Mio marito mi lecca 3° - La prima volta con la mamma
di
Andrea inc
genere
incesti
Preambolo: Nei primi due capitoli ho fatto parlare mia moglie (In realtà ero io a scrivere anche se le cose le avevamo concordate insieme.
Adesso però, continuo il racconto in prima persona.
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Dunque, in occasione del matrimonio di Alberto, fidanzato di mia moglie, Giulia (mia moglie) aveva avuto per la prima volta, la possibilità di conoscere il lato segreto di mia madre e la cosa, aveva aperto uno sprazzo di luce anche sulla mia persona e le cose che ancora non le apparivano chiare anche se, erano oramai parte della sua/nostra intimità esistenziale.
Le dovevo dunque dei chiarimenti.
Partendo dall'inizio, va detto che mia madre era una donna bellissima, molto calda e sessualmente sempre disponibile e vogliosa di godere in ogni modo dei piaceri della vita e del sesso.
Aveva sposato mio padre dalla dotazione super che nel tempo però, era risultato assolutamente insoddisfacente per le esigenze di mia madre.
Anche lui aveva sempre voglia di scopare e non aveva mai un momento di defaillance.
Quando aveva voglia, lo aveva sempre duro e pronto col piccolo, inaccettabile particolare dal punto di vista di mia madre che non amava i preliminari ed una volta dentro, se ne veniva subito per poi girarsi e, senza preoccuparsi del piacere della moglie, si addormentava.
Vero era il fatto che, dopo un riposo di una mezzoretta era ancora pronto per ricominciare come prima: Cazzo duro, penetrazione a secco, due colpi, sborrata e poi riposo nella migliore tradizione delle conigliere.
A quella inaspettata e deludente situazione (Non era così prima del matrimonio!) mia madre poneva rimedio a modo suo masturbandosi con tois vari o procurandosi tutti i maschi che voleva frequentando però, solo quelli capaci di soddisfarla secondo le sue aspettative.
Dopo un paio di anni di quella insostenibile routine fatta per di più di tradimenti ed ipocrisie, mia madre aveva deciso di chiudere il rapporto non prima però di avere un figlio.
Aveva subito escluso il fatto che fosse proprio lui il padre ed avendo la
possibilità di mantenersi autonomamente grazie al suo lavoro, si era fatta ingravidare da uno dei suoi amanti senza sapere da chi e comunicando infine al marito, la "Bella notizia" di essere incinta.
Il gioco era andato avanti sino alla mia nascita e poi, dopo alcuni mesi dal riconoscimento della sua paternità, si erano separati e poi divorziato.
Il divorzio non aveva creato grandi traumi al marito di mia madre giacché il suo "Attrezzo" super era molto apprezzato dalle moglie dei cornuti mini-dotati che, non conoscendo il piacere vero ne l'orgasmo, erano soddisfatte dalle misure e dalla quantità di sperma che sparava nei loro buchi.
A quel punto la famiglia era formata da me e mia madre con qualche altro parente tenuto opportunamente alla larga.
Mia madre mi amava in modo esagerato ed escludendo il tempo dedicato al lavoro ed ai suoi amanti, tutto il resto della sua giornata era dedicato a me.
Dopo lo svezzamento, mia madre aveva continuato ad offrirmi il suo seno con naturalezza insegnandomi via via che crescevo, nuovi modi di succhiarla e leccarla nei punti più sensibili.
Il mio sviluppo era accompagnato da sempre nuove scoperte di cui, per ragioni di opportunità, non posso specificare la scansione dei tempi.
Sul mio inguine e sul mio piccolo scroto era già presente una rada cultura di peletti biondi quando erano apparse le prime goccioline di sperma.
La prima vera polluzione me l'aveva provocato mia madre con le mani e per l'occasione mi aveva portato in pizzeria: " Dobbiamo festeggiare Marco, da questo momento non sei più il mio bambino ma il mio ometto."
Da quel giorno, aveva cominciato a ricambiare sul mio corpo le stesse carezze che avevo imparato a fare sul suo.
Con la lingua e con le mani oramai avevo imparato ad esplorare ogni lembo del suo corpo, ogni piega della sua pelle ed ogni angolo più segreto ad eccezione del "Nido" che mi avrebbe fatto visitare più in la, diceva!
Io lo vedevo il suo nido nascosto da un cespuglio di peli neri.
Ne vedevo le labbra umide e carnose di un colore rosato sovrastate da un bottoncino più scuro e dall'apparenza più coriacea.
Quando poi, le leccavo l'interno delle cosce, la sua "Farfalla" dischiudeva le ali aprendosi alla vista di una fessura rossa e profonda come una ferita dalla quale fuorusciva un profumo intenso e pungente.
