Mio cugino Giacomo

di
genere
etero

Buongiorno a tutti specialmente a chi avrà il piacere di leggermi, sono Michela Notassimo, nome vero e anche il cognome solo che spesso mi piace risolvere anagrammi....
Sono, ad oggi, una signora di 50 anni, felicemente sposata da 10 anni, con Marco mio coetaneo, vecchio collega del mio primo lavoro, che ho ritrovato dopo diversi anni; da poco abbiamo festeggiato l'anniversario che è anche la data del compleanno della nostra bimba di 8 anni : Elisa.

Sono una persona abbastanza aperta, di cose ne ho fatte e viste prima di conoscere Marco, lui sa quasi tutto a parte alcune cose, se apprezzerete i miei scritti, sicuramente vi racconterò, meglio di me e delle mie avventure.

Oggi vi voglio raccontare la storia di mio cugino Giacomo: la storia di base è vera a parte alcune cose che eviterò di raccontare , situazioni supportate da messaggi sul cellulare di mio cugino, oppure lettere, telefonate con me presente e altro ancora. Alcune esperienze vissute insieme a lui, saranno occasione per raccontare, anche, cose di me.

Giacomo è più giovane di me di 5 anni, sua madre e mio padre sono fratelli, sua madre, Anna, ora ha 75 anni, Antonio mio padre 80, sono ancora belli pimpanti grazie a Dio.
Io e Giacomo siamo due fratelli mancati, lo siamo sempre stati, molto amici, confidenti eccezionali, ci raccontavamo tutto, lui mi consigliava per quello che poteva, sui ragazzi ci ha sempre visto lungo, è sempre stato cosi ed oggi se sto con Marco è anche grazie a lui.
Mi spronò: disse vai è ora che ti prendi la tua felicità e così è stato e continua ad essere tutti i giorni.
Giacomo ed io eravamo molto diversi, io ero quella per cui tutti i ragazzi si voltavano, volevano conoscermi, se eravamo insieme e mi allontanavo un attimo andavano da lui e gli chiedevano di me, molti ragazzi con cui poi lui era diventato amico lo avevano conosciuto grazie all'interesse per me.
Mio cugino non riscuoteva lo stesso successo, lui si approcciava, ma le ragazze, spesso , lo lasciavano sempre solo.
Starete pensando che approcciava solo le più carine, le più appariscenti : ma non era affatto cosi, molte di loro erano ragazze normalissime, altre erano molto formose, se vogliamo essere gentili, altre incredibilmente magre.
Mi ricordo che, incredula, di alcune le dissi:
" Giacomo ma come fa a piacerti? Ma veramente?" In fondo lo capivo era appena maggiorenne anni, tutte le ragazze stavano alcuni minuti con lui, poi se andavano. Giacomo era, nel pieno degli ormoni, vedeva i suoi amici avere la fidanzatina oppure amicizie varie, lui spesso si sentiva escluso, si sentiva brutto, di valere meno degli altri, sicuramente non aiutava la sua timidezza che spesso lo rendeva impacciato.
Avevo cercato di fargli conoscere le mie amiche, ma tutte dicevano la stessa cosa, a tutte le sembrava un vecchio: il taglio di capelli, il viso, magro carnagione chiarissima occhi scuri e un modo di camminare che ricordava mio padre; lo stesso abbigliamento, sembrava quello di un uomo sulla cinquantina piuttosto che quello di un ragazzo di diciotto anni. Le sue coetanee non lo consideravano neanche, le ragazze un po' più grandi, peggio , gli ridevano in faccia.
Mi dispiaceva molto. Volevo aiutarlo.
Cercai di consigliarlo, di cambiare look capelli vestiti, fare sport per migliorare il suo fisico e la postura da rassegnato, qualcosa gli regalavo io, ma ai tempi i nostri genitori più di tanto non potevano, io lavoravo, ma comunque la famiglia aveva bisogno del mio aiuto, più di qualche pensierino non potevo, altrimenti non sarei potuta uscire nemmeno una volta a settimana con le mie amiche.
Giacomo era triste per questo ma grazie a un paio di buoni amici, il lavoro e me, non aveva pensieri negativi.
Se state pensando che avrei potuto fargli qualche regalino per risollevargli il morale, in realtà un paio di volte ci pensai perché Giacomo non ce l'aveva piccolo, certo non enorme, confrontandolo con mio padre...
Successe una volta che si era addormentato in spiaggia, girandosi nel dormiveglia, il costume si era allentato e gli avevo visto le palle, erano belle piene e grosse.
In seguito mi era capitato di sognare di accarezzarlo in mezzo alle gambe, per cui, si, ci avevo pensato, poi riflettendo avevo lasciato perdere, poteva essere un gioco per me, invece lui si sarebbe potuto innamorare, creando grossi problemi a me e alle nostre famiglie .
In questo periodo della mia vita avevo tanti ragazzi in testa e mi piaceva essere invitata corteggiata stuzzicata e si volevo provare cose, sicuramente non mi volevo fidanzare e creare una tresca con mio cugino, nemmeno per idea.
In realtà ero stata fidanzata un paio di anni con Riccardo mio coetaneo, il problema è che ero stata una ragazzina, ora ragazza, che voleva essere notata e mi piaceva provocare i maschi, ci lasciammo perché troppo diversi, lui già pensava a cose più serie.

L'estate successiva , fine millennio , qualcosa cambiò per il diciannovenne Giacomo, le nostre famiglie decisero di andare non la solita settimana al mare ma ben quattro settimane al nord, al lago di Garda, una vacanza eccezionale. Mio padre grazie al suo nuovo datore di lavoro ottenne un notevole avanzamento di carriera , inoltre un nuovo collega, tramite amicizie , gli diede la possibilità di prendere in affitto una casa, vicino al lago, ad un prezzo veramente ridicolo. Eravamo tutti super felici, la casa era bellissima, ma quello che la rendeva perfetta era l'opportunità di un appartamento privato , addirittura con ingressi indipendenti.
Io mi sarei sistemata al 4° piano , Giacomo al 3°. I miei genitori e quelli di mio cugino avevano due camere belle grandi al 2° piano, il 1° piano, invece, era zona giorno grandissima, cucina e salone enorme, ed inoltre un esteso giardino, avremmo, sicuramente, condiviso cene e pranzi.

Arrivati, i nostri genitori, ci diedero le chiavi degli appartamenti e ci dissero
ragazzi siete grandi possiamo stare insieme a pranzo a cena, ma potete anche usare le cucine dei vostri appartamenti. Il più felice fu Giacomo per la prima volta cosi libero, ma anche io ero ben contenta , mi sarei potuta divertire senza fastidi.

Il lago di Garda era pieno di turisti stranieri Tedeschi Francesi Spagnoli Olandesi gli italiani in minoranza, Giacomo impazziva per le lingue , a parte il francese , spagnolo tedesco e inglese le capiva bene, se la cavava anche nel parlarle, durante le vacanze avrebbe avuto sicuramente la possibilità di fare conoscenze.
Già dalla prima mattina sulla spiaggia del lago, si notarono cambiamenti.
Sicuramente,prima di tutto, la sua allegria, passò da una espressione seria con zero sorrisi, ad uno sguardo con occhi vispi e sorriso smagliante, complice sicuramente il nuovo appartamento,ma non solo.
Rimasi sorpresa dall'interesse che generava Giacomo, molti turisti volevano parlare con lui, spagnoli tedeschi olandesi si misero a scambiare qualche parola, alcuni ridevano scherzavano con lui, sembrava, veramente, l'uomo del giorno.
La situazione con le ragazze non era cambiata, eppure, agli occhi delle signore più mature non passava inosservato 40enni 50enni, perfino, signore 60enni si mettevano a guardarlo, lo salutavano, alcune gli fecero l'occhiolino , molte semplicemente per curiosità, ma altre, mi sorpresero, vidi, infatti, il desiderio negli occhi di alcune donne mature.
