Sposa bagnata sposa fortunata (2)
di
Diablo_Rossetti
genere
incesti
Ma io lo sapevo bene dov’era mio suocero.
Era in mezzo alle mie gambe con in mano un bel affare di gomma che avrei voluto volentieri vedere.
Alle parole di mia suocera, mi tolse il grosso affare tra le gambe e iniziò a succhiarmi il grilletto in maniera maniacale. Come fosse un capezzolo lo fece indurire e iniziò a picchiettarlo con la punta della lingua. Di mia suocera non gliene fregava proprio nulla.
Io sotto ero un lago e sopra, di fronte al mio fresco marito dovevo pur sempre mantenere un contegno e continuavo a sbuffare e emettere piccoli gemiti.
Mio marito mi disse: ‘Amore che hai? Sei tanto strana qui seduta al tavolo?’
‘Niente amore, e che sono preoccupata per tuo padre e mi è venuto un pesante mal di testa.’
‘O poverina, mi spiace!’
Mia suocera mi guardava perplessa e allo stesso tempo era incazzata come bestia per la sparizione del marito.
Se solo avesse saputo che cosa stava combinando!
Mio suocero continuava il suo lavoro sotto il vestito da sposa da almeno due minuti. Gli altri compresi i miei genitori seduti al nostro stesso tavolo continuavano a mangiare come se niente fosse.
Dopo un tempo che mi sembrò eterno mio suocero decise di staccarsi dalla mia passerina e io ebbi modo di ricompormi un momento. Chissà quel pazzo che cosa aveva in testa.
Io volevo dargliela e non mi sarei certo fermata di fronte a mia suocera o a mio marito del quale non mi fregava nulla.
Volevo nuovamente la sua lingua e cercai la sua testa con le mani, ma non la trovai dove era andato? In fondo il tavolo non era così grosso.
Poco dopo sentii vibrare il tavolo.
Era il mio cellulare. Con il vibro. Lessi il messaggio e rimasi impietrita. Era quel porco di mio suocero da sotto il tavolo. Nel sms c’era scritto: Di alla troia di tua suocera, che ho dimenticato la macchina fotografica in chiesa. Arrivo per i secondi. Tu mia dolce sposina verrai poco prima della torta.
Alla lettura del messaggio i miei capezzoli tornarono duri come il marmo e mi venne ancora più volgia di fare la troia. Aprii le gambe per bene e mi tirai su ancora di più il vestito per porgere ancora meglio la mia dolce passerina bagnata al caro suocero Felice.
Mi rivolsi poi alla troia della suocera e le dissi: ‘Claudia, era Felice, mi ha detto di scusarlo molto, ma ha dimenticato la macchina fotografica in chiesa ed è tornato a prenderla. Arriva per i secondi!’
‘Che coglione! Dimentica sempre tutto, non riesce mai a fare le cose per bene’ disse mia suocera buttando la forchetta dentro il piatto.
/> Io con fare da puttanella ingenua le dissi: ‘Ma no, Claudia, non dire così, con me oggi è stato molto premuroso e ha fatto tutto molto per bene!’
‘Se lo dici tu!”
Mio suocero mi premiò come non avrei osato mai credere possibile.
Sentii la sua grossa lingua iniziare a leccare l’elastico sinistro delle mie autoreggenti e con la lingua di punta puntare verso il ginocchio. Non si fermò lì. Continuò a scendere piano piano, ma molto deciso. Sentivo inumidirsi le gambe lisce al passaggio di quella sua lingua meravigliosa al quale volevo donare tutto il mio corpo. Andò sempre più giù, fino sul polpaccio fino alla caviglia. Tutta la bagna che poteva uscirmi dalla topina credo che uscì in quel momento. Presi un bicchiere di vino rosso e me lo trangugiai al volo. Mio marito era via e al tavolo eravamo rimaste solo io e quelle faccia da schiaffi di mia suocera.
Sentii la sua mano sfilarmi la scarpa bianca con il tacco 12 e ancora non capivo. La sua lingua ripartì dal tallone e si spinse fino al centro della pianta del piede e arrivo sotto le dita.
Nessuno mi aveva mai fatto una cosa del genere.
Si staccò la lingua dal mio piede e sentii la sua mano che si appoggiava leggera sulle dita. Poi tirò netto. Mi strappo i collant all’altezza delle due dita centrali con uno strap che si sentì anche in alto.
Mia suocera mi guardò e io le dissi imbarazzata: ‘Mi è rimasto il vestito leggermente impigliato allo schienale, ma non è nulla.
