Perché no?! 12 - La prima volta che mio padre aveva leccato la futura moglie completamente ricoperta di sperma
di
Andrea inc
genere
incesti
Il racconto della mamma con tutti i suoi particolari così scabrosi, aveva paralizzato ed ammutolito me e mio fratello.
Me la vedevo davanti agli occhi la mia mamma che succhiava i cazzi degli sconosciuti ingoiandone la sborra.
Me la vedevo e ne sentivo i gemiti di piacere mentre in più d'uno, contemporaneamente la prendevano in ogni buco per farla godere e godere infine loro stessi, scaricandole in corpo ogni stilla di sborra.
E ce l'immaginavamo quando all'età in cui io giocavo con le bambole, lei si masturbava nella sua già avanzata conoscenza dei segreti del sesso.
E poi, come non vederla fisicamente nuda e lussuriosa quando dopo le prime mestruazioni, aveva regalato al fratello la sua imberbe verginità.
Certo, anche io e mio fratello avevamo avuto una sessualità precoce, da lui però, mi ero fatta sverginare a 18 anni lei invece ne aveva tredici o quattordici? Chissa!
Ache io e mio fratello avevamo avuto rapporti con un ragazzo gay e la sua amica ma eravamo già grandi e poi, erano solo loro ed erano nostri amici.
Nostra madre si faceva scopare già alle medie dai professori e dai bidelli senza mai coinvolgere i suoi compagni classe ma solo ragazzi fuori dal suo giro che già frequentavano l'università.
Dio quanti maschi aveva fatto godere mia madre e quanta sborra aveva ingoiato prima di incontrare il suo futuro marito!?
Una delle cose che più ci aveva colpito però, era il fatto che con chiunque, anche da piccola e con maschi più grandi di lei, era sempre lei a controllare la situazione, chiarendo subito quali fossero le sue intenzioni e che i maschi per lei, erano solo cazzi da spremere per il suo godimento.
Nessuno quindi poteva darle della troia o della puttana giacché le sue prestazioni erano gratuite e non prevedevano il tradimento di nessuno, men che mai un fidanzato o un marito.
Ed erano quasi sempre prestazioni uniche, senza repliche e senza alcun coinvolgimento emotivo; Solo un incontro anonimo di una fica con tanti cazzi!
Non era neanche una ninfomane o un'ammalata di sesso.
Era semplicemente una donna libera che di volta in volta sceglieva da chi farsi montare ed anche il numero dei maschi che voleva avere in quel momento.
"La natura ci ha fatto questo meraviglioso dono per di più gratis! Perché lasciarlo sfiorire negli anni senza sfruttarne completamente le gioie cerebrali ed i piaceri carnali che può regalarci?
Sul suo sentiero ad interrompere i suoi imperterriti progetti libertini, era incappato mio padre, persona onesta, timida, senza particolari grilli per la testa, con un bel arnese tra le gambe, che rischiava di atrofizzarsi a causa di una fidanzata frigida e noiosa che gli precludeva ogni fantasia.
Ecco! Col loro incontro si era materializzata la tempesta perfetta!
Come nella legge di fisica gli opposti si attraggono, anche il loro incontro aveva funzionato come una calamita.
Quel racconto, ci aveva turbati (Me e mio fratello) ed al tempo stesso ci aveva eccitati.
Io ero bagnata tra le cosce mentre lui esibiva un incredibile rigonfio sotto la patta dei pantaloni.
La mamma che se ne era accorta ci aveva detto: "Ragazzi, non potete restare così per tutto il tempo, andate in camera a scaricarvi e poi tornate qui che continuo il racconto."
Tenendosi per mano, erano corsi verso la camera da letto con la stessa urgenza di chi temeva che l'eccitazione potesse svanire di colpo.
Quando erano tornati in soggiorno, avevano l'aria più rilassata e soddisfatta e mentre il ragazzo era andato ad accucciarsi sulle gambe della mamma per ringraziarla e baciarle con voluttuoso trasporto la bocca ed i capezzoli, la ragazza si era inginocchiata davanti al padre ed estraendogli il cazzo dalle mutande, gli aveva fatto un succoso pompino con ingoio finale.