Una signora 40 enne e una sui 50, se lo mangiarono con gli occhi, rimasi esterrefatta . Entrambe erano con il marito. Giacomo era contento ma non capivo se per il fatto di conoscere gente nuova e fare sfoggio del suo sapere, oppure perché le potessero interessare; mi fermai più di una volta, a guardagli i pantaloncini del costume, non vedevo segnali di felicità, mi aspettavo di intravedere un qualcosa in movimento , nulla , optai per il fatto che era contento per le nuove conoscenze.

La signora 40enne si complimentò con Giacomo per il suo tedesco e poi cominciò a parlare in Italiano, lo parlava bene ovviamente mantenendo il suo accento, lei volle presentarsi, si chiamava Karen era professoressa di Italiano e Tedesco, suo marito, steso a prendere il sole era italiano di origine siciliane avevano 1 figlia Klizia di 8 anni che giocava li accanto con un amichetta.
Karen insegnava 6 mesi all'anno in Germania in una scuola privata gli altri 6 mesi veniva in italia dove aveva una scuola di lingue che gestiva con altre due socie una spagnola e una francese.
Il marito lavorava 3 giorni a settimana come consulente e si spostava tra Germania e Francia, gli altri giorni lavorava presso due piccole aziende artigiane vicino al lago. Raccontava di aver lavorato un sacco nella vita ed ora preferiva dedicarsi alla famiglia, mantenendo comunque un buon livello economico.
Poco dopo aver iniziato a scambiare qualche parola vidi Giacomo togliersi il cappellino che portava sempre, passarselo fra le mani e tenerlo davanti ai pantaloncini e capì che Karen gli generava pensieri, pensieri che continuarono quando lui si mise a gambe un po' piu aperte, per stare piu comodo come se qualcosa lo infastidiva; ero contenta e se c'era una minima possibilità che succedesse qualcosa lo avrei aiutato a compiere i suoi desideri e mi sarei fatta aiutare con i miei.
Karen aveva 39 anni alta più di Giacomo, forse 1,80 lei, un 10 cm più di lui, aveva un seno grande più del mio( terza abbondante ), scopri successivamente una quinta , gambe tornite con un po' di cellulite, gambe non eccessivamente muscolose, era stata sicuramente una sportiva, culo leggermente basso , belle spalle con braccia cicciotte ma non flaccide , viso dolce ed espressivo occhi celesti molto chiaro, capelli lunghi biondissimi legati con un fermaglio con un fiore, aveva una bella abbronzatura, era una bella donna .
Aveva un costume grigio scuro intero con striscie bianche che partivano dalle spalle e concludevano sull'inguine frontalmente e dietro sul sedere, costume sgambato copriva a malapena l'inguine e il culo, sicuramente si depilava completamente . Si intravedeva un po di pancia, da buona tedesca amava, pensavo, la birra, era formosa sicuramente non grassa, lineamenti dolci , che trasmetteva anche, un senso, di forte femminilità e il desiderio di farsi piacere dagli uomini. Il mio pensiero sfiorò l'idea della cappella di Giacomo, sicuramente si sarebbe ingrossata....
Karen portava un trucco leggero, portava un bell'anello al dito, smalto rosso a mani e piedi. Si mani e piedi erano molto molto curati e le davano un tocco sensuale, la invidiai a me non piacevano i miei, i ragazzi mi guardavano per altre qualità .
Karen si alzò per salutarci , le strisce del costume trasparenti lasciarono intravedere capezzoli e grandi aureole, inoltre essendo molto aderente le natiche, bianche, rimasero in bella vista, Giacomo ebbe un momento di crisi , sussultò si strinse il cappellino sulla patta del boxer costume , divenne rosso in viso. Aspettai un attimo e gli mollai una gomitata, leggera, sullo stomaco per distrarlo , il gesto sembrò uno scherzo, Karen rise ,io capì che lei lo stava provocando intenzionalmente. Dovevo parlare con lui.
Li accanto il marito prendeva il sole controllando la piccola Klizia, Umberto di 50 anni ancora più basso di Giacomo un 1,65 circa corporatura forte,un po di pancia, certamente più della moglie, gambe forti e braccia muscolose,scoprii che, in passato si era allenato molto e veniva da una famiglia di contadini.
Manteneva un buon fisico era molto abbronzato perchè 1 volta a settimana si dedicava a lavori di giardinaggio. Indossava un costume slip nero che sarebbe stato meglio evitare, gli davano l'aspetto di uno con una pancia bella grossa, poi mi resi conto che aveva un membro interessante, me ne resi conto in un'altra occasione in uno dei giorni a seguire quando si stava facendo un bagno in mare....... mi ricordò le lattine di birra che collezionava Giacomo in camera sua, frutto di viaggi esteri di amici vari.
Umberto non mi piaceva ma il suo pisello si, era più largo di 4 mie dita, lui era vecchio ma avrei voluto provare a tenere quella specie di paletto in mano, senza farlo eccitare tenerlo in mano e guardare la faccia che avrebbe fatto.
Karen promise a Giacomo che lo avrebbe invitato a casa sua per continuare la pratica di Tedesco e invitò anche me per la mattinata di due giorni dopo. Il marito sarebbe partito e lei in mattinata sarebbe rimasta sola con la bambina, ecco, pensai ora mi tocca fare la babysitter a costo zero ma questo non successe.
Erano ormai le sette di sera e alle nove e 30 avremmo cenato tutti insieme, ci incamminammo verso casa per prendercela comoda e fare la doccia senza fretta.
Lungo la strada i bollenti spiriti di Giacomo si rilassarono, io lo prendevo in giro : è ancora duro?
Lui si faceva rosso e ripeteva smettila Michela, gli passai la mano sul pantaloncino e dissi :” è ancora un po' allegro!!” e lui ancora più rosso alla fine ammise che Karen lo eccitava e glielo aveva fatto diventare molto duro quando si era alzata per salutarci, aveva capito che le tette gli piacevano grosse, a quel punto non mi trattenni e gli mostrai la parte più porca di me stessa :” senti Giacomo secondo me è tempo che il tuo pisellino schizzi, dissi pisellino per farlo arrabbiare- e ti dirò che il marito è brutto ma voglio tenergli il cazzo in mano.” Giacomo riprese il cappellino in mano e se lo rimise sulla patta mi avvicinai e gli sussurrai “ Si sta ingrossando? Ti viene duro a pensarci ? Ti immagini alcune volte quando il tuo pisello... schizza schizza schizza!!! ”
feci una bella risata e cambiai argomento capì che oltre si sarebbe offeso ed io gli volevo bene,
Eravamo vicini a casa quando riapparve la seconda signora, quella che gli aveva fatto l'occhiolino . Lei, sicuramente una ultracinquantenne, ci fece cenno con la mano. Era scesa dall'auto e aveva un bagagliaio pieno di roba da scaricare: la spesa settimanale. Ok decidemmo in un attimo di darle una mano.
Si presentò , Monica 54 anni, ci chiese scusa per averci, a suo dire importunati, fece i complimenti a Giacomo affermando che era molto carino e che eravamo insieme una bella coppia. All'unisono le spiegammo che aveva frainteso, lei rimase sorpresa, stranamente, male, ci chiese scusa di nuovo, noi ridemmo divertiti , confermando che succedeva molte volte. Eravamo cugini confidenti e molto molto amici, lei ci sorrise, un sorrisetto malizioso, a dire la verità, ma sinceramente ne ebbi conferma solo più tardi.
Quattro file di scale per arrivare in casa.
La signora fece un viaggio con due buste si fermò disse che era stanca, lei avrebbe preso le buste più leggere, chiese a me e a Giacomo di portare su le altre, quelle, più pesanti . Ci mise in mano 50 euro a testa e non disse nulla, accettammo senza fare storie ma mi resi conto di una cosa e dopo un po' anche Giacomo.
