Coach allieva

di
genere
etero

Avevo deciso di smettere di allenare. Ero alla soglia dei 40 anni di cui 20 dedicati ad insegnare a ragazze di ogni età la bellezza della pallavolo.
Una sera di metà agosto mi chiama una mia ex allieva per informarmi che la loro squadra è rimasta senza allenatore e stavano cercando un coach per il nuovo anno.
Michela coi suoi 25 anni era la più grande ed il capitano, la sua squadra avevo più o meno presente come fosse, spesso in fondo alla classifica e probabilmente mal allenate. L'impegno non di presentava particolarmente complicato e avevo poco da perdere e presi accordo per provare un anno e vedere come andava.
Al primo allenamento l'imbarazzo iniziale era presente in tutti, loro nella curiosità di vedere un nuovo coach ed io soprattutto nell'imparare i loro nomi.
Tra di esse c'era una ragazza con lo smalto rosso che sembrava una vip: 170 cm più o meno di altezza, un fisico da modella con gambe magre ma muscolose, un culetto piccolo ma ben fatto e un seno che la maglietta faticava a nascondere essere formoso.
Presi il numero di telefono di tutte e a Chiara, la ragazza dallo smalto rosso, chiesi di tenerlo per i prossimi allenamenti in modi da ricordarmi più facilmente il suo nome ma in realtà era facile ricordarsi di lei.
I primi tempi la corrispondenza tra loro via messaggio era di conoscenza reciproca ma mentre con alcune si esauriva velocemente e con altre si limitava a messaggi di poco conto, con Chiara si era immediatamente instaurata una sintonia che in breve tempo si è spostata a provocazioni reciproche.
Entrambi eravamo fidanzati ma questo non impediva di scriverci frasi sempre più piccanti.
L'invito ad uscire insieme una sera venne accettato senza indugi. Ci fermammo in un parcheggio e dopo qualche chiacchiera provai a baciarla. Lei si spostò per ricevere il bacio sulla guancia mentre poi si piegò verso di me appoggiando il viso sulla mia coscia e questo suo continuo movimento continuò per un pò fintanto mi chiese di rivederci il giorno dopo all'allenamento.
Ci accordammo per vederci dopo allenamento e nel portarla in macchina sotto casa, prima di scendere mi diede un bacio fugace sulla bocca. Dopo 2 minuti ricevetti un suo messaggio "ho baciato il mio coach, che emozione".
Giocava ma lasciavo a lei i tempi e modi per approfondire la conoscenza.
La settimana dopo anziché accompagnarla a casa mi propose di andare i un parcheggio che lei conosceva " beh, non ti piaccio?" Mi disse.
Mi avvicinai a lei e ci baciammo con desiderio, le mie mani esplorarono il suo corpo perfetto. Abbassai la cerniera della giacca della tuta per tastarle il seno e per risposta lei si abbassò i pantaloni della tua e le mutandine scoprendo un piccolo pelo curato.
Mi spostò la mano tra le sue gambe e la masturbai. Gemette subito ed in poco tempo si bagnò molto. Ero in sua balia, i suoi gemiti sempre più forti, una fighetta stretta che colava umori e l'orgasmo arrivò in breve tempo "dio mio coach quanto sei bravo".
Felice volle tornare a casa e anche se io restai all'asciutto capii di aver trovato una ragazza speciale.
Gli incontri al parcheggio continuavano ad ogni allenamento e i suoi messaggi si arricchirono di sue foto, osè ma mai troppo volgari.
Un giorno mentre ero al lavoro ricevetti un messaggio "ho voglia di te coach".
Era arrivato il momento, finalmente, e le proposi di trovarci in un motel.
Era bellissima, con quei pantaloni in pelle nera aderenti, una maglietta a V che mostrava il solco tra i seni e un tacco non esagerato che la slanciava ancir di più.
Entrati in stanza, varcati la soglia la baciai contro la porta in piedi. Ci spogliammo con la bocca incollata finendo nudi sul letto. La masturbazione reciproca ci aveva portati ad essere pronti entrambi per una scopata decisa, voluta slda tempo.
Si mise a pecorina davanti allo specchio, appoggiando il cuso ed il seno sul letto per non far sobbalzare le sue generose tette.
Niente preservativo, prendeva la pillola ed il mio cazzo fu accolto in una figa molto bagnata e calda.
Gemeva, urlava...i miei colpi decisi, la stanza si riempì dei rumori dri nostri corpi che sbattevano uno contro l'altro, un odore di sesso intenso. Ogni tanto alzava lo sguardo allo specchio, con quello sguardo da gattina vogliosa, con la bocca aperta e soddisfatta.
Scopammo in quella posizione ma prima di venire mi staccai per farla salire silopra di me.
Lo prese e lo infilò e nel cavalcarmi si tenne i seni con le mani. Io tenevo un dito tra ventre e clitoride, i suoi umori mi bagnavano e l'orgasmo arrivò in contemporanea.
"Ma quanto ti bagni?" Mi venne da chiederle
"Il mio fidanzato mi chiama pozzangherina"
Si alzò ed una colata di liquido denso uscì andando a macchiare il lenzuolo.
Insieme andammo in bagno, nudi di fronte allo specchio sembravamo i più belli di tutti.
scritto il
2024-11-27
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