Dopo aver pareggiato i conti coi genitori, i ragazzi avevano ripreso il posto lasciato poco prima in attesa che la mamma riprendesse il racconto dal momento in cui lei ed il papà, si erano visti per la prima volta in quella inusuale situazione.
Per questo l'uomo (Futuro marito e padre) sentendosi chiamato da una sconosciuta che aveva già un cazzo nel culo ed uno in bocca, aveva reagito come un'automa facendogli però scoprire, che esisteva un'altra vita oltre il conformismo di cui era intrisa la sua ipocrita e noiosissima educazione.
A questo punto ragazzi, voglio raccontare anche come era trascorsa quella settimana con lui a casa mia; "Tutto era come fossimo marito e moglie (Così doveva apparire se qualcuno ci avesse visti dall'esterno. Proprio da fuori però, giacché quello che avveniva dentro casa, aveva davvero poco del classico rapporto tra marito e moglie.) nel tran tran di una famiglia borghese."
Al mattino, dopo che Lele ci aveva portato il caffè a letto e dopo avergli regalato un succoso pompino con ingoio, lui si preparava e dopo una robusta colazione necessaria a fargli recuperare le calorie che aveva speso la notte per soddisfare la mia insaziabile voglia di cazzo, usciva per andare al lavoro.
Fortunatamente anche quella notte in casa vi era Lele ben felice durante le pause del maschio, di farmi godere con le sue voglie e la sua maestria lesbica, aiutandosi anche col supporto dei numerosi sexi-toys di ogni forma e misura che custodivo ordinatamente nell'armadio.
Subito dopo, anch'io andavo al lavoro e lungo il tragitto mi fermavo in un bar di periferia dove mi conoscevano con un nome falso ed una attività professionale inventata e dove c'era sempre qualcuno da soddisfare con la bocca, senza correre il rischio di rovinarmi il trucco o il vestito.
Per quei miei spostamenti per non essere individuata, non usavo mai la mia auto ma una di quelle prese a nolo che cambiavo ogni settimana.
Arrivata in azienda, salutavo tutti e prendevo posto alla mia scrivania salvo poi, spostarmi in magazzino dove, in un angolo appartato che lui aveva costruito ad hoc, mi facevo scopare dal marito della mia amica con la scrivania accanto alla mia.
Un rapporto ideale che non mi esponeva al rischio di essere scoperta giacché non era interesse di nessuno creare scandali.
La sera al ritorno dal lavoro, cercavo sempre di organizzare qualcosa con uno dei conoscenti fidati ed in mancanza di quella possibilità, mi fermavo ancora nello stesso bar del mattino dove vi erano sempre maschi di ogni età (Anche vecchi) che sfidavano la sorte nella speranza che mi fermassi proprio li.
Se erano in pochi, il proprietario chiudeva mettendo il cartello "Chiuso" e si faceva tutto nella sala biliardo.
Quando erano in tanti invece, mi faceva salire al piano di sopra dove vi era una stanza con un bel letto a due piazze.
A volte su quel letto, tra chi mi inculava, chi me lo metteva nella fica e chi in bocca, riuscivo a farne sborrare anche una dozzina prima di salutare e rientrare a casa con l'aria stazzonata e circondata nel corpo, da un olezzo di sperma e di vino.
I primi due giorni quando rientravo conciata così, Giorgio, aveva aspettato che facessi la doccia e mi rimettessi in ordine prima di scoparmi anche lui.
Nella terza occasione in cui ero rientrata a casa conciata in quel modo, mi aveva subito sdraiata sul tappeto e strappandomi le mutande, mi aveva prima inculata e poi alla missionaria, me l'aveva messo davanti, sparandomi in corpo un fiume di sborra.
Che meraviglia! L'interesse per quel giovanotto da svezzare, aumentava ad ogni nuova esperienza.
