Perché no?! 11 - Il padre.. Una passione crescente per la troia incestuosa sua futura sposa
di
Andrea inc
genere
incesti
Il racconto che pareva non dovesse avere mai fine, era giunto al momento in cui mio padre e mia madre, avevano passato la notte di sesso insieme dopo quel primo approccio durante l'orgia.
Naturalmente, non poteva uscire dalla mia mente ed anche da quella di mio fratello, il modo in cui si erano incontrati prima di passare insieme quella notte.
Dopo che la sua fidanzata l'aveva piantato fuggendo imprecando scandalizzata, davanti alla figura di mia madre nuda e completamente sfigurata, col corpo lucido di sudore e sperma e con la fica gocciolante di sborra, mio padre era rimasto a guardarla come ipnotizzato prima di essere chiamato a montarla anche lui insieme ad uno sconosciuto che intanto, se la stava inculando.
E poi, la notte trascorsa insieme a lei ed alla lesbica, sua inseparabile amica.
Alla fine di quell'interminabile racconto così pieno di dettagli, ci eravamo presi una pausa di riposo e mentre ci lubrificavamo con un bibita fresca, l'ugola asciutta da quell'incredibile ascolto, mi era sorta spontanea una domanda: "Ma mamma, se tu eri una puttana lesbica, come ha fatto papà a sposarti?"
La sua risposta, immediata, aveva colpito me e mio fratello come una pugnalata: "Puttana?! Io non ero affatto una puttana ma ero Andrea! Una donna libera da ogni taboo e da ogni pregiudizio! Ero abituata sin da piccola a rispettare la mia autonomia e la mia libertà ed anche al momento di affrontare le questioni inerenti il sesso, avevo fatto prevalere il mio spirito ribelle rispetto agli insegnamenti stupidamente conformisti ed ipocriti della chiesa e della società che tendeva ad imporre i suoi stupidi canoni morali.
Nel giro delle mie amiche, ero l'unica che non aveva paura di raccontare di quando spiava i suoi genitori in atteggiamenti intimi e di come aveva imparato a masturbarsi, che non aveva ancora compiuto dieci anni.
A tredici mi ero fatta sverginare da mio fratello ma questo, non l'avevo mai raccontato a quelle ochette delle mie amiche anche se già parlavo di pompini veri o inventati.
A quattordici anni già mi vantavo di non essere più vergine e di scopare con persone più grandi senza mai rivelare chi fossero.
In quei casi, era tutto vero anche se, ne avessi rivelato i nomi, ne avrei mandato diversi in galera.
Ecco, cara la mia bambina e adorato Marco!
Per me il sesso era diventato irrinunciabile come l'aria o il mangiare e nessun pregiudizio al mondo, avrebbe potuto impedirmi di viverlo e goderne in assoluta libertà.
Naturalmente, mi rendevo conto che quel mio atteggiamento così anticonformista, mi avrebbe spinta ai margini della società trattandomi appunto, come una puttana pervertita e poco di buono.
Dunque, le mie relazioni sociali e pubbliche erano ridotte al minimo mentre la mia seconda vita fatta di sesso senza limiti ne barriere, si sviluppava impetuosa col maturare del mio corpo e del mio pensiero sempre più libero ed autonomo da ogni conformismo.
Ovviamente, essendo il matrimonio la massima espressione di conformismo laico e religioso, avevo deciso che non mi sarei mai sposata.
Dunque ero totalmente libera!
Scopavo con chiunque mi piacesse purché sconosciuto e lontanissimo dalla mia cerchia di conoscenze e parenti.
L'unico a conoscenza della mia seconda vita era mio fratello il quale però non sindacava le mie scelte e, quando poteva, anche se da sposato, continuava a scoparmi con reciproco piacere.
Prima di sposarsi, era lui stesso che mi procurava la pillola ed i preservativi.
Io poi, gli davo più soddisfazione della moglie in quanto essendo lei cattolica praticante, gliela dava ogni morte di papa protetto dal preservativo mentre con me poteva sborrare liberamente nel buco che in quel momento gli dava più piacere.
Queste cose, anche se non avevo avuto ancora la possibilità di spiegargliele, vostro padre le aveva capite subito e tuttavia, aveva scelto di passare il tempo con me senza considerarmi una puttana e rispettando appieno le mie esigenze fisiche, sessuali e cerebrali.
Si cerebrali!
Giacché le mie non erano solo necessità fisiche, non era solo la mia voglia incontenibile di cazzo e di sesso ma era qualcosa di più profondo che lui aveva capito subito decidendo quella sera stessa di studiare la mia persona ed i miei atteggiamenti come fosse uno psicologo o un osservatore attento a capire quali punti in comune vi potessero essere tra noi apparentemente così diversi.
A riprova di questo, vi era stato l'episodio del mattino in cui a colazione dopo quella stupenda notte di sesso, ci eravamo ritrovati io lui e la mia amica Lele.
