Puttana e volgare la zia Matilde.
di
ligamio
genere
incesti
Zio Nicola per lavoro sta cinque giorni fuori, zia Matilde mi chiede se posso stare con
lei perché ha paura. Abitano in una zona periferica dove vicino c'è un condominio dormitorio con qualche sprazzo di delinquenza. Zio Nicola è il fratello di papà, vanno molto d'accordo, zia Matilde con papà non ha un buon rapporto, mai saputo il motivo.
Lei fa la sarta è sempre impegnata tra taglio e cucito, ha una macchina per cucire professionale che fa tutto, ha mille applicazioni. A volte mi diverto a guardarla, sembra un pilota d'aereo. Stavo vicino a lei seduto su uno sgabello, mi chiedere di prendere la scatola dei fili sul mobile vicino, come mi alzo do una botta col pube allo
spigolo del pianale della macchina stessa. Un dolore atroce, roba da piegarmi su me
stesso, lei mi aiuta a distendermi sul divano. Riprendo a respirare, lei torna a cucire,
sembrava che andasse meglio, sollevo pantaloncini e mutande, tutto il pube viola, si è
formato un ematoma accompagnato da un gonfiore della parte. Mi sono preoccupato, la zia
si è accorta ha voluto vedere. Tenendo coperto i genitali si è resa conto che la cosa era più seria del previsto, ha preso la macchina è andata in farmacia, dopo pochi minuti
è tornata con una pomata. Mi ha detto di spalmarla lentamente in modo da farla assorbire. Sentivo comunque dolore, non solo si stavano macchiando pantaloncini e mutande, quella pomata aveva un colore rosso vivo. -Toglili vedi che ti stai sporcando-
-Mi vergogno davanti a te- -Non crederai che il primo cazzo che vedo?- -Dai abbassali-
-Mi vergognoooo- -Ho capito delicatamente mi sfila pantaloncini e mutande. Un po' per
la vergogna, un po' per il dolore il cazzo era diventato piccolissimo. -Ti vergogni perché è piccolino, sembra quello di un bambino- Mi volevo giustificare, sono stato
zitto per non peggiorare la situazione. Ha iniziato a spalmare la pomata, ero preoccupato, avevo paura di avere una erezione sotto le sue mani, fortunatamente non
c'è stata. Dopo la pomata stavo meglio, lei si è lavata le mani, ha ripreso il suo
lavoro, sono rimasto disteso col cazzo in bella evidenza che piano piano usciva dal
prepuzio riacquistando una dimensione decente. Avrei voluto chiamarla e farglielo
vedere, me ne sono astenuto, lei si è alzata per preparare la cena. Era quasi buio
-Sei in grado di venire a tavola o mangi sul divano- -Vengo a tavola- Ho provato ad alzarmi e rimettere mutande e pantaloncini, il dolore aumentava- -Non li rimettere
se ti danno fastidio- Con fatica li ho rimessi, ho cercato di sedermi a tavola, non
c'è stato verso -Distenditi sul divano ti porto la cena- Infatti è finita così.
Dopo cena ha messo a posto la cucina, siamo rimasti a vedere la TV, mi ha accompagnato
in bagno -Fatti la doccia, usa l'accappatoio dello zio- subito dopo mi ha guidato
nella sua camera -Dormi con me stanotte non ho voglia di alzarmi per massaggiarti-
La zia Matilde ha un carattere forte, in fondo però è buona, è anche volgare, in tempi
normali è abbastanza ironica, col dolore non riuscivo ad apprezzare. Sul letto sono
rimasto con l'accappatoio, quando mi ha raggiunto anche lei era in accappatoio.