Il sabato, non essendo giorno di lavoro, non avevo avuto occasioni se non di scopare un paio di volte con Giorgio ed un paio di volte, lesbicando con Lele, smaniavo dalla voglia di cazzo!
Giorgio che se ne era accorto, mi aveva suggerito di uscire e di non preoccuparsi per lui che avrebbe aspettata a casa.
Non avendo il tempo di organizzare qualcosa di serio, verso mezzanotte, io e Lele ci eravamo truccate e vestite da troie ed eravamo andate in un parcheggio di camionisti che già conoscevamo sull'autostrada.
Non so neanch'io quanti ne avevo presi, l'univa certezza stava nel fatto che avevo la fica e il culo pieni mentre tutto il corpo ed i vestiti, sembravano reduci da un bagno di sperma.
Naturalmente, anche lo stomaco era stato servito a dovere con la bocca e la lingua ancora impastati.
In quella occasione, anche Lele aveva avuto la sua parte incontrando nel piazzale un'altra lesbica che veniva accompagnata dal marito cornuto a caccia di cazzi e di fiche per lei.
Raggianti ma conciate così, io e Lele eravamo rientrate a casa alle quattro del mattino e, ad aspettarci ancora in piedi, vi era Giorgio il quale però, a differenza dei giorni precedenti, mi aveva strappato i pochi abiti di dosso e trascinandomi sul letto, aveva cominciato a leccarmi tutto il corpo compreso i capelli incollati a ciocche.
Partendo con la lingua mossa a guisa di spatola, dal viso e scendendo sul corpo, sui seni, sul ventre, sul pelo inzuppato della vagina, mi aveva ripulito ogni lembo di pelle sino ad incunearsi come un dardo tra le lebbra della fica ed il buco del culo per poterne suggere ogni goccia della crema che mi riempiva. "Si.. sii.. così amore.. leccami. succhiami.. puliscimi.. amore.. così.. così.. fammi godere.. godo.. godo.. godoooooo!
Lo avevo chiamato amore e da quel momento davvero tutto cambiava nella mia vita e nella sua.
Me la vedevo davanti agli occhi la mia mamma che succhiava i cazzi degli sconosciuti ingoiandone la sborra.
Me la vedevo e ne sentivo i gemiti di piacere mentre in più d'uno, contemporaneamente la prendevano in ogni buco per farla godere e godere infine loro stessi, scaricandole in corpo ogni stilla di sborra.
E ce l'immaginavamo quando all'età in cui io giocavo con le bambole, lei si masturbava nella sua già avanzata conoscenza dei segreti del sesso.
E poi, come non vederla fisicamente nuda e lussuriosa quando dopo le prime mestruazioni, aveva regalato al fratello la sua imberbe verginità.
Certo, anche io e mio fratello avevamo avuto una sessualità precoce, da lui però, mi ero fatta sverginare a 18 anni lei invece ne aveva tredici o quattordici? Chissa!
Ache io e mio fratello avevamo avuto rapporti con un ragazzo gay e la sua amica ma eravamo già grandi e poi, erano solo loro ed erano nostri amici.
Nostra madre si faceva scopare già alle medie dai professori e dai bidelli senza mai coinvolgere i suoi compagni classe ma solo ragazzi fuori dal suo giro che già frequentavano l'università.
Dio quanti maschi aveva fatto godere mia madre e quanta sborra aveva ingoiato prima di incontrare il suo futuro marito!?
Una delle cose che più ci aveva colpito però, era il fatto che con chiunque, anche da piccola e con maschi più grandi di lei, era sempre lei a controllare la situazione, chiarendo subito quali fossero le sue intenzioni e che i maschi per lei, erano solo cazzi da spremere per il suo godimento.
Nessuno quindi poteva darle della troia o della puttana giacché le sue prestazioni erano gratuite e non prevedevano il tradimento di nessuno, men che mai un fidanzato o un marito.