Seduti a tavola, gli avevo confermato la simpatia che avevo per lui "Mi piaci tu e il tuo cazzo!" pur rimarcando il fatto che non vi sarebbe potuto mai essere nulla che andasse oltre quell'empatia ed il sesso che mi aveva fatto godere davvero molto, già quella prima notte.
Mentre eravamo seduti a tavola, era squillato il telefono: " Ciao Giò!" - "Ciao Andrea, sono in città e riparto stasera, passo da te e poi andiamo a pranzo insieme? Ho voglia di stare con te.. lo sai da quanto tempo non.." - "Scopiamo? Lo so che non scopiamo dal mese scorso quando sei venuto a casa mia con quei tre porconi dei tuoi amici, credi che lo possa dimenticare?" - " Che troia che sei Andrea! Lo sai che mi fai morire col tuo modo di fare?! Allora, che fai, ti prepari che passo da te e ci facciamo una bella scopata prima di andare a pranzo?" - "Mi dispiace Andrea ma non si può fare. Lo sai che per queste cose mi devi avvisare almeno un giorno prima. Adesso sono impegnata e ne avrò per tutto il giorno." - "Ah bene! Se sei già impegnata, posso aggregarmi anch'io, non credo che ti dispiaccia avere un cazzo in più tutto per te!" - Mi dispiace Andrea ma l'impegno che ho oggi, non credo che ami quel tipo di cose che mi stai proponendo.
Comunque, se proprio ti devi scaricare i coglioni, passa da qui che ti faccio un pompino."
Con vostro padre che aveva ascoltato tutta la conversazione, avevo dovuto faticare non poco per convincerlo a chiudersi in camera da letto mentre io avrei sbrigato in quattro e quattr'otto quell'impegno.
Ragazzi.. amori di mamma!
Non so spiegarmi neanch'io cosa mi fosse preso.
Dopo aver liquidato Andrea con un veloce servizio di bocca in soggiorno, avevo ripreso il discorso con vostro padre riuscendo a convincerlo a trascorrere tutta la settimana da me con la promessa che avrei limitato al minimo gli incontri con gli altri maschi e comunque, sempre fuori dalla mia casa.
Non sto a raccontarvi cosa sia successo in quella settimana.
L'unica cosa che posso dirvi che in quel periodo siamo stati tormentati giorno e notte dalla sua fidanzata che voleva a tutti i costi farsi perdonare per quella scenata e riprendere il loro rapporto.
Le telefonate finivano regolarmente con un "Vaffanculo" di vostro padre che le sbatteva il telefono in faccia mentre io, in ginocchio davanti a lui gli succhiavo il cazzo trascinandolo a nostra stessa insaputa, in quel vortice di complice passione che lo avrebbe spinto a chiedermi di sposarlo.
Naturalmente, non poteva uscire dalla mia mente ed anche da quella di mio fratello, il modo in cui si erano incontrati prima di passare insieme quella notte.
Dopo che la sua fidanzata l'aveva piantato fuggendo imprecando scandalizzata, davanti alla figura di mia madre nuda e completamente sfigurata, col corpo lucido di sudore e sperma e con la fica gocciolante di sborra, mio padre era rimasto a guardarla come ipnotizzato prima di essere chiamato a montarla anche lui insieme ad uno sconosciuto che intanto, se la stava inculando.
E poi, la notte trascorsa insieme a lei ed alla lesbica, sua inseparabile amica.
Alla fine di quell'interminabile racconto così pieno di dettagli, ci eravamo presi una pausa di riposo e mentre ci lubrificavamo con un bibita fresca, l'ugola asciutta da quell'incredibile ascolto, mi era sorta spontanea una domanda: "Ma mamma, se tu eri una puttana lesbica, come ha fatto papà a sposarti?"
La sua risposta, immediata, aveva colpito me e mio fratello come una pugnalata: "Puttana?! Io non ero affatto una puttana ma ero Andrea! Una donna libera da ogni taboo e da ogni pregiudizio! Ero abituata sin da piccola a rispettare la mia autonomia e la mia libertà ed anche al momento di affrontare le questioni inerenti il sesso, avevo fatto prevalere il mio spirito ribelle rispetto agli insegnamenti stupidamente conformisti ed ipocriti della chiesa e della società che tendeva ad imporre i suoi stupidi canoni morali.
Nel giro delle mie amiche, ero l'unica che non aveva paura di raccontare di quando spiava i suoi genitori in atteggiamenti intimi e di come aveva imparato a masturbarsi, che non aveva ancora compiuto dieci anni.
A tredici mi ero fatta sverginare da mio fratello ma questo, non l'avevo mai raccontato a quelle ochette delle mie amiche anche se già parlavo di pompini veri o inventati.
A quattordici anni già mi vantavo di non essere più vergine e di scopare con persone più grandi senza mai rivelare chi fossero.
In quei casi, era tutto vero anche se, ne avessi rivelato i nomi, ne avrei mandato diversi in galera.
Ecco, cara la mia bambina e adorato Marco!
Per me il sesso era diventato irrinunciabile come l'aria o il mangiare e nessun pregiudizio al mondo, avrebbe potuto impedirmi di viverlo e goderne in assoluta libertà.
