di attrezzature, strumenti e sexi-toys di ogni genere e misure.
Aveva inoltre un interessante giro di frequentatori amanti del genere ma anche gay, schiavi, cornuti che portavano le mogli alla monta e neofiti come me, aperti a nuove esperienze e la prima l'avevo fatta subito al primo incontro.
Eravamo soli e mi aveva erudito sulla sua attività amatoriale (Niente interessi economici) che solo parzialmente era fatto di sesso ma che coinvolgeva situazioni psicologiche dei generi più svariati.
Io comunque non ero li per imparare a fare lo schiavo o altre implicazioni cerebrali del genere.
Io ero li in cerca di situazioni orgiastiche etero e bisex ma soprattutto, cercavo cazzi grossi, duri e pieni di sborra che sapessero soddisfare quella parte che, quando ero sposato, covava sconosciuta, dentro di me.
Era la parte femminile segreta, come segreto, era il mio essere intimamente cornuto.
Bingo!
Quella volta avevo trovato davvero "pane per i miei denti" cazzo per la mia bocca e il mio culo e sborra per la mia sete.
Il master aveva un randello davvero incredibile.
Per dare un'idea di quanto fosse imponente quella verga , quando me lo aveva messo in bocca, con una certa difficoltà per via dello spessore, era entrato per meno della metà lasciando tutto il resto fuori coi testicoli ben lontani dal mio mento.
Comunque, prima di imboccarlo, tenendolo tra le mani come uno strumento musicale, lo avevo leccato per bene, gustandomi l'enorme cappella come fosse un gelato e scendendo con la lingua lungo il gambo leccandogli le palle e scendendo sino a lambire il perineo quasi a contatto col buco del culo.
Comunque, lui che conosceva bene le sue misure, dopo avermelo messo in bocca, con le mani dietro la testa, accompagnava e controllava i miei movimenti per evitare che i conati di vomito che mi procurava sbattendo sull'ugola, potessero sortire davvero qualche spiacevole risultato.
Ci sapeva fare il cazzuto!
Quando sentiva di averlo duro al punto giusto, mi aveva fatto inginocchiare e dopo avermi ben lubrificato il buco del culo, me lo aveva puntato e tenendomi per i fianchi, mi aveva sfondato con una decisa spinta pelvica terminata con lo schiocco dei suoi testicoli sulle mie chiappe accompagnato da un grido di dolore smorzato nella mia gola.
segue
Da quando poi avevo scoperto il piacere dell'ingoio, non smettevo di rammaricarmi delle volte che l'avevo sputata.
Mi tornava sempre come un'ossessione il ricordo della prima volta che avevo succhiato il cazzo di uno sconosciuto.. la mia prima volta in assoluto.
Era il mio primo pompino e miracolosamente ero riuscito a farlo godere e farmi sborrare in bocca.
Purtroppo, la velocità con la quale era accaduta quella cosa che sognavo da tempo e la mia inesperienza, mi avevano impedito di ingoiare quella gustosa crema che, dopo qualche secondo di incertezza, aveva sputato.
Purtroppo, il senso di disgusto mi aveva accompagnato per molto tempo impedendomi le volte successive di ingoiare anche se, mi piaceva sempre farmi sborrare in bocca.
Sentire godere il maschio che stavo spompinando, mi dava un senso di potere nei suoi confronti.
Molti pensano che chi succhia un cazzo uomo o donna che sia, è un sottomesso.
Al contrario, io che conosco la condizione del maschio quando è arrapato, so benissimo che chi controlla la situazione non è chi viene succhiato ma quello/a che succhia.
Dunque, quella prima volta era stata salutare per farmi superare definitivamente quel blocco.
Avevo imparato alla perfezione ad ingoiare e ripulire il cazzo lasciandolo perfettamente svuotato e lucido tenendolo anche in bocca, sentirmelo umido e completamente molle tra le labbra.
Quanti cazzi avevo assaggiato e quanti me lo avevano messo nel culo dopo che avevo anche imparato ad aprirmelo per bene con l'uso di ortaggi prima e cazzi di silicone dopo. Tanti!
Un giorno avevo avuto la fortuna di trovare, sempre tramite inserzioni, un master in pratiche SM il quale aveva un ambiente ben organizzato per quelle pratiche con abbondanza di attrezzature, strumenti e sexi-toys di ogni genere e misure.
Aveva inoltre un interessante giro di frequentatori amanti del genere ma anche gay, schiavi, cornuti che portavano le mogli alla monta e neofiti come me, aperti a nuove esperienze e la prima l'avevo fatta subito al primo incontro.
Eravamo soli e mi aveva erudito sulla sua attività amatoriale (Niente interessi economici) che solo parzialmente era fatto di sesso ma che coinvolgeva situazioni psicologiche dei generi più svariati.
Io comunque non ero li per imparare a fare lo schiavo o altre implicazioni cerebrali del genere.
Io ero li in cerca di situazioni orgiastiche etero e bisex ma soprattutto, cercavo cazzi grossi, duri e pieni di sborra che sapessero soddisfare quella parte che, quando ero sposato, covava sconosciuta, dentro di me.
Era la parte femminile segreta, come segreto, era il mio essere intimamente cornuto.
Bingo!
Quella volta avevo trovato davvero "pane per i miei denti" cazzo per la mia bocca e il mio culo e sborra per la mia sete.
Il master aveva un randello davvero incredibile.
Per dare un'idea di quanto fosse imponente quella verga , quando me lo aveva messo in bocca, con una certa difficoltà per via dello spessore, era entrato per meno della metà lasciando tutto il resto fuori coi testicoli ben lontani dal mio mento.
Comunque, prima di imboccarlo, tenendolo tra le mani come uno strumento musicale, lo avevo leccato per bene, gustandomi l'enorme cappella come fosse un gelato e scendendo con la lingua lungo il gambo leccandogli le palle e scendendo sino a lambire il perineo quasi a contatto col buco del culo.
Comunque, lui che conosceva bene le sue misure, dopo avermelo messo in bocca, con le mani dietro la testa, accompagnava e controllava i miei movimenti per evitare che i conati di vomito che mi procurava sbattendo sull'ugola, potessero sortire davvero qualche spiacevole risultato.
Ci sapeva fare il cazzuto!
Quando sentiva di averlo duro al punto giusto, mi aveva fatto inginocchiare e dopo avermi ben lubrificato il buco del culo, me lo aveva puntato e tenendomi per i fianchi, mi aveva sfondato con una decisa spinta pelvica terminata con lo schiocco dei suoi testicoli sulle mie chiappe accompagnato da un grido di dolore smorzato nella mia gola.
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