Monica ci guardava insistentemente, ogni tanto si leccava le dita e tornava a guardarci, a Giacomo fissava le gambe il culo e davanti sul pacco, ma Giacomo era proprio concentrato sullo sforzo e non si muoveva nulla li, con me faceva lo stesso mi guardava le gambe il culo e in mezzo alle gambe, con insistenza che non riuscivo a capire, le incrociai lo sguardo diverse volte sia sul corpo di Giacomo che sul mio. Alla fine rimanevano solo le casse d'acqua, la signora guardò
Giacomo :”sono dodici e queste dovrai portarle da solo, intanto voglio fare quattro chiacchiere con tua cugina, vi preparo un caffè” Accettammo, infatti mancavano ancora quasi 2 ore alla cena , eravamo a circa 15 minuti da casa.
Monica era una signora alta un po' rotondetta, non eccessivamente, i fianchi erano leggermente larghi il sedere importante ma non eccessivo . Il viso era tondo occhi marroni vivi che le regalavano un espressione curiosa e attenta , sicuramente completamente diversa da Karen, era cmq piacevole portava gli occhiali che la rendevano interessante, ricordavano una prof delle scuole medie, inoltre parlava scandendo bene le parole aveva una voce calda, mani piccole e curate. Seno forse una terza ma cadente, portava una t-shirt larga salmone e pantaloni neri lunghi, sandali bassi .
Monica era stata segretaria in una piccola azienda di provincia che si occupava di tessuti, io le riconobbi gusto nello scegliere il suo outfit lei mi ringraziò: era sempre stata la sua passione.
Monica venne al dunque, mi disse “ senti cara spero che capirai quello che ti dico, è una cosa un po forte ma vedendovi oggi tu e Giacomo mi sono tornati alla mente dei ricordi di gioventù.
In questa casa non sono sola c'è mio marito Mario in camera, ha 60 anni ha qualche problemino disse... Rimasi sorpresa e chiesi che tipo di problema avesse , e come io e giacomo potevamo esserle utile pensai che, comunque, era proprio un giorno strano, ma molto strano, anche se divertente.
Il problema disse Monica è che ha rotto tibia e perone al lavoro e da allora sembra essersi dimenticato di me, o meglio mi tratta benissimo come sempre, ma lo vedo depresso è li sul letto, parliamo ridiamo scherziamo fa battute ma prima dell'incidente almeno una volta, spesso due volte a settimana me lo metteva, ora comincio a impazzire,è passato un mese e io ne ho bisogno voglio il suo cazzo, non voglio tradirlo ma se continua la cosa io parto di testa .
Rimasi senza parole, no peggio mi si gelò il sangue, cosa dovevo fare io? Avrei dovuto fare qualcosa a suo marito per eccitarlo? Mi venne voglia di scappare. Poi decisi di aspettare il racconto e vedere cosa comportava il mio aiuto feci un bel respiro e rimasi calma.
La signora continuò:” l'ultima volta prima dell'incidente mi ha preso sul tavolo della cucina, è tornato dal lavoro ,mi ha strappato i vestiti, gli slip, ha fatto cadere tutti i piatti dal tavolo, ha combinato un disastro in terra fra sugo e vetro ma non gli è fregato nulla, ho goduto come una maiala, in realtà sono venuta due volte” .
“Sai non siamo più giovani come una volta ma fino a pochi giorni fa a lui gli tirava, qualche volta lo beccavo a vedere qualche sito sul pc , in fondo ero contenta perché il desiderio era vivo in lui, ora sembra 10 anni fa, aiutami.” Prese il portafoglio dalla borsa e mise altri 100 euro per me e giacomo sul tavolo. Ecco questo aspetto mi fece rivalutare la cosa, era disposta a dare qualcosa un cambio, rimasi, comunque incredibilmente sorpresa , perchè noi? “Siete di fuori porterete con voi questo piccolo segreto ed inoltre Giacomo è vergine si vede da un chilometro, sicuramente timido, ma vorrà provare, vedrai che lo farò eccitare” io di impulso dissi si lo facciamo, ma non avremmo fatto nessun tipo di sesso fra me e lui.
Monica, si mostrò molto contenta e accettò tranquilla ci avrebbe pensato lei , mi disse di avere due possibilità con suo marito, fargli vedere un buon corpo per accendere il suo desiderio oppure ingelosirlo:questo sarebbe stato il compito di Giacomo.
Giacomo aveva finito con le casse d'acqua.
La signora disse che sarebbe andata dal marito, avrebbe preparato una specie di separé cosi che io e mio cugino non ci saremmo visti tra noi, avremmo però visto, entrambi, Monica e Mario.
Parlai con Giacomo.
Rifiutò categoricamente, disse che era troppo per lui, che ero fuori di testa, che non avrebbe tirato fuori il pisello, Monica non gli piaceva per niente e neanche volendo gli si sarebbe indurito, non si sarebbe tolto nemmeno il costume, anzi nemmeno la t-shirt , era fuori discussione.
Gli rinfrescai la memoria sui cento euro, confermò che non sarebbe servito, non gli proposi niente da parte mia era fuori discussione toccai un altro tasto e suoi pensieri si alleggerirono.
Senti Giacomo impara qualcosa di nuovo, sei un vergininello, non so nemmeno se ti masturbi, secondo me non sai manco farti le seghe, cos'hai vuoi arrivare vergine al matrimonio? Per chi ti conservi?Scommetto che la signora te lo farà diventare duro, non c'è solo il fisico sai, le donne mature conoscono tanti di quei giochini che tu nemmeno immagini, hai paura di schizzare troppo presto ? Hai paura di schizzare la signora ? Lo avevo convinto, lo avevo incuriosito gli avevo messo in testa la voglia. Sinceramente non so quello che Monica si aspettava da lui, ma era tranquillo con la parola schizza lo fregavo sempre, sembrava che fosse una parola d'ordine, chissà perché pensai....
Monica ci chiamò. Entrammo in camera da letto, il marito stava guardando la TV appena ci vide la spense e chiese alla moglie:” Monica e questi chi sono?cosa è questa novità?” Lei gli rispose che era una sorpresa e non si doveva preoccupare per una volta di starsene tranquillo e aspettare, Mario rimase in silenzio senza protestare ma perplesso. L'uomo era seduto sul letto la gamba destra ingessata dal piede al ginocchio, indossava un pigiama estivo di lino color sabbia, un uomo abbronzato magro molto pelo sulle gambe quasi niente sulle braccia, Monica ci avrebbe rivelato dopo che lavorava sulle strade ed era praticamente sempre abbronzato, a lei piaceva molto questo particolare. Mario si curava, non era bello secondo i miei canoni ma a 60 anni secondo me più di qualche signora gli avrebbe fatto apprezzamenti, aveva un bel sorriso denti incredibilmente bianchi, capelli e barba fatta . Il barbiere andava a casa da lui almeno 1 volta a settimana. Erano persone che avevano lavorato e continuavano a lavorare da una vita, avevano i loro risparmi e stavano bene.
Qualche piccolo lusso se lo potevano permettere, anche me e Giacomo eravamo un piccolo lusso.
Monica aveva messo un separé in mezzo alla stanza, ci fece accomodare, Giacomo su un lato e io dall'altro potevamo guardare tutta la scena ma, come avevo chiesto, non ci vedevamo tra di noi, dissi comunque a Giacomo di avvicinarsi al telo, almeno cosi in caso di necessità avremmo potuto bisbigliare tra noi.
Monica ci presentò ci disse che ci aveva visto un attimo in spiaggia, eravamo cugini, entrambi belli ma diversi, Monica disse che io avevo un bel viso e corpo, Giacomo le ricordava un suo fidanzato di tanti anni fa, Mario ascoltava rimanendo ancora più perplesso, Monica si spogliò e rimase in mutande e reggiseno, intimo bianco normale niente pizzi o ricami particolari. Il suo seno era molto cadente si vedeva nonostante il reggiseno, le gambe mi sorpresero aveva della cellulite ma minima il sedere era grosso ma sostenuto rimasi esterrefatta, sembrava il sedere di una ballerina di danza del ventre, Mario intervenne “ Adesso cosa hai intenzione di fare?”
