Il gioco della bottiglia.
di
cristianosperanza
genere
incesti
Il gioco della bottiglia tutti sanno cos’è, solitamente questo gioco si fa in occasioni particolari tra ragazzi e ragazze discretamente disinibite perché nella migliore delle ipotesi ci si spoglia quasi completamente, si può andare anche oltre finendo sul letto a scopare. All’interno della famiglia questo gioco non ha successo, a meno che non si mettono limiti, nel senso che si stabilisce il minimo da tenersi addosso. Nella nostra famiglia composta da me, mia moglie ed i nostri due figli, un maschio ed una femmina era in uso da qualche mese naturalmente nel rispetto dei limiti. Dire che ci divertivamo è poco, a volte si esagerava con il fine unico di prenderci in giro e ridere, almeno per me era così. La mia dolce metà mi gioca un tiro mancino: -Il gioco della bottiglia stasera senza limiti- Silenzio in salotto, l’ho guardata ha girato la testa dall’altro lato -E’ impazzita mamma- I figli (di puttana) erano a conoscenza dello scopo di quel gioco, avevano l’espressione tra il serio ed il divertito, non negavano ne approvavano. Le mie proteste non venivano prese in considerazione, anzi hanno dato inizio al gioco. Quella bottiglia vuota di acqua minerale girava
come una trottola, non si fermava mai, quando si è fermata il collo nella mia direzione, non è stato difficile avevo maglietta, pantaloncini, ciabatte ed intimo. Giacomo, nostro figlio aveva il compito di farla girare. Mi sono accorto che la lanciava scientificamente, sapeva come dosare la spinta in modo da farla fermare nel punto stabilito da lui. Chissà come si era allenato. Non avevo voce in capitolo, il gioco proseguiva, quello che avevamo addosso veniva gettato lontano. Nell’aria c’era una certa eccitazione, la prima a mostrare il seno nudo è stata Marisa, nostra figlia cercavo di non guardarla. Anna mia moglie nel suo turno, non ha tolto il reggiseno, ha tolto le mutandine. Marisa è Giacomo riuscivano a trattenersi a stento dal ridere, solo a guardare la mia faccia. Ero l’unico che aveva ancora addosso le mutande. Anna ha dato l’ok -Andate ragazzi- Si sono alzati, si sono diretti nella loro camera, dopo qualche minuto Anna mi invita ad alzarmi da terra, mi toglie le mutande, mi trascina verso la camera dei ragazzi, erano sul letto a scopare, I nostri figli Giacomo e Marisa che scopavano tranquillamente -Hai visto perché abbiamo fatto il gioco della bottiglia?-Non sono riuscito a dire una parola di condanna o approvazione. Anna mi ha spinto nella nostra camera, dove abbiamo fatto una magnifica scopata. -Da quando tempo succede questo?- -Da diverso tempo, non sapevo come dirtelo, da una parte avevo vergogna, dall’altra avevo una eccitazione addosso che mi travolgeva- -Mi avete preso in giro questa è la cosa negativa, a fin di bene ma si tratta sempre di presa in giro- -Dai Alberto vedevo che nessuno dei due aveva un ragazzo o una ragazza, credevo di essere io a spingerli invece lo facevano da tanto, rapporti completi , Marisa sempre protetta- Non c’è voluto molto a convincermi, mi sono adeguato piacevolmente. Il sistema è rimasto all’interno della nostra casa, c’è stata la liberalizzazione dei costumi, ormai
c’era poco da nascondere. Giacomo e Marisa sembravano una coppia a tutti gli effetti, si amavano come fratelli, si amavano sessualmente. In fondo anche io ed Anna avevamo un grado di affinità parentale perché figli di due cugini, mamma di Alessio e papà di Tommaso. Forse era naturale che succedesse.
come una trottola, non si fermava mai, quando si è fermata il collo nella mia direzione, non è stato difficile avevo maglietta, pantaloncini, ciabatte ed intimo. Giacomo, nostro figlio aveva il compito di farla girare. Mi sono accorto che la lanciava scientificamente, sapeva come dosare la spinta in modo da farla fermare nel punto stabilito da lui. Chissà come si era allenato. Non avevo voce in capitolo, il gioco proseguiva, quello che avevamo addosso veniva gettato lontano. Nell’aria c’era una certa eccitazione, la prima a mostrare il seno nudo è stata Marisa, nostra figlia cercavo di non guardarla. Anna mia moglie nel suo turno, non ha tolto il reggiseno, ha tolto le mutandine. Marisa è Giacomo riuscivano a trattenersi a stento dal ridere, solo a guardare la mia faccia. Ero l’unico che aveva ancora addosso le mutande. Anna ha dato l’ok -Andate ragazzi- Si sono alzati, si sono diretti nella loro camera, dopo qualche minuto Anna mi invita ad alzarmi da terra, mi toglie le mutande, mi trascina verso la camera dei ragazzi, erano sul letto a scopare, I nostri figli Giacomo e Marisa che scopavano tranquillamente -Hai visto perché abbiamo fatto il gioco della bottiglia?-Non sono riuscito a dire una parola di condanna o approvazione. Anna mi ha spinto nella nostra camera, dove abbiamo fatto una magnifica scopata. -Da quando tempo succede questo?- -Da diverso tempo, non sapevo come dirtelo, da una parte avevo vergogna, dall’altra avevo una eccitazione addosso che mi travolgeva- -Mi avete preso in giro questa è la cosa negativa, a fin di bene ma si tratta sempre di presa in giro- -Dai Alberto vedevo che nessuno dei due aveva un ragazzo o una ragazza, credevo di essere io a spingerli invece lo facevano da tanto, rapporti completi , Marisa sempre protetta- Non c’è voluto molto a convincermi, mi sono adeguato piacevolmente. Il sistema è rimasto all’interno della nostra casa, c’è stata la liberalizzazione dei costumi, ormai
c’era poco da nascondere. Giacomo e Marisa sembravano una coppia a tutti gli effetti, si amavano come fratelli, si amavano sessualmente. In fondo anche io ed Anna avevamo un grado di affinità parentale perché figli di due cugini, mamma di Alessio e papà di Tommaso. Forse era naturale che succedesse.
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Commenti dei lettori al racconto erotico