L'amica dei coinquilini

di
genere
etero

Era da un pò di tempo che mi girava intorno. Lei è una ragazzetta mora, studentessa ai primi anni di università, venuta a Bologna da giù e con tante storie da raccontare. Negli ultimi periodi come era facile immaginare, la sua relazione a distanza non stava funzionando più così bene, e facile a dirsi, aveva voglia di nuove esperienze e nuove storie da raccontare.
Lei è amica dei miei coinquilini, tutti più giovani di me, che per strani casi siamo finiti ad abitare temporaneamente insieme. Io sono una decina di anni più grande, schivo, riservato, e in quel periodo single.
Decido così di essere meno orso, socializzare, qualche birra in compagnia, ed è li che iniziano a profilarsi le intenzioni. Con sorrisi, sguardi, tocchi e carezze trova il contatto fisico, e tra le risate e gli scherzi le faccio capire che non sono affatto dispiaciuto. Ci troviamo seduti accanto, vicino, sopra le mie gambe. Le poggio la mano sui fianchi o sulle cosce, e distrattamente la allungo fino al sedere o fino a dei punti per cui normalmente mi potrei ritrovare uno schiaffo in faccia.
Nessuna reazione negativa. A momenti mi ritrovo la sua mano che sfacciatamente cerca di fare ugualmente poggiandosi sempre più vicino al mio cavallo.
Cosi le poggio una mano sui fianchi, sul bordo della maglietta stretta e inizio a giocherellare sul bordo. Lo sfioro, lo alzo, lo abbasso, ci infilo le dita sotto e via così. Finche non ho messo tutta la mano sotto la sua maglietta e inizio a carezzarle la schiena su fino a toccare il reggiseno e giù fino a sfiorare i pantaloni, su fino al reggiseno e sempre più giù fino a sfiorare le mutandine.
Nel frattempo siamo in una cucina con dell’altra gente che chiacchiera, beve, ride e scherza. Le birrette continuano a riempirsi nei bicchieri e la serata prosegue.
Come detto sono di qualche anno più grande, per cui decido che comunque non vorrei così sfacciatamente davanti a tutti andare oltre, per questo motivo finiscono i giochi e con una scusa mi ritiro in camera.
Inutile dire che i pensieri erano li e a quello che sarebbe potuto accadere. Sul letto davanti la tv mi addormento.
Mi risveglio a notte inoltrata, nel buio e nel silenzio generale della casa e vedo lei accanto a me nel letto che dorme beatamente. Non mi ero per nulla accorto della sua presenza nel del fatto che si fosse coricata accanto a me. Cercando di fare quanto più piano possibile, riesco comunque a svegliarla. Mi dice a mo di scusa che non aveva voglia di tornare a casa e così ha pensato bene di dormire li. Le dico che non aveva bisogno di una scusa per entrare nel mio letto, e che avrei voluto lo avesse fatto già diverse volte ormai da quando veniva in casa.
Così ci baciamo, forse per qualche minuto come a dare sfogo a giorni e giorni di attrazione. Ma siamo d’altronde semi nudi nel letto, io dormo in mutande con solo la maglietta addosso. Lei uguale.
Così sono su di lei che la bacio e la sfioro, le tocco le cosce e i fianchi, ora liberi da magliette troppo strette e jeans troppo abbottonati. Le tocco così il sedere che stringo nella mia mano e continuo a baciarla, questa volta muovendomi e andando sempre più giù. Sulle labbra e sul collo, sul mento e ancora sulle labbra, sul collo sulle spalle, e sulla pancia. Piatta come una ragazza di venticinque anni può avere. Continuo a baciarle l’ombelico e la vita. Lei mi tiene la testa tra le mani, e accompagna i miei movimenti muovendosi e inarcandosi.
La bacio allora sulle mutandine e gliele sfilo così posso baciarle la sua vagina depilata, con delle labbra sottili e gonfie. Le bacio gli umori su e giù fino quasi a farla venire.