La prima volta che mi aveva concesso di leccarla, era stata anche la prima volta in cui lei stessa sdraiata su di me a 69, mi aveva succhiato il pisello provocandomi la prima vera polluzione col conseguente primo orgasmo.
Dio che sensazione quando, dopo un po', anche mia madre aveva cominciato a tremare ed il nido sino a quel momento inesplorato, si era riempito di un liquido denso il cui profumo e sapore, mi erano finiti direttamente nel cervello inebriandomi al punto da lasciarmi quasi stordito.
Il giorno dopo la mia mamma mi aveva informato che a causa di un impegno sarebbe rientrata più tardi a casa.
Naturalmente mi aveva lasciato tutto pronto per la cena giacché per il pranzo se ne occupava la scuola.
Prima di uscire, mi aveva baciato sulla fronte e ringraziandomi per la bella serata che le avevo regalato, mi aveva raccomandato di non toccarmi sino al suo ritorno.
Rientrando a casa verso mezzanotte, mi aveva svegliato.
Era bellissima!
Tutto il suo aspetto, il suo trucco, i suoi capelli, la sua mise me la facevano vedere come una dea.
I suoi occhi poi, splendevano di una luce mai vista prima.
Il tutto me la faceva vedere avvolta da un alone magico e da un profumo inebriante.
-Amore, stanotte faremmo un gioco nuovo e se per caso domattina sarai stanco, ti farò una giustifica per la scuola.-
Per la "cosa nuova" avevamo ripetuto il gioco della sera precedente dilungandoci però i baci e carezze particolarmente intense ed eccitanti ed alla fine, quando entrambi eravamo pronti, avevamo ripreso la postura del 69 ma stavolta, a differenza del giorno prima, quando aveva allargato le cosce, le grandi labbra erano già bagnate e dal rosso della ferita, colavano rivoli simili alla mia cremina ma più spessi, densi, abbondanti e da un profumo più intenso assai diverso dagli umori della mamma che avevo sentito e provato la sera precedente.
La cosa mi aveva stupito ed al tempo stesso, avevo accettato l'invito della mamma a leccarlo senza timore: "Amore, leccalo e poi succhialo come fosse la crema di un bigné e se ti piacerà, vedrai che la mamma te ne porterà spesso dal gusto sempre diverso.
Aveva accelerato i tempi della mia preparazione la mamma, portandomi subito tra le sue cosce un primo assaggio di sperma dei suoi amanti.
segue
Adesso però, continuo il racconto in prima persona.
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Dunque, in occasione del matrimonio di Alberto, fidanzato di mia moglie, Giulia (mia moglie) aveva avuto per la prima volta, la possibilità di conoscere il lato segreto di mia madre e la cosa, aveva aperto uno sprazzo di luce anche sulla mia persona e le cose che ancora non le apparivano chiare anche se, erano oramai parte della sua/nostra intimità esistenziale.
Le dovevo dunque dei chiarimenti.
Partendo dall'inizio, va detto che mia madre era una donna bellissima, molto calda e sessualmente sempre disponibile e vogliosa di godere in ogni modo dei piaceri della vita e del sesso.
Aveva sposato mio padre dalla dotazione super che nel tempo però, era risultato assolutamente insoddisfacente per le esigenze di mia madre.
Anche lui aveva sempre voglia di scopare e non aveva mai un momento di defaillance.
Quando aveva voglia, lo aveva sempre duro e pronto col piccolo, inaccettabile particolare dal punto di vista di mia madre che non amava i preliminari ed una volta dentro, se ne veniva subito per poi girarsi e, senza preoccuparsi del piacere della moglie, si addormentava.
Vero era il fatto che, dopo un riposo di una mezzoretta era ancora pronto per ricominciare come prima: Cazzo duro, penetrazione a secco, due colpi, sborrata e poi riposo nella migliore tradizione delle conigliere.
A quella inaspettata e deludente situazione (Non era così prima del matrimonio!) mia madre poneva rimedio a modo suo masturbandosi con tois vari o procurandosi tutti i maschi che voleva frequentando però, solo quelli capaci di soddisfarla secondo le sue aspettative.
Dopo un paio di anni di quella insostenibile routine fatta per di più di tradimenti ed ipocrisie, mia madre aveva deciso di chiudere il rapporto non prima però di avere un figlio.
Aveva subito escluso il fatto che fosse proprio lui il padre ed avendo la
possibilità di mantenersi autonomamente grazie al suo lavoro, si era fatta ingravidare da uno dei suoi amanti senza sapere da chi e comunicando infine al marito, la "Bella notizia" di essere incinta.
