Un Giorno nel Buio: Le Confessioni di uno Schiavo Sadomaso - Parte VII
di
Raf V
genere
sadomaso
Un Ritorno Amaro alla Cava
La giornata che avrebbe dovuto segnare un cambio di ritmo come schiavo domestico si concluse bruscamente. Venni riportato alla cava, dove il rigore e la crudeltà regnavano sovrani. Appena arrivato, fui accolto dalla guardia che, con sguardo severo, mi rimproverò di non aver svolto il mio lavoro. Le mie giustificazioni non servirono a nulla. La punizione sarebbe stata severa e immediata.
La Punizione della Fossa d'Acqua
La Discesa nella Fossa
Senza darmi il tempo di reagire, la guardia mi trascinò verso una fossa. L'acqua stagnante che la riempiva era fredda e scura, e mi faceva rabbrividire solo al pensiero di immergermi. Mi costrinse a coricarmi dentro, l'acqua copriva tutto il mio corpo fino al collo. A malapena riuscivo a tenere la testa fuori dall'acqua per respirare.
L'Isolamento
Una volta sistemato nella fossa, la guardia chiuse una pesante porta sopra di me. Attraverso una stretta fessura, poteva controllarmi e assicurarsi che non cercassi di uscire. Mi trovavo rinchiuso in una prigione di ferro e acqua, sotto il sole cocente che trasformava quella fossa in un inferno bollente.
La Lotta per la Sopravvivenza
All'interno della fossa, la temperatura aumentava rapidamente. L'umidità e il calore soffocante rendevano ogni respiro una lotta. Dovevo continuamente sforzarmi di tenere la testa fuori dall'acqua per evitare di affogare. La mia mente vacillava tra il bisogno di resistere e la tentazione di abbandonarmi alla fatica e al dolore.
La Tortura Psicologica e Fisica
Ogni minuto passato in quella fossa sembrava un'eternità. Il sole che batteva sulla struttura di ferro amplificava il calore interno, portando la temperatura quasi ai 50 gradi. Il mio corpo, già esausto dalle precedenti sevizie, lottava contro il caldo insopportabile e la continua necessità di mantenere la testa fuori dall'acqua per respirare. L'acqua stessa, che inizialmente era un sollievo dal caldo, diventava rapidamente una minaccia, intrappolando il calore e rendendo ogni movimento un tormento.
Un Giorno di Agonia
Il tempo passava lentamente. Ogni ora trascorsa in quella fossa era un'agonia. Il sole continuava a battere, trasformando l'interno in una trappola mortale. Le guardie mi osservavano attraverso la fessura, indifferenti al mio dolore. Ogni tentativo di chiedere pietà o di spiegare la mia situazione era ignorato. Ero solo, in un mondo di dolore e disperazione.
La Liberazione
Solo al tramonto, la guardia finalmente riaprì la porta della fossa. Mi tirò fuori, il mio corpo esausto e tremante. Ogni muscolo protestava mentre cercavo di rimettermi in piedi. La mia pelle era bruciata dal sole, i miei polmoni bruciavano per lo sforzo di respirare in quell'aria soffocante. Mi portarono di nuovo alla cava, senza una parola di conforto o spiegazione.
La Rassegnazione
Nonostante tutto, ero ancora vivo. Ogni giorno che passava, ogni punizione subita, era un'ulteriore prova della mia resistenza. Ma anche un promemoria della mia completa sottomissione. Non c'era via di fuga, non c'era sollievo. Solo il continuo ciclo di lavoro, dolore e punizione. E così, con il corpo segnato e la mente stanca, ripresi la mia solita routine alla cava, sapendo che un altro giorno di sofferenza mi aspettava.
La giornata che avrebbe dovuto segnare un cambio di ritmo come schiavo domestico si concluse bruscamente. Venni riportato alla cava, dove il rigore e la crudeltà regnavano sovrani. Appena arrivato, fui accolto dalla guardia che, con sguardo severo, mi rimproverò di non aver svolto il mio lavoro. Le mie giustificazioni non servirono a nulla. La punizione sarebbe stata severa e immediata.
La Punizione della Fossa d'Acqua
La Discesa nella Fossa
Senza darmi il tempo di reagire, la guardia mi trascinò verso una fossa. L'acqua stagnante che la riempiva era fredda e scura, e mi faceva rabbrividire solo al pensiero di immergermi. Mi costrinse a coricarmi dentro, l'acqua copriva tutto il mio corpo fino al collo. A malapena riuscivo a tenere la testa fuori dall'acqua per respirare.
L'Isolamento
Una volta sistemato nella fossa, la guardia chiuse una pesante porta sopra di me. Attraverso una stretta fessura, poteva controllarmi e assicurarsi che non cercassi di uscire. Mi trovavo rinchiuso in una prigione di ferro e acqua, sotto il sole cocente che trasformava quella fossa in un inferno bollente.
La Lotta per la Sopravvivenza
All'interno della fossa, la temperatura aumentava rapidamente. L'umidità e il calore soffocante rendevano ogni respiro una lotta. Dovevo continuamente sforzarmi di tenere la testa fuori dall'acqua per evitare di affogare. La mia mente vacillava tra il bisogno di resistere e la tentazione di abbandonarmi alla fatica e al dolore.
La Tortura Psicologica e Fisica
Ogni minuto passato in quella fossa sembrava un'eternità. Il sole che batteva sulla struttura di ferro amplificava il calore interno, portando la temperatura quasi ai 50 gradi. Il mio corpo, già esausto dalle precedenti sevizie, lottava contro il caldo insopportabile e la continua necessità di mantenere la testa fuori dall'acqua per respirare. L'acqua stessa, che inizialmente era un sollievo dal caldo, diventava rapidamente una minaccia, intrappolando il calore e rendendo ogni movimento un tormento.
Un Giorno di Agonia
Il tempo passava lentamente. Ogni ora trascorsa in quella fossa era un'agonia. Il sole continuava a battere, trasformando l'interno in una trappola mortale. Le guardie mi osservavano attraverso la fessura, indifferenti al mio dolore. Ogni tentativo di chiedere pietà o di spiegare la mia situazione era ignorato. Ero solo, in un mondo di dolore e disperazione.
La Liberazione
Solo al tramonto, la guardia finalmente riaprì la porta della fossa. Mi tirò fuori, il mio corpo esausto e tremante. Ogni muscolo protestava mentre cercavo di rimettermi in piedi. La mia pelle era bruciata dal sole, i miei polmoni bruciavano per lo sforzo di respirare in quell'aria soffocante. Mi portarono di nuovo alla cava, senza una parola di conforto o spiegazione.
La Rassegnazione
Nonostante tutto, ero ancora vivo. Ogni giorno che passava, ogni punizione subita, era un'ulteriore prova della mia resistenza. Ma anche un promemoria della mia completa sottomissione. Non c'era via di fuga, non c'era sollievo. Solo il continuo ciclo di lavoro, dolore e punizione. E così, con il corpo segnato e la mente stanca, ripresi la mia solita routine alla cava, sapendo che un altro giorno di sofferenza mi aspettava.
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