Era troppo incazzata con il marito per darmi risposta. Che vacca che ero! Mentivo a mia suocera già il giorno del matrimonio e mio facevo scopare da mio suocero.
Mio suocero iniziò a leccarmi le due dita del piede e poco dopo sentiiche mi infilava un anellino del dito più piccolo. Non mi era ancora chiaro che cosa aveva in mente. Restai nuovamente allibita e con lo sguardo cercai l’infinito. Vidi solo quel fesso di mio marito che mi chiamava ad alzarmi.
Dovevo alzarmi, altrimenti mi avrebbero beccato, ma volevo assolutamente capire dove voleva arrivare il caro Felice.
Dopo qualche secondo sentii un liquido caldo cadermi tutto addosso alle dita e sull’anello del piede e capii che mio suocero era venuto.
Dopo pochi istanti sentii vibrare nuovamente il tavolo. Il porco sicuramente mi aveva mandato un messaggio.
Infatti era così. C’era scritto: Cara la mia sposina con questo anello e con questa consacrazione sei diventata MIA moglie. L’anello potrai togliertelo solo se te lo comando io. Così ogni passo che farai sentirai quanto sei troia. Porta via da qui tua suocera con una scusa.
Alzai la testa e vidi mia suocera che mi guardava. L guardai con fare complice e le disse: ‘E’ di nuovo felice, dice di aver trovato la macchina fotografica arriva e si scusa con te!’
‘Si scusa un cazzo! Cara mia così sono gli uomini, anche se ti sei appena sposata te lo devo dire, sono inaffidabili e soprattutto non anno nessuna attenzione per le donne.’
Quello che avveniva sotto il tavolo dimostrava che non era proprio così, cara suocera!
‘E lo so hai ragione, spero che Marco sia diverso!’
‘Te lo auguro! Ma poi perché felice scrive a te? Io anche ho il cellulare!’
‘Penso che scriva a me perché sai, gli uomini di una certa età non sanno usare il cellulare e ha mandato il messaggio alla prima della lista, che sono io. Visto che mi chiamo Anna.’!
‘Hai ragione!’
‘Dai Claudia, accompagnami al tavolo dei vostri parenti che non tutti li conosco, così facciamo bella figura insieme!’
‘Va bene’ mi disse e ci alzammo entrambe.
Appena in piedi sentii la scarpa piena di sborra e l’anello stretto che puntava. Che bella sensazione sentirsi troia all’insaputa della cara suocera.
Non so come mio suocero fece ad uscire, ma per il secondo lo vidi arrivare dalla porta d’ingresso.
Mia suocera appena seduto, lo guardò a morte e gli disse:’ Con te facciamo i conti a casa. Neanche il giorno del matrimonio di tuo figlio riesci ad essere puntuale.’
Lui alzò le spalle e cercò una scusa poco credibile.
Non mi guardò mai neanche per un istante per tutti e due i secondi e io mi incazzai come una bestia. Volevo dargli la mia passerina umida e lui soddisfatto dalla sega sui miei piedi faceva finta di niente, che stronzo.
Partirono i balli di coppie e io non volli farlo con mio marito. Non volevo sentire neanche il suo profumo. Io volevo il padre e lo volevo al più presto.
Lo presi forza e con il sorriso sulle labbra per non farmi vedere da mio marito che ci fissa gli dissi all’orecchio:’Me lo devi dare, non fare lo stronzo!’
Lui senza scomporsi con il fare di chi la sa lunga mi disse: ‘Tra cinque minuti vai in bagno, quello delle donne. Quello di destra. Troverai una sorpresa!’
Volevo che quei cinque minuti passassero in un istante, ma non fu così. Tutti volevamo parlarmi e io non volevo parlare con nessuno. Feci buon viso a cattivo gioco e ad un parente dissi violentemente: ‘MI scappa da pisciare, fammi andare e poi me la conti come cazzo ti pare!’
Rimase male, non me ne poteva fregare di meno.
Aprii la porta del bagno e vidi che le toilette per signora erano due.
Il bagno fortunatamente era vuoto. La porta della toilette di destra era chiusa. Bussai. E come sospettavo la porta si aprì. Mio suocero mi aspettava con il cazzo in mano. Tutto vestito come un damerino e la patta aperta.
