Cosa vuoi che ti dica?

di
genere
etero

quella sottile sensazione di fame, che però non è fame. è un piccolo verme che si insinua nelle budella, un tarlo che mangia i neuroni ed un cazzo che lentamente si ingrossa nelle mutande.

non puoi farne veramente a meno, assisti inerme all'assalto della voglia più sporca, alla trasformazione di te stesso, alla crisi della tua pace interiore. e tutto per, o solo per, un cazzo che ormai tende il tessuto dei boxer.

non importa chi ci sia in giro, che cosa tu stia facendo o cosa altri stanno facendo. è solo esigenza di piacere, bisogno di piacere. nel modo più canonico possibile o in quello più assurdo, quello più depravato, più non sense.

quindi sai cosa? spengo la sigaretta, che ho appena acceso, nel posacenere che è poggiato sul tavolino e mando un messaggio. solo un messaggio: sali. poco dopo la risposta, salgo.

nel frattempo mi tolgo le mutande, tanto è caldo, e mi siedo nudo sul divano. ho lasciato socchiusa la porta di ingresso, per lei che sta salendo.

ti importa che la descriva? non ti basta che ti dica che sta salendo dal piano di sotto velocemente e solo perché ha bisogno di sentirsi dire cosa fare? non ti è sufficiente sapere che appena letto il mio messaggio il suo stomaco si è stretto, e la sua fica ha spremuto fuori una stilla di desiderio?

ecco cosa succederà, e te lo posso descrivere nei minimi particolari perché ho già in mente ogni minuto, ogni secondo, ogni frazione temporale.

entrerà, sarà tesa - come sempre - perché non sa cosa aspettarsi. questa sera mi troverà nudo, sul divano, mentre mi accarezzo il cazzo rigonfio di sangue.

non la scena migliore di questo mondo, starai pensando. dici? e allora facciamo così, ti racconto solo quel che è successo.

eccola, entra di sfuggita e chiude la porta dietro di se. mi guarda ed ha voglia di essere mia, di essere posseduta fino all'ultimo respiro, che io le rubi il respiro e lo faccia mio.

mi alzo e la prendo per mano, la accompagno fino in bagno, chiudo la porta dietro di me.

la spoglio, bacio la sua pelle, bacio le sue labbra, i suoi capezzoli, sentinelle dritte in cerca di informazioni.

la faccio sedere sul water, le raccolgo i capelli, e le infilo in bocca il mio cazzo, spingo fino a che non sento la sua gola. i suoi occhi nei miei occhi, mi implorano. di fare cosa dici? di usarla, te lo ripeto.

allora la uso, perché ne ho bisogno, perché in fondo sono una persona piccola, insignificante.

la uso a lungo, la uso con forza, le mie mani tendono i capelli e spingono il suo mento fino alle mie palle, e la mia eccitazione cresce. lei si tocca, si masturba come una forsennata, come se da quel suo toccarsi dipenda la sua vita. quelle dita infilate nella sua fica spariscono e riappiano sempre più lucide del suo desiderio.

sai di cosa ho voglia ora? di sentire il suo sapore sulle sue dita, quindi le tiro verso di me, le annuso, le adoro. lei si alza, mi guarda, si gira, vuole che la abbracci. davanti allo specchio la abbraccio da dietro, e le infilo il mio cazzo nella sua fica. mi guarda ed io la guardo mentre la scopo. ha deciso lei, penserai. forse sì, forse stasera è andata così.

sai che cosa era? il bisogno del piacere, mio e suo.

le sue gambe tremano, mentre viene fissandomi negli occhi. è finita, il suo piacere è diventato il mio piacere.

si riveste in fretta ed esce.

sento i suoi passi lungo le scale, e la sua porta che si richiude dietro le spalle.

il tarlo è morto, il verme scomparso ed il mio cazzo di nuovo nelle mutande.
scritto il
2024-09-05
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