Kanashibari
di
Effe6677
genere
etero
Sveglio. C' è ancora buio. Cerco di girarmi verso l' orologio per vedere che ore sono. Il collo non risponde ai comandi.
Ci risiamo. Devo solo aspettare che finisca.
La figura misteriosa si erge in piedi oltre il letto. Mi guarda fisso. É una donna o almeno ne condivide le sembianze. I suoi capelli scuri le scorrono lungo i fianchi, sul seno e dietro arrivano al fondoschiena. Ha la pelle chiara e riflette la luce fioca della luna nella stanza buia. Il suo corpo nudo statuario é cosi perfetto che un indumento su di lei risulterebbe ridicolmente fuoriluogo.
Continua a guardarmi fisso senza muoversi. Strisce nere le solcano gli zigomi e le guance come mascara rovinato dalle lacrime.
É solo un'allucinazione, tento di tranquillizzarmi.
Ma resto immobile senza scampo. Il panico mi soffoca e ogni mio muscolo é come legato al letto da una corda invisibile.
La donna allunga le mani rapida sulle lenzuola, sale sul letto e gattona verso di me. Scavalca con la coscia le mie gambe e si mette a cavalcioni su di me senza distogliere il suo sguardo languido dal mio corpo.
Non appena il suo sedere appoggia sulle mie gambe ho un' erezione. Non ho possibilità di ribellione, sono un burattino nelle sue mani.
Forse la cosa inizia a piacermi.
Il panico della paralisi si é trasformato in eccitazione. Non potermi muovere non mi disturba piú cosi tanto.
Il mio sesso eretto e duro come mai prima d'ora pulsa e freme dal bisogno del sua premura.
Lei é ancora a cavalcioni sulle mie gambe e l' attesa mi sta consumando. Dai suoi occhi traspare la fame di me e io stanotte sono la sua preda, il suo lauto pasto.
Si abbassa verso di me, il suo seno si appoggia al mio petto.
Mi parla all' orecchio, la sua voce calda é musica.
- Sono la madre e l' amante di tutti gli uomini. Questa notte sei tu il mio amore e mio figlio.
Poi si rialza e si spinge in avanti verso di me. Mi fa scivolare dentro di lei e mi regala l'emozione che tanto stavo desiderando.
Ad ogni movimento il suo sesso umido e stretto si contrae sul mio, mentre il suo calore mi pervade e il letto diventa brace.
Portami all' inferno con te, ninfa demoniaca. Lascia bruciare la mia anima e stupra il mio corpo mortale. Prendi da me tutto quello che desideri.
Socchiude la bocca e mostra i canini appuntiti. Il piacere la attraversa e la trafigge come se fosse la sua prima volta. Come se non avesse gia cavalcato migliaia di uomini nel corso dei secoli.
Ansima e mi sussurra con la voce spezzata dal piacere:
- Fai finta di star sognando. Presto avrò finito e tornerai al tuo riposo.
É questo il mio sogno. Se dovessi morire per non far finire mai questo paradiso, ti prego portami le mani al collo e soffocami.
Quando sono vicino all' orgasmo lei lo sente e si ferma. Smette di cavalcarmi e muove avanti e indietro il bacino per dare piacere solo a se stessa. Per prolungare la mia dolce agonia.
Poi riprende a far godere anche me quando sono di nuovo lontano dal finire.
Il suono dei suoi gemiti risuona nella stanza come se non venissero dalla sua bocca ma dal mondo intero, cento donne che godono all' unisono, che sudano, tremano e mi sussurrano all' orecchio le parole piú perverse che abbia mai sentito.
Si abbassa su di me e mi bacia con la lingua. La sua bocca ha il sapore dell' amore di una dea. Ad ogni orgasmo mi graffia e affonda le unghie affilate nella carne fino a farmi sanguinare, come volesse condividerlo con me. Come me lo volesse infliggere. La giusta punizione per averla resa umana per un momento. Ma quell' umanità non le dispiace affatto e cerca subito un altro orgasmo.
- Ora devi darmi quello per cui sono venuta qui stanotte, amore mio.
Inizia a cavalcarmi sempre più forte e io sono un fiume in piena che sta per straripare. Lei lo sente, e se ne compiace. Si morde le labbra e mi fa godere sempre di piú.
Riesco a muovere le braccia ora, forse per sua concessione, giusto in tempo per afferarle e stringerle le coscie mentre vengo e la riempio, un sussulto dopo l' altro. Si avvinghia a me stretta per ricevere il mio orgasmo in profondità fino all' ultima goccia. Dopo l' ultima ondata di piacere lei mi guarda con un mezzo sorriso soddisfatto e con lo sguardo freddo gelido.
- Sei stato bravo, amore mio.
Mi dice toccandomi il viso.
Le palpebre diventano pesanti e chiudo un attimo gli occhi. Li riapro e sono da solo. Alla finestra il cielo é grigio e sta sorgendo il sole. L' aria nella stanza si é rinfrescata, e i graffi sulla schiena bruciano e sanguinano.