Di brusco mi stacco da li e salgo su a far toccare le nostre lingue, la mia più umida del solito e con il suo sapore. Mi stende giù allora e questa volta è lei a baciarmi intorno la pancia. Mi tolgo la maglia così da essere più libero e lei mi sfila i larghi boxer che ho addosso.
Mi bacia e mi passa la lingua tutto intorno al mio pene, me lo sfiora e torna a baciarmi intorno. Con le sue mani sul mio petto riesce a dare dei colpetti con la lingua lungo l’asta del mio pene già dritto ormai da un pò, facendomi eccitare sempre di più. Poi con la mano destra finalmente lo prende in mano, lo tira su e senza pensarci due volte lo infila tutto nella bocca. Gioca con la lingua e con il mio pene tutto nella sua bocca, su e giù aiutandosi con le mani. Non ho un pene piccolo ma è abbastanza nella media, forse anche qualcosina in più, pertanto il fatto che riesca a farlo sparire completamente nella sua bocca mi da una gran soddisfazione. Forse anche troppa, per cui ad un certo punto non ce la faccio quasi più e la prendo per la testa tirandola a me.
Ci baciamo, questa volta gli umori nella sua bocca sono i miei e le nostre salive si mischiano sulle nostre lingue. Mi guarda e si mette a cavalcioni su di me. Si toglie la maglietta che aveva ancora addosso, e sarà per il buio, sarà per l’eccitazione, ma non avevo ancora notato avesse un seno così incredibile. O meglio, pensavo fosse grande, ma non così preciso ed equilibrato, e grande. E in su.
Delle gran belle tette.
Le mie mani a quel punto nemmeno a dirlo sono sul suo seno e con la mia faccia anche lo stropicciano tutto non riuscendo a staccarsi da li.
Lei invece prende il mio pene con la mano, e con decisione lo mette nella sua vagina a quel punto completamente bagnata. Direi che entra all’istante e del tutto, e lo capisco della smorfia di piacere sulla sua faccia. Continuiamo così con lei su di me per tutto il tempo, non riusciamo a staccarci da quella posizione.
Lei su di me con il mio pene dentro che si inarca avanti e dietro, io nel mentre sotto di lei che cerco di spingere quanto più possibile dentro di lei e le lingue, le nostre mani, che si cercano e si toccano ovunque, dalle labbra, ai seni, e a dare il ritmo sul sedere e a cercare di spingersi sempre più dentro anche loro, a toccare la vagina già piena dall’interno come se volessero partecipare anche loro alla penetrazione.
Siamo completamente umidi e bagnati intorno ai nostri organi, le mani sono anch’esse bagnate e mentre le sue sfiorano e accarezzano le mie palle, le mie invece giocano sempre da dietro con la sua vagina, infilando poco poco e piano piano la punta delle dita, prima una e poi due, poi una e poi due.
Sarà l’eccitazione che è tanta che capisco che ne vuole ancora di più, e nemmeno a dirlo con la sua mano gira intorno alla mia lingua, insalivando quanto più possibile l’indice e il medio. Con queste dita inizia a giocare con il suo ano e prima una poi l’altra, ha due dita nel culo mentre continua a cavalcarmi senza dare tregua o rallentare il ritmo.
Questa stimolazione però riesce nel suo intento tant’è che dopo alcuni istanti si lascia venire a un gran orgasmo su di me. Le sue smorfie e i suoi versi, le sue contrazioni e i suoi liquidi, la sua vagina che si contrae e il ritmo che aumenta fanno venire anche me un attimo dopo.
Giusto il tempo di tirarlo fuori e lei con la sua mano continua a farmi venire avvicinandosi con la faccia per prendere sulle labbra tutto lo sperma che schizza fuori.
Siamo sfatti. Giusto il tempo di tirar fuori dei fazzoletti e pulirci alla buona e ci riaddormentiamo così, io steso sul mio letto, e lei con la sua faccia accanto al mio pene ormai moscio fino all’alzabandiera del mattino.
di
scritto il
2024-10-30
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