Lei lo mandò a quel paese e gli disse di guardare e stare zitto, per una volta non voleva chiacchiere e che aveva organizzato tutto per lui. Monica accese la stereo, mise una musica caraibica poi, incredibilmente, si mise a ballare, muoveva il culo e i fianchi da capogiro, mi domandai dove cavolo avesse imparato a muoversi cosi, era molto erotica, mi smuoveva qualcosa, stavo diventando lesbica? Pensai io di farlo per far impazzire qualche ragazzo ma non ero brava, nemmeno la metà di lei ; poi si tolse il reggiseno, il seno gli arrivava quasi all'ombelico, i capezzoli erano grandi , cavolo molto grandi, peccato, c'era una differenza sostanziale tra parte inferiore e superiore del corpo di lei. Bisbigliai a Giacomo, rispose che aveva belle gambe e un bel culo ma al momento era tutto tranquillo li sotto, disse che forse era il seno troppo cadente, però provava un misto curiosità e timidezza in quella situazione, osservare l'intimità di una coppia matura aveva su di lui un effetto strano, a me sinceramente piaceva questo gioco erotico di Monica.
La signora continuò per un po', il marito la seguiva curioso e interessato, Mario inoltre mi guardava e capivo che guardava anche in direzione di Giacomo: forse ci stava studiando.
Al momento noi due ragazzi indossavamo io pantaloncini e t-shirt e sotto il costume, Giacomo costume boxer e t-shirt , sotto il costume si era rimesso gli slip, aveva detto che lungo la strada si sentiva scomodo a stare senza mutande, vallo a capire......
Monica andò allo stereo e cambiò tipo di musica, caspita aveva organizzato tutto da un bel pezzo!!
Una musica lenta, mi ricordava quei spogliarelli della TV privata che andavano in onda molto tardi, si li guardavo per imparare ad eccitare chi mi piaceva.
Monica andò sul letto si sedette accanto al marito e gli tolse la maglietta del pigiama: magro ed abbronzato come già sapevo, gli prese la bocca e cominciò a pomiciarlo, iniziò ad accarezzargli il collo le spalle, sicuramente lei era già eccitata, poi scese giù a carezzagli i capezzoli, smise di baciarlo e scese con il viso , dove prima stava accarezzando si mise a leccare e poi a succhiare, tutto molto lento ed eccitante, Monica sapeva il fatto suo, altro da imparare per me, il marito aveva socchiuso gli occhi; cavolo esclamò a bassa voce Giacomo confermò che si gli sarebbe piaciuto provare anche se al momento non stava avendo erezione. A me invece questa situazione iniziava a piacere, mi sarebbe piaciuto farlo al posto di lei per vedere se Mario si sarebbe eccitato, magari aiutarla, lui non mi piaceva ma volevo vedere se ero brava in questa pratica, rimase fantasia del momento.
Monica mise la mano sulla patta del marito: niente, ma non fece nessuna smorfia o disse nulla si rialzò dal letto e venne verso di me, la musica continuava. Lei mi si avvicinò mi disse all'orecchio “
Michela non sarei voluta arrivare più in la ma lo voglio duro devo provare” prese la mia t-shirt e me la tolse, il mio bel seno giovane e sostenuto anche se protetto dal costume comparve agli occhi del marito che esclamo” woow“ lei non rispose, mi bisbigliò” è un porco in realtà, ma sempre lo è stato a me piace!!” Fece il giro della stanza andò da mio cugino e fece lo stesso e disse ad alta voce
bel fisico e Mario esclamò certo a 20 anni, lei fece una risatina. Tornò dal marito lo accarezzò lo pomiciò ancora un poco e poi tornò da noi, Michela perdonami devo continuare mi tolse il reggiseno e torno dal marito, inizialmente mi copri con le mani, io potevo con la mia terza sostenuta, Monica mi disse” complimenti cura il tuo corpo una volta il mio seno era come il tuo”
Il marito cominciò a succhiare i seni della moglie si prendeva un seno fra le mani e lo succhiava ma lo faceva forte, anzi lei lo incitava “ succhia queste tette maiale “ i capezzoli erano diventati ancora più grossi saranno stati due centimetri non avevo visto mai una cosa del genere, lui succhiava tanto da farli diventare rossi e faceva un rumore forte, la scena andò avanti per un po', ero eccitata un po', mi rivolsi a Giacomo: niente disse. Monica controllò il marito nulla calma piatta. Si alzò di nuovo e venne verso di me” scusami ancora ti devo togliere i pantaloncini, e devo cominciare a provocarlo di più, vedrò di aumentarvi il regalo” io pensai dove caspita vuole arrivare. Mi tolse il pantaloncino mi fece girare per far vedere il mio culo giovane e sostenuto al marito lui senza ritegno” caspita che chiappe” lei “ ti piace porco ?” lui “ in fondo avete due bei culi!! grazie rispondemmo all'unisono e Monica rise. A questo punto lasciai cadere le braccia lungo i fianchi e scopri il mio seno lui esclamò “ Hai un bel seno ma le tette di mia moglie sono meglio” Lei si girò e gli disse “ buon per te maiale” lei mi sorrise e non si fermo disse solo “ perdonami per quello che ti farò spero non ti sentirai male. La lasciai fare pensai che era una situazione incredibile e pensai al denaro che mi avrebbe regalato. Mi mise di spalle al marito e con la mano cominciò a carezzarmi il sedere prima piano poi poco dopo mi stringeva un gluteo e passava all'altro, indossavo gli slip del costume, la mia eccitazione saliva, perché sapeva farlo bene , non faceva altro stringeva un gluteo e passava all'altro, non passava oltre solo un po' uno un po' l'altro ma a me piaceva l'insieme della situazione.
Si rivolse al marito:” ti piace ?” ora ti piace anche il sedere delle donne Monica ?” Ahahaha Porco è inutile al mio posto tu non vieni!!” .
Poi lei andò oltre mi girò e cominciò a baciarmi e leccarmi il ventre” Santo cielo” esclamai ed era vero capì che finora i ragazzi con cui ero stata non avevano molta esperienza. Mi piaceva dio se mi piaceva. Monica allora mi prese le mani e se le stava portando verso i suoi seni per farsi toccare i capezzoli durissimi. Le feci capire che non volevo mi bisbigliò” perdonami è che non pensavo questa situazione potesse piacere anche a me” mi lasciò le mani . “ Monica stai esagerando!!!” Dopo queste parole lei tornò da lui. Gli disse qualcosa all'orecchio e lui si tranquillizzò lo pomiciò di nuovo gli mise la mano, questa volta dentro, i pantaloncini del pigiama e disse “ Finalmente qualcosa si muove!!” fece un grande sorriso di felicità. Poi disse a lui di girarsi pancia sotto , con lo sguardo rivolto verso di noi, cuscino sotto il viso per farlo stare comodo e gli tolse i pantaloncini, non vidi il suo membro, per me non ce lo aveva grosso, forse normale, in compenso vidi il suo culo bianco. Monica andò sul mobile della camera e prese un olio che cominciò a spargere sulla schiena del marito, la musica seguiva sensuale. Lo massaggiò, lo baciò e ogni tanto gli diceva di essere un porco,un maiale. Monica cominciò ad andarci più pesante, ce lo aveva piccolo che ormai non schizzava più che non era più l'uomo di una volta, mi senti male per lui ma ero certa che lei avesse un piano. Ad un certo punto la vidi posizionarsi con il viso sotto il sedere del marito, prese un altro cuscino e fece in modo di tenerlo rialzato, gli apri le gambe e cominciò a leccargli il culo prima i glutei, accarezzando e leccando uno e l'altro lato poi passò al buco del culo si sentiva il suono del risucchio,simile a quello di lui sui suoi capezzoloni. Lui si prese con le mani le natiche e se le allargo di più e sollevo più in alto il bacino. Caspita !! disse Giacomo. Mi disse di non essere duro per nulla ma sicuro che gli sarebbe piaciuto ricevere un trattamento simile. Risi dentro di me, ecco una cosa che piaceva a mio cugino, risi di nuovo: qualcosa che mi sarebbe potuto tornare utile in futuro.