Il gioco era andato avanti sino alla mia nascita e poi, dopo alcuni mesi dal riconoscimento della sua paternità, si erano separati e poi divorziato.
Il divorzio non aveva creato grandi traumi al marito di mia madre giacché il suo "Attrezzo" super era molto apprezzato dalle moglie dei cornuti mini-dotati che, non conoscendo il piacere vero ne l'orgasmo, erano soddisfatte dalle misure e dalla quantità di sperma che sparava nei loro buchi.
A quel punto la famiglia era formata da me e mia madre con qualche altro parente tenuto opportunamente alla larga.
Mia madre mi amava in modo esagerato ed escludendo il tempo dedicato al lavoro ed ai suoi amanti, tutto il resto della sua giornata era dedicato a me.
Dopo lo svezzamento, mia madre aveva continuato ad offrirmi il suo seno con naturalezza insegnandomi via via che crescevo, nuovi modi di succhiarla e leccarla nei punti più sensibili.
Il mio sviluppo era accompagnato da sempre nuove scoperte di cui, per ragioni di opportunità, non posso specificare la scansione dei tempi.
Sul mio inguine e sul mio piccolo scroto era già presente una rada cultura di peletti biondi quando erano apparse le prime goccioline di sperma.
La prima vera polluzione me l'aveva provocato mia madre con le mani e per l'occasione mi aveva portato in pizzeria: " Dobbiamo festeggiare Marco, da questo momento non sei più il mio bambino ma il mio ometto."
Da quel giorno, aveva cominciato a ricambiare sul mio corpo le stesse carezze che avevo imparato a fare sul suo.
Con la lingua e con le mani oramai avevo imparato ad esplorare ogni lembo del suo corpo, ogni piega della sua pelle ed ogni angolo più segreto ad eccezione del "Nido" che mi avrebbe fatto visitare più in la, diceva!
Io lo vedevo il suo nido nascosto da un cespuglio di peli neri.
Ne vedevo le labbra umide e carnose di un colore rosato sovrastate da un bottoncino più scuro e dall'apparenza più coriacea.
Quando poi, le leccavo l'interno delle cosce, la sua "Farfalla" dischiudeva le ali aprendosi alla vista di una fessura rossa e profonda come una ferita dalla quale fuorusciva un profumo intenso e pungente.
La prima volta che mi aveva concesso di leccarla, era stata anche la prima volta in cui lei stessa sdraiata su di me a 69, mi aveva succhiato il pisello provocandomi la prima vera polluzione col conseguente primo orgasmo.
Dio che sensazione quando, dopo un po', anche mia madre aveva cominciato a tremare ed il nido sino a quel momento inesplorato, si era riempito di un liquido denso il cui profumo e sapore, mi erano finiti direttamente nel cervello inebriandomi al punto da lasciarmi quasi stordito.
Il giorno dopo la mia mamma mi aveva informato che a causa di un impegno sarebbe rientrata più tardi a casa.
Naturalmente mi aveva lasciato tutto pronto per la cena giacché per il pranzo se ne occupava la scuola.
Prima di uscire, mi aveva baciato sulla fronte e ringraziandomi per la bella serata che le avevo regalato, mi aveva raccomandato di non toccarmi sino al suo ritorno.
Rientrando a casa verso mezzanotte, mi aveva svegliato.
Era bellissima!
Tutto il suo aspetto, il suo trucco, i suoi capelli, la sua mise me la facevano vedere come una dea.
I suoi occhi poi, splendevano di una luce mai vista prima.
Il tutto me la faceva vedere avvolta da un alone magico e da un profumo inebriante.
-Amore, stanotte faremmo un gioco nuovo e se per caso domattina sarai stanco, ti farò una giustifica per la scuola.-
Per la "cosa nuova" avevamo ripetuto il gioco della sera precedente dilungandoci però i baci e carezze particolarmente intense ed eccitanti ed alla fine, quando entrambi eravamo pronti, avevamo ripreso la postura del 69 ma stavolta, a differenza del giorno prima, quando aveva allargato le cosce, le grandi labbra erano già bagnate e dal rosso della ferita, colavano rivoli simili alla mia cremina ma più spessi, densi, abbondanti e da un profumo più intenso assai diverso dagli umori della mamma che avevo sentito e provato la sera precedente.
La cosa mi aveva stupito ed al tempo stesso, avevo accettato l'invito della mamma a leccarlo senza timore: "Amore, leccalo e poi succhialo come fosse la crema di un bigné e se ti piacerà, vedrai che la mamma te ne porterà spesso dal gusto sempre diverso.
Aveva accelerato i tempi della mia preparazione la mamma, portandomi subito tra le sue cosce un primo assaggio di sperma dei suoi amanti.
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