Mi buttai in ginocchio per succhiarglielo. Lui mi tirò su violentemente e mi disse: ‘non scherzare non devi sporcare il vestito. Vieni. Togliti tutto e appendi qui il vestito lasciati solo il body addosso. Aveva una stampella dove appesi tutto e mi inginocchiai finalmente come una troia a prendere il suo cazzo nodoso. Tutta nuda solo con il body e le scarpe sporche di sperma.
Dopo un solo minuto mi tirò su e mi voltò come se fossi un giocattolo. Mi mise a novanta con le mani che appoggiavano sulla porta e dopo una breve leccata distratta iniziò a infilarmi da dietro il suo grosso arnese. Sentii aprirsi le acque del Nilo. Sentii la voglia di essere messa incinta anche solo al contatto della sua cappella. Essere tutta depilata mi piaceva da matti. Le sue mani sul culo e lettine con i capezzoli tosti come pietra. Sentii che entrava sempre più profondo e dopo due pompate venni come una troia. Gridando: ‘che toria che è l tua sposa’. A queste parole venne anche lui.
Sentii la porta aprirsi mentre mio suocero continuava a pompare come un pazzo anceh se era già venuto.
La porta affianco a noi si aprì e si richiuse e dopo poco visto il rumore di stantuffo che produceva mio suocero una voce disse: ‘chi c’è nell’altro bagno? C’è qualche problema?’
Cazzo era mia suocera.
Risposi, sempre con il cazzo nella topina e mio suocero che stantuffava: ’Sono io Claudia, sono venuta a fare pipì e ora cerco di rivestirmi, sai il vestito da sposa.’
‘Se vuoi vengo a darti una mano’
‘No, no faccio da sola’, ci mancava solo che quella troia rompipalle vedesse quello che stavo facendo con suo marito.
‘MI spiace per Felice, è proprio strano oggi, dimentica tutto. Ma in fondo non è cattivo. Anche con te vedrai che appena entrate un pò in intimità saprà volerti bene e uno che dà tutto a chi vuole bene!’
‘L’avevo capito, sai, oggi è stato molto gentile e con me si è impegnato davvero a fondo’, gli dissi, proprio come una troia, mentre mio suocero veniva nuovamente e io ero pronta a prendermi tutto il suo sperma caldo.
‘Bene, vedrai che sarà sempre meglio!’
‘Ne sono sicura!’ chiusi io, mentre suo marito infilava la lingua nella mia topina per raccogliere tutto il suo sperma.
Era in mezzo alle mie gambe con in mano un bel affare di gomma che avrei voluto volentieri vedere.
Alle parole di mia suocera, mi tolse il grosso affare tra le gambe e iniziò a succhiarmi il grilletto in maniera maniacale. Come fosse un capezzolo lo fece indurire e iniziò a picchiettarlo con la punta della lingua. Di mia suocera non gliene fregava proprio nulla.
Io sotto ero un lago e sopra, di fronte al mio fresco marito dovevo pur sempre mantenere un contegno e continuavo a sbuffare e emettere piccoli gemiti.
Mio marito mi disse: ‘Amore che hai? Sei tanto strana qui seduta al tavolo?’
‘Niente amore, e che sono preoccupata per tuo padre e mi è venuto un pesante mal di testa.’
‘O poverina, mi spiace!’
Mia suocera mi guardava perplessa e allo stesso tempo era incazzata come bestia per la sparizione del marito.
Se solo avesse saputo che cosa stava combinando!
Mio suocero continuava il suo lavoro sotto il vestito da sposa da almeno due minuti. Gli altri compresi i miei genitori seduti al nostro stesso tavolo continuavano a mangiare come se niente fosse.
Dopo un tempo che mi sembrò eterno mio suocero decise di staccarsi dalla mia passerina e io ebbi modo di ricompormi un momento. Chissà quel pazzo che cosa aveva in testa.
Io volevo dargliela e non mi sarei certo fermata di fronte a mia suocera o a mio marito del quale non mi fregava nulla.
Volevo nuovamente la sua lingua e cercai la sua testa con le mani, ma non la trovai dove era andato? In fondo il tavolo non era così grosso.
Poco dopo sentii vibrare il tavolo.
Era il mio cellulare. Con il vibro. Lessi il messaggio e rimasi impietrita. Era quel porco di mio suocero da sotto il tavolo. Nel sms c’era scritto: Di alla troia di tua suocera, che ho dimenticato la macchina fotografica in chiesa. Arrivo per i secondi. Tu mia dolce sposina verrai poco prima della torta.