Io non avevo mai visto questo tipo di pratica, in realtà mi faceva un po schifo ma non ero contraria a nessun tipo di gioco in una coppia sposata, anzi pensai ai miei da tanti anni insieme, quante cose avessero sperimentato nel tempo. Loro erano felici e affiatati, sicuramente qualcosa nascondevano, lo stesso pensai dei genitori di Giacomo; mia madre mi dava l'idea di essere più porca di quella di mio cugino, una volta l'avevo sognata che usciva con un mio ex ragazzo, da allora questo sogno mi rimase in testa e mi faceva riflettere, su alcuni atteggiamenti di lei.
Avrei desiderato ricevere anche io un massaggio, massaggio normale , ma finora solo grazie al regalo di compleanno di mia madre, l'estetista era stata in grado di farmi rilassare, era molto cara 80 euro per mezz'ora, non potevo permettermelo.
I ragazzi ci provavano ma per carità finora nessuno in grado di rilassarmi, figuriamoci eccitarmi, alcuni avevano provato , ma nulla di che, preferivo limonarmerli di gran lunga, avevo come un sesto senso, a parte che i brutti con me nemmeno ci provavano, ma quelli che mi beccavo erano discretamente bravi nella pratica.
Monica ritornò a controllare il pisello del marito, mmmm un po' meglio ma sono 10 minuti che ti lecco culo e palle a questo punto Mario ti faccio vedere cosa ti combino. Ed ora caspita aveva in mente ? Monica si tolse gli slip , aveva una foresta nera contenuta a fatica dall'intimo, non aveva pelo su gambe e nemmeno sulle braccia ma a livello inguinale era da terzo mondo, eppure a lei donavano qualcosa di tremendamente rude e porco, la si poteva chiamare maiala per la forza del pelo che le copriva la fica, le labbra della cicala non si vedevano, pensai che avesse peli anche sulle natiche ma nulla, era veramente tanto, eppure niente sotto le ascelle .
Inguine incredibilmente peloso e culo grande la rendevano un animale femmina interessante e stranamente selvaggia e porca, il contrasto tra viso e atteggiamenti molto femminili la rendevano eccitante a suo modo, lo dovevo riconoscere, sicuramente a Mario piaceva e non credo che a Giacomo non smuovesse qualcosa.
Oggi ci ripenso e stento ancora a crederci, non era pratica comune fare una ceretta completa all'inguine al tempo ma il 90% delle donne se li regolava, lei no, veramente tanto tanto pelo, a parte questo i slip di Monica erano a terra, una macchia nel mezzo. A me piacque vederla eccitata, credo pure a mio cugino
Monica andò spedita da Giacomo” figliolo stai fermo non fare assolutamente nulla!!
Giacomo non disse una parola. Poi mio cugino mi raccontò tutto, diventando rosso fuoco in viso. Monica gli bisbigliò all'orecchio” Giacomo ti tolgo solo i pantaloncini, rimani calmo, sembra che non sei eccitato ma andremo per gradi, mi servi per farlo incazzare solo questo, non ho altre speranze” Giacomo iniziò a sentirsi eccitato si sentiva un po' barzotto, Monica non ostante tutto aveva qualcosa che gli piaceva, forse la foresta e il culo , forse l'insieme, forse era brava con i giochini in camera .
Lei fece per tirargli giù il costume, il marito cominciò si innervosi e alzò la voce ma non si alzò dal letto rimanendo supino” Monica cosa cazzo hai in mente, troia puttana?” Monicà tiro i pantaloncini con troppa foga......credo lo fece, sopratutto, per far incazzare ancora di più il marito che a questo punto gridò “ Smettila immediatamente troia meretrice da 4 soldi!!!” Giacomo rimase nudo, impietrito dalla paura ma con il pisello barzotto al vento.
Monica a questo punto non si trattene “ Diavolo Giacomo hai i coioni pieni e questa cappella cosi grossa, che prepuzio, Dio Santo Giacomo che regalo ti ha fatto la natura, sono molto eccitata, quasi quasi te lo....”
Mario si alzò in piedi di scatto dal letto, il suo era un cazzello, sui 8 10 cm pensai, ma era duro, a differenza di quello di Giacomo . In Un secondo prese la moglie per i capelli, la strattonò , sembrava non avere nessun gesso alla gamba , lei rimase senza fiato.” Adesso mi hai stufato con questi giochetti del cazzo!” La prese e la sollevò di peso la portò sul letto, la mise alla pecorina e cominciò a scoparla da dietro e nel frattempo le diceva le peggiori cose, “ pensavo eri una zoccola ma tu batti tutti i record, ma sicuramente la tua era una famiglia piena di puttane professioniste “ la scopava rapidamente e lei ansimava di piacere lui non si fermava, si vedeva il suo membro sparire in mezzo al pelo della moglie, ogni tanto gli dava delle sonore pacche sul sedere tanto che le natiche di lei cominciavano a essere rosse. Giacomo capì che oramai la coppia si era disinteressata a loro, andiamo mi bisbigliò ci rivestimmo e andammo li dove eravamo stati accolti: la sala da pranzo.
Trovammo un bigliettino con scritto aspettate e altre cento euro a testa: ridemmo entrambi e pensammo per un momento a quello che si sarebbe potuto comprare. Giacomo si era innamorato di un paio di scarpe da tennis ed io di un vestito molto carino per una compleanno di una amica.
Mancavano tre quarti d'ora minuti alla cena, Mario e Monica stavano ancora scopando, lui le diceva di tutto e sempre peggio. Ad un certo punto Monica disse , senti brutto porco maiale vado a bere un secondo guai a te se torno ed è moscio, inventa quello che ti pare ma che non si mosci, sennò vedrai cosa faccio!! Lui rispose che meritava solo di essere sfondata come qualsiasi troia.
Si sentiva dalla stanza che lui ansimava e continuava a masturbarsi per continuare nella pratica.
Venne da noi ci ringraziò per essere stati tanto disponibili, regalò a Giacomo altri soldi, mi baciò sulle guance e disse” Michela grazie, so che non ti aspettavi questo ma grazie hai un bel corpo e sei bella, tu farai innamorare molti ragazzi lasciatelo dire, mi sono fermata ma se fosse stata mia cugina qui ti avrebbe tolto le mutande credimi, forse un giorno te la presenterò, inoltre non hai fatto una piega a parte qualche esclamazione su le nostre pratiche. Si rivolse a Giacomo. Giacomo le parole che ti ho detto vedendo il tuo pisello, preferisco usare questa invece di cazzo o pene, sono vere hai i coioni pieni, potrebbe crearti dei problemi a lungo andare, tu caro il mio piccolino non sborri, forse più di 3 mesi fa l'ultima pippa , sono una donna matura e ne capisco credimi, inoltre hai una cappella grossa , forse il fusto è più fino della stessa cappella, ti giuro che se Mario non mi avesse preso per capelli te lo avrei preso in …..... gli fece l'occhiolino. Mario è ancora duro, sono venuta due volte, vorrei vedere se riesce a farmi venire un altra volta prima di capitolare, voglio tornare da lui e godere, ci volete vedere ancora in azione? Ti piace il mio pelo Giacomo? E a te Monica il pisello di Mario ? Magari un altro giorno te lo faccio toccare” .Giacomo ammise che gli piaceva ed era vero divenne rosso in volto, io risposi che ero contenta per lei e speravo che suo marito continuasse a trattarla a dovere.
“Insomma troia quanto cazzo devo aspettare” . Mario mise fine alle chiacchiere. Lei ci salutò e ci accompagnò alla porta. Monica di scatto si girò prese Giacomo per il collo e lo baciò in bocca … con la lingua. Lui rimase un attimo bloccato incredulo, io risi sorpresa.
La vacanza stava prendendo una piega interessante, Karen e Monica, signore particolari, Giacomo ed io concordammo sul fatto che alcuni tipi di imprevisti sono piacevoli ed inoltre un po' di soldi male non facevano. Giacomo ammise che entrambe le donne gli piacevano, in modi diversi, ma si lo avevano eccitato. Bene pensai .
Arrivammo a casa. Erano tutti sulla porta ad aspettarci, forza fatevi una doccia vi aspettiamo per cena, stasera bistecche per tutti.
