Rimini

di
genere
gay

Gli altri sono in spiaggia per il torneo di beach volley ma preferisco restarmene qui nella veranda dell'hotel a bere la mia birra piccola.
Almeno non avrò addosso gli occhi di tutti.
Mancano un paio di giorni e poi questa settimana sarà finalmente finita.
Ho fatto una cazzata a venire. Alla fine abbiamo gusti diversi in tema di divertimento.

Non mi ero accorto del tizio seduto al tavolo là in fondo. Mi sta fissando.
Chissà da quanto.
Tipico avventore di questa pensione a poco prezzo.
Camicia azzurra a mezze maniche, aperta con pelo grigio e catenina in evidenza. Pantaloncino color crema e sandali. Occhiali sulla testa grigia e folta come i baffi che scendono agli angoli della bocca.

Saluta con la mano. Rispondo con un sorriso sforzato.

Deve averlo preso come un invito a sedersi perché viene vero di me. Alto e dinoccolato.
Il permesso di sedersi lo chiede mentre lo sta già facendo.
Accendo una sigaretta ostile fissandolo dietro le lenti scure.

Quanti anni, cosa studio, dove vivo, notizie sui miei amici.

Rispondo a monosillabi per limitare il dialogo che cerca di imporre dandomi informazioni non richieste. Sessantuno anni, architetto che lavora in un comune dell'entroterra, in attesa della moglie che lo raggiungerà dopodomani.
Anche a lui non piace il beach volley.

Preferisce divertirsi in altro modo.

Dicendolo, si è toccato visibilmente il pacco. Quasi un piccolo massaggio.
Voleva che lo notassi e l'ho notato.
Ma non dico nulla.

Anzi si. Vediamo come si comporta questo vecchio.

Tipo?
Magari te lo spiego meglio in camera mia.

Il nonnino è in calore.
Per la prima volta da cinque giorni a questa parte mi sento vivo.
Ok, non è il mio tipo. Ma almeno mi posso divertire qualche minuto.
Sorrido meglio di prima. Mi guardo intorno. Non c'è nessuno ad ascoltare.

Sicuro di farcela? Non vorrei ti venisse un'infarto.
Stai tranquillo che non succede.
Vuoi che ti faccia un pompino?

Stavolta è lui a guardarsi intorno, sorridendo a trentasei denti. Rifatti.
Si massaggia di nuovo il pacco cercando i miei occhi dietro gli occhiali da sole.

Per iniziare...perché no?.
Per iniziare?
Perché no? Poi vediamo...
Forse è meglio che cerchi qualcuno della tua età.
Scommettiamo?

Si è alzato in piedi. A meno due metri da me si massaggia una terza volta.
Sembra quasi che voglia tirarlo fuori.

Lo guardo dal basso verso l'alto.
In fondo, perché no? Tanto quelli là ne avranno per tutto il pomeriggio.

MI alzo e lo seguo nella hall. Niente ascensore. Basta una rampa di scale e siamo al suo corridoio.
La stanza è abbastanza grande. Le tapparelle sono abbassate a metà. Il letto con le lenzuola bianche è intatto.

Ha i peli anche sulla schiena. Grigi.
Non un bell'inizio.
Ma il cazzo che spunta quando sfila i pantaloncini è fuori scala.

Apre l'anta dell'armadio con lo specchio dall'altro lato del letto.
Mi vedo riflesso, piccolino, con la mia lunga chioma bionda, completamente depilato.
Siamo un bel contrasto.

Si sdraia a gambe larghe sul letto.
Inizio a baciare l'interno coscia e le palle prima di dedicarmi al suo affare.
Il sapore è buono.
Lo succhio a lungo cercando di ingoiarglielo il più possibile. Quando mi giro con il sedere dal suo lato sento il dito bagnato che mi penetra.
L'eccitazione mi sale di colpo.
Lo pompo e lo lecco, spingendomi sotto le palle.
Gli piace.
Solleva le gambe con le mani e mi chiede di dedicarmi al suo buchino rugoso.
In realtà non l'ha chiesto. Era più un ordine.
Lecco a lungo e profondamente il buco del culo mentre lui mugola di piacere dandomi della puttana.

Quando mi sollevo mi ritrovo anche un piede in bocca.
Lo succhio mentre lui si sega il cazzo che adesso è decisamente grosso e lungo.
E vuole scopare.

Si allunga verso il comodino. Prende un profilattico mentre io mi metto a quattro zampe guardando verso lo specchio dell'armadio.

So come si prende un cazzo nel culo.
Ma la foga che ci mette nel mettermelo dentro mi strappa un lungo gemito.
Con calma e dolcezza va avanti e indietro finché mi abituo all'intera misura.
Non sembra nemmeno lontanamente pronto a venire.
Anzi.

Il primo colpo è una martellata che sento arrivare fin sotto lo stomaco.
Così come il secondo, il terzo e gli altri che seguono a ritmo lento.

Poi accelera, come un trivella in cerca del petrolio
Agguanto un cuscino e ci grido dentro il doloroso piacere che sto via via provando mentre mi guardo nello specchio montato da questo ossuto orso grigio in calore.

Senza preavviso mi ribalta sulla schiena, prende sopra i gomiti le mie braccia e ricomincia a fottermi.
Se possibile lo sento arrivare ancora più in profondità.
La faccia sudata e provata dallo sforzo mi viene vicina.

Ti piace il cazzo eh?! troia?

Non faccio in tempo a rispondere che mi ritrovo limonato controvoglia.
Prende fiato.
Mi da della puttana.
MI sputa in bocca.
E mi limona di nuovo.

Mi ribalta di nuovo a pecora.
E' una furia.
I miei gemiti sono un lamento sommesso e continuo.

Di colpo esce dalla mia carne. Faccio appena in tempo a girarmi sulla schiena che ritrovo la sua cappella sulla faccia, apro la bocca mentre inizia a spurgare.
Goccioloni di sborra calda mi cadono sul viso e dentro la bocca.
Mentre i fiotti sparati dal mio cazzo allagano la pancia.

Mi mette in bocca la cappella da succhiare, infilandoci con un dito la sua sborra che è rimasta sulla faccia.
Raccogli anche la mia e me la fa mangiare.

Esausto e sudato resto immobile sul letto con una fortissimo sapore si sperma in bocca.

Lui si accende una sigaretta.
E' per me.
Quella dopo la tiene lui. Fumando semisdraiato alla mia destra con un posacenere in mano.

Che scopata!

L'ho pensato e detto ad alta voce.

Purtroppo ci vorrà un po' prima di riavere il mio amico. Ma mia moglie arriva dopodomani...
Eh... allora potremmo rifarlo.
Molto volentieri. Stasera a cena ci mettiamo d'accordo.

Non rispondo.
Perchè mi ha rimesso in bocca l'uccello barzotto.








scritto il
2024-07-15
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