Colloquio in città

di
genere
corna

fabio e carlo erano amici dalle elementari. io li ho conosciuti dopo, alle superiori e devo dire che tra loro c'era uno rapporto di amicizia molto strano. sembravano un po' gastone e paperino, uno bello, atletico, sciupafemmine, l'altro rimbalzava da una ragazza all'altra.
io e carlo avevamo un certo distacco e quando fabio si trasferì a milano ci vedevamo veramente in modo saltuario. un po' mi faceva pena, sinceramnete quando lo vidi finalmente con una ragazza che sembrava una cosa seria mi sentii quasi sollevato.
lei era veramente ben fatta, il fisico. di viso era molto particolare, direi bruttina, ma effettivamente aveva elementi che colpivano (zigomi, labbra accentuate) e la rendevano un tipo.
era rumena, non so come l'aveva conosciuta e mi sembrava che stessero abbastanza bene insieme, un rapporto sereno.
lei faceva lavoretti saltuari, aveva un buon titolo di studio e non riusciva però a ottenere un impiego adeguato.
successe che dopo tanti curriculum ottenne una possibilità di colloquio proprio a milano, dove lavorava fabio.
carlo non ci pensò due volte: sicuramente fabio ti ospiterà per un paio di giorni, chiaramente se poi il colloquio va bene dovremo ripensare un po' tutto, ma almeno a questo giro vai da lui.
così lo chiamò e lui ovviamente fu lieto di fargli il favore. fabio aveva questa simpatia per carlo e non negò la strana situazione, ma era un amico e almeno mentalemnte era meglio mettere dei paletti subito.
forse anche carlo percepiva la possiblità ma pensò a tutto: fabio a milano avrà tante ragazze, lei non è particolarmente bella, siamo amici...
alla fine la mandò tranquillo, col treno e tante speranze che finalmente avrebbe trovato un lavoro al suo livello.
fabio andò a prenderla alla stazione con tanti buoni propositi: carlo è un amico, davide mi ha detto che non è particolarmente bella...
i propositi rimasero tali anche se quando vide quel paio di gambe ebbe un certo sussulto, effettivamente di viso non era un granché e anche le tette erano scarsine.
è la prima volta che vieni a milano? vuoi fare un giro in centro? lei accettò volentieri, voleva rilassarsi, anche carlo gli aveva detto di non stare troppo concentrata sul colloquio.
andarono a visitare sant'ambrogio e poi una passeggiata ai navigli. a lui venne un paio di volte da prenderle la mano ma subito si ritirò pensando a quello che stava facendo.
carlo la chiamava continuamente (sei arrivata? hai visto come è particolare la chiesa?!) e fabio aveva questo sentimento di gentilezza verso il vecchio amico che giustamente lo frenava.
certo la prova non era semplice, finirono la serata con un aperitivo e diverse volte gli sguardi si incrociarono. lui si accorse che non era affatto brutta come aveva capito e sperato, però continuava a credere nella promessa che si era fatto.
finalmente arrivarono a casa, un bilocale. le aveva lasciato la camera, lui avrebbe dormito sul divano, anche se carlo gli aveva detto di non sacrificarsi, che era anche troppo gentile.
lei andò a farsi la doccia, che per fortuna era direttamente collegata con la camera. lui non volendo continuava a pensare a quel culetto, a lei sotto la doccia che si insaponava quelle gambe.
però aveva solo un pensiero: addormentarsi e scordasi che c'era. domani era un altro giorno e non sarebbe mancata occasione per rimorchiare un'altra, quante ce ne sono a milano...
accese la tv e si stese sul divano con il plaid. lei sicuramente aveva già finito di lavarsi e si era coricata. sentì che le squillava il telefono, carlo si accertava che tutto filasse liscio.
fabio si stava per addormentare quando lei aprì la porta e entrò in soggiorno con un pudico pigiamino rosa. vuoi guardare un po' la tv?! sono tanto tesa, credo di non essere all'altezza del posto per cui mi sono candidata.
lui si sedette sul divano e le lasciò posto. avrebbe voluto trovare qualche argomento ma proprio non gli veniva niente in mente a parte quel culetto che gli era passato davanti tutto il pomeriggio, troppe volte per un manzo come lui.
nonostante le avesse lasciato ampio spazio sul divano lei si era seduta a strusciarlo e sentiva quelle coscie dure accanto.
cercarono di guardare la tv ma troppe volte gli sguardi si incrociavano e non gli veniva niente in mente di cui parlare. alla fine allungò il braccio attorno alle spalle di lei e lei non esitò a porgergli le labbra.
un bacetto, poi la lingua, lei alzò le braccia e lui le sfilò il sopra del pigiama. quelle tettine che sembravano niente di particolare erano proprio perfette, chi l'avrebbe detto.
la prese in braccio, notò che aveva dei piedini veramente adorabili e la portò in camera.
fu una nottata completa, se la scopò in tutte le posizioni, lei aveva veramente una figa enorme, come faceva carlo con quel pisellino a farla godere?
scritto il
2024-08-02
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