Andai io per prima feci il più veloce possibile avevo fame, avvisai Giacomo, lui non obiettò aveva un fumetto da finire avrebbe aspettato, terminata la doccia mi asciugai, mi pettinai mi misi un trucco leggerissimo mi vestii e in 20 minuti ero pronta. Avvisai Giacomo. Entrò in bagno e si chiuse. Tornata in camera mi resi conto di aver lasciato il cellulare . Tornai indietro bussai ma nulla, chiamai Giacomo Giacomo ma niente a quel punto misi l'orecchio alla porta e senti varii mugolii di piacere e come uno strisciare, “ porca troia si sta toccando, evidentemente non ne poteva più di resistere, ma il cellulare mi serviva e bussai più forte e alzai la voce , “ Bè Michela cosa c'è? Va bene apro apro, manco si può ca... in pace!!! Mio cugino aprì la porta di scatto stavo per prenderlo in giro di nuovo ma un tanfo incredibile mi blocco il respiro. “ Dio Santissimo Giacomo, ma cosa mangi tu? Dammi il telefono scappo” cosi feci e chiamai la mia amica, sicuro stava aspettando la mia chiamata. Erica disse che domani mattina sarebbe arrivata e anche Sonia sarebbe venuta con lei. Ed ora ? Erica, aveva la mia stessa età, conosceva Giacomo e sapeva del nostro rapporto profondo di amicizia, inoltre era una buona amica tranquilla rispettosa ma Sonia, la sorella più piccola di Erica , diciottenne, ne combinava di cotte e di crude si univa a noi ogni tanto ed era difficile da gestire, forse voleva solo attirare l'attenzione ma sarebbe stato un problema. Una volta eravamo in palestra, mi prese di nascosto gli slip di ricambio, io non me ne resi conto avevo un paio di pantaloncini aderenti per tornare a casa, tutti gli uomini al mio passaggio sorridevano e salutavano contenti , un paio sembrava volessero spogliarmi con gli occhi, successe nella zona di casa e anche vicini conoscenti di famiglia mi videro, forse lontano da casa o in vacanza, come ora, non mi sarebbe importato nulla, quel giorno li ero tornata a casa rossa come il fuoco, tutto fini lì, nessuno ne fece menzione ai miei.
Il giorno dopo Erica mortificata me li riportò lavate e stirate, confermando che Sonia me le aveva sottratte facendomi uno scherzo, la presi sul ridere lasciai perdere solo per Sonia.
A Giacomo in passato fece peggio, credo c'entrasse una ragazza che gli piaceva, una ragazza normalissima, ma da quel giorno se lui aveva una minima speranza, grazie a Sonia sfumò tutto.
Quando Giacomo seppe di Sonia, mi disse che domani non ci saremmo visti, era in vacanza per divertirsi, voleva andare dopodomani da Karen come aveva già organizzato ed inoltre voleva andare in spiaggia, non mi nascose che gli piaceva sperare di conoscere altre persone specialmente donne, secondo lui si sarebbero create altre possibilità e non voleva impicci ne rotture di scatole da parte di quella stupida.
Lo capivo, a parte tutto lui si spezzava la schiena nel lavoro aveva diritto a riposare e a divertirsi, voleva conoscere più donne e sicuramente anche farsene qualcuna.
Sinceramente anche io volevo fare un po la zoccola, eccitare qualche maschietto, limonarmi qualche belloccio e chissà se mi sarei spinta più in la? Avevo le mie fantasie, comunque quello che finora mi dava più carica era provocare, sinceramente mi piaceva tastare il pisello a quelli che baciavo, in alcune situazioni avevo infilato la mano nei pantaloni dei ragazzi, li avevo accarezzati da sopra l'intimo, mi piaceva sentire che si eccitavano, ad alcuni si bagnava lo slip sulla punta della verga a me piaceva quando succedeva, ad un paio a cui era successo avevo allarganto un po' l'intimo inserito un dito dentro e accarezzato il prepuzio, avevo messo poi le dita in bocca succhiandone il sapore, per eccitarli ancora di più. Generalmente preferivo ragazzi dell'età di Giacomo, si avevo 24 anni al momento ma tanti me ne davano 20, i ragazzi più grandi sarebbero stati di difficile gestione, avevo paura di perdere il controllo, non che non avrei voluto scopare o provare cose più spinte, ma tempo al tempo, meglio apprendere più cose ed usarle a dovere, finora non avevo fatto sborrare nessuno direttamente ma in un'altra occasione vi rivelerò alcune cose interessanti di me.....
Andammo finalmente a cena era già 20 minuti che ci aspettavano.
Mangiammo fino ad essere pieni bevemmo birra e alla fine eravamo tutti molto “ contenti”
Tanto che i miei si baciarono appassionatamente e anche i genitori di Giacomo, noi due rimanemmo sorpresi perché non li avevamo mai visti farsi effusioni cosi intense in pubblico, alla fine noi 2 cugini scoppiammo in una sonora risata” scusate scusate ma non siamo abituati ahahahaha”
Bé rispose mia madre dopo tanti anni ci stiamo facendo una vacanza da ricchi siamo felici,
secondo me avevano semplicemente preso le rispettive verghe dei nostri padri , sia mia madre che quella di Giacomo, ora erano belle pettinate e profumate, ma al nostro rientro erano mezze struccate capelli scompliati e i nostri padri erano contenti e allegri ma con occhi veramente stanchi.
Buon Per loro. Avvisai che sarebbe venuta Sonia con sua sorella Erika, mia zia, la madre di Giacomo esclamò” Chi Erika e Sonia le figlie di Lucia ….. ?” “Si sono loro perchè?” “ No nulla ma non voglio casini in casa, avete le vostre stanze usatele divertitevi ma non fate danni non è casa nostra, avete la cucina potete preparare tutto li, oppure mangiare fuori, ah inoltre Michela hai un letto matrimoniale e la bellezza di due poltrone-letto per ospitarle, voi avete ingressi indipendenti.”
Incrociai lo sguardo di mio padre, lui mi fece intendere che in un altro momento avremmo parlato. Capì che c'era qualcosa con Lucia la madre della mia amica. Risposi certamente a mia madre e li tutto fini, ci mangiammo un bel dolce e terminammo con un calice di spumante .
Alla fine della cena Giacomo ricevette un regalo, i suoi genitori gli dissero che era un bravo ragazzo aveva finito la scuola da poco e già si era trovato un lavoro erano fieri di lui, un ragazzo diligente serio responsabile: l'ultimo modello di cellulare di una nota marca giapponese, bello bello veramente, “ che bello Giacomo ora tutte le signore possono chiamarti?” Signore? Quali signore Giacomo?” disse di rimando sua madre. “ no è che oggi tornando verso casa ben due signore, diciamo due nonne ci hanno fermato per aiutarle “ dissi io, Giacomo era già mezzo cotto in volto.
“ Su su lasciateli in pace sono ragazzi a posto, sono seri lavorano entrambi fategli vivere le loro esperienze, sono qui anche per divertirsi, noi ci siamo divertiti alla loro età o no?“ ci salvò mio zio.
I miei e i suoi annuirono, la serata si concluse e andammo ognuno nelle rispettive camere.
Pensai a cosa potesse essere successo tra la madre di Giacomo e Lucia... mi addormentai
alle 4 di mattina mi svegliai di soprassalto, avevo sognato un uomo di spalle, era seduto su una seggiola di plastica in giardino, seggiola trasparente di design, era completamente nudo alto non aveva nulla addosso si sentiva un respiro affannato interrotto da piccoli lamenti e un suono come se qualcosa strisciasse, il ritmo del suono aumentava e diminuiva parimenti ai lamenti e all'affanno dell'uomo, all'improvviso di girò e Michela rimase bloccata : il padre di Giacomo.
Non fu solo questo, non fu solo il fatto che fosse nudo, si stava strisciando il cazzo su un asciugamano ruvido più che un asciugamano era un pezzo di zerbino di cocco di quelli color marrone, aumentava e abbassava il ritmo sul cazzo, che era un po' rosso, poi mi sorrise mi guardò negli occhi e disse “ Oh Erika mi aiuti a sborrare? Vuoi che ti schizzi le tette? Preferisci se ti sborro sul culo? Vuoi finirmi tu ? Vuoi sentire il mio pisello che ti pulsa tra le mani?”