Alla lettura del messaggio i miei capezzoli tornarono duri come il marmo e mi venne ancora più volgia di fare la troia. Aprii le gambe per bene e mi tirai su ancora di più il vestito per porgere ancora meglio la mia dolce passerina bagnata al caro suocero Felice.
Mi rivolsi poi alla troia della suocera e le dissi: ‘Claudia, era Felice, mi ha detto di scusarlo molto, ma ha dimenticato la macchina fotografica in chiesa ed è tornato a prenderla. Arriva per i secondi!’
‘Che coglione! Dimentica sempre tutto, non riesce mai a fare le cose per bene’ disse mia suocera buttando la forchetta dentro il piatto.
/> Io con fare da puttanella ingenua le dissi: ‘Ma no, Claudia, non dire così, con me oggi è stato molto premuroso e ha fatto tutto molto per bene!’
‘Se lo dici tu!”
Mio suocero mi premiò come non avrei osato mai credere possibile.
Sentii la sua grossa lingua iniziare a leccare l’elastico sinistro delle mie autoreggenti e con la lingua di punta puntare verso il ginocchio. Non si fermò lì. Continuò a scendere piano piano, ma molto deciso. Sentivo inumidirsi le gambe lisce al passaggio di quella sua lingua meravigliosa al quale volevo donare tutto il mio corpo. Andò sempre più giù, fino sul polpaccio fino alla caviglia. Tutta la bagna che poteva uscirmi dalla topina credo che uscì in quel momento. Presi un bicchiere di vino rosso e me lo trangugiai al volo. Mio marito era via e al tavolo eravamo rimaste solo io e quelle faccia da schiaffi di mia suocera.
Sentii la sua mano sfilarmi la scarpa bianca con il tacco 12 e ancora non capivo. La sua lingua ripartì dal tallone e si spinse fino al centro della pianta del piede e arrivo sotto le dita.
Nessuno mi aveva mai fatto una cosa del genere.
Si staccò la lingua dal mio piede e sentii la sua mano che si appoggiava leggera sulle dita. Poi tirò netto. Mi strappo i collant all’altezza delle due dita centrali con uno strap che si sentì anche in alto.
Mia suocera mi guardò e io le dissi imbarazzata: ‘Mi è rimasto il vestito leggermente impigliato allo schienale, ma non è nulla.
Era troppo incazzata con il marito per darmi risposta. Che vacca che ero! Mentivo a mia suocera già il giorno del matrimonio e mio facevo scopare da mio suocero.
Mio suocero iniziò a leccarmi le due dita del piede e poco dopo sentiiche mi infilava un anellino del dito più piccolo. Non mi era ancora chiaro che cosa aveva in mente. Restai nuovamente allibita e con lo sguardo cercai l’infinito. Vidi solo quel fesso di mio marito che mi chiamava ad alzarmi.
Dovevo alzarmi, altrimenti mi avrebbero beccato, ma volevo assolutamente capire dove voleva arrivare il caro Felice.
Dopo qualche secondo sentii un liquido caldo cadermi tutto addosso alle dita e sull’anello del piede e capii che mio suocero era venuto.
Dopo pochi istanti sentii vibrare nuovamente il tavolo. Il porco sicuramente mi aveva mandato un messaggio.
Infatti era così. C’era scritto: Cara la mia sposina con questo anello e con questa consacrazione sei diventata MIA moglie. L’anello potrai togliertelo solo se te lo comando io. Così ogni passo che farai sentirai quanto sei troia. Porta via da qui tua suocera con una scusa.
Alzai la testa e vidi mia suocera che mi guardava. L guardai con fare complice e le disse: ‘E’ di nuovo felice, dice di aver trovato la macchina fotografica arriva e si scusa con te!’
‘Si scusa un cazzo! Cara mia così sono gli uomini, anche se ti sei appena sposata te lo devo dire, sono inaffidabili e soprattutto non anno nessuna attenzione per le donne.’
Quello che avveniva sotto il tavolo dimostrava che non era proprio così, cara suocera!
‘E lo so hai ragione, spero che Marco sia diverso!’
‘Te lo auguro! Ma poi perché felice scrive a te? Io anche ho il cellulare!’
‘Penso che scriva a me perché sai, gli uomini di una certa età non sanno usare il cellulare e ha mandato il messaggio alla prima della lista, che sono io. Visto che mi chiamo Anna.’!
‘Hai ragione!’
‘Dai Claudia, accompagnami al tavolo dei vostri parenti che non tutti li conosco, così facciamo bella figura insieme!’