Ed erano quasi sempre prestazioni uniche, senza repliche e senza alcun coinvolgimento emotivo; Solo un incontro anonimo di una fica con tanti cazzi!
Non era neanche una ninfomane o un'ammalata di sesso.
Era semplicemente una donna libera che di volta in volta sceglieva da chi farsi montare ed anche il numero dei maschi che voleva avere in quel momento.
"La natura ci ha fatto questo meraviglioso dono per di più gratis! Perché lasciarlo sfiorire negli anni senza sfruttarne completamente le gioie cerebrali ed i piaceri carnali che può regalarci?
Sul suo sentiero ad interrompere i suoi imperterriti progetti libertini, era incappato mio padre, persona onesta, timida, senza particolari grilli per la testa, con un bel arnese tra le gambe, che rischiava di atrofizzarsi a causa di una fidanzata frigida e noiosa che gli precludeva ogni fantasia.
Ecco! Col loro incontro si era materializzata la tempesta perfetta!
Come nella legge di fisica gli opposti si attraggono, anche il loro incontro aveva funzionato come una calamita.
Quel racconto, ci aveva turbati (Me e mio fratello) ed al tempo stesso ci aveva eccitati.
Io ero bagnata tra le cosce mentre lui esibiva un incredibile rigonfio sotto la patta dei pantaloni.
La mamma che se ne era accorta ci aveva detto: "Ragazzi, non potete restare così per tutto il tempo, andate in camera a scaricarvi e poi tornate qui che continuo il racconto."
Tenendosi per mano, erano corsi verso la camera da letto con la stessa urgenza di chi temeva che l'eccitazione potesse svanire di colpo.
Quando erano tornati in soggiorno, avevano l'aria più rilassata e soddisfatta e mentre il ragazzo era andato ad accucciarsi sulle gambe della mamma per ringraziarla e baciarle con voluttuoso trasporto la bocca ed i capezzoli, la ragazza si era inginocchiata davanti al padre ed estraendogli il cazzo dalle mutande, gli aveva fatto un succoso pompino con ingoio finale.
Dopo aver pareggiato i conti coi genitori, i ragazzi avevano ripreso il posto lasciato poco prima in attesa che la mamma riprendesse il racconto dal momento in cui lei ed il papà, si erano visti per la prima volta in quella inusuale situazione.
Per questo l'uomo (Futuro marito e padre) sentendosi chiamato da una sconosciuta che aveva già un cazzo nel culo ed uno in bocca, aveva reagito come un'automa facendogli però scoprire, che esisteva un'altra vita oltre il conformismo di cui era intrisa la sua ipocrita e noiosissima educazione.
A questo punto ragazzi, voglio raccontare anche come era trascorsa quella settimana con lui a casa mia; "Tutto era come fossimo marito e moglie (Così doveva apparire se qualcuno ci avesse visti dall'esterno. Proprio da fuori però, giacché quello che avveniva dentro casa, aveva davvero poco del classico rapporto tra marito e moglie.) nel tran tran di una famiglia borghese."
Al mattino, dopo che Lele ci aveva portato il caffè a letto e dopo avergli regalato un succoso pompino con ingoio, lui si preparava e dopo una robusta colazione necessaria a fargli recuperare le calorie che aveva speso la notte per soddisfare la mia insaziabile voglia di cazzo, usciva per andare al lavoro.
Fortunatamente anche quella notte in casa vi era Lele ben felice durante le pause del maschio, di farmi godere con le sue voglie e la sua maestria lesbica, aiutandosi anche col supporto dei numerosi sexi-toys di ogni forma e misura che custodivo ordinatamente nell'armadio.
Subito dopo, anch'io andavo al lavoro e lungo il tragitto mi fermavo in un bar di periferia dove mi conoscevano con un nome falso ed una attività professionale inventata e dove c'era sempre qualcuno da soddisfare con la bocca, senza correre il rischio di rovinarmi il trucco o il vestito.
