Ti aspettavo

di
genere
etero

E' una notte di fine settembre, sono affacciata alla terrazza della camera dell'hotel dove passerò due giorni. Impegni di lavoro, ovviamente. E, altrettanto ovviamente, l'occasione per rivedere Gianluca, a cui ho appena mandato un whatsapp con tre cifre, 252: il numero della mia stanza. Non ho idea se sia vicina o lontana dalla sua, ma non ha importanza. Ciò che conta è che ora la porta della mia camera sia socchiusa, come sempre quando ci incontriamo (è un'abitudine inizialmente nata dall'esigenza di non bussare e non attirare l'attenzione di terzi, dato che io e Gianluca non siamo liberi, ma che con il tempo ha acquisito una nota intrigante), e che fra pochi istanti lo rivedrò dopo cinque anni dalla nostra ultima scopata "reale" (perché quelle virtuali non si contano). In questa occasione, abbiamo fatto un patto: non potremo scambiare nemmeno una parola o uno sguardo prima di aver scopato e di aver goduto entrambi; ed è per questo che lo aspetto qui, al buio, con i battiti a mille. Una porta si chiude piano,​ forse è quella della stanza vicina alla mia... ma poi sento dei passi che attraversano la mia camera, e sono sempre più vicini, sento la porta finestra della terrazza che si apre e poi, finalmente, le sue braccia che mi avvolgono da dietro, mi stringono, mi catturano. Le sue labbra si appoggiano sulla mia guancia, ma io so che non è un bacio casto, e infatti scendono lentamente sul collo, risalgono verso l'orecchio, e a quel punto giro il viso e finalmente le nostre bocche si incontrano e le lingue si intrecciano. Mentre ci baciamo la mano di Gianluca, come sempre, finisce nella mia scollatura, e le dita si impossessano del mio capezzolo sinistro, che fa capolino dalle mezze coppe del mio bustier di pizzo. Il suo modo di stimolarmi i capezzoli mi ha fatto letteralmente impazzire fin dalla prima volta che ci siamo visti, è un movimento delicato e intenso al tempo stesso, che mi porta sull'orlo dell'orgasmo (e diverse volte anche oltre) in pochissimo tempo. Questa volta non fa eccezione, e la mia voglia di cazzo diventa incontenibile. Cerco la sua cintura, la slaccio, armeggio con la zip dei pantaloni e, finalmente, la tiro giù. La sua erezione è calda e potente contro la mia mano, la sento da sotto i boxer, ultima barriera tra il suo uccello e la mia voglia di masturbarlo un po' prima di farmelo mettere dentro. Mentre gli abbasso i boxer, la sua mano libera si è posizionata in mezzo alle mie gambe, sul mio perizoma bagnato in maniera imbarazzante; le dita si insinuano sotto il pizzo, cercano il clitoride, ci scivolano intorno con un movimento dall'alto verso il basso e viceversa che mi fa gemere di piacere; mi appoggio a lui, lo voglio, voglio essere scopata come una troia qui, su questa terrazza, con il rischio che ci vedano, in questo momento non mi importa di nulla, anche perchè le dita adesso si muovono veloci sul mio clitoride infiammato e io sento che sto per venire, inizio ad ansimare cercando di trattenere i gemiti, ancora qualche secondo e poi..E invece no, il ritmo delle dita rallenta, fino a fermarsi. La mano di Gianluca esce dal mio perizoma, lo sposta e dolcemente mi fa piegare un po' avanti. Si abbassa un po' e sento la punta della sua cappella premere all'ingresso della mia figa; indugia un po', come sa che mi piace; entra per un paio di centimetri, si muove leggermente, io contraggo i miei muscoli per aumentare il suo piacere. Il nostro gioco dura qualche minuto e poi, con un unico colpo di reni, mi entra dentro. Gianluca è molto ben dotato, ma io sono così aperta e bagnata che inizia a muoversi senza fatica alcuna. I suoi colpi sono potenti e regolari, e io assecondo i suoi movimenti per sentirmelo sempre più dentro, sempre più a fondo. Il ritmo della scopata inizia ad accelerare, prima in maniera impercettibile, e poi sempre più intensa. Le sue dita tornano sul clitoride (sa quanto adori la doppia stimolazione vaginale e clitoridea), il ritmo del suo cazzo è ormai convulso, alzo la testa e guardo davanti a me e.. lo vedo. c'è un palazzo di fronte a noi, probabilmente un palazzo di uffici, dato che tutte le finestre sono al buio, ma in una, una sola, intravedo una figura. Qualcuno ci sta guardando, ed è quello che sussurro a Gianluca, bloccandomi. Lui subito non capisce, perso nell'eccitazione e ormai in dirittura d'arrivo. Glielo ripeto, piano, sussurrando. immagino che adesso uscirà da me e rientreremo subito in camera... e invece fa una cosa che non prevedevo: mi sbottona la giacca, mi afferra le tette e mi fa inarcare la schiena; praticamente offre virtualmente le mie tette allo sconosciuto guardone che ora, forse per confermare la sua presenza, si è acceso una sigaretta. Nel frattempo, Gianluca ricomincia a muoversi dentro di me, con rinnovata voglia ed energia; non so se sia la situazione, il mio non troppo confessato esibizionismo, oppure le mani che si muovono sul mio seno, ma sento che la mia eccitazione aumenta, e che questa volta nulla potrà fermarci; i colpi di cazzo di Gianluca si fanno convulsi, io mi sgrilletto con un movimento altrettanto veloce perché voglio godere, e voglio farlo in fretta; i nostri respiri sono affannati, i gemiti sempre più forti; ancora un paio di colpi e il mio orgasmo esplode, seguito da quello di Gianluca, che non smette di scoparmi per tutta la durata delle mie contrazioni, lunghissime e intense. Rimaniamo attaccati ancora qualche secondo, poi mi tiro su e mi giro, finalmente, verso di lui. Ci baciamo, un bacio lungo, intenso. Mi giro e vedo che il nostro amico è ancora lì. Gianluca mi guarda e mi sussurra: andiamo a giocare dentro. So che sarà una lunga notte.
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scritto il
2024-12-15
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