Naturalmente, mi rendevo conto che quel mio atteggiamento così anticonformista, mi avrebbe spinta ai margini della società trattandomi appunto, come una puttana pervertita e poco di buono.
Dunque, le mie relazioni sociali e pubbliche erano ridotte al minimo mentre la mia seconda vita fatta di sesso senza limiti ne barriere, si sviluppava impetuosa col maturare del mio corpo e del mio pensiero sempre più libero ed autonomo da ogni conformismo.
Ovviamente, essendo il matrimonio la massima espressione di conformismo laico e religioso, avevo deciso che non mi sarei mai sposata.
Dunque ero totalmente libera!
Scopavo con chiunque mi piacesse purché sconosciuto e lontanissimo dalla mia cerchia di conoscenze e parenti.
L'unico a conoscenza della mia seconda vita era mio fratello il quale però non sindacava le mie scelte e, quando poteva, anche se da sposato, continuava a scoparmi con reciproco piacere.
Prima di sposarsi, era lui stesso che mi procurava la pillola ed i preservativi.
Io poi, gli davo più soddisfazione della moglie in quanto essendo lei cattolica praticante, gliela dava ogni morte di papa protetto dal preservativo mentre con me poteva sborrare liberamente nel buco che in quel momento gli dava più piacere.
Queste cose, anche se non avevo avuto ancora la possibilità di spiegargliele, vostro padre le aveva capite subito e tuttavia, aveva scelto di passare il tempo con me senza considerarmi una puttana e rispettando appieno le mie esigenze fisiche, sessuali e cerebrali.
Si cerebrali!
Giacché le mie non erano solo necessità fisiche, non era solo la mia voglia incontenibile di cazzo e di sesso ma era qualcosa di più profondo che lui aveva capito subito decidendo quella sera stessa di studiare la mia persona ed i miei atteggiamenti come fosse uno psicologo o un osservatore attento a capire quali punti in comune vi potessero essere tra noi apparentemente così diversi.
A riprova di questo, vi era stato l'episodio del mattino in cui a colazione dopo quella stupenda notte di sesso, ci eravamo ritrovati io lui e la mia amica Lele.
Seduti a tavola, gli avevo confermato la simpatia che avevo per lui "Mi piaci tu e il tuo cazzo!" pur rimarcando il fatto che non vi sarebbe potuto mai essere nulla che andasse oltre quell'empatia ed il sesso che mi aveva fatto godere davvero molto, già quella prima notte.
Mentre eravamo seduti a tavola, era squillato il telefono: " Ciao Giò!" - "Ciao Andrea, sono in città e riparto stasera, passo da te e poi andiamo a pranzo insieme? Ho voglia di stare con te.. lo sai da quanto tempo non.." - "Scopiamo? Lo so che non scopiamo dal mese scorso quando sei venuto a casa mia con quei tre porconi dei tuoi amici, credi che lo possa dimenticare?" - " Che troia che sei Andrea! Lo sai che mi fai morire col tuo modo di fare?! Allora, che fai, ti prepari che passo da te e ci facciamo una bella scopata prima di andare a pranzo?" - "Mi dispiace Andrea ma non si può fare. Lo sai che per queste cose mi devi avvisare almeno un giorno prima. Adesso sono impegnata e ne avrò per tutto il giorno." - "Ah bene! Se sei già impegnata, posso aggregarmi anch'io, non credo che ti dispiaccia avere un cazzo in più tutto per te!" - Mi dispiace Andrea ma l'impegno che ho oggi, non credo che ami quel tipo di cose che mi stai proponendo.
Comunque, se proprio ti devi scaricare i coglioni, passa da qui che ti faccio un pompino."
Con vostro padre che aveva ascoltato tutta la conversazione, avevo dovuto faticare non poco per convincerlo a chiudersi in camera da letto mentre io avrei sbrigato in quattro e quattr'otto quell'impegno.
Ragazzi.. amori di mamma!
Non so spiegarmi neanch'io cosa mi fosse preso.
Dopo aver liquidato Andrea con un veloce servizio di bocca in soggiorno, avevo ripreso il discorso con vostro padre riuscendo a convincerlo a trascorrere tutta la settimana da me con la promessa che avrei limitato al minimo gli incontri con gli altri maschi e comunque, sempre fuori dalla mia casa.
Non sto a raccontarvi cosa sia successo in quella settimana.
L'unica cosa che posso dirvi che in quel periodo siamo stati tormentati giorno e notte dalla sua fidanzata che voleva a tutti i costi farsi perdonare per quella scenata e riprendere il loro rapporto.
Le telefonate finivano regolarmente con un "Vaffanculo" di vostro padre che le sbatteva il telefono in faccia mentre io, in ginocchio davanti a lui gli succhiavo il cazzo trascinandolo a nostra stessa insaputa, in quel vortice di complice passione che lo avrebbe spinto a chiedermi di sposarlo.
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Commenti dei lettori al racconto erotico