‘Va bene’ mi disse e ci alzammo entrambe.
Appena in piedi sentii la scarpa piena di sborra e l’anello stretto che puntava. Che bella sensazione sentirsi troia all’insaputa della cara suocera.
Non so come mio suocero fece ad uscire, ma per il secondo lo vidi arrivare dalla porta d’ingresso.
Mia suocera appena seduto, lo guardò a morte e gli disse:’ Con te facciamo i conti a casa. Neanche il giorno del matrimonio di tuo figlio riesci ad essere puntuale.’
Lui alzò le spalle e cercò una scusa poco credibile.
Non mi guardò mai neanche per un istante per tutti e due i secondi e io mi incazzai come una bestia. Volevo dargli la mia passerina umida e lui soddisfatto dalla sega sui miei piedi faceva finta di niente, che stronzo.
Partirono i balli di coppie e io non volli farlo con mio marito. Non volevo sentire neanche il suo profumo. Io volevo il padre e lo volevo al più presto.
Lo presi forza e con il sorriso sulle labbra per non farmi vedere da mio marito che ci fissa gli dissi all’orecchio:’Me lo devi dare, non fare lo stronzo!’
Lui senza scomporsi con il fare di chi la sa lunga mi disse: ‘Tra cinque minuti vai in bagno, quello delle donne. Quello di destra. Troverai una sorpresa!’
Volevo che quei cinque minuti passassero in un istante, ma non fu così. Tutti volevamo parlarmi e io non volevo parlare con nessuno. Feci buon viso a cattivo gioco e ad un parente dissi violentemente: ‘MI scappa da pisciare, fammi andare e poi me la conti come cazzo ti pare!’
Rimase male, non me ne poteva fregare di meno.
Aprii la porta del bagno e vidi che le toilette per signora erano due.
Il bagno fortunatamente era vuoto. La porta della toilette di destra era chiusa. Bussai. E come sospettavo la porta si aprì. Mio suocero mi aspettava con il cazzo in mano. Tutto vestito come un damerino e la patta aperta.
Mi buttai in ginocchio per succhiarglielo. Lui mi tirò su violentemente e mi disse: ‘non scherzare non devi sporcare il vestito. Vieni. Togliti tutto e appendi qui il vestito lasciati solo il body addosso. Aveva una stampella dove appesi tutto e mi inginocchiai finalmente come una troia a prendere il suo cazzo nodoso. Tutta nuda solo con il body e le scarpe sporche di sperma.
Dopo un solo minuto mi tirò su e mi voltò come se fossi un giocattolo. Mi mise a novanta con le mani che appoggiavano sulla porta e dopo una breve leccata distratta iniziò a infilarmi da dietro il suo grosso arnese. Sentii aprirsi le acque del Nilo. Sentii la voglia di essere messa incinta anche solo al contatto della sua cappella. Essere tutta depilata mi piaceva da matti. Le sue mani sul culo e lettine con i capezzoli tosti come pietra. Sentii che entrava sempre più profondo e dopo due pompate venni come una troia. Gridando: ‘che toria che è l tua sposa’. A queste parole venne anche lui.
Sentii la porta aprirsi mentre mio suocero continuava a pompare come un pazzo anceh se era già venuto.
La porta affianco a noi si aprì e si richiuse e dopo poco visto il rumore di stantuffo che produceva mio suocero una voce disse: ‘chi c’è nell’altro bagno? C’è qualche problema?’
Cazzo era mia suocera.
Risposi, sempre con il cazzo nella topina e mio suocero che stantuffava: ’Sono io Claudia, sono venuta a fare pipì e ora cerco di rivestirmi, sai il vestito da sposa.’
‘Se vuoi vengo a darti una mano’
‘No, no faccio da sola’, ci mancava solo che quella troia rompipalle vedesse quello che stavo facendo con suo marito.
‘MI spiace per Felice, è proprio strano oggi, dimentica tutto. Ma in fondo non è cattivo. Anche con te vedrai che appena entrate un pò in intimità saprà volerti bene e uno che dà tutto a chi vuole bene!’
‘L’avevo capito, sai, oggi è stato molto gentile e con me si è impegnato davvero a fondo’, gli dissi, proprio come una troia, mentre mio suocero veniva nuovamente e io ero pronta a prendermi tutto il suo sperma caldo.
‘Bene, vedrai che sarà sempre meglio!’
‘Ne sono sicura!’ chiusi io, mentre suo marito infilava la lingua nella mia topina per raccogliere tutto il suo sperma.
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