Matrimonio al sud
di
BostonG
genere
trio
Quando il mio collega Giovanni mi ha invitato al suo matrimonio in Puglia, non ne sono stato per nulla contento. Avevo già immaginato uno di quegli eventi caotici che generalmente non mi entusiasmano. Il viaggio, però, era la cosa che più di ogni altra mi scoraggiava, 700km per una festa mi sembravano veramente eccessivi. Quando ne parlai con Martina la sua reazione fu esattamente il contrario della mia: “Un matrimonio in una masseria? Con il mare vicino? Dobbiamo assolutamente andarci,” aveva detto sognando già il viaggio. “Finalmente una scusa per fare un qualche giorno di vacanza.”
Mi lasciai convincere perché, effettivamente, un evento un po’ diverso dal solito, in un periodo dell’anno abbastanza gradevole per viaggiare, sarebbe stata una bella occasione per staccare un po’ la spina dalla routine. Per ovviare al problema dei chilometri, decidemmo di viaggiare in alta velocità fino a Napoli e lì noleggiare un’auto con cui raggiungere la Puglia.
Il giorno del matrimonio, la masseria era splendida, immersa tra ulivi secolari e con una vista mozzafiato sul mare. Martina indossava un abito verde smeraldo, con uno spacco che lasciava intravedere le sue gambe perfette. Il suo culo era accentuato dai tacchi, anche se non troppo alti, e ogni volta che si muoveva, sentivo gli sguardi degli altri uomini posarsi su di lei.
Avevamo già bevuto un paio di cocktail di benvenuto, gli ospiti erano già immersi nella festa, e si respirava quella tipica accoglienza calorosa del sud. Agli invitati venivamo presentati da Giovanni come ‘quelli del nord’.
“Stai facendo colpo,” sussurrai a Martina, posandole una mano sulla schiena mentre un cameriere ci accompagnava al tavolo.
“Vediamo se riesco a fare di più,” rispose, lanciandomi uno sguardo che prometteva guai.
Seduti al nostro tavolo, c’erano già altri invitati, tutti amici ed amiche pugliesi di Giovanni. Tra questi, un ragazzo di nome Michele, con un accento marcatamente Pugliese, si era subito mostrato cordiale e accogliente con noi, e Martina sembrava apprezzare molto la sua compagnia. Il vino scorreva a fiumi e Michele non perdeva occasione per riempire il suo bicchiere, e quello degli altri, appena questi risultavano vuoti. Ogni tanto Martina, completamente a suo agio con tutti gli altri presenti al tavolo, mi guardava di sfuggita, cercando il mio consenso. Sapevo che mi stava chiedendo se poteva spingersi un po’ oltre, quindi le feci un cenno appena percettibile, e lei sorrise.
Martina si alzò per andare al tavolo del buffet e Michele era già lì, intento a servire del vino. La osservai mentre si avvicinava con passo lento, facendo ondeggiare leggermente i fianchi. Si fermò accanto a lui, prendendo un bicchiere e gli chiese con un sorriso malizioso sulla faccia: “Qual è il dolce più buono?” Michele sorrise e rispose “direi il cannolo, ma potrei sbagliarmi.”
“Allora me lo consigli?” rispose Martina, lasciando che le sue dita sfiorassero per un attimo quelle di Michele mentre prendeva il piattino.
Da dove ero seduto, potevo vedere chiaramente il modo in cui Michele la guardava. C’era una curiosità evidente nei suoi occhi. Martina tornò al tavolo con il piattino in mano, posandolo davanti a me con un’espressione compiaciuta sul volto.
“Ti ha guardata il culo da quando sei partita dal buffet fino a quando sei arrivata al tavolo” dissi a Martina.
“Ormai la preda è già in trappola!” rispose ridendo, complice anche il vino che ormai inebriava i pensieri di tutti gli invitati presenti al nostro tavolo.
Durante il ballo, Martina trovò un pretesto per coinvolgere Michele. “Balli?” gli chiese, interrompendo una conversazione che aveva con un altro invitato seduto al nostro tavolo.
“Non sono molto bravo,” rispose lui.
“Non importa,” disse Martina, prendendolo per mano e conducendolo verso la pista.