Ci risiamo. Devo solo aspettare che finisca.
La figura misteriosa si erge in piedi oltre il letto. Mi guarda fisso. É una donna o almeno ne condivide le sembianze. I suoi capelli scuri le scorrono lungo i fianchi, sul seno e dietro arrivano al fondoschiena. Ha la pelle chiara e riflette la luce fioca della luna nella stanza buia. Il suo corpo nudo statuario é cosi perfetto che un indumento su di lei risulterebbe ridicolmente fuoriluogo.
Continua a guardarmi fisso senza muoversi. Strisce nere le solcano gli zigomi e le guance come mascara rovinato dalle lacrime.
É solo un'allucinazione, tento di tranquillizzarmi.
Ma resto immobile senza scampo. Il panico mi soffoca e ogni mio muscolo é come legato al letto da una corda invisibile.
La donna allunga le mani rapida sulle lenzuola, sale sul letto e gattona verso di me. Scavalca con la coscia le mie gambe e si mette a cavalcioni su di me senza distogliere il suo sguardo languido dal mio corpo.
Non appena il suo sedere appoggia sulle mie gambe ho un' erezione. Non ho possibilità di ribellione, sono un burattino nelle sue mani.
Forse la cosa inizia a piacermi.
Il panico della paralisi si é trasformato in eccitazione. Non potermi muovere non mi disturba piú cosi tanto.
Il mio sesso eretto e duro come mai prima d'ora pulsa e freme dal bisogno del sua premura.
Lei é ancora a cavalcioni sulle mie gambe e l' attesa mi sta consumando. Dai suoi occhi traspare la fame di me e io stanotte sono la sua preda, il suo lauto pasto.
Si abbassa verso di me, il suo seno si appoggia al mio petto.
Mi parla all' orecchio, la sua voce calda é musica.
- Sono la madre e l' amante di tutti gli uomini. Questa notte sei tu il mio amore e mio figlio.
Poi si rialza e si spinge in avanti verso di me. Mi fa scivolare dentro di lei e mi regala l'emozione che tanto stavo desiderando.
Ad ogni movimento il suo sesso umido e stretto si contrae sul mio, mentre il suo calore mi pervade e il letto diventa brace.
Portami all' inferno con te, ninfa demoniaca. Lascia bruciare la mia anima e stupra il mio corpo mortale. Prendi da me tutto quello che desideri.
Socchiude la bocca e mostra i canini appuntiti. Il piacere la attraversa e la trafigge come se fosse la sua prima volta. Come se non avesse gia cavalcato migliaia di uomini nel corso dei secoli.
Ansima e mi sussurra con la voce spezzata dal piacere:
- Fai finta di star sognando. Presto avrò finito e tornerai al tuo riposo.
É questo il mio sogno. Se dovessi morire per non far finire mai questo paradiso, ti prego portami le mani al collo e soffocami.
Quando sono vicino all' orgasmo lei lo sente e si ferma. Smette di cavalcarmi e muove avanti e indietro il bacino per dare piacere solo a se stessa. Per prolungare la mia dolce agonia.
Poi riprende a far godere anche me quando sono di nuovo lontano dal finire.
Il suono dei suoi gemiti risuona nella stanza come se non venissero dalla sua bocca ma dal mondo intero, cento donne che godono all' unisono, che sudano, tremano e mi sussurrano all' orecchio le parole piú perverse che abbia mai sentito.
Si abbassa su di me e mi bacia con la lingua. La sua bocca ha il sapore dell' amore di una dea. Ad ogni orgasmo mi graffia e affonda le unghie affilate nella carne fino a farmi sanguinare, come volesse condividerlo con me. Come me lo volesse infliggere. La giusta punizione per averla resa umana per un momento. Ma quell' umanità non le dispiace affatto e cerca subito un altro orgasmo.
- Ora devi darmi quello per cui sono venuta qui stanotte, amore mio.
Inizia a cavalcarmi sempre più forte e io sono un fiume in piena che sta per straripare. Lei lo sente, e se ne compiace. Si morde le labbra e mi fa godere sempre di piú.
Riesco a muovere le braccia ora, forse per sua concessione, giusto in tempo per afferarle e stringerle le coscie mentre vengo e la riempio, un sussulto dopo l' altro. Si avvinghia a me stretta per ricevere il mio orgasmo in profondità fino all' ultima goccia. Dopo l' ultima ondata di piacere lei mi guarda con un mezzo sorriso soddisfatto e con lo sguardo freddo gelido.
- Sei stato bravo, amore mio.
Mi dice toccandomi il viso.
Le palpebre diventano pesanti e chiudo un attimo gli occhi. Li riapro e sono da solo. Alla finestra il cielo é grigio e sta sorgendo il sole. L' aria nella stanza si é rinfrescata, e i graffi sulla schiena bruciano e sanguinano.
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