Pensionata sodomizzata col fallo indossabile lungo 42 cm

di
genere
voyeur

Margherita è una donna molto anziana, ma di cazzo deve averne preso a chilometri. Gestiva il bar del paese ed era presente anche in notturna. Si metteva seduta scosciando e facendo vedere abbondantemente le cosce fino all'inguine. A quel tempo era una sessantenne da sballo. Di faccia non bellissima, ma aveva un fisico mozzafiato. Quelle cosce con tanto di reggicalze favolose, facevano andare fuori di testa gli astanti, che probabilmente si trattenevano al bar e consumavano per vedere le cosce di Margherita.
Una notte di anni fa, ricordo che rimasi incantato a fissargli le cosce. Lei se ne accorse e mi invitò ad avvicinarsi e a mettere le mani sulla coscia scoperta, dove finiva il reggicalze, per sentire che pelle liscia avesse.
La sensazione tattile mi fece venire la pelle d'oca. Alla fine col palmo della mano finii per massaggiare l'intera coscia scoperta, arrivando praticamente ad un centimetro dal pelo che usciva dalla mutandine di lei. Mettere le dita dentro alla vagina mi sembrò troppo ardito, ma avrei voluto farlo e immaginai di averlo fatto, correndo a casa a sparami una sega, che fu tra le migliori che mi sono sparato.
Sono venuto a sapere che molti a quel tempo avrebbero voluto farsi Margherita. Lei non lo faceva per soldi. Lo faceva per il gusto di prendere cazzi grossissimi e lunghi. Con le misure standard non ci perdeva tempo.
Io sognavo di farmela, ma quelle clausole, mi fecero desistere dall'andare a fargli la proposta di una scopata a casa mia.
Poi di tempo ne è passato non poco. Nonostante la tarda età di Margherita, lei ancora provoca scosciando. In banca ha fatto andare in tilt tutta la succursale: si è seduta comoda accavallando le cosce in modo superbo e quel che si vedeva era molto diverso da quello che si vede quando accavallano le cosce piene di tatuaggi e senza calze, le giovani. Io mi dimenticai persino che cazzo fossi andato a fare in banca, da quanto rimasi rapito da quelle cosce, facendomi ancora accorgere da Margherita, che la stavo guardando dentro le cosce, come se avessi un telescopio.
Lei ha aspettato che uscissi dalla banca, per dirmi: vuoi ancora toccare la coscia, per sentire come è liscia? Io ho risposto: magari!
Lei: vengo io a casa tua. dimmi quando. iO: PURE PRIMA DI SUBITO.
Lei: tra un po' ti raggiungo. Ti faccio uno squillo sul cellulare prima di salire.
Io sono andato a casa arrapatissimo. Il cellulare ha squillato quasi subito e ho risposto istantaneamente. Mandando a fare in culo con estrema volgarità la operatrice telefonica che proponeva il cambio della luce e del gas. Il contrattempo mi ha fatto smosciolare un po' il cazzo.
Per fortuna dopo una mezz'ora è arrivata la chiamata al cellulare di Margherita.
Mi è entrata in casa sedendosi subito sul divano e mettendosi molto comoda con le cosce, come sapientemente sa fare lei.
Lo scorcio delle cosce fino all'inguine, mi ha fatto tornare il cazzo duro.
Che veduta incantevole! Cosce ben tornite è dire poco. Cosce da sballo, da sega,
per dirla tutta.
Lei che lo sa di avere cosce da sega, mi ha invitato a farmi una sega, se mi avesse fatto piacere. Io stavo andando a toccarle una coscia, come tanti anni fa, ma lei ha precisato che dovevo accontentarmi di farmi la sega, appena si è avveduta del movimento del braccio verso di lei.
Lei è rimasta ferma, come in posa per un quadro di pittura.
Questo mi ha permesso di concentrami bene su quanto stavo osservando e l'eiaculazione
è stata rapida, anzichè no. Lei ha visto zampillare la sborra copiosamente e si è mostrata compiaciutissima, dall'espressione del volto, che ha fatto.
Le ho confessato che averi voluto che ci fosse lei con la bocca a prendere la sborrata in quel momento Lei: perchè non me lo hai chiesto, se ti sarebbe piaciuto?
Mi sono sentito un deficiente. Subito le ho risposto: se te lo chiedo ora?
Lei: ora è troppo tardi, credo. Riesci a sborrare 2 volte di seguito, alla tua età?
Io: con te davanti, credo proprio di si.
Lei: eh! Che sarò mai? Ormai ce ne ho di primavere eh!
Io: Margherita sei un miliardo di volte più arrapante tu, di quelle che di primavere ne
hanno poche. Sei un pezzo di sorca da sballo, Margherita.
Lei compiaciuta: mi fa piacere, grazie. Me ne accorgo che molti giovani e anche giovanissimi, mi scoperebbero.
Io: compreso me, che non sono più giovane però. Margherita, che devo fare per farmi una selvaggia scopata con te?
Leì: senti, la prossima volta vediamo quello che si può fare. Ora devo andare.
Io: mi chiami tu o ti chiamo io?
Lei: chiama tu, poi ti richiamo io quando sono sotto casa tua.
Io: guarda che ti chiamo molto, molto, molto presto.
Lei: se ti va pure stasera. Intorno alla 20,00 ho fatto il numero di Margherita.
Lei: esco tra 2 ore da casa. Ti chiamo sotto casa tua.
Alle 22,00 guardavo il mio uccello, non più a tiro e mi sono detto: che cazzo ci metto dentro quella vagina che sarà come un pozzo senza fondo?
Intorno alle 23,00 è arrivata la chiamata. Margherita si è scusata per il ritardo.
Seduta di nuovo sul divano a cosce in mostra.
Prima che io prendessi una qualche iniziativa, ma non sapevo quale cazzo prendere, se non fiondarmi a succhiarle le tette, ancora sode, forse, Margherita ha tirato fuori dal suo
borsone, più capiente della borsa che portava di mattina, qualcosa di impressionate.
Un fallo indossabile di dimensioni preoccupanti. Se avesse voluto metterlo in culo a me.
Diametro sui 6 cm. Lunghezza dichiarata da Margherita 42 cm.
Io subito: Margherita come pensi di farti entrare in vagina una cosa del genere?
Lei: chi ti ha detto che mi deve entrare in vagina. C'è pure il 2° canale, non lo sai?
Io: rasserenato che il gigantesco fallo fosse per l'intestino di Margerita e che non dovessi far niente col mio cazzo svuotato dalla mattina, l'ho messa sull'erotico, dicendo a Margherita che il programmino mi fa andare in brodo di giuggiole e che ho sempre sognato di immaginarmi lei con un super cazzo dentro da dietro.
Lei subito: no caro, da dietro no. Adesso ti faccio vedere come.
Io ho capito che se lo sarebbe fatto infilare quel tubo, stando a pancia in avanti, alzando le cosce e favorendo lo sfintere anale.
Quando si è distesa sul letto, intelligentemente senza spogluiarsi, rimanendo con le calze e reggicalze e slacciando semplicemente il body, non sfilando mutande con quel gesto poco erotico, mi sono fiondato sulle sue tette, che erano sode e come. 2 capezzoli grossi eretti e rossi. Me li sono ciucciati voracemente, passando da uno all'altro. La cosa l'ha fatta gemere di piacere in modo gutturale, che mi ha mandato in visibilio.
Il cazzone lunghissimo me lo ero indossato con tutti i lacci e controlacci. Con all'interno il mio di cazzo. Non proprio eretto. Anzi.
E' entrata in azione MARGHERITA facendosi un clistierino di lubrificante e ungendosi il buchino (mica tanto buchino) con la vaselina spremuta da un tubetto di luan.
Con le dita si è dilatata e poi ha introdotto un cazzo finto di dimensioni normali per aprirsi gradatamente. Ha fatto tutto lei. Si è fatta entrare la cappella del fallo mostruoso e poi mi ha chiesto di mandarglielo su gradatamente. Pochi centimetri per volta.
Entrata la metà dei 42 cm, ha cominciato a farsi tesa in faccia, chiedendomi di farle sentire il su è giù del cazzo entratole, senza spingere oltre.
La stantuffata la faceva gemere molto, molto, moltissimo più della succhiata di capezzoli.
Una musica per le mie orecchie inimmaginabile.
Mi è venuta voglia di baciarla in bocca. Lei: era ora, pensavo che non ti piacesse farmelo.
Al che l'ho penetrata con la lingua fino dove potevo arrivare, mozzando coì l'uscita dei suoi gemiti.
Mentre lo facevo le mandavo su il fallo da intestino. Il fatto che la baciassi non la faceva lamentare della penetrazione estrema. Dopo pochi baci profondissimi i 42 cm erano andati su tutti. Spingevo, ma mi toccavano le palle sulla pelle delle sue natiche.
Non ho idea se più centimetri le sarebbero ancora entrati in intestino, ma dalle smorfie che
le vedevo fare quando spingevo viepiù, credo che 42 cm fossero il limite.
DATO CHE NON DOVEVO MANTENERE UN CAZZO DRITTO, MA SOLO SPINGERE SU UN FALLO FINTO, CHE NON POTEVA DIVENTARE MAI FLACCIDO, ci ho dato dentro per tutta la notte, gustandomi i baci di lei veramente audaci e sensualissimi e i suoi gemiti gutturali di gusto estremo.
Alla fine ho sentito un getto liquido uscire dalla sua vagina e lei che ha urlato.
Poi ha detto basta e me lo ha fatto sfilare il fallo finto. A me è sembrato interminabile quello sfilarglielo. Sembrava irreale che venisse via dal suo intestino, tutta quella roba morbida, ma dura più di un cazzo vero, che l'avesse stantuffata per quelle 2 ore e mezza.
Ovviamente nessun cazzo vero l'avrebbe potuta stantuffare per 2 ore e mezza e nessun cazzo vero poteva essere lungo 42 centimetri. Czzi di quel diametro, ce ne sono, a detta di Margherita medesima.
Infatti è stata fino alla mattina, dopo essersi lavata in bagno e riassettata, a raccontare le sue scopate - inculate della sua vita sexi.
Si è capito che la vagina la voleva sentire piena e devastata di colpi impietosi, che la facessero strillare dal dolore, altrimenti per lei era una perdita di tempo scopare.
Mi ha confessato che c'è stato un anale soffertissimo, con un superdotato in diametro, che l'ha fatta piangere dal dolore e versare lacrime. Poi lei si è ritrovata sanguinante da dietro. Raccontandomelo, forse per farmi arrapare, ha riferito perticolari scabrosi: - mi sentivo sbudellata, il dolore atroce, che sono svenuta, appena mi ha penetrato e poi sono rinvenuta subito per il dolore che ho sentito poi.
Prima che facessi la domanda stupida, anzi idiota, se il sentire tanto dolore, le fosse sgradito, è stata lei a dirmi cosi: il piacere del sesso è totale, quando c'è anche il dolore.
Poi mi ha confessato che da quando ha scoperto il fallo finto da 42 cm, lei gode come una pazza, senza correre il rischio dello sfondamento.
Una volta entrato il più del dolore è passato. Dolore da svenimento è quando entra nello sfintere, se non è stato dilatato come preparazione.
Poi si tratta di mandarlo su piano piano. Alla fine entra tutto senza sfondare niente, perchè l'intestino sigma e colon discendente è bello lungo e va su benissimo se si sta a pancia in avanti e con le cosce ben tese in avanti.
Il su e giù dentro all'intestino del fallo grosso dà alla donna una sensazione di pienezza piacevolissima e se c'è stato tanto dolore nella penetrazione iniziale, si è liberata tanta di quella endorfina, che arriva un orgasmo da svenimento. Parole arrapanti di Margherita.
Questo servizietto Margherita se lo faceva fare a casa sua dai trans, che comunque per soddisfarla appieno con l'anale profondo, si mettevano il suo fallo da 42 cm.
Ha detto che i maschi non riescono a soddisfarla, perchè non sanno farlo entrare lentamente e soprattutto non la baciano in bocca.
Essere sbudellata come una maiala non mi piace, ha detto Margherita.
Per l'inculata soddisfacente ci vogliono ore di stantuffamento e prima di metterlo su tutto,
ci vuole l'attenzione del succhiamento dei capezzoli, che i trans sanno fare e gli uomini cafoni, no.
Quindi io non sono stato cafone, ho chiesto a Margherita.
No, tu non sei cafone. Mi ricordo ancora quando anni fa mi sfiorasti la coscia con leggerezza senza essere volgare. Poi io ti piaccio mentre gli altri mi stantuffano senza nemmeno guardare come sono fatta e se ho le calze e il reggicalze, nemmeno ci fanno caso.
Io: cazzo se mi piaci Maddalena. Ti leccherei tutta. Ti scoperei ore e ore, senza
fermarmi mai. Pure dopo aver sborrato, continuerei a leccarti tutta.
La mattina Margherita se ne è tornata a casa sfinita, ma appagata appieno.
Prima di uscire si è sollevata la gonna, facendomi vedere le cosce fino oltre il reggicalze, e ha visto che io ho strabuzzato gli occhi.
Si è seduta sul divano con me a fianco e mi ha fatto un poderoso pompino. Era proprio quello che ci voleva. Altrimenti mi sarei sparato una sega da solo. Pensando di sborrare in bocca alla signora della ferramenta tale Rossana. Non di primo pelo, pure lei.
Margherita ha fatto in modo che sborrando nella sua di bocca, pensassi a lei, facendomi vedere le zinne sode mentre sborravo a getto ritmico con le sue succhiate.
Questo si che è secco, ma femmine come Margherita si contano con le cinque dita della mano, prendendo tutta italia.


scritto il
2024-09-02
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