Mattino

di
genere
sentimentali

Alle prime luci del sole che entrarono dalle persiane socchiuse della stanza da letto lei apri timidamente gli occhi svegliandosi da un sonno rigenerante, non appena resasi conto di non essere più immersa in quel meraviglioso sogno che stava vivendo cercò l'unico modo di riviverlo nell'immediato presente. 
Il suo uomo che al suo fianco ancora era perso nel suo riposo.
Lei si girò verso di lui e appoggiandosi al suo corpo che le si presentava di schiena cercò il contatto della sua pelle. Il periodo tardo primaverile glielo consentì perché sia lei che lui erano andati a letto vestiti solo della biancheria intima.
Sentendo il calore e l'odore del suo maschio iniziò ad accarezzarlo. Con le dita seguiva la linea del suo profilo che anche in quella posizione rilassata delineava la sua mascolinità. Un corpo perfetto, con ogni muscolo ben delineato e non sproporzionato. Continuo a scorrere la mano lungo il suo fianco fino a farla scivolare lentamente sotto l'elastico dei boxer.
Con delicatezza quasi felina iniziò ad accarezzare il membro di lui che reagì allo stimolo iniziando ad aumentare le sue dimensioni non ostante che il sonno ancora non avesse abbandonato il suo corpo.
Non ci volle molto, solo qualche tocco perché l'asta raggiungesse una consistenza da essere impugnata dalla sua mano. E solo in quel momento che si svegliò  forse dal fatto che una parte di lui era oggetto di piacevoli attenzioni.
Percepì immediatamente in quale piacevole situazione si trovava e mentre lei continua quel erotico massaggio lui la cinse con un braccio, più per un gesto d'affetto per la piacevole sorpresa. A quel punto si girò verso di lei per facilitarle il compito.
Lei trovandosi con quell'arnese già in tiro all'altezza del pube continuò a masturbarlo e a strofinarselo sulla vulva, ansimando e mugolando di piacere. La sensazione che le dava il glande quando toccava il suo clitoride la faceva impazzire, sentiva la delicata consistenza attaccata alla durezza dell'asta. Lo impugnava e se lo strisciava, alternando prima dei movimenti dall'alto verso il basso poi descrivendo dei cerchi attorno al suo clitoride. L'umidità della sua vagina ampliava ancor di più la sensazione di piacere che le dava l'atto di autoerotismo che si stava praticando con l'ausilio del membro del suo uomo.
Era già abbondantemente bagnata e non voleva godere senza prima averlo sentito dentro di se.
Scivolò sotto le lenzuola e glielo prese in bocca con bramosia, assaporando immediatamente il gusto dei suoi umori sul glande. Spingendo a sdraiarsi sulla schiena il suo compagno lei le si accovacciò a fianco continuando a succhiare e a pomparlo, si fermava solo per sfilarselo dalla bocca e sbatterselo sulle guance e sul viso per sentirsi schiava di quella virilità che tanto la faceva impazzire. Poi se lo rimetteva in bocca spingendo con la testa fino ad appoggiare la bocca alla base del pene rimanendo senza respirare, perché quel bastone le arrivava fino in gola.
E mentre lo sbocchinava, mai si era tolta la mano da in mezzo alle gambe perché il prurito della sua vulva fradicia di eccitazione non aveva fatto altro che crescere.
Volle a quel punto cavalcarlo, quindi alzatasi sulle ginocchia le si accovacciò sopra  dirigendo quel missile umido di saliva direttamente dentro di se. Alla prima penetrazione gemette di piacere e quasi le manco la forza nelle gambe, ma la bramosia di possedere il suo maschio rinvigorì le sue forze e comincio a molleggiare sulle gambe alternando l'andari vieni dentro di se di quel arnese. Sentiva gli umori della sua vulva che colavano e il membro del suo uomo la riempiva fino a farla esplodere.
Quella sua posizione di dominanza le permetteva l'assoluto controllo sia del ritmo che della profondità. Provava piacere a limitare l'ingresso del solo glande nella sua vagina, sentire la punta di quel coso che le divaricava le piccole labbra per accedere ai suoi umidi interstizi per poi piantarselo fino in fondo e sentirsi piena godendo alla sensazione di avere quel coso che le arrivasse fino alle interiora.
A quel punto si sedette sopra di lui iniziando a muoversi in modo da strisciare il pube sopra al suo partner per stimolare il clitoride ed essere allo stesso momento penetrata fino in fondo.
Era nel pieno dell'amplesso, la sua testa schiava delle vibrazioni che scorrevano lungo il corpo partendo tutte dal punto di contatto con il suo uomo. I loro sessi uniti in un unico amplesso si fondevano l'uno dentro l'altro.
Sentiva l'arnese del suo maschio sempre più grosso e nodoso, ogni minima sensazione del suo corpo era amplificata all'infinito.
Iniziò a piantare le dita nel petto di lui e mentre le unghie segnavano la pelle si rese conto che stava godendo, la sua vulva pulsava di spasmi incontrollabili, respirava ansimando e gemendo di piacere. Rallentando il ritmo dei suoi movimenti sentiva di aver raggiunto l'apice dell'orgasmo. Quel terremoto di sensi non fu insensibile al suo uomo, perché sentiva le pulsazioni della sua canna pronta a esplodere, tutto d'un tratto il calore dello sperma del suo uomo la invase da dentro, come un innondazione di crema tiepida, quel calore fece riesplodere il suo piacere che torno a manifestarsi ancore più impetuoso. Se le contrazioni prima erano circoscritte alla sola vulva, ora anche tutto il suo corpo era pervaso da scariche di piacere, dalla sua bocca uscì un grido di piacere incontrollato, la sensazione di assoluta perdita di controllo del suo corpo la ubriaco di piacere immenso. Mai aveva vissuto una sensazione tanto vicina al paradiso, raggiungere un orgasmo e averne un'altra ancora più travolgente un attimo dopo.
Solo a quel punto si lasciò cadere sul petto di lui, mentre i loro sessi rimasero uniti.
In quella posizione sentiva il cuore del suo uomo galoppare e il respiro affannato che lentamente si placava.
Così che lui le prese il viso tra le mani e prima di baciarla le disse ti amo.
scritto il
2024-08-08
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