Per quei miei spostamenti per non essere individuata, non usavo mai la mia auto ma una di quelle prese a nolo che cambiavo ogni settimana.
Arrivata in azienda, salutavo tutti e prendevo posto alla mia scrivania salvo poi, spostarmi in magazzino dove, in un angolo appartato che lui aveva costruito ad hoc, mi facevo scopare dal marito della mia amica con la scrivania accanto alla mia.
Un rapporto ideale che non mi esponeva al rischio di essere scoperta giacché non era interesse di nessuno creare scandali.
La sera al ritorno dal lavoro, cercavo sempre di organizzare qualcosa con uno dei conoscenti fidati ed in mancanza di quella possibilità, mi fermavo ancora nello stesso bar del mattino dove vi erano sempre maschi di ogni età (Anche vecchi) che sfidavano la sorte nella speranza che mi fermassi proprio li.
Se erano in pochi, il proprietario chiudeva mettendo il cartello "Chiuso" e si faceva tutto nella sala biliardo.
Quando erano in tanti invece, mi faceva salire al piano di sopra dove vi era una stanza con un bel letto a due piazze.
A volte su quel letto, tra chi mi inculava, chi me lo metteva nella fica e chi in bocca, riuscivo a farne sborrare anche una dozzina prima di salutare e rientrare a casa con l'aria stazzonata e circondata nel corpo, da un olezzo di sperma e di vino.
I primi due giorni quando rientravo conciata così, Giorgio, aveva aspettato che facessi la doccia e mi rimettessi in ordine prima di scoparmi anche lui.
Nella terza occasione in cui ero rientrata a casa conciata in quel modo, mi aveva subito sdraiata sul tappeto e strappandomi le mutande, mi aveva prima inculata e poi alla missionaria, me l'aveva messo davanti, sparandomi in corpo un fiume di sborra.
Che meraviglia! L'interesse per quel giovanotto da svezzare, aumentava ad ogni nuova esperienza.
Il sabato, non essendo giorno di lavoro, non avevo avuto occasioni se non di scopare un paio di volte con Giorgio ed un paio di volte, lesbicando con Lele, smaniavo dalla voglia di cazzo!
Giorgio che se ne era accorto, mi aveva suggerito di uscire e di non preoccuparsi per lui che avrebbe aspettata a casa.
Non avendo il tempo di organizzare qualcosa di serio, verso mezzanotte, io e Lele ci eravamo truccate e vestite da troie ed eravamo andate in un parcheggio di camionisti che già conoscevamo sull'autostrada.
Non so neanch'io quanti ne avevo presi, l'univa certezza stava nel fatto che avevo la fica e il culo pieni mentre tutto il corpo ed i vestiti, sembravano reduci da un bagno di sperma.
Naturalmente, anche lo stomaco era stato servito a dovere con la bocca e la lingua ancora impastati.
In quella occasione, anche Lele aveva avuto la sua parte incontrando nel piazzale un'altra lesbica che veniva accompagnata dal marito cornuto a caccia di cazzi e di fiche per lei.
Raggianti ma conciate così, io e Lele eravamo rientrate a casa alle quattro del mattino e, ad aspettarci ancora in piedi, vi era Giorgio il quale però, a differenza dei giorni precedenti, mi aveva strappato i pochi abiti di dosso e trascinandomi sul letto, aveva cominciato a leccarmi tutto il corpo compreso i capelli incollati a ciocche.
Partendo con la lingua mossa a guisa di spatola, dal viso e scendendo sul corpo, sui seni, sul ventre, sul pelo inzuppato della vagina, mi aveva ripulito ogni lembo di pelle sino ad incunearsi come un dardo tra le lebbra della fica ed il buco del culo per poterne suggere ogni goccia della crema che mi riempiva. "Si.. sii.. così amore.. leccami. succhiami.. puliscimi.. amore.. così.. così.. fammi godere.. godo.. godo.. godoooooo!
Lo avevo chiamato amore e da quel momento davvero tutto cambiava nella mia vita e nella sua.
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