A quel punto mi svegliai di soprassalto era troppo in tutti i sensi ? La mia mente saltava da una fantasia a l'altra, pensai un attimo se masturbarmi per ritrovare la tranquillità.

Sonia e Erika arrivarono, Giacomo era uscito presto, appena aveva ricevuto il cellulare lo aveva ricaricato e messo la sim, aveva chiamato un paio di amici ed era riuscito ad organizzarsi.
Mi disse che avrebbe fatto un giro del lago e visitato un parco animali con due amici.
Erika era una ragazza molto alta come il padre, longilinea bionda occhi azzurri poco seno sedere bello alto, gambe muscole, era una giocatrice di pallavolo di serie B, aveva avuto la possibilità di fare un paio di anni di under21 in una squadra di serie A, pero, poi l'avevano ceduta. Lei comunque era contenta, conciliava lo studio all'università con lo sport e riceveva tra i 1000 e i 1500 euro mensili dalla squadra, secondo l'andamento dei suoi risultati in partita.
Erika portava una maglia bianca , pantaloni crema una collanina e un braccialetto di corallo, sandali decoltè con un tacco 10 la rendevano ancora più alta, sicuramente era più di 1,90. Altissima, una giraffa.

Sonia aveva un fisico diverso, come sua madre. Bassina non arrivava a 1,60 ma era molto formosa seno aveva una 4,ed indossava sempre un push up, culo grande, gambe grandi ma tornite, non era per nulla grassa, si allenava in palestra, mora capelli lunghissimi legati con una coda, occhi neri.
Sonia era vestita in modo molto aggressivo aveva un top rosso con scritto fuck reggiseno push up, il seno risultava molto grande con la sua corporatura, per darvi una idea, io avrei dovuto portare una 6à di reggiseno , indossava calzoncini de jeans super aderenti strappati, camminando si vedeva la forma dellle natiche abbronzate, in realtà era super abbronzata. Portava un trucco leggero, in realtà lo faceva sempre, giocava sempre sull'ambiguità dolce aggressiva. Gli uomini la guardavano e molto, sapevo che Sonia piaceva e ne era cosciente.
Arrivate le accolsi in casa salutammo i miei genitori e i miei zii, le mie amiche furono gentili avevano portato due bottiglie di vino di buon pregio, poi tutti facemmo colazione insieme latte caffè
formaggio salumi uova e anche fette biscottate crostata e brioche , c'era di tutto in tavola.
Erika prese del caffè e un pezzo di crostata, io e Sonia non disdegnammo nemmeno il salato.
Terminato salutammo e andai con le ragazze in camera, avevano solo un cambio di una notte la mattina dopo sarebbero ripartite, presero entrambe possesso dei divani letto. Aprirono l'armadio e misero le poche cose che avevano portato sulle grucce ,
Andai per prima nello studio del piano a cambiarmi, poi andò Erika avevamo scelto un costume intero sobrio io blu lei nero , eravamo più o meno identiche se non fosse stato che lei era quasi due palmi più alta di me. Aspettavamo Sonia.
Usci dallo studio con uno dei costumi più piccoli che io mi ricordi di aver visto.
Un due pezzi con reggiseno push bianco, i capezzoli erano a malapena trattenuti sembrava che i seni ne uscissero da un momento all'altro. Sotto aveva un tanga striminzito, i glutei erano in bella vista , sul davanti un triangolino di stoffa, un filo di tessuto ad unire il tutto, praticamente era nuda. Aveva un tatuaggio di un bacio rosso a stampo sul gluteo destro, una rosa rossa sul seno sinistro, aveva indossato orecchini tondi grandi d'oro, occhiali da sole gucci che le coprivano gran parte del viso alcuni braccialetti, tutti d'oro e piercing con un piccolo smeraldo all'ombelico.
Io rimasi a bocca aperta, la sorella la guardò e disse” ma quel piercing dove lo hai trovato?” è un regalo,ma tu che puoi saperne? Aveva tutte cose di un certo valore addosso, lei non lavorava però, la sorella grande prosegui” Mi domando come fai a poterti permettere queste cose? Ma sopratutto cosi sei indecente, sei nuda!”” Senti a me sembri una signora di una certa età, sei bella anche te valorizzati, si più provocante un pochino più aggressiva, inoltre sciogliti un po' si vive solo una volta” In questo ero d'accordo con Sonia, Erika era rigida come una suora alcune volte, non la capivo, forse peggio di Giacomo, Sonia invece era troppo disinibita sopratutto nel vestiario.
Chiesi a Sonia di mettersi qualcosa però per arrivare in spiaggia, per evitare che i miei familiari la vedessero cosi succinta, mise un pareo colorato non trasparente.
Stavamo per uscire dall'ingresso principale quando mio padre e mio zio ci incrociarono, stavano preparando il barbecue in costume, erano arrossati e grondavano di sudore , mamma e zia forse erano in casa riposando. Sonia non resistette, si alzò il pareo e fece vedere il culo ai due uomini, si girò con le natiche verso di loro si abbassò come a raccogliere qualcosa, il filo interdentale, che aveva come tanga, le copriva a stento il buco del culo, per le labbra della fica non ero cosi sicura li guardò negli occhi e gli mimò il gesto di un doppio pompino. I due uomini si gelarono poi si guardarono e rimasero in silenzio per 3 interminabili secondi, dopo un attimo, eterno, ci salutarono. “Scusa Michela ma sai come sono fatta, mi piacciono gli scherzi” “ cazzo Sonia sei una troia vera!” Lei divertita si mise a ridere . Il suo gioco aveva provocato eccitazione e smarrimento nei due uomini, ripensai al sogno con mio zio nudo, forse dopo quella visione mio zio si sarebbe masturbato sul serio. Erika rimase zitta per tutto il cammino alla spiaggia.
Incredibilmente passammo una giornata tranquilla, ovviamente Sonia continuò a provocare, ma non conoscendo lingue straniere non riusci a interagire con ragazzi o uomini più di tanto, Erika invece conobbe un bel ragazzo olandese, alto più di lei, un giocatore di basket, lei parlava un buon inglese quindi passarono oltre un ora insieme, tornando verso di noi si salutarono, si scambiarono i numeri lui si sarebbe trasferito per giocare in una squadra nazionale, comunque per il momento avrebbero, in un modo o nell'altro, continuato a parlare per conoscersi.
Stava per concludersi la giornata quando, successe quello che alla fine era stata sempre la mia paura più grande in presenza di Erika. Aveva adocchiato un ragazzo di colore, un ragazzo latino.
Lui era in spiaggia sul lettino che si stava bevendo in relax una birra, lei aveva cominciato a fare avanti e indietro sculettando, l'uomo ovviamente aveva capito l'intenzione di lei ed era rimasto a guardare senza dire nulla, a lei questo non andava bene, era come se lui non le stava dando importanza. Mio cugino mi aveva spiegato che le ragazze latine sono molto gelose con il loro fidanzato, se c'è da difendere quello che è loro lo fanno senza problemi, se c'è da venire alle mani non si tirano indietro. Sonia, non riusciva a sopportare che lui facesse il vago, che non la mangiasse con gli occhi, come facevano tutti gli uomini del resto, smise di fare avanti e indietro e si mise a ballargli davanti, sembrava uno spettacolino privato, tanto era spinto. Lui la guardava in silenzio, lei non riusciva a capire, Sonia si guardò in giro , il ragazzo sembrava essere solo anche se sotto l'ombrello c'erano due lettini vuoti. La sorella di Erika fece un passo ulteriore gli si mise a twerkare a mezzo metro dal viso a quel punto lei accese interesse in lui, non ancora contenta accorciò ulteriormente la distanza con il ragazzo, la cosa buona fu che per lo meno la spiaggia si era quasi svuotata, rimaneva un gruppetto di uomini un po' distanti che fissava la scena, un po' di gente al bar distante una centinaio di metri. Sonia stava facendo uno show privato era arrivata a mettergli il culo davanti al viso, fece di più cominciò a muovere i fianchi e a giocare con il tanga come se volesse toglierselo. A questo punto Sonia aveva il 100% dell'attenzione dell'uomo, mi avvicinai a lei e le dissi, “ Sonia ti stai spingendo troppo oltre, stai facendo uno show, ma sopratutto non sai nemmeno chi è”rispose come al solito sgarbata e saccente” Per uno che mi piace veramente adesso dovrei smettere, anche te come mia sorella un altra suora” “ Ti dico solo di non farlo qua, in mezzo alla gente, poi ascolta fa come ti pare” mi allontanai Sonia fece ancora peggio, si mise seduta accanto all'uomo e cominciò ad accarezzargli le gambe lui le sorrideva, ad un certo punto vidi due ragazze di colore che si stavano avvicinando, avevano dei drink in mano: birra quasi sicuramente.