-Toglilo che ti massaggio- -Sono nudo- -E allora? ecco ora sono nuda anch'io- -Sei bella
zia- -Dillo a quel frocio di tuo zio- Ha iniziato a spalmare la pomata, stando attenta
a non macchiare le lenzuola, un pochino perché il dolore era diminuito, un po' perché
vedevo lei nuda, il cazzo ha ripreso le dimensioni normali -Però sei messo bene a cazzo-
Massaggiava il pube, ogni tanto impugnava il cazzo -Zia che fai?- -Lo devo reggere con
una mano perché mi impedisce di massaggiarti- -Attenta zia che quello fa brutti scherzi-
-Allora mettilo nella figa così non macchiamo le lenzuola, stai attento alle ragnatele,
lo zio non ci tiene alla pulizia della figa- Ha provato a mettersi sopra, avevo dolore
si è distesa, io mi sono messo sopra io, è stata lei a guidare il cazzo -Chissà se mi vedesse papà?- Quello è un testa di cazzo, voleva bagnare il biscotto e rendere cornuto
il fratello, l'ho mandato a fare in culo, non approvo certi sistemi, ora pensa a scopare
non sborrare prima di me, fammi venire- Detto fatto, quel linguaggio era eccitante, non
sono riuscito a trattenermi. La sborra unita alla pomata ha macchiato le lenzuola di rosso -Brutto stronzo, che cazzo hai combinato?- Subito dopo la sborrata il dolore è sparito, il cazzo è diventato duro immediatamente, non si aspettava una simile reazione.
Le ho tolto veramente le ragnatele, per poco non arrivavo al suo stomaco -Finalmente,
così mi piace. Non credere sia finita qui- Effettivamente aveva una fame arretrata,
ad un tratto mi sono addormentato che lei tentava di farlo diventare di nuovo duro,
non li ho contati se quattro o cinque volte mi ha fatto sborrare, lei molto di più.
Sono state quattro notti in cui la zia Matilde mi ha prosciugato tutte le energie.
In seguito ha costretto lo zio a fare più trasferte per guadagnare qualcosa in più,
chi ci guadagnava era solo lei ed io che la scopavo. Quando lo zio Nicola ha sgamato
ha rinunciato alle trasferte ed io sono tornato alle seghe.
lei perché ha paura. Abitano in una zona periferica dove vicino c'è un condominio dormitorio con qualche sprazzo di delinquenza. Zio Nicola è il fratello di papà, vanno molto d'accordo, zia Matilde con papà non ha un buon rapporto, mai saputo il motivo.
Lei fa la sarta è sempre impegnata tra taglio e cucito, ha una macchina per cucire professionale che fa tutto, ha mille applicazioni. A volte mi diverto a guardarla, sembra un pilota d'aereo. Stavo vicino a lei seduto su uno sgabello, mi chiedere di prendere la scatola dei fili sul mobile vicino, come mi alzo do una botta col pube allo
spigolo del pianale della macchina stessa. Un dolore atroce, roba da piegarmi su me
stesso, lei mi aiuta a distendermi sul divano. Riprendo a respirare, lei torna a cucire,
sembrava che andasse meglio, sollevo pantaloncini e mutande, tutto il pube viola, si è
formato un ematoma accompagnato da un gonfiore della parte. Mi sono preoccupato, la zia
si è accorta ha voluto vedere. Tenendo coperto i genitali si è resa conto che la cosa era più seria del previsto, ha preso la macchina è andata in farmacia, dopo pochi minuti
è tornata con una pomata. Mi ha detto di spalmarla lentamente in modo da farla assorbire. Sentivo comunque dolore, non solo si stavano macchiando pantaloncini e mutande, quella pomata aveva un colore rosso vivo. -Toglili vedi che ti stai sporcando-
-Mi vergogno davanti a te- -Non crederai che il primo cazzo che vedo?- -Dai abbassali-
-Mi vergognoooo- -Ho capito delicatamente mi sfila pantaloncini e mutande. Un po' per
la vergogna, un po' per il dolore il cazzo era diventato piccolissimo. -Ti vergogni perché è piccolino, sembra quello di un bambino- Mi volevo giustificare, sono stato
zitto per non peggiorare la situazione. Ha iniziato a spalmare la pomata, ero preoccupato, avevo paura di avere una erezione sotto le sue mani, fortunatamente non
c'è stata. Dopo la pomata stavo meglio, lei si è lavata le mani, ha ripreso il suo
lavoro, sono rimasto disteso col cazzo in bella evidenza che piano piano usciva dal
prepuzio riacquistando una dimensione decente. Avrei voluto chiamarla e farglielo
vedere, me ne sono astenuto, lei si è alzata per preparare la cena. Era quasi buio
-Sei in grado di venire a tavola o mangi sul divano- -Vengo a tavola- Ho provato ad alzarmi e rimettere mutande e pantaloncini, il dolore aumentava- -Non li rimettere
se ti danno fastidio- Con fatica li ho rimessi, ho cercato di sedermi a tavola, non
c'è stato verso -Distenditi sul divano ti porto la cena- Infatti è finita così.
Dopo cena ha messo a posto la cucina, siamo rimasti a vedere la TV, mi ha accompagnato
in bagno -Fatti la doccia, usa l'accappatoio dello zio- subito dopo mi ha guidato
nella sua camera -Dormi con me stanotte non ho voglia di alzarmi per massaggiarti-
La zia Matilde ha un carattere forte, in fondo però è buona, è anche volgare, in tempi
normali è abbastanza ironica, col dolore non riuscivo ad apprezzare. Sul letto sono
rimasto con l'accappatoio, quando mi ha raggiunto anche lei era in accappatoio.
-Toglilo che ti massaggio- -Sono nudo- -E allora? ecco ora sono nuda anch'io- -Sei bella
zia- -Dillo a quel frocio di tuo zio- Ha iniziato a spalmare la pomata, stando attenta
a non macchiare le lenzuola, un pochino perché il dolore era diminuito, un po' perché
vedevo lei nuda, il cazzo ha ripreso le dimensioni normali -Però sei messo bene a cazzo-
Massaggiava il pube, ogni tanto impugnava il cazzo -Zia che fai?- -Lo devo reggere con
una mano perché mi impedisce di massaggiarti- -Attenta zia che quello fa brutti scherzi-
-Allora mettilo nella figa così non macchiamo le lenzuola, stai attento alle ragnatele,
lo zio non ci tiene alla pulizia della figa- Ha provato a mettersi sopra, avevo dolore
si è distesa, io mi sono messo sopra io, è stata lei a guidare il cazzo -Chissà se mi vedesse papà?- Quello è un testa di cazzo, voleva bagnare il biscotto e rendere cornuto
il fratello, l'ho mandato a fare in culo, non approvo certi sistemi, ora pensa a scopare
non sborrare prima di me, fammi venire- Detto fatto, quel linguaggio era eccitante, non
sono riuscito a trattenermi. La sborra unita alla pomata ha macchiato le lenzuola di rosso -Brutto stronzo, che cazzo hai combinato?- Subito dopo la sborrata il dolore è sparito, il cazzo è diventato duro immediatamente, non si aspettava una simile reazione.
Le ho tolto veramente le ragnatele, per poco non arrivavo al suo stomaco -Finalmente,
così mi piace. Non credere sia finita qui- Effettivamente aveva una fame arretrata,
ad un tratto mi sono addormentato che lei tentava di farlo diventare di nuovo duro,
non li ho contati se quattro o cinque volte mi ha fatto sborrare, lei molto di più.
Sono state quattro notti in cui la zia Matilde mi ha prosciugato tutte le energie.
In seguito ha costretto lo zio a fare più trasferte per guadagnare qualcosa in più,
chi ci guadagnava era solo lei ed io che la scopavo. Quando lo zio Nicola ha sgamato
ha rinunciato alle trasferte ed io sono tornato alle seghe.
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Commenti dei lettori al racconto erotico