Restai al tavolo, osservandoli a distanza. Iniziavo a sentire il mio cazzo gonfiarsi nei pantaloni, Martina si muoveva con una grazia naturale, mantenendo sempre quel sottile equilibrio tra sensualità e discrezione. Ogni tanto si girava verso di me, come per assicurarsi che stessi ancora osservando. Michele, nel frattempo, sembrava completamente rapito, i suoi movimenti rigidi tradivano il suo tentativo di mantenere il controllo.
Vidi a un certo punto che Martina e Michele smisero di ballare, ed entrambi, facendosi spazio tra la folla in pista, si allontanarono in direzione opposta al tavolo. Quando scomparvero del tutto dalla mia vista andai nel panico, rividi in un attimo passare davanti ai miei occhi quello che accadde con Marco (per chi non sa di cosa parlo invito a leggere il mio racconto “Il gioco dei desideri”). Scattai in piedi in modo impulsivo, con lo sguardo cercavo Martina ma senza successo. Uscii fuori dal locale, pensando ‘magari sono usciti a fumare’, ma niente. A quel punto fui quasi certo di sapere dove trovarli.
A passo svelto mi affrettai verso i bagni, entrai in quello degli uomini e tutti sembravano occupati. Avvicinando l’orecchio alle porte, da una di queste, sentivo provenire un leggerissimo rumore di soffocamento, capii subito che si trattava di Martina. Bussai piano alla porta e con voce bassa dissi: “apri sono Luca”. Quando aprirono la porta la scena che si presento ai miei occhi mi lasciò senza fiato, mi si gelò il sangue nelle vene, ma allo stesso tempo mi fece arrappare come non mai.
Martina era seduta sul bagno e a pochi centimetri dalla sua faccia aveva il grosso cazzo di Michele, che quando mi vide sobbalzò preoccupato.
“Tranquillo!” esclamò Martina, rivolgendosi a Michele continuando a tenere con la mano destra il suo cazzo. “Luca sa tutto, adesso entra con noi e si unisce, vero amore?!”.
Ero spiazzato, paralizzato, ma allo stesso tempo eccitato come non mai.
Con Martina avevamo deciso di non spingerci più oltre le provocazioni con gli altri, ma questa volta Martina, non solo stava scopando un perfetto sconosciuto davanti ai miei occhi, ma voleva addirittura che partecipassi alla trombata.
Martina allungò la sua mano sinistra e sensualmente mi tirò verso di sé aggrappandosi alla giacca. Chiusi la porta alle nostre e spalle e mi trovai in piedi, di fianco a Michele, con Martina seduta al centro tra noi due intenta a succhiare il cazzo ad entrambi. Io e Michele eravamo più imbarazzati di Martina, che al contrario, sembrava completamente a suo agio in quella situazione. Si spostava con la bocca da un cazzo all’altro con estrema calma e delicatezza, affondando le sue labbra calde sui membri eretti di entrambi.
L’eccitazione in breve prese il sopravvento, fece dimenticare a Michele l’imbarazzo al punto che afferrò Martina per la testa e con forza inizio a infilarle in cazzo in gola con estrema foga. Anche in quel momento sentii un brivido attraversarmi la schiena, ma la situazione era ormai nel pieno dell’ecstasy per tutti, e pensai che bisognava godersi il momento. Spostai la testa di Martina dal cazzo di Michele, la sollevai dal bagno e con forza la girai di spalle sollevandole il vestito. La sua figa era fradicia, le dita scivolavano dentro uscendone completamente bagnate. Le diedi uno schiaffo sul culo e infilai il cazzo nella sua figa facendole perdere l’equilibrio poiché si trovava in una posizione scomoda. Michele, nel frattempo, si stava segando e con l’altra mano cercava di tirare fuori le tette di Martina che al momento erano ancora nascoste dall’abito. Dopo un po’ Michele mi guardava, aspettava il suo turno impaziente, ma sembrava gli mancasse il coraggio di chiedermi di spostarmi. Mi stavo divertendo nel vederlo soffrire in attesa, ma poi gli feci spazio e lui iniziò a scopare Martina con ancora più foga di me. Martina soffocava le urla tenendosi una mano sulla bocca, facendo di tutto per non gridare dal piacere, sembrava in trance, stava godendo come non mai.
Fu proprio in quel momento che Michele ebbe un sussulto, si girò verso il muro per non sporcare il vestito di Martina, ed ebbe un orgasmo che gli fece provare diversi brividi. Io continuavo a scopare Martina che, vedendo Michele sborrare, ebbe un orgasmo mentre io continuavo a penetrarla fino a che non inondai la sua figa.