All'improvviso vidi una delle due disfarsi dei drink e correre verso Erika e l'uomo, capi in ritardo.
La ragazza era bella corposa e arrivata da loro si avventò su Sonia, le mollò 4 schiaffi uno dietro l'altro, Sonia non ebbe il tempo di difendersi, la donna iniziò a tirarla per i capelli, di corsa intervenimmo io ed Erika l'uomo sollevò di peso la ragazza e noi riuscimmo a portare via Sonia.
Aveva il viso rosso dagli schiaffi, fortunatamente l'uomo aveva afferrato la fidanzata e l'aveva bloccata, noi eravamo vicine e l'avevamo portata via. I due fidanzati stavano litigando o meglio strillando fra di loro.
Sonia rimase zitta per tutta la sera, solo rispondeva con un si o un no, ma io sapevo che prima o poi sarebbe successa una cosa del genere, lei voleva sempre essere al centro di tutto specialmente dei pensieri degli uomini e rischiava sempre che le succedesse qualcosa. Io, anche se ero una puttanella, sapevo darmi un limite e giocavo con chi voleva solo giocare, sicuramente non sarei ma andata in giro come lei, casomai mi sarei messa nuda al momento opportuno.
Tornammo a casa stanche, Sonia con un leggero shock, alla mia famiglia raccontammo che si era addormentata sotto il sole e aveva una leggera scottatura sul viso, i miei genitori non credettero ad una sola parola, nemmeno quelli di Giacomo, Erano le otto e mezza facemmo la doccia a turno presso il bagno situato al piano di mio cugino, io e Erika io 20 minuti eravamo pronte, Sonia ci mise più di mezz'ora. Bussai alla porta di Giacomo, niente. Avvisai i ragazzi latini che mi aspettavano per un drink, sarei andata la sera dopo. La mia famiglia ci ordinò delle pizze che mangiammo nel nostro appartamento. Alle 22 eravamo a letto. Poi ricevetti un messaggio di mia madre che diceva di scendere di sotto, sembrava al quanto arrabbiata.
Era insieme alla zia voleva sapere cosa fosse successo in mattinata con Sonia, stavano cucinando e dalla finestra principale che dava sul patio avevano visto un pezzo di scena, grazie a dio non avevano visto il gesto ma il culo scoperto e la faccia degli uomini si.
Entrambe erano al quanto incazzate, ce l'avevano con me e con Sonia, avrei dovuto impormi con Erika cosi che venisse solo lei, Sonia non poteva fare la zoccola dove come e quando voleva.
Mi chiesero cento volte cosa aveva fatto quella benedetta mattina , alla centesima volta sbottai: “allora mi dovete dire cosa è successo con Lucia la mamma di Sonia ed Erika “.
Sinceramente non ricordo nel viso della zia e di mia madre collera più grande, eppure non dissero nulla, poi “ sono cose che assolutamente non ti riguardano, ora voglio parlare un attimo con tua zia, poi continuiamo il discorso, perché tu mia cara ti prenderai una sonora punizione, poi comunque ci dirai cosa ha combinato se sarà necessario ti terremo qui sveglia fino a domattina.”
Andarono in un altra stanza a parlare” cosa facciamo? Le raccontiamo tutto? Sai che è abbastanza pesante. Si va bene, per i nostri tempi forse, ora non farebbe tanto scalpore. Si ma poi che penserà di noi, cosa succederà poi, senti meglio che glielo raccontiamo noi, piuttosto che lo venga a sapere da altri.” Avevo ovviamente origliato, avevo capito che era successo qualcosa in passato, quando zia e mamma erano giovani, ma non avevo idea di cosa. Mia madre e mia zia avevano 50 e 52 anni quando io ne avevo 24, supposi che era un fatto accaduto prima della mia nascita. Forse quando loro avevano 20 anni. Lucia la mamma di Sonia ed Erika era loro coetanea forse 49 anni.
Stavo aspettando e me le ritrovai davanti pensose, mia zia disse ora vogliamo sapere cosa è successo stamattina poi se ci racconti la verità, tutta la verità ti racconteremo quello che successe un giorno di ben 32 anni fa, 1966. Decisi di fidarmi,
Raccontai di come fosse Sonia in realtà, di come gli piaceva vestirsi atteggiarsi, di come si comportava con i ragazzi, di come si truccava, delle parole che diceva e del tono che usava.
Aveva un fisico prorompente e di come lo usava, la mattina aveva indosso un pareo e un costume super striminzito, di come si era abbassata per farsi vedere da mio padre e dallo zio, gli raccontai del gesto del doppio pompino, di come loro avevano reagito. Le mie donne rimasero in silenzio, dissero che avrebbero parlato in seguito con i rispettivi mariti, comunque affermai che loro erano più scioccati che attratti, loro di mi dissero di non preoccuparmi.
Ora venne il mio turno: voglio sapere. La presero un po' larga e parlò mia madre.
Michela io non sono stata sempre con tuo padre, ho avuto altre storie esperienze prima.
Era ovvio Loro stavano insieme da 3 anni quando io nacqui.
Io tua zia e Lucia stavamo sempre insieme.... poi purtroppo la nostra vita cambiò quando.......
vi racconterò tutto nel racconto “ Mamma e zia”...
Al termine del racconto la mia considerazione che avevo,di mamma e zia cambiò, da madri cominciai a considerarle donne e madri, un po' zoccole, ma d'altronde ero una zoccoletta pure io, il frutto non cade mai distante dall'albero.
Il giorno dopo le mie amiche se ne andarono, Sonia sembrava aver avuto un sogno ristoratore, volle andare a salutare personalmente papà e zio, non sarebbe mai cambiata.
Giacomo era tornato tardi ma si era divertito molto aveva conosciuto un altra signora insieme agli amici, inoltre si era sentito con Karen lo aspettava per le 9 e 30 in casa.
Facemmo la doccia ci preparammo e ci incamminammo a casa sua.
Sonia ci stava aspettando, aveva preparato la colazioni dolce con ogni ben di Dio caffè succo di frutta di 4 tipologie diverse croassaint brioche crostata di marmallata di fragole, cheese cake.
Giacomo prese caffè crostata e succo d'ananas, io ero pienissima.
Karen aveva una bella vestaglia di seta verde comprente, mezze maniche e lunga sotto il ginocchio, si intravedeva il reggiseno e gli slip, era un intimo bianco normalissimo slip a fascia alta, reggiseno normale senza push o cose simili, trucco leggero labbra rosate come piedi e mani, bella ma non appariscente. Giacomo però seguiva tutti i suoi movimenti.
Finita la colazione, andammo verso lo studio, Giacomo avrebbe fatto dialogo in tedesco con Karen, io avrei potuto scegliere un libro dalla biblioteca oppure in una stanza attigua avrei potuto vedere un po' di TV o rilassarmi e dormire un po'.
Prima di andare nello studio Karen disse di seguirla, passava un attimo in camera della figlia, quando entrammo io e Giacomo rimanemmo sconvolti, la piccola Klizia stava prendendo …......
a presto il seguito.....Aspetto commenti ….. un bacio dalla vostra Michela !!!
scritto il
2024-09-03
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