La prima volta in Grecia

di
genere
gay





Barcollavo verso la spiaggia con l'ennesima bottiglia di ouzo, ormai ogni cosa intorno a me sapeva di anice. Quell' altro ubriacone mi correva dietro tirandomi la sabbia come se fosse una cosa divertente. Lo lasciavo fare, quest'isola greca ci aveva rimbambito con la sua bellezza e la sua libertà. C'era poca gente sull'isola e quella che c'era, era di un certo calibro. Tutti si facevano i cavoli propri e apparte 2 ragazzette nei dintorni dei bungalow dove alloggiamo non avevo visto nessuno che poteva infastidirci.



Lo sentivo borbottare ma si era scolato di tutto, tra la mastika e la tentura non so cosa mi aveva fatto piu schifo dopo l'anice.



Mi si buttava addosso ridendo, il problema era che l'alcol non mi faceva indietreggiare



Sbirciava dietro il dito e guardava un letto rotondo con il parasole del lido affianco al nostro. Era tutto spento perciò non penso che qualcuno ci avrebbe rotto le scatole. Avevo bisogno di 10 Min di tranquillità prima di sentirmi male







Non solo sbiascicava, dava anche i numeri.



Gli corsi addosso prendendolo dai fianchi, afferrandolo dai glutei e tirandomelo sulla spalla





Mentre parlava gli sculacciavo il sedere per farlo rosicare. Alla fine riuscii ad appoggiarlo su questo benedetto letto o divano, chiamatelo come volete, circolare e mi stesi col fiatone al suo fianco.



Se ne uscì così, ma che cazzo stava dicendo?!



Il cervello mi diceva di ribere un goccio di ouzo e dato che mi sentivo strano, lo assecondai.

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Rimasi in silenzio, volevo capire se continuava a tirar fuori cose



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Ridevo, mi faceva ridere come parlava ubriaco



Finalmente si era calmato e sentirlo così mi emozionava.



Risposi, e in segno di amicizia appoggiai con un piccolo schiaffetto la mia mano sulla coscia sinistra di Stefano.
Boh forse era fuori luogo, ma stavo comodo, con la mia mano sinistra tenevo la bottiglia, ero appoggiato sul cuscino, sdraiato di fianco a lui e la mano destra era rimasta sulla sua coscia.

Ma dopo pochi istanti, dopo aver visto i suoi occhi guardare la mia mano per diversi secondi, ci appoggiò delicatamente la sua.

Lo guardai, facendo un sorriso imbarazzato, cercai di ritirarla ma lui la prese e iniziò a muoverci sopra le dita.

Bevvi un altro sorso di ouzo, uno bello lungo, era surreale, mi stavo facendo fare i grattini da un uomo. Dal mio migliore amico!

Sentii cadere dalla sua mano la bottiglia di mistaka, ed appoggiò la sua testa sulla mia spalla, senza dire nulla.

Mi girai a guardarlo, anche un po' ghignando, mi sembrava che mi stesse prendendo in giro ma poi mi ritrovai i suoi occhi nei miei, il suo respiro sul mio collo, sul mio mento... Sulle mie labbra... Ma che cazzo stavo facendo...

Le sue labbra sapevano ancora di ciliegia, per il liquore subito dopo la cena. Sapeva di buono, di salsedine, di sale, di frutta. Sapeva di abbronzatura perfetta. Lo sentii aprire la sua bocca e farsi strada con la lingua, chiusi gli occhi e lo feci entrare. Delicatamente cercò e trovò la mia, si fermò per guardarmi e ci specchiammo un attimo come a chiederci che cosa stavamo per fare.
Io fui il primo a richiuderli e a riappoggiarmi su di lui, sentivo la mia erezione che voleva uscire, ma non era il momento adatto. Con un gesto deciso misi una mano sotto la sua schiena e lo portai sotto di me.

Lo stavo baciando, divorando, lo sentivo gemere e respirare affannosamente mentre le sue mani si attaccavano alla mia schiena.
Adesso sentivo anche la sua di erezione, gli leccavo il collo, lui mi spingeva a sé. Mi voleva, non so come avremmo fatto ma era tutto surreale, annebbiato dal troppo alcool.

scritto il
2024-06-19
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