Uscimmo dal bagno tutti e tre con le gambe che facevano fatica a tenerci su. Tornammo in sala e continuammo a festeggiare e a bere fino a fine serata.
Mi lasciai convincere perché, effettivamente, un evento un po’ diverso dal solito, in un periodo dell’anno abbastanza gradevole per viaggiare, sarebbe stata una bella occasione per staccare un po’ la spina dalla routine. Per ovviare al problema dei chilometri, decidemmo di viaggiare in alta velocità fino a Napoli e lì noleggiare un’auto con cui raggiungere la Puglia.
Il giorno del matrimonio, la masseria era splendida, immersa tra ulivi secolari e con una vista mozzafiato sul mare. Martina indossava un abito verde smeraldo, con uno spacco che lasciava intravedere le sue gambe perfette. Il suo culo era accentuato dai tacchi, anche se non troppo alti, e ogni volta che si muoveva, sentivo gli sguardi degli altri uomini posarsi su di lei.
Avevamo già bevuto un paio di cocktail di benvenuto, gli ospiti erano già immersi nella festa, e si respirava quella tipica accoglienza calorosa del sud. Agli invitati venivamo presentati da Giovanni come ‘quelli del nord’.
“Stai facendo colpo,” sussurrai a Martina, posandole una mano sulla schiena mentre un cameriere ci accompagnava al tavolo.
“Vediamo se riesco a fare di più,” rispose, lanciandomi uno sguardo che prometteva guai.
Seduti al nostro tavolo, c’erano già altri invitati, tutti amici ed amiche pugliesi di Giovanni. Tra questi, un ragazzo di nome Michele, con un accento marcatamente Pugliese, si era subito mostrato cordiale e accogliente con noi, e Martina sembrava apprezzare molto la sua compagnia. Il vino scorreva a fiumi e Michele non perdeva occasione per riempire il suo bicchiere, e quello degli altri, appena questi risultavano vuoti. Ogni tanto Martina, completamente a suo agio con tutti gli altri presenti al tavolo, mi guardava di sfuggita, cercando il mio consenso. Sapevo che mi stava chiedendo se poteva spingersi un po’ oltre, quindi le feci un cenno appena percettibile, e lei sorrise.
Martina si alzò per andare al tavolo del buffet e Michele era già lì, intento a servire del vino. La osservai mentre si avvicinava con passo lento, facendo ondeggiare leggermente i fianchi. Si fermò accanto a lui, prendendo un bicchiere e gli chiese con un sorriso malizioso sulla faccia: “Qual è il dolce più buono?” Michele sorrise e rispose “direi il cannolo, ma potrei sbagliarmi.”
“Allora me lo consigli?” rispose Martina, lasciando che le sue dita sfiorassero per un attimo quelle di Michele mentre prendeva il piattino.
Da dove ero seduto, potevo vedere chiaramente il modo in cui Michele la guardava. C’era una curiosità evidente nei suoi occhi. Martina tornò al tavolo con il piattino in mano, posandolo davanti a me con un’espressione compiaciuta sul volto.
“Ti ha guardata il culo da quando sei partita dal buffet fino a quando sei arrivata al tavolo” dissi a Martina.
“Ormai la preda è già in trappola!” rispose ridendo, complice anche il vino che ormai inebriava i pensieri di tutti gli invitati presenti al nostro tavolo.
Durante il ballo, Martina trovò un pretesto per coinvolgere Michele. “Balli?” gli chiese, interrompendo una conversazione che aveva con un altro invitato seduto al nostro tavolo.
“Non sono molto bravo,” rispose lui.
“Non importa,” disse Martina, prendendolo per mano e conducendolo verso la pista.
Restai al tavolo, osservandoli a distanza. Iniziavo a sentire il mio cazzo gonfiarsi nei pantaloni, Martina si muoveva con una grazia naturale, mantenendo sempre quel sottile equilibrio tra sensualità e discrezione. Ogni tanto si girava verso di me, come per assicurarsi che stessi ancora osservando. Michele, nel frattempo, sembrava completamente rapito, i suoi movimenti rigidi tradivano il suo tentativo di mantenere il controllo.
Vidi a un certo punto che Martina e Michele smisero di ballare, ed entrambi, facendosi spazio tra la folla in pista, si allontanarono in direzione opposta al tavolo. Quando scomparvero del tutto dalla mia vista andai nel panico, rividi in un attimo passare davanti ai miei occhi quello che accadde con Marco (per chi non sa di cosa parlo invito a leggere il mio racconto “Il gioco dei desideri”). Scattai in piedi in modo impulsivo, con lo sguardo cercavo Martina ma senza successo. Uscii fuori dal locale, pensando ‘magari sono usciti a fumare’, ma niente. A quel punto fui quasi certo di sapere dove trovarli.
A passo svelto mi affrettai verso i bagni, entrai in quello degli uomini e tutti sembravano occupati. Avvicinando l’orecchio alle porte, da una di queste, sentivo provenire un leggerissimo rumore di soffocamento, capii subito che si trattava di Martina. Bussai piano alla porta e con voce bassa dissi: “apri sono Luca”. Quando aprirono la porta la scena che si presento ai miei occhi mi lasciò senza fiato, mi si gelò il sangue nelle vene, ma allo stesso tempo mi fece arrappare come non mai.
Martina era seduta sul bagno e a pochi centimetri dalla sua faccia aveva il grosso cazzo di Michele, che quando mi vide sobbalzò preoccupato.
“Tranquillo!” esclamò Martina, rivolgendosi a Michele continuando a tenere con la mano destra il suo cazzo. “Luca sa tutto, adesso entra con noi e si unisce, vero amore?!”.
Ero spiazzato, paralizzato, ma allo stesso tempo eccitato come non mai.
Con Martina avevamo deciso di non spingerci più oltre le provocazioni con gli altri, ma questa volta Martina, non solo stava scopando un perfetto sconosciuto davanti ai miei occhi, ma voleva addirittura che partecipassi alla trombata.
Martina allungò la sua mano sinistra e sensualmente mi tirò verso di sé aggrappandosi alla giacca. Chiusi la porta alle nostre e spalle e mi trovai in piedi, di fianco a Michele, con Martina seduta al centro tra noi due intenta a succhiare il cazzo ad entrambi. Io e Michele eravamo più imbarazzati di Martina, che al contrario, sembrava completamente a suo agio in quella situazione. Si spostava con la bocca da un cazzo all’altro con estrema calma e delicatezza, affondando le sue labbra calde sui membri eretti di entrambi.
L’eccitazione in breve prese il sopravvento, fece dimenticare a Michele l’imbarazzo al punto che afferrò Martina per la testa e con forza inizio a infilarle in cazzo in gola con estrema foga. Anche in quel momento sentii un brivido attraversarmi la schiena, ma la situazione era ormai nel pieno dell’ecstasy per tutti, e pensai che bisognava godersi il momento. Spostai la testa di Martina dal cazzo di Michele, la sollevai dal bagno e con forza la girai di spalle sollevandole il vestito. La sua figa era fradicia, le dita scivolavano dentro uscendone completamente bagnate. Le diedi uno schiaffo sul culo e infilai il cazzo nella sua figa facendole perdere l’equilibrio poiché si trovava in una posizione scomoda. Michele, nel frattempo, si stava segando e con l’altra mano cercava di tirare fuori le tette di Martina che al momento erano ancora nascoste dall’abito. Dopo un po’ Michele mi guardava, aspettava il suo turno impaziente, ma sembrava gli mancasse il coraggio di chiedermi di spostarmi. Mi stavo divertendo nel vederlo soffrire in attesa, ma poi gli feci spazio e lui iniziò a scopare Martina con ancora più foga di me. Martina soffocava le urla tenendosi una mano sulla bocca, facendo di tutto per non gridare dal piacere, sembrava in trance, stava godendo come non mai.
Fu proprio in quel momento che Michele ebbe un sussulto, si girò verso il muro per non sporcare il vestito di Martina, ed ebbe un orgasmo che gli fece provare diversi brividi. Io continuavo a scopare Martina che, vedendo Michele sborrare, ebbe un orgasmo mentre io continuavo a penetrarla fino a che non inondai la sua figa.
Uscimmo dal bagno tutti e tre con le gambe che facevano fatica a tenerci su. Tornammo in sala e continuammo a festeggiare e a